Noi Siamo Chiesa”

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                                                                                                                      Comunicato stampa

 

 

 

Finalmente è terminata la Presidenza Ruini.

I vescovi italiani percorrano ora una strada nuova più fondata sulla semplice proposta della Parola di Dio e disponibile ad un rapporto positivo col “mondo”.

Mons. Bagnasco si impegni da subito per una svolta.

 

 

            L’autoritaria e troppo politica gestione della Conferenza episcopale italiana da parte del card. Camillo  Ruini finalmente è terminata. Ora è necessaria una svolta. I vescovi italiani si occupino soprattutto del Vangelo e del suo messaggio di liberazione e di speranza per tutte e per tutti, di approccio positivo alle realtà del “mondo” (come chiede la Costituzione conciliare  Gaudium et Spes), di simpatia nei confronti di chi è in ricerca sulle grandi questioni di senso e di misericordia nei confronti di chi pecca. Nel mondo cattolico si instauri un clima nuovo,  fondato sulla fiducia reciproca e sulla comune ricerca su come evangelizzare in una società secolarizzata. L’identità cristiana si deve  fondare sulla Parola di Dio e non sulla continua ricerca  di nemici : dopo il comunismo ora l’antagonista è  la società laica, il ‘laicismo’, la modernità.

            La nomina di Mons. Angelo Bagnasco a presidente della CEI può dare speranze nella direzione che auspichiamo ?

Il metodo usato per la nomina non è condivisibile. Benedetto XVI ha confermato il suo diritto di designazione (in tutte le altre conferenze episcopali il presidente viene eletto) ed  avrebbe anche  disatteso le indicazioni della consultazione effettuata tra i vescovi, secondo quanto è trapelato e non è stato mai smentito. Comunque “Noi Siamo Chiesa”  ritiene giusto esprimere una posizione di attesa  nei confronti del nuovo presidente  ed aspetta da subito dei segnali positivi.

            Mons. Bagnasco potrebbe, per esempio, dimettersi da generale di corpo d’armata fuori ruolo  (titolo che probabilmente  gli spetta nella sua qualità di ex-Ordinario militare) o, comunque, prendere le distanze da questa sua precedente funzione che lo ha portato a condividere le logiche della guerra  che sono ben lontane da quelle della pace e della nonviolenza di cui parla il Vangelo.  Oppure potrebbe, come presidente della  casa editrice,  impegnarsi perché l’Avvenire diventi un  quotidiano che ospita tutte le opinioni che sono  presenti nel mondo cattolico italiano e non solo quelle  della sua parte più conservatrice e  schierata politicamente, quasi sempre,  in una sola direzione.

            Anche in questa circostanza “Noi Siamo Chiesa”  chiede ai vescovi italiani ed alla Presidenza della CEI di imboccare la strada, già indicata dal Concilio, di una maggiore  collegialità   per avviare una  ricerca comune (donne e uomini, religiose e religiosi, clero) sui problemi e le prospettive dei cattolici nel nostro paese.

 

                                                                       “Noi Siamo Chiesa”

                                     (aderente all’International Movement We Are Church-IMWAC)

 

 

Roma 7 marzo 2007                                                  

 

 

“Noi Siamo Chiesa” fa parte del movimento internazionale We Are Church-IMWAC, fondato a Roma nel 1996. Esso è impegnato nel  rinnovamento della Chiesa Cattolica  sulla base e nello spirito  del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965). IMWAC è presente in venti nazioni ed opera in collegamento con gli altri movimenti per la riforma della Chiesa cattolica.