Il ventiseiesimo incontro nazionale delle Comunità di base

a Chianciano dal 28 al 30 aprile

Riunite a Chianciano Terme dal 28 al 30 aprile le Cdb italiane per il loro XXVI incontro nazionale - La diversità ci fa liberi: percorsi di speranza nell'era della globalizzazione. Come riconoscerli, con chi costruirli - hanno inteso verificare i loro percorsi di fede con le radicali novità indotte dalla globalizzazione dell'economia e dalla planetarizzazione delle comunicazioni.

Non della globalizzazione in sé si è parlato, ma dei suoi effetti perversi.

Non ha eliminato la fame nel mondo, né la povertà. … Riemerge la schiavitù. Non si rispettano le esigenze di tutela dell'ambiente e le condizioni del clima sono peggiorate. Non si è ridotto il numero delle guerre, anzi sono aumentati i focolai di conflitto che tendono a coinvolgere sempre nuovi paesi. Paradossalmente, ma non troppo, la globalizzazione ha riflessi anche sulla vita della Chiesa cattolica favorendo il protagonismo del papa e il centralismo della Curia romana contro la collegialità e l'autentico universalismo fondato sulla comunione di chiese locali.

Si legge nella relazione introduttiva.

A contrastare tali effetti e a combatterne le cause sono in campo innumerevoli esperienze di base che sperimentano sia nuove forme di convivenza e di organizzazione della vita sociale, diverse e in opposizione a quelle funzionali alla globalizzazione, sia percorsi di liberazione dall'oppressione delle morali e dei costumi in nome del diritto, tra i quali trova posto anche la rivendicazione dei diritti del "popolo di Dio" nella Chiesa cattolica.

Tra queste esperienze il convegno, articolandosi in cinque laboratori, ha cercato di riconoscere i "percorsi di speranza". Li ha cercati tra chi promuove la solidarietà sociale, tra chi, muovendo dall'analisi dell'economia di mercato, s'impegna nel commercio equo e solidale e/o scende in piazza contro il G8, tra chi costruisce esperienze interculturali per trasformare l'incontro tra diversi in un reale reciproco arricchimento, tra chi s'impegna nell'informazione alternativa attraverso strumenti sia tradizionali sia informatici, tra chi, in una prospettiva di autenticità evangelica, promuove l'ecumenismo e un confronto più attento fra le religioni. Quest'ultimo tema è stato affrontato anche in una "rappresentazione teatrale" Il Viandante.

Un folto gruppo di giovani di diverse comunità ha svolto in modo autonomo la ricerca sugli stessi temi affrontati nei laboratori, quasi in un convegno parallelo.

Nella tavola rotonda finale - coordinata da Maria Sbaffi Giraradet - Giovanni Avena, Luigi Ciotti, Silvio Garofalo, Beppe Pavan, Luigi Sandri, Felice Scalia, hanno riportato l'eco delle riflessioni dei laboratori ai quali avevano partecipato. Ne è emerso che i diversi percorsi convergono nel seminare speranza tra tante donne e tanti uomini che, in questi momenti di diffusa disperazione per le incertezze del futuro e di fronte ad una modernità diventata insensata, avvertono il bisogno di una ricerca di senso e non lo trovano nel ritorno ad una rassicurante religiosità devozionale.

La buona riuscita del convegno - vissuto con vivace e gioiosa partecipazione da oltre trecento persone di circa trenta comunità e gestito con attenta regia dalla Comunità di S. Paolo di Roma - ha confermato la scelta, maturata negli anni, di costituire un movimento non fondato su un unico modello, da riprodurre localmente, ma sulla diversità, assunta come valore, degli autonomi percorsi di fede vissuti da ciascuna comunità. Nel corso dei suoi trent'anni di vita il movimento, senza rinunciare al diritto di denunciare gli atteggiamenti di potere e poco evangelici della gerarchia cattolica che è stato affermato fin dal primo convegno del 1971, si è progressivamente riconosciuto nell'impegno a costruire un modo altro di essere Chiesa. Non un'altra chiesa, si è sempre detto, ma una chiesa altra. Una chiesa in cui possano convivere, nel comune impegno all'evangelizzazione, diverse forme di testimoniare che l'unico modo di amare Dio è amare le donne e gli uomini qui ed ora.

Marcello Vigli

( da " Mosaico di pace", maggio 2001 )




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