Comunità Cristiane di Base

XXVI Incontro Nazionale

Chianciano Terme (Siena) – 28 / 30 Aprile 2001

 

 

 

Sommario

 

Presentazione

XXI Incontro nazionale delle cdb – Chianciano 28/30 aprile 2001

Il tema: La diversità ci fa liberi

Schede problematiche di presentazione dei laboratori

Ambito sociale

Ambito religioso

Ambito della comunicazione

Ambito economico

Ambito culturale

Il pozzo

Il programma

1

 

 

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Notiziario

della Comu

nità dell’

Isolotto

 

Comunita’ cristiane di base

1

2001

aprile

n. progr. 309

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dedichiamo questo primo numero del 2001 del Notiziario alla pubblicazione di materiali per la preparazione del XXVI Incontro nazionale delle Comunità cristiane di base italiane (cdb) che si terrà a Chianciano Terme dal 28 al 30 aprile 2001. Per lo stesso scopo, all’inizio dell’anno abbiamo inviato a tutti voi che siete nel nostro indirizzario una copia del numero di dicembre 2000 del Giornale di Portofranco – Toscana Terra dei popoli e delle culture. Riteniamo infatti che l’esperienza di Porto Franco e in particolare i temi trattati e studiati nei suoi campus siano affini agli argomenti che stiamo affrontando nelle comunità in preparazione all’Incontro di Chianciano.

Il tema, "la diversità ci fa liberi", non è affatto nuovo per le cdb. Nuovo è il contesto attuale in cui quel tema si presenta e ci interpella. Potremmo anzi dire che il binomio diversità/liberazione o, se si vuole, la valorizzazione della diversità nei processi di liberazione dal basso si trova all’origine stessa delle cdb. Queste nascono infatti dall’assunzione consapevole della diversità come valore da spendere nel fecondo crogiolo apertosi nella seconda metà del ‘900. Papa Giovanni, specialmente nella Pacem in Terris, definisce quel crogiolo attraverso il paradigma dei "segni dei tempi". Tre percorsi di liberazione compiuti da tre soggetti diversi, le classi lavoratrici, la donna, i popoli, agli occhi attenti di Papa Giovanni si incontrano e si fondono in uno stesso processo storico, animati da una stessa forza generatrice: la fine della sudditanza e la pari dignità naturale di tutti gli esseri umani nel rispetto delle loro differenze, in altre parole l’emergere della soggettività individuale e quindi la presa di coscienza del valore della diversità. E’ in questo clima, profeticamente annunciato dalla Pacem in Terris, che s’inserisce anche la "rivoluzione copernicana" del Popolo di Dio che poi troverà un suo sbocco nel Concilio. Da mille rivoli di esperienze pratiche di soggettività che si fa sovrana e quindi di diversità che ritorna ad essere un valore, nasce negli anni cinquanta la proposta di "Chiesa – comunità di comunità", radice prima delle comunità di base. Le quali dunque nascono proprio dalla valorizzazione della diversità o meglio dall’intreccio e dalla fecondazione reciproca delle diversità che sprigiona una immensa forza liberatrice e creatrice.

Tutto questo è documentato nelle pubblicazioni e negli atti degli incontri delle Cdb. Ci limitiamo a una citazione dal libro di F. Gentiloni e M. Vigli, organicamente riassuntivo della esperienza delle cdb dalla loro origine agli anni ’80, Chiesa per gli altri – esperienze delle cdb italiane (ed. CNT, Roma, 1985). Il libro riporta fra tanti altri l’intervento sulla diversità liberante di Franco Barbero, della comunità di Pinerolo, al Seminario di Livorno del 1983: "La pratica di questi anni ci ha tolto tutti gli schemi, per cui le diversificazioni, le particolari sensibilità che ritroviamo oggi qui esistono anche nelle nostre comunità. La nostra comunità presenta il massimo della diversità…".

Non solo il tema della diversità ma lo stesso tema del globalismo si può in qualche modo dire che non è affatto nuovo per le cdb. La nascita delle cdb si colloca infatti in un processo storico complessivo costituito dal grande sforzo di unificazione del pianeta nel segno della speranza, ad opera dei movimenti di base negli anni ‘60, dopo che la guerra aveva dato al mondo la coscienza della interdipendenza globale ma nel segno tragico della distruzione.

Abbiamo richiamato questa "lunga marcia" delle cdb per contribuire a dare spessore storico alla ricerca attuale.

 

XXVI Incontro Nazionale delle Comunità cristiane di base

Chianciano Terme (Siena) – 28 / 30 Aprile 2001

 

 

IL TEMA

 

La diversità ci fa liberi:

percorsi di speranza nell’era della globalizzazione:

come riconoscerli, con chi costruirli

Questo tema vuole proporre testimonianze, idee, ricerca di percorsi e progetti diversi e alternativi nell’epoca che viviamo attualmente, epoca detta della globalizzazione a causa della dimensione planetaria assunta dalla comunicazione e dal governo dell’economia.

E’ noto, infatti, che le nazioni più ricche (G8), specialmente dopo il crollo del blocco sovietico, sotto l’impulso delle multinazionali e degli organismi internazionali del commercio (WTO), hanno impresso all'economia mondiale un percorso che sta trascinando in una serie concatenata di conseguenze l’umanità intera: idolatria del danaro, aumento della povertà dei Paesi più poveri e conseguente crescita dei flussi migratori, diminuzione dei meccanismi di protezione dello stato sociale nei Paesi avanzati, aumento dell’inquinamento ambientale ovunque, ecc.

La nostra risorsa sta nel ricercare allora, nell’epoca della globalizzazione e della omologazione planetaria, le "pietre scartate" per costruire speranze. Mettere in causa la nostra stessa fede cristiana per dare testimonianza dei suoi valori di fondo liberati da ogni incrostazione e aprirsi a quanto emerge da altre culture e religioni nella prospettiva del "Deus absconditus", il Dio che cammina e si realizza con le donne e gli uomini perché incarnato nei processi di liberazione dal basso.

L’Incontro prevede momenti assembleari e laboratori di approfondimento sui seguenti ambiti: sociale, religioso, della comunicazione, economico, culturale.

Pubblichiamo di seguito le Schede problematiche di presentazione di ogni singolo laboratorio.

 

SCHEDE PROBLEMATICHE

DI PRESENTAZIONE DEI LABORATORI

 

 

AMBITO SOCIALE

 

a cura delle comunità di Gorizia e Pinerolo

A

  1. c'è la storia ufficiale che non riconosce le diversità e l'inedito e c'è il grido delle diversità e dell'inedito della storia: un linguaggio difficile;
  2. a segnare normalmente la "storia ufficiale" sono le istituzioni, le ideologie, i codici di comportamento e di giudizio che sistematizzano la storia secondo stereotipi precisi e tutti gli stereotipi difficilmente riconoscono il grido della diversità, l'inedito della storia (le religioni, le culture, ecc. ).

B

La storia della liberazione non la fanno solo i re o gli eroi, ma è fatta da persone "differenti" che hanno una strana sintonia con il linguaggio di Dio (Matteo 11, 25).

E' da sottolineare il linguaggio inedito del corpo: si tratta di fare attenzione a questa parte della nostra vita più quotidiana per riaffermare cammini di giustizia, per restituire frammenti di dignità a chi è stato violentato, spezzato, sfruttato, dimenticato.

C

La scelta dei poveri appartiene all'ordine della rivelazione (come Dio guarda l'uomo), non soltanto a quello della risposta dell'uomo alla rivelazione. Questo è vero se per Vangelo si intende non anzitutto come l'uomo deve porsi davanti a Dio, ma come Dio si pone davanti all'uomo. Come Dio guarda e ama l'uomo, questa è la lieta notizia.

 

Bibliografia

Daniele Menozzi: Condivisione e marginalità EGA – EDB 1984

L. Boff, J. R. Regidor: La Chiesa dei poveri - Datanews

L. Ciotti: Cristo abita in periferia - EGA 1993

B. Maggioni: In atti Firenze 2 "Annunciare la carità, vivere la speranza" - Comunità Edizioni 1997

Scuola di Barbiana: Lettera ad una professoressa - Mondadori 1971

C. Maria Martini: Ritorno al Padre di tutti, lettera pastorale 1998/1999

Franco Barbero: Essere semplici è possibile? - Ed. Tempi di Fraternità 1987

C.N.C.A.: Dalla condivisione alle sfide del futuro; Atti assemblea 1990

Rinaldo Fabris: La scelta nei poveri nella Bibbia, Ed. Borla 1989

Giulio Girardi: Gli esclusi costruiranno la storia, Ed. Borla

Antonietta Potente: Un tessuto di mille colori, Ed. Icone

Concilio Vaticano II: AA. 8

Monsignor Oscar Romero, in Ettore Masina: L’arcivescovo deve morire, EGA 1995

AMBITO RELIGIOSO

a cura delle comunità di S. Paolo - Roma e La Porta - Verona

 

Proponiamo di sviluppare nel laboratorio una comunicazione di esperienze che, data per presupposta la conoscenza delle ragioni culturali e sociologiche dello sviluppo delle diverse esperienze religiose, chiariscano le cause e i percorsi attraverso i quali le diversità religiose sono divenute reciprocamente incompatibili e causa di conflitto, a partire dalla contrapposizione tra il fenomeno religioso in generale, inteso come tensione alla conoscenza dei grandi interrogativi sulla vita in rapporto a un trascendente e "le religioni" come raggiungimenti concreti che tale esigenza ha via via prodotto nella storia dell'umanità.

Nelle nostre storie, Gesù è sentito, al di là delle diverse percezioni teologiche, come un liberatore dal male fisico, psichico e morale, un recuperatore della dignità degli emarginati, un fiero nemico del Potere, un fratello per tutti, non venuto con cupe e sanguinarie volontà di autosacrificio, ma violentato dal potere intollerante del suo come di tutti i tempi. La sua resurrezione è perciò percepita come speranza di riscatto per tutti coloro che come lui continuano ad essere oppressi.

Tutte le chiese sono oggi provocate a confrontarsi con le situazioni che, a causa anche dei loro comportamenti storici, emergono drammaticamente. Alcuni esempi sono:

  1. la povertà del mondo, accentuata da secoli di sfruttamento da parte di alcuni popoli cristiani su altri, sia attraverso conquiste devastatrici di culture e di economie (vedi la "conquista" delle Americhe, le presenze coloniali, ecc.), sia attraverso meccanismi economici che perpetuano quelle povertà e le aggravano. Da questi popoli nascono nuove forme di religiosità, spesso espresse con singolari sincretismi tra apporto cristiano e preesistenti culti locali e tentativi di una diversa lettura del "divino", in chiave liberatoria (teologia della liberazione, inculturazione);
  2. l’oppressione delle donne, per secoli neglette e sfruttate in nome di Dio. Da loro sono nate le teologie femministe, molto radicali e severe nel giudizio sulle scritture e sull'immagine corrente di Dio, quale giustificatore delle loro sofferenze;
  3. l’egemonia ideologica e culturale delle religioni dominanti che portano al non rispetto dei valori altri. Da numerose esperienze religiose è maturata la comprensione della parzialità della propria esperienza giungendo ad un ecumenismo di ascolto e inclusione del punto di vista altrui come insostituibile arricchimento.

Di fronte a queste istanze, non meramente teoriche ma con evidenti riflessi sulla realtà e che attengono alle radici stesse della fede, le Chiese istituzionali si chiudono generalmente a riccio, aggrappandosi disperatamente a dogmi sempre più incomprensibili e insostenibili, prospettando paurosi baratri di relativismo e di secolarizzazione.

In questo contesto, riteniamo che per le esperienze religiose di base (tra queste le CdB) il compito, quanto mai attuale, sia di vivere un modello o vari modelli di chiesa "altra" rispetto a quella dominante.

La riaffermazione della laicità del credente e dello Stato; della irrinunciabile funzione costitutiva e decisionale del popolo di Dio (uomini e donne) nella Chiesa (popolo "sacerdotale", "profetico", "regale": I Pt, cap 2); della solidarietà con gli oppressi e della lotta a tutti i meccanismi che questa oppressione perpetuano; di rispetto per tutte le fedi e tutte le diversità nell'ambito dei principi generali della civile convivenza, costituiscono ancora aspirazioni e traguardi da perseguire.

Per fare ciò è urgente, rinnovare la teologia senza accanirsi a ripetere stereotipi e categorie concettualmente oggi inadeguati , accogliendo le sollecitazioni dei tempi che mutano (confr. Rom. 12,2) abbandonando vecchi steccati e pregiudizi. In particolare:

  1. Si dovrebbe prestare viva attenzione ai fermenti che attraversano ormai tutta la ricerca teologica, dalla definizione di Dio, legata a categorie filosofiche (persona, individuo, ecc.) ormai chiaramente obsolete e inservibili, al significato più fecondo per i nostri tempi, dei concetti-eventi di incarnazione, morte, resurrezione. Elaborare nuove immagini di Dio/Dea secondo modelli più comprensibili alle donne e agli uomini di oggi.
  2. Va approfondito anche il rapporto fra trascendenza e immanenza, presenza e alterità, invocazione dell'aiuto di Dio e responsabilità umana, suo modo di manifestarsi e quindi rapporto tra scritture e Spirito.
  3. Esaminare i problemi del rapporto tra operare e pregare.
  4. Comunicarsi le esperienze di vita rilette alla luce delle scritture (che sono a loro volta espressione storica e mediata di esperienze di fede).
  5. Confrontare le varie letture bibliche (storico-critica, femminista, popolare, ecc.), che ci permettono una maggiore comprensione delle scritture per un approccio fedele all’attualità:

Tutte queste esigenze, ed altre ancora che si potrebbero elencare e che emergeranno dagli incontri dei gruppi e dall'assemblea, caratterizzano significativamente l’identità della nostra società che rivendica comunque una dimensione religiosa, per noi ancora da esplorare.

 

AMBITO

DELLA COMUNICAZIONE

 

a cura della comunità di Oregina - Genova

e di Controinformazione ecclesiale - Roma

 

 

L'incontro di Chianciano serve per chiamare a confronto, insieme alle Cdb, altri percorsi di speranza avviati negli stessi settori che già le Cdb frequentano. Non è un convegno di studio sugli esiti della globalizzazione nei settori che abbiamo individuato, ma un incontro di esperienze.

A tale scopo le narrazioni devono favorire, a partire dal confronto sulle cose che si fanno e sulle motivazioni che le animano, riflessioni per approfondire i motivi per cui queste esperienze sono da considerarsi percorsi di speranza e perché altre, che si muovono nella stessa direzione, possono non esserlo.

Nell'ambito cosiddetto della comunicazione, a noi spetta individuare quali esperienze sono impegnate a favorire la comunicazione tra i percorsi di speranza operanti in uno stesso settore o in settori diversi. Si tratta di riviste, notiziari, agenzie, radio … siti e reti. Nel selezionare la gran massa d'iniziative alternative in questo campo, emerge con chiarezza che alcune di esse rappresentano prevalentemente l'espressione delle analisi, delle elaborazioni e delle opinioni del gruppo redazionale e che altre intendono essere veicolo per dar voce a chi non ha strumenti di comunicazione o per documentarne le attività.

Le une e le altre possono costituire percorsi di speranza perché il movimento ha bisogno sia di esprimere le sue capacità di mobilitazione, sia momenti autonomi di riflessione e di analisi sulle situazioni in costante e accelerato mutamento in cui si trova ad operare, e, ancor più, su se stesso, sulle proprie iniziative e sull'impatto che esse hanno con la società.

La circolazione delle informazioni, delle analisi e dei documenti è, pertanto, parte integrante degli sforzi che si sviluppano per contrastare i processi di omologazione, di emarginazione e di sfruttamento indotti dalla globalizzazione. Solo tale circolazione, infatti, può evitare il rischio dell'isolamento e favorire, invece, con la conoscenza reciproca e con lo scambio di esperienze l'impegno di ciascuno e la mobilitazione collettiva.

Un confronto ed una riflessione comune tra le varie esperienze di comunicazione può essere di grande rilevanza. Sono particolarmente urgenti dopo che nel settore si sono sviluppate forme radicalmente nuove: i siti e le reti.

Queste ultime, si è verificato, costituiscono uno strumento prezioso sia che si sviluppino in precisi ambiti settoriali, sia che si muovano trasversalmente; sia che si muovano in ambiti territoriali limitati sia che agiscano a livello internazionale. In esse convergono esperienze con orientamenti culturali e politici, con storie e strutture organizzative diverse. Il loro sviluppo si intreccia con il moltiplicarsi dei siti specie di quelli che hanno come finalità proprio la circolazione dei loro dibattiti, iniziative appuntamenti.

In misura diversa, ma pur sempre essenziale, contribuiscono a tale circolazione gli strumenti più tradizionali, fogli e agenzie indispensabili sia perché in questa fase gli strumenti telematici non sono abbastanza diffusi sia perché consentono un'informazione e una documentazione più fruibile.

Le riviste contribuiscono a loro volta a promuovere approfondimenti e dialogo a distanza.

Individuare il maggior numero possibile di queste esperienze, presentarle sommariamente in schede informative raccolte in un dossier, invitarle all'incontro costituisce il nostro comune impegno in questa fase preparatoria nella quale chiediamo la collaborazione di quanti pensano di potere fornirci utili indicazioni. Per organizzare il confronto nel laboratorio cercheremo di programmarne, con le esperienze che si sono dichiarate disposte ad intervenire, un'ipotesi di svolgimento da confermare quando il laboratorio sarà effettivamente costituito la domenica mattina.

La presentazione dei suoi contenuti e, in linea di massima, del suo metodo di lavoro il sabato pomeriggio, sarà affidata ad un intervento introduttivo che evidenzi i problemi della comunicazione alternativa nell'era della globalizzazione e della omologazione planetaria, ma anche nella specifica condizione italiana.

Ciò che emergerà nel laboratorio dal confronto e dalle riflessioni comuni sarà la base degli interventi dell'esperto che avrà partecipato ai lavori del laboratorio stesso, nella tavola rotonda finale in merito alla questione sostanziale dell'incontro: la diversità fa veramente liberi di lavorare per un mondo più umano? Se sì, come?

AMBITO ECONOMICO

a cura della Comunità del Cassano - Napoli

e Giovanni Franzoni - Roma

 

Obiettivi

  1. Messa a punto della terminologia e dei linguaggi

  1. Mondializzazione e globalizzazione
  2. Formazione del debito internazionale
  3. Elementi conoscitivi del problema allo stato attuale
  4. La campagna "Jubilee 2000"
  5. Il Consiglio Ecumenico delle Chiese e la Chiesa cattolica

  1. Percorsi alternativi

  1. Commercio equo e solidale
  2. La Tobin tax
  3. Le Organizzazioni non Governative (O.N.G.)
  4. Le banche etiche
  5. I beni comuni ed il bene comune
  6. Fair trade
  7. Il "popolo di Seattle"
  8. La rete Lilliput

Suggerimenti bibliografici

Per il laboratorio sull’ ambito economico proponiamo alcune letture (si indicano, in certi casi, alcuni capitoli che riteniamo più interessanti):

Amoroso Bruno, Della globalizzazione, La meridiana, Bari 1996: Sviluppo policentrico p. 37 – 43; Economia mondiale e capitalismo p. 53 – 81; Politiche alternative alla globalizzazione p. 154 - 178

Amoroso Bruno, L’apartheid globale, Edizioni Lavoro, Roma 1999: Introduzione p. 7 - 42; Globalizzazione e mondializzazione p. 44 – 46; Castagnola Alberto, Cancellare il debito, EMI 2000

Franzoni Giovanni, Anche il cielo è di Dio, Edup, Roma 2000 capp. XI, XII, XIII

Michalos Alex, Una imposta giusta: la Tobin tax, Ed. Gruppo Abele, 1999: Prefazione p. 5 - 13; L’idea dell’imposta Tobin p. 44 - 53

Perna Tonino, Fair Trade, Bollati Boringhieri , 1998: c. 3 p. 56 – 79; c.. 4 p. 80 – 110

Petrella Riccardo, Il bene comune, Diabasis, 1997

p. 19 - 31 (importanti p. 29 e 30) e 95 – 106

Ramos Regidor Josè, La chiesa dei poveri, Datanews, 1998 p. 67 - 141

I libri sono eventualmente reperibili presso il CIPAX:

Tel. 06.57287347; Fax 06.57290945; e-mail: cipax@romacivica.net

AMBITO CULTURALE

 

a cura delle comunità di Olbia e Isolotto

 

Il tema dell’incontro nazionale che le nostre comunità di Olbia e Isolotto si sono impegnate ad affrontare dal punto di vista della ricerca culturale, ha sollecitato in noi una serie di interrogativi che ci sono sembrati utili ed intriganti e che desideriamo proporre con questa scheda per affrontare l’argomento con una pluralità di stimoli e contributi.

Obiettivo importante secondo noi sarebbe ricercare a Chianciano imput e piste di approfondimento e di lavoro che ci permettano di affrontare ed elaborare percorsi e strategie rispondenti alle sfide delle diversità e dell’incontro fra diversi.

MEMORIA E SOCIETA’ PLURALE

Quale rapporto fra la nostra identità di comunità cristiane di base, la sua storia, il suo racconto e l’incontro fra le diversità.

"Comunità" è per noi certamente una esperienza importante, ma il presente ci interroga: in che misura può essere un concetto ed una prassi limitante e chiusa, oppure aperta ed arricchente, nel rapporto di relazione e di intreccio fra diversi?

La nostra identità si fonda in molta parte sulla memoria: "fate questo in memoria di me" ma in che misura l’appartenenza e l’identità di "Cristiano" sono una esperienza ed una cultura che favoriscono l’incontro, il rispetto, la comprensione reciproca, l’ascolto, e in che misura ci rinchiudono dentro schemi culturali che ci impediscono di metterci realmente dalla parte dell’altro?

Questo Dio e questo Cristo, che, nonostante la fatica con cui li abbiamo rivestiti di attributi più attuali, vicini a noi, liberanti per molti della nostra generazione, restano pur sempre prodotto di una cultura colonialista–consumista–liberista da cui non possiamo certamente considerarci immuni, esprimono realmente un’immagine rispettosa dei cammini faticosi dell’umanità oppure sono riconducibili a schemi culturali che almeno in parte ci incasellano in categorie mentali e ci impediscono di arricchirci nell’incontro con l’altro e di accrescere le nostre consapevolezze in un cammino costante di liberazione?

Il protagonismo del volontariato ormai osannato da tutti (partiti-istituzioni-capitalismo-finanza…) in che misura è realmente spazio di incontro e di maturazione, di scambio fra diversi, di intreccio fra pluralità di storie e memorie ed in che misura è luogo di affermazione e sopraffazione di identità ideologiche, psicologiche e culturali verso i più deboli e svantaggiati?

Il nostro sforzo, come comunità di base, di "stare dalla parte dei poveri" ricercando un cammino liberante, è esente dal pericolo di proporci carichi di quel colonialismo interiore proprio di molte realtà che si dedicano al volontariato?

La nostra cultura della "donazione totale", dell’impegno espresso spesso secondo l’ideologia del sacrificio e della croce, è veramente rispettosa di noi stessi e dell"altro" ed è realmente portatrice di intrecci creativi per il cambiamento? (pensiamo ai giovani, alle donne, alle altre religioni, agli uomini di altri paesi e culture, alle persone che stanno facendo percorsi considerati trasgressivi e pericolosi.

Abbiamo il coraggio di esaminare i limiti dentro cui anche noi siamo costretti?

Fra assistenza e diritti, le nostre esperienze interculturali come si collocano?

Nel confronto fra culture diverse fino a che punto siamo in grado di mediare su certi valori o di rimetterci in discussione sul fronte di certi principi considerati da noi irrinunciabili, come la democrazia, il rispetto dell’integrità della persona, la parità fra generi, ecc.?

 

IDENTITA’ E FRAMMENTI

Incontrarci per?

- renderci visibili gli uni agli altri

- socializzare e confrontarci sui percorsi di gruppo ed individuali

- partire dalle testimonianze per conoscere e riconoscerci nella diversità e nella pluralità delle esperienze e delle elaborazioni soggettive e/o di gruppo

- capire in che modo il confronto fra differenti identità, fra diversi contesti e vissuti delle nostre comunità e dei singoli, può sollecitare l’interesse di tutti, in che misura può essere arricchimento ed in che misura può essere frustrazione: pensiamo ai singoli, alle piccole comunità, ad esperienze che vivono in contesti particolarmente repressivi (regioni dominate dalle istituzioni di destra) a confronto con realtà territorialmente e numericamente più consistenti e favorite.

Confrontarci su?

- quali elaborazioni comuni e contributi creativi possono derivare a ciascuno di noi dall’incontro e dall’interscambio

- come dare spazio ad approfondimenti che ci permettano di guardare oltre il particolare che noi abitiamo

- fare autoformazione attraverso la diversità delle esperienze e delle riflessioni

- verificare insieme dove stiamo andando e come o con chi si intrecciano i nostri cammini.

IL VIAGGIO

Perdersi nelle diverse storie per costruire una storia comune

Gli interrogativi proposti non vogliono demolire, rinnegare, annullare le identità, le diversità, il cammino che abbiamo fatto in questi anni.

Essere aperti alla problematicità, avere il coraggio di rimetterci in discussione e di abbandonare almeno in parte alcune sicurezze, forse è indispensabile per aprirci a nuove ipotesi di crescita comune e per individuare i compagni di viaggio con cui condividere nuove ricerche ed esperienze.

Possiamo definire questo genere di viaggio "il cammino della fede"?

IL POZZO

Abbiamo estrapolato dall’immenso patrimonio di elaborazioni sul tema della diversità alcune frasi, secondo noi suggestive, che ci sollecitino ad entrare dentro il tema e ci aiutino nell’approfondimento.

Invitiamo tutti a portare Chianciano spunti – poesie – simboli – musiche – canzoni e varia creativita’ che ci permetta di comunicare anche sentimenti ed emozioni.

da – Portofranco – aprile 2000

Oggi la nostra vita sociale si anima sempre più di voci ed identità diverse.

Il paradigma della pluralità è in cammino e ci fa incontrare donne e uomini, bambine e bambini, diversi come noi, che chiedono la parola, esigono riconoscimento, occupano spazi, innovano linguaggi, pensieri, comportamenti, tradizioni.

La presenza delle differenze, che esiste da sempre, si è oggi arricchita di nuovi volti e di saperi "altri" ed è caratterizzata dalla volontà di esprimersi ma anche dalla necessità di essere elaborata ed accompagnata.

Una società plurale e democratica, infatti, va oltre l’esistente, comporta processi di riformulazione profondi a livello di identità personali e collettive, ci impegna a superare il conformismo e l’omologazione, ci spinge a de-costruire e ri-costruire le storie e le memorie, i tempi e gli spazi, gli incontri e gli scambi.

In questo presente si tratta di collegarsi con le trasformazioni in atto attraverso un progetto di civiltà che accordi al suo interno valori e significati diversi, stabilisca criteri, delinei nuovi orientamenti e comportamenti.

La matrice fondativa dell’interculturalità è la pluralità, il suo principio-valore la differenza, la sua negazione l’omologazione, l’assimilazione, il pensiero unico come processo di azzeramento delle differenze culturali, di genere e di generazioni.

Una società interculturale non è l’evoluzione spontanea e naturale della realtà multiculturale, ma, affermando l’uguaglianza di tutte le persone, il valore di tutte le culture, l’interazione, la reciprocità, la convivenza nel suo pieno significato, è il risultato di un impegno intenzionale e condiviso, che va pensato, progettato e organizzato.

Da "Il tempo di dio" E. Balducci – ultime omelie

Entrare nell’oscurità della croce del Cristo vuol dire avere un principio critico anche nei confronti della religione.

La caretteristica della fede cristiana è che essa si esprime in forme religiose - è la maniera umana di esprimersi - ma è anche un principio critico contro questo linguaggio.

La fede vive, si avvolge di forme religiose ed insieme le dissolve. Questa è la dialettica del nostro essere credenti. Compiamo quindi il rito, accettiamo i simboli, ma superiamoli e se il caso abbandoniamoli se essi non sono più la sostanza né la rivelazione della sostanza di ciò che crediamo……ecco perché, ad esempio, Gesù fissò il ricordo della sua passione in un rito che non è un rito sacro: il pane e il vino condivisi…."

Da "Figli del ghetto" documento di Rom e Gagè sui campi nomadi – marzo 2001

…"E’ del tutto pretestuoso - scrive l’antropologo Leonardo Piasere - che una società (o i suoi membri illuminati) riconosca di aver maltrattato o di continuare a maltrattare un gruppo minoritario e pretenda poi di sapere come aiutarlo prevedendo unicamente interventi sul gruppo e non su se stessa". (…) Le discriminazioni nei confronti dei Rom e dei Sinti sono molteplici e vanno al di là dei "normali" atti di teppismo e di vandalismo di matrice razzista. Lo ha ribadito recentemente il rapporto dell’European Rights Center allegato al numero di novembre di Carta, che parla di razzismo istituzionale, perpetrato da politici, giudici, forze dell’ordine.

I campi nomadi sono forse il risultato più eclatante di una politica che cela, dietro i proclami a difesa della differenza culturale…..un atteggiamento razzista di fondo……

…ma bisogna guardare anche altrove, nella schiera dei volontari e dei buoni per mestiere.

L’assistenza e il valore (anche economico) della carità varia di città in città, ma il risultato è molto spesso il rafforzamento della segregazione e della dipendenza dei Rom da chi dice di volerli aiutare e che, in ultimo, trova la sua stessa ragion d’essere nella presunta incapacità cronica, quasi strutturale, di questo popolo di saper badare ai propri bisogni e diritti.

Da Portofranco - Alfredo Jacopozzi, coordinatore del campus sulle culture delle religioni.

Sui confini del religioso contemporaneo non c’è più "la religione" degli italiani, ma un’Italia delle religioni che non è il frutto di un incidente storico o di improvvise fascinazioni spirituali, ma il segno di presenze di uomini, donne, famiglie intere, che si insediano su un territorio; di trasformazione dei processi di costruzione dell’identità personale; di cambiamenti profondi e continui dentro la nostra società.

……si tratta di superare un approccio rozzamente culturalista che ci dà un’idea di identità culturale solo come demarcazione etnica, nazionale e religiosa, non tenendo conto di altri criteri: classe- genere- generazione- istruzione- professione- mostrando così che si hanno identità individuali e collettive, modi e stili di vita, universi ideologici e simbolici fortemente differenziati che non possono essere contenuti in gerarchiche categorie.

Dobbiamo perciò cominciare a pensare in termini di complessità, di interdipendenza, di circolarità, ricordandoci che ad entrare in contatto non sono soltanto le culture e le religioni, ma individui e gruppi che al di là delle loro differenze culturali e religiose, occupano posti e ruoli differenziati dentro un sistema di relazioni sociali.

Invito al viaggio

Questo viaggio

Ci renderà più simili

E più diversi.

 

In comune abbiamo

Il respiro

Il battito del cuore

La diversità dei punti di vista

La necessità di farli incontrare

Con rispetto e curiosità

Con passione e intelligenza

Per costruire insieme

I luoghi della convivenza

Per ricamare insieme

Ora

Nel presente

I fili sottili di una

Trama forte

 

Forti delle nostre differenze

 

A costruire insieme

Terre liberate

Dai pregiudizi

Dal razzismo

Dalle discriminazioni.

 

 

 

 

IL PROGRAMMA

SABATO 28/4

16,30 – Inizio incontro: benvenuto, informazioni

16,45 – Momento di riflessione (a cura della CdB di Olbia)

17,00 – Visione di un documentario attinente il tema dell’incontro

17,30 – Presentazione del tema (a cura delle CdB di Roma)

17,45 – Presentazione delle tematiche dei cinque diversi ambiti di ricerca mediante testimonianze od altro (a cura delle rispettive CdB organizzatrici: 20’ a disposizione per ciascuna presentazione)

20,00 – cena

21,30 – Festa di accoglienza (ogni comunità condivide qualche dolcetto caratteristico della propria città/regione)

DOMENICA 29/4

9,00 – Suddivisione in gruppi (laboratori) secondo i cinque ambiti: Sociale, Religioso, della Comunicazione, Economico, Culturale

9,15 – Inizio dei laboratori (in ogni Laboratorio saranno presenti almeno un conduttore/animatore del dibattito ed il "relatore" della tavola rotonda del lunedì che ascolta, partecipa, raccoglie le idee per prepararsi al dibattito conclusivo)

13,00 - Pranzo

15,00 – Ripresa del lavoro dei laboratori

17,00 – Ci si riunisce in assemblea per comunicare liberamente idee, sensazioni, informazioni sull’andamento del lavoro nei diversi laboratori

18,30 – Eucarestia

20,30 – Cena

21,30 – Rappresentazione teatrale: "Il Viandante" (a cura della CdB S. Paolo)

LUNEDÌ 30/4

9,00 – Tavola rotonda a cura dei "relatori" (persone interne od esterne al mondo delle CdB – hanno già assicurato la loro partecipazione don Luigi Ciotti, Raffaele Porfidia) presenti in ciascun laboratorio, sulla base degli spunti emersi durante il lavoro. Dibattito assembleare conclusivo.

12,00 –Informazioni, appuntamenti, comunicati.

12,30 - Preghiera comunitaria (a cura di Controinformazione-Roma)

13,00 – Pranzo e partenza.

Informazioni

 

Contributo di iscrizione minimo all’Incontro:

L. 20.000 per i singoli, L. 30.000 per i nuclei familiari, gratuito per i giovani

 

Sistemazione alberghiera

L’Incontro si svolge presso il Centro Congressi dell’Hotel Alba viale della Libertà, 288 - Chianciano Terme (Siena) cap 53042).

La sistemazione sarà presso l'Hotel Alba fino ad esaurimento delle stanze a disposizione e successivamente in alberghi adiacenti, alle stesse condizioni.

Il servizio di prenotazioni è affidato completamente all’Hotel Alba stesso (tel.0578.64300 o 0578.64301) a partire dal 20 Marzo. Le prenotazioni vanno fatte entro il 15 Aprile 2001.

Prezzi in pensione completa per persona al giorno (incluse bevande ed utilizzo dei locali per il convegno):

Camera singola

£ 110.000

Camera doppia

£   90.000

Terzo o quarto letto aggiunto (adulti)

£.  72.000  

Terzo o quarto letto agg. (bambini sotto 12 anni)

£.  50.000

Costo di ciascun pasto per partecipanti esterni:  £.28.000  

Per i giovani (ed anche per qualche eccezionale situazione di adulti) è stata individuata una sistemazione più economica presso una Pensione al costo "politico" di £. 50.000 al giorno per la pensione completa in camere a più letti (3/4 letti). I giovani (e gli adulti in difficoltà) che intendono usufruire di questa facilitazione devono prenotare subito e comunque entro il 15 Aprile, rivolgendosi al servizio di segreteria gentilmente messo a disposizione dal CIPAX dal Lunedì al Venerdì con orario: 10,30 – 13,00 e 15,30 –19,00.

I riferimenti del CIPAX - Centro Interconfessionale della Pace - Roma:

Telefono 06.57287347 - Fax 06.57290945 - e-mail: cipax@romacivica.net

 

Come raggiungere Chianciano Terme

1. In treno

La collocazione di Chianciano rende la Stazione Termale facilmente raggiungibile in treno. La stazione ferroviaria di Chiusi-Chianciano Terme (a km 17) è posta sulla linea principale Roma-Firenze-Bologna-Milano (quadro 47 orario F.S.).

Dalla stazione ferroviaria è disponibile un servizio pubblico di autobus, gestito dalla ditta LFI in coincidenza con i principali treni, che raggiunge Chianciano Terme in 20 minuti.

Orari dei bus in partenza da Chiusi Stazione per arrivare in tempo per l’inizio dell’Incontro:

11,20

12,30

13,35

14,05

14,20

15,25

16,15

16,55

18,10

La fermata a cui scendere è situata di fronte all’Hotel ALBA, in corrispondenza dell’unico semaforo della località termale, due fermate dopo Piazza Italia.

2. In auto

Per Autostrada del Sole uscendo al Casello n.29-A1-Chiusi-Chianciano Terme.

Chianciano Terme è a 9 Km dal Casello autostradale.

L’Hotel ALBA è in Viale della Libertà, 288, strada principale che attraversa tutta la località termale, in direzione di Montepulciano, immediatamente prima dell’unico semaforo che si incontra sul percorso.

Possibilità di parcheggio di fronte all’albergo.

 

Iniziative per i giovani e per bambine e bambini

Come già anticipato nella prima comunicazione è previsto un gruppo trasversale alle tematiche del convegno per i giovani in età dalle scuole superiori in poi. Le iniziative previste (Gioco di ruolo sulla globalizzazione, momenti di ricerca guidati da Don Felice della comunità di Messina, partecipazione alla rappresentazione teatrale "Il viandante") saranno precisate successivamente.

In questo momento interessa sapere quanti ragazze e ragazzi pensano di venire (non solo per problemi di logistica alberghiera) e per questo invitiamo a telefonare al servizio di segreteria presso il CIPAX (vedi numeri sopra riportati).

Analogamente per bambini e bambine, ragazzi e ragazze fino all’età della scuola media inferiore, stiamo organizzando una servizio di animazione. È necessario sapere per tempo quanti saranno questi partecipanti per provvedere alle necessità conseguenti. Pertanto invitiamo i genitori che contano di venire all’Incontro con i propri figli di quest’età e di fruire di questo servizio di segnalarlo telefonando per tempo al servizio di segreteria presso il CIPAX.

Per tutte le informazioni inerenti il XXVI Incontro CdB rivolgersi a CiroCastaldo:

COMUNITA’ CRISTIANE DI BASE

SEGRETERIA TECNICA NAZIONALE

80143 NAPOLI

VIA T. BLANCH, 19 – Tel. 081/5534150

e-mail: segrcdb@katamail.com

Queste informazioni le potete trovare aggiornate anche sul sito della comunita’ di san Paolo: www.cdbsanpaolo.it




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