Ai Parlamentari della Puglia, Consiglieri e Assessori, Ente Regione Puglia, Segreterie Provinciali di Partito, Sindacati

 

Ci rivolgiamo a voi senza altre attese che far appello alla vostra umanità, all’amore per la nostra terra e per la nostra gente che, siamo certi, vi caratterizza. Agostino insegna che si abita un luogo nella misura in cui lo si ama!

Condividiamo l’attualissima analisi dei vescovi italiani: “Il problema del Mezzogiorno si configura come “questio­ne morale” in riferimento alla disuguaglianza nello sviluppo tra nord e sud del Paese e alle implicazioni di un tipo di svi­luppo incompiuto, distorto, dipendente e frammentato”.

Purtroppo diventa sempre più evidente che “Il modello di sviluppo imposto al Sud non solo ha avuto effetti di di­suguaglianza, ma ha prodotto un processo di disgregazione dei modelli culturali propri delle regioni meridionali. Model­li di organizzazione importati, senza sufficiente attenzione alle realtà locali, e modelli culturali penetrati attraverso i mass-media hanno avuto effetti di disgregazione del prece dente tessuto sia economico che sociale e culturale”.

Appare sempre più evidente che anche noi siamo caduti nella trappola di un male strutturale politico-economico-militare che ci assoggetta, ci impoverisce, ci svilisce nella nostra dignità e ci rende protesi armata di una lobby inuma­na che non ha a cuore il bene comune di ogni persona e di ogni popolo ma mira alla privatizzazione e al profitto ad ogni costo. Molteplici sono le realtà che avrebbero dovuto trovare tutta l’attenzione del governo nel cercare di orienta­re, per promuovere nella nostra peculiarità, le realtà del no­stro territorio: il diritto “nobilitante” al lavoro, alla salute, al territorio e al vivere in armonia con l’ambiente. Il diritto al bene comune, e alla propria sovranità! Non si tratta di av­viare processi chimerici di progresso industriale, tecnologi­co, militare ed economico ma di dar spazio a progetti alter­nativi di sviluppo autentico. Il Sud è capace di creatività, di accoglienza, di sobrietà, di riconciliazione. Siamo convinti che solo dal Sud, o da tutti i Sud di questo mondo, sarà possibile ricevere un futuro stile di vita vera, dialogante, accogliente, plurale e riconciliata. Un Sud che riscopre la sua identità e dignità.

Ci inquieta notare come il Sud sia, di volta in volta, mor­tificato e svenduto dai diversi governi per progetti di stoc­caggio di scorie nucleari (Murgia, Scanzano Jonico e altre aree) e una militarizzazione rampante. Una militarizzazione voluta dai poteri forti che continuano ad imporre la presen­za di 5 poligoni militari all’interno dell’Alta Murgia, impe­dendo che tale territorio diventi Parco Rurale di Pace. Pote­ri forti, quasi occulti, che riescono a vanificare la protesta di 15.000 persone che si sono raccolte e hanno marciato da Gravina ad Altamura l’8 novembre 2003 per rivendicare, ancora una volta, la propria sovranità ed una convivenza nonviolenta con il proprio territorio. Territorio che nel pas­sato è già stato ad un passo dalla catastrofe nucleare.

Ci inquieta non poco apprendere che Taranto è diventa­ta base militare Nato ed è l’unica città candidata ad ospitare il comando Usa della Sesta Flotta nel Mediterraneo. Base che ospiterà il Quartier Generale Usa della Forza di pronto intervento marittimo con capacità di intervenire nel Medi­terraneo “allargato”. Tutto ciò sancito dal Regolamento per la gestione finanziaria del Dipartimento della Difesa Usa. Base militare nel libro paga del Pentagono. Base navale che si ritrova già collegata con il sistema americano C4i (sistema di comunicazione satellitare e di spionaggio telematico); .e tutto questo senza che il Parlamento ne sia ufficialmente informato. Non dimentichiamo che il Mar Grande è già attrezzato a parcheggio per sottomarini a propulsione nu­cleare. Ci inquieta apprendere che - oltre a Gioia del Colle e ad Amendola, già saldamente schierate e coinvolte nella guerra globale e gia a disposizione degli Usa - anche Brindi­si sia stata venduta per l’attracco di sommergibili a propul­sione nucleare (russi, francesi e americani); è questo un ulteriore scossone ad una realtà che rasenta la follia.

Ci inquieta sapere che nessun politico o amministratore o sindacalista, tranne che due singole e meritevoli eccezioni, si sia ancora indignato dinanzi a questo attrezzarsi per la guerra; anzi, c’è chi vorrebbe spacciare queste servitù milita­ri e svendita di sovranità nazionale come possibilità di svi­luppo e promessa di benessere. Ma tante sono le disillusioni concrete che potrebbero rispondere a queste menzogne e false visioni di benessere.

Basti solo pensare alla Murgia e al suo Parco Rurale di Pace tanto desiderato e mai raggiunto, ancora asservita al potere militare che determina e decide anche nelle sedute di governo. Ci inquieta il notare come la coscienza di molti, e quella politica in generale, abbia smarrito la dimensione dell’umano ed è capace di compiere solo scelte di morte.

Ci rivolgiamo a voi perché possiate fare appello a tutta la vostra intelligenza politica, anche a costo di disubbidire alle scelte di partito ed, in un impeto di autenticità, possiate in­vertire gli orientamenti e le prospettive che coinvolgono tutti noi in Italia e al Sud in particolare. Ad un male struttu­rale si può rispondere solo con la virtù strutturale. Una virtù che deve animare ed incarnarsi, tramite le giuste scelte poli­tiche, in ogni realtà sociale.

Ci rivolgiamo a voi con tutta la fiducia di cui siamo ca­paci, certi che vi impegnerete a ridisegnare gli orizzonti fu­turi della nostra terra ed umanità. Orizzonti che possano ritornare a spaziare all’infinito abbattendo ogni cortina raz­ziale; orizzonti che potranno essere scrutati solo con cuore nonviolento, per scaldarsi alla luce della Pace, quella che nasce dalla giustizia e dai poveri.

Altri sono gli strumenti per contrastare la violenza e per riparare le ingiustizie.

Allora i nemici ritorneranno amici.

Ci piacerebbe conoscere quali inversioni di rotta e passi concreti intendete muovere con una certa immediatezza per cercare di porre freno ad una situazione che rischia di dive­nire irreversibile. Con l’auspicio che il vostro operato politico-amministrativo rifletta sempre più l’insegnamento del maestro di Nazareth: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”. Il “non partecipare” ad impedire che la giustizia sia riconosciuta tale ingenera ulte­riore ambiguità sulla vostra eticità e non crea alcun percorso riconoscibile ed accettabile agli uomini e donne di buona volontà.

Con sincera stima,

p. Giovanni Capaccioni,

p. Massimo Cremaschi,

p. Paolo Latorre,

p. Michele Stragapede

 

 

Bari, 23 febbraio 2004