Gli evangelici rilanciano l'ecumenismo

 

Lettera aperta della Federazione delle Chiese evangeliche , gennaio 2001

 

 


Care sorelle e cari fratelli,
all'indomani della chiusura dell'Anno Santo, e in vista della Settimana di
preghiera per l'unita' dei cristiani (18-25 gennaio), avvertiamo l'esigenza
di riprendere il discorso sull'impegno ecumenico delle nostre chiese,
manifestando la nostra volonta' di "riaprire la porta" dell'ecumenismo dopo
un anno giubilare segnato da molte ombre. Questa volonta' e' gia' stata
espressa dalle voci sinodali e assembleari delle nostre chiese, e da ultimo
dall'Assemblea della Federazione a Santa Severa (novembre 2000) i cui
membri, pur "consapevoli delle difficolta' che, soprattutto in quest'anno
del Grande Giubileo, sono intervenute nelle relazioni con la Chiesa
cattolica", hanno ribadito il loro impegno al dialogo "con i fratelli e le
sorelle di tutte le chiese cristiane".

Alle soglie dell'Anno Santo avevamo espresso come FCEI il nostro disagio
con il documento "Evangelici e Anno Santo" dell'11 maggio 1999. Affermavamo
allora la nostra antica e sperimentata vocazione ecumenica; notavamo che,
nonostante le molte buone intenzioni e gli spunti evangelicamente validi
presenti nei documenti vaticani, l'Anno Santo si profilava ancora una volta
come caratterizzato dalla riproposizione della tradizionale prassi delle
indulgenze e da aspetti commerciali e spettacolari totalmente estranei alla
nostra sensibilita' protestante. Dobbiamo osservare, con rammarico, che
quelle preoccupazioni non erano esagerate.
Nel campo della societa' civile, con la grande cassa di risonanza offerta
dai mass media e in particolare dalla televisione, nell'anno giubilare e'
apparsa indebolita la laicita' dello Stato italiano, sempre al seguito
delle iniziative della Chiesa cattolica; e in questo contesto si sono
moltiplicate ingerenze piu' o meno dirette nel campo dell'attivita'
legislativa del Parlamento sui temi della scuola, della bioetica, del
diritto di famiglia.
Nel campo dei rapporti interecclesiastici, l'anno giubilare ha portato ad
un oggettivo rallentamento del dialogo. La questione delle indulgenze ha
rischiato di coinvolgere anche quel terreno comune - e percio' non
appartenente in proprio ad alcuna confessione religiosa cristiana - che e'
rappresentato dalla Settimana di preghiera per l'unita' dei cristiani. Pur
prendendo atto delle precisazioni intervenute, il tema resta sempre un
ostacolo ecumenico.
Nel corso dell'anno 2000, si sono verificati altri episodi su cui dobbiamo
esprimere le nostre perplessita': la beatificazione di Pio IX e' parsa agli
evangelici (ed a molti altri, a cominciare dagli ebrei) un segnale in
contraddizione con la sensibilita', affermata dalla Chiesa cattolica, e da
noi condivisa, per i diritti umani e per la liberta' religiosa. Alcune
dichiarazioni della Congregazione per la dottrina della fede - sia
pubbliche che riservate - hanno riletto in senso restrittivo affermazioni
del Concilio Vaticano II, identificando in via esclusiva la Chiesa di
Cristo con la Chiesa cattolica, e contraddicendo la prassi paritaria tra le
Chiese cristiane avviata dalle Assemblee ecumeniche di Basilea e Graz e
oggi espressa nella Charta Oecumenica in via di approvazione.
I nostri timori di un "inverno ecumenico" a causa del Giubileo sono quindi
stati confermati; e sappiamo che la sofferenza che esprimiamo e' condivisa
da molti anche all'interno della stessa Chiesa cattolica.

Ma come alle soglie dell'Anno Santo, accanto ad una visione lucidamente
realista di quanto si profilava, avvertivamo la necessita' di "onorare gli
impegni ecumenici", cosi' riteniamo che sia giunto il tempo di riprendere
con rinnovata energia il difficile cammino ecumenico: una ripresa
contrassegnata da segnali positivi e concreti che valgano ad iniziare il
non facile recupero di un riequilibrio di quel dialogo che esce dall'anno
giubilare cosi' fortemente sbilanciato.
Proponiamo quindi alle chiese che si preparano a ritrovarsi insieme per la
Settimana di preghiera per l'unita' dei cristiani - in molti casi dopo
l'interruzione dell'anno 2000 - di indicare ai fratelli e alle sorelle
cattolici un cammino comune su alcuni temi che rappresentano aspetti
positivi dell'anno che si conclude e/o opportunita' di rilancio
dell'ecumenismo:

1. Il primo e' il debito internazionale per la cui cancellazione, con
modalita' diverse, le Chiese cristiane si sono impegnate: le Chiese
evangeliche aderendo tramite la Federazione alla campagna "Sdebitarsi",
referente italiana del vasto movimento "Jubilee 2000"; la Conferenza
episcopale italiana con la "Campagna ecclesiale per la riduzione del debito
estero dei Paesi poveri". A partire dall'impegno comune fondato sul
significato del Giubileo biblico (Levitico 25), e' necessario proseguire
nell'azione oltre il 2000, promuovere una maggiore informazione sui
meccanismi che hanno generato - e possono riprodurre - il debito, lavorare
ad un riavvicinamento dei diversi approcci al problema, prendere
decisamente posizione per la cancellazione e non per un limitato
alleviamento del debito.

2. Il secondo e' la pastorale dei matrimoni misti interconfessionali, che
costituiscono ancora un terreno difficile nel nostro Paese. L'estate scorsa
e' stata completata una normativa che sulla base di un accordo bilaterale
migliora la comprensione e la prassi relative ai matrimoni misti
interconfessionali tra cattolici e valdesi o metodisti. La normativa - che
comprende il Testo comune dell'accordo e il relativo Testo applicativo, e
che sara' prossimamente pubblicata da Claudiana e LDC - pur riguardando in
senso stretto soltanto una parte dei matrimoni misti interconfessionali,
innova nell'insieme di rapporti che in questo campo sono spesso resi
difficili da pregiudizi e mancanza di informazione. E' necessario che
insieme si passi da accordi scritti ma poco conosciuti ad una conoscenza
approfondita dei problemi e delle possibili soluzioni, e che i testi
menzionati raggiungano i loro destinatari specifici: sacerdoti, pastori,
coppie interconfessionali. Occorre inoltre investigare sulla possibilita'
di una estensione dell'accordo anche ad altre chiese evangeliche.

3. Il terzo tema e' quello della traduzione e della diffusione della
Bibbia. In questo campo, il bilancio dell'anno giubilare appena trascorso
e' nettamente positivo: la collaborazione ecumenica fra le chiese italiane,
tramite l'efficace servizio svolto dalla Societa' Biblica in Italia, ha
portato alla distribuzione di milioni di porzioni bibliche in varie lingue,
e alla presentazione di una nuova traduzione italiana del Vangelo di
Giovanni, a cui - per la prima volta - hanno collaborato praticamente tutte
le tradizioni cristiane presenti nel nostro Paese. Proprio da qui riteniamo
che si debba ripartire, verificando la possibilita' di realizzare, in tempi
ragionevolmente brevi, una traduzione letteraria interconfessionale
dell'intero Nuovo Testamento.

4. L'ultimo tema e' quello suggerito dall'iniziativa del Consiglio
ecumenico delle chiese (CEC) che lancera', a breve, un nuovo "Decennio
ecumenico" dedicato al tema "Per vincere la violenza". L'importanza di
questo Decennio e' stata colta dalla recente Assemblea della FCEI, che ha
sottolineato la consapevolezza del fatto che "la violenza delle armi e la
violenza sulle donne hanno la stessa radice" e ha incoraggiato i servizi
della FCEI e le chiese a "creare dei progetti a partire dalle sofferenze
causate dalle multiformi violenze della vita quotidiana". Tali progetti,
riteniamo, potrebbero essere realizzati coinvolgendo anche partner
cattolici (e, ove possibile, ortodossi), visto che il Decennio e'
menzionato fra le possibili iniziative ecumeniche anche nei materiali della
Settimana di preghiera per l'unita' (che, come e' noto, vengono predisposti
dal CEC e dal Pontificio Consiglio per la promozione dell'unita' dei
cristiani).

Un impegno su questi temi - senza trascurare altre possibili collaborazioni
- potra' impedire che un ritorno al dialogo ecumenico si esaurisca in una
vuota ritualita' che copra le difficolta' rese piu' acute nell'anno del
Giubileo, e consentire invece che esso si misuri sulle possibilita'
concrete di una collaborazione fondata sul rispetto reciproco, attento
all'esortazione apostolica: "Accoglietevi gli uni gli altri, come Cristo vi
ha accolti alla gloria di Dio." (Rom. 15,7).

8 gennaio 2001

il Consiglio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia





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