APPELLO
PER
L’OCCIDENTE E L’ORIENTE PER IL SUD E PER IL NORD
Una risposta laica e cristiana al sen.
Marcello Pera
Sabato 04 marzo 2006, il
sen. Marcello Pera viene ricevuto in udienza privata
dal papa Benedetto XVI. L’udienza di trentacinque
minuti, tempo riservato ai capi di Stato, è catalogata come visita «privata»,
ma gestita con il protocollo di quelle «ufficiali». Il senatore presenta al
Papa, di cui si vanta privilegiato referente politico, il suo saggio-manifesto «Noi, loro e il Papa» edito dalla fondazione
Magna Charta
di cui Pera stesso è presidente. In quel «loro» del titolo c’è la lista di proscrizione degli intellettuali che non sono si
adeguano alla tendenza neo-teo-con del senatore.
Contemporaneamente in compagnia di un centinaio di rappresentanti della società
civile e di parlamentari di destra, il senatore Pera diffonde in rete un sito di adesioni al suo appello «Per l’Occidente forza di
civiltà. Le ragioni del nostro impegno»,
in cui di fatto identifica la «civiltà» con la
prospettiva ideologica della destra che ha governato l’Italia negli ultimi
cinque anni. L’appello è un attacco all’Europa in crisi…
stanca…. e assente contro la minaccia esterofona, in specie
arabo-musulmana; gli Stati Uniti d’America sono assunti come modello, metodo e fine;
l’Europa è espressamente invitata a diventare più americana se non vuole
smarrirsi del tutto. Per rispondere al fondamentalismo di matrice musulmana, si
fonda un nuovo fondamentalismo di ibrida natura:
laico, cattolico, occidentale.
Il senatore Pera è «recidivo». Il 30 agosto 2004 in una intervista a la Repubblica aveva lanciato il pre-segnale di guerra contro i leader europei che
«vedono e sanno, ma i più non parlano e non agiscono», mentre «alcuni fuggono,
altri fanno capire che non è affare loro, o pensano che sia colpa dell’America
che se l’è cercata e ben le sta se non riesce a cavarsela». Lo zelo sacerdotale
per la salvezza europea lo porta anche contro «una grande
parte del clero» che «tace o marcia per la pace come se non fosse affare suo
difendere la civiltà europea cristiana» (sic!).
Il senatore suggerisce anche il metodo: «Serve un
patto su larga scala… dobbiamo avere una strategia comune… Le sedi sono
quelle internazionali, in primo luogo l’Onu e
l’Unione europea» che, secondo lui, devono assumere il verbo statunitense come pedagogia per la lotta senza quartiere a
quella che Oriana Fallaci chiama sprezzantemente «Eurabia».
In risposta al card.
Raffaele Renato Martino che si dichiarava favorevole all’insegnamento del Corano nelle scuole italiane, il
senatore in una intervista su «La Stampa» del 10.03.06 torna ad accusare «una
fetta della Chiesa troppo timida nei confronti dell’Islam».
L’appello del senatore è una chiamata alle armi, una
conta tra chi è contro di lui e chi sta con lui: sullo stile apocalittico di Oriana Fallaci, bisogna prepararsi alla guerra finale di Armageddon tra i buoni e i cattivi, l’occidente e
l’Islam. L’appello è semplice nella forma, ma nella sostanza è un atto eversivo della Carta costituzionale
in vigore e un tentativo di trasformare il cristianesimo in religione «dei
valori» o religione civile a servizio
della prospettiva politico-economica (e sociale) di stampo statunitense che va
sotto il terribile neologismo di «neo-teo-con»:
i nuovi teorici [o teologi?!] conservatori che ripresentano in termini
apparentemente nuovi vecchie politiche neo-colonialiste di conquista del mondo,
dei mercati, delle persone.
L’obiettivo dell’appello è colpire al cuore
l’Europa che si vorrebbe teoricamente fondata sui «valori
giudaico cristiani», mentre di fatto si nega l’atto costitutivo di
questi «valori» che sono l’accoglienza, la vocazione all’universalità, la
salvezza universale che riguarda tutta l’umanità. Il cristianesimo, per sua
natura e statuto, è xenofilo perché
il messaggio evangelico può esistere solo in quanto
proposta universale. O non è. L’Europa è citata tre volte nell’appello «perino»: due volte in contesto
negativo e la terza come auspicio generico [dovuto!]
di fedeltà allo spirito dei padri fondatori. Quanto alla religione il senatore non
dice ex professo che l’Europa e il
Cristianesimo coincidono come civiltà, ma questo concetto è l’humus di fondo
in cui si muove tutto l’appello (cf sito web: http://www.perloccidente.it/promotori.php).
Vorremmo
ricordare, infine, al presidente del Senato della Repubblica italiana che, per
quanto pro tempore,
egli ha giurato fedeltà a quella Carta costituzionale che oggi rinnega con questo appello neo-teo-con a cui come laici rispondiamo con la forza della nostra ragione e come credenti con l’universalità accogliente e
libera del messaggio evangelico.
Di seguito l’appello del sen. Pera e accanto in parallelo
il nostro.
Chi
condivide può firmare sul sito………………………………………….
Marzo
2006 Paolo
Farinella, prete
Appello di Pera |
Appello di
donne e uomini liberi, cittadini del mondo |
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|
Per l’Occidente forza di civiltà. Le ragioni del nostro impegno |
Per l’occidente
e l’oriente per il sud e per il nord. Le ragioni
del nostro impegno di cittadini del mondo |
L’Occidente
è in crisi. Attaccato dall’esterno dal fondamentalismo e dal terrorismo
islamico, non è capace di rispondere alla sfida. Minato dall’interno da una
crisi morale e spirituale, non trova il coraggio per reagire. |
L’Occidente
è in crisi. In un mondo testimone di un biblico movimento di transumanza di
popoli e di saperi, l’occidente è minato all’ester-no dalle sue politiche
egemoniche e nel suo interno dalla incapacità di
sapere cogliere il nuovo e i segni dei tempi. |
Ci
sentiamo colpevoli del nostro benessere, proviamo vergogna delle nostre
tradizioni, consideriamo il terrorismo come una reazione ai nostri errori. Il
terrorismo, invece, è un’aggressione diretta alla nostra civiltà e all’umanità
intera. |
Il
nostro benessere a spese della povertà del sud e dell’est del mondo si ritorce
contro di noi. Stiamo pagando le conseguenze logiche delle nostre perverse
premesse: il terrorismo è conseguenza della presunta superiorità e della
maldestra miopia politica, pronta ad appoggiare dittatori o terroristi a seconda delle convenienze momentanee, senza preoccuparsi
delle conseguenze. Il sostegno per anni fornito dall’occiden-te ai talebani afghani, contro i
quali si è poi proclamata una guerra perché diventati «troppo pericolosi», è
lì a dimostrare questa insipienza e a ricordare ai
governi occidentali con quanta cautela debbano parlare di «lotta al terrorismo». |
L’Europa
è ferma. Continua a perdere natalità, competitività, unità di
azione sulla scena internazionale. Nasconde e nega la propria identità
e così fallisce nel tentativo di darsi una Costituzione legittimata dai
cittadini. |
L’Europa
è ferma a causa degli egoismi nazionali che la costringono a vivere come se fosse sola nel mondo, al di sopra delle sue reali possibilità a scapito dei
poveri che oggi presentano il conto di ogni forma di colonialismo e di
sperequazione immorale, premendo alle porte dove la ricchezza abbonda. |
Determina
una frattura con gli Stati Uniti e fa dell’anti-americanismo una bandiera. |
La
convergenza anche militare del governo Berlusconi con gli USA non solo ha isolato l’Italia in
Europa, in Africa e Asia, ma ha contribuito a bloccare il processo unitario di integrazione. Le velleità di uno solo hanno prevalso su
una visione mondiale. |
Le
nostre tradizioni sono messe in discussione. Il laicismo o il progressismo rinnegano i costumi millenari della nostra storia. Si sviliscono
così i valori della vita, della persona, del matrimonio, della famiglia. Si
predica l’uguale valore di tutte le culture. Si lascia senza guida e senza
regola l’integrazione degli immigrati. |
Non
vogliamo mettere in discussione le nostre tradizioni che però non vogliamo
imporre a chiunque, ma desideriamo scambiare con tutti. Noi siamo consapevoli
che le civiltà passano e nuove ne sorgono, come sempre è accaduto nella storia
degli ultimi 5.000 anni. |
Come ha
detto Benedetto XVI, oggi “l’Occidente non ama più se stesso”. Per superare
questa crisi abbiamo bisogno di più impegno e di più coraggio sui temi della
nostra civiltà. |
Benedetto
XVI ha detto che «l’occidente non ama più se stesso» e a noi sembra vero
perché ama molto di più il suo «avere». Non vogliamo che siano gli «altri» a
soccombere di fronte ai «nostri valori», spesso confusi se uomini e donne
atei o dichiaratamente non credenti e/o praticanti si fanno corifei della
religione cristiana intesa come religiosità civile e identità escludente, non
perché patrimonio del nostro millenario costume, ma per paura di essere
travolti dalle nuove popolazioni. Noi vogliamo l’integrazione degli immigrati
che pure esigiamo a sostegno della nostra asfittica
economia in quanto persone non in quanto merce o carne da macello. |
L’Occidente Noi
siamo impegnati a riaffermare il valore della civiltà occidentale come fonte
di princìpi universali e irrinunciabili,
contrastando, in nome di una comune tradizione storica e culturale, ogni
tentativo di costruire un’Europa alternativa o contrapposta agli Stati Uniti. |
L’Occidente Noi
siamo impegnati a riaffermare il valore di tutte le civiltà come sorgenti positive di principi universali e irrinunciabili e vogliamo costruire un’identità
europea diversa dalla filosofia e dalla tradizione degli Stati Uniti, fondati
sul principio «dell’utilità» e della supremazia a tutti i costi su popoli,
culture e forme di governo. Vogliamo collaborare con il popolo statunitense
alla ricerca di un equilibrio ambientale, economico e sociale valido per tutti i popoli della terra. |
L’Europa Siamo
impegnati a rifondare un nuovo europeismo che ritrovi nell’ispirazione dei
padri fondatori dell’unità europea la sua vera identità e la forza di parlare
al cuore dei suoi cittadini. |
L’Europa Siamo
impegnati a rifondare un nuovo europeismo dei popoli più che degli Stati o di
una moneta che ritrovi nell’ispirazione dei padri
fondatori dell’unità europea la sua vera identità e la forza di parlare al cuore
dei suoi cittadini, capace di accompagnare ed educare in una cultura dell’accoglienza,
della condivisione, della polivalenza e dell’inter-scambio con modalità
condivise e accettate. |
La sicurezza Siamo
impegnati a fronteggiare ovunque il terrorismo, considerandolo come un
crimine contro l’umanità, a privarlo di ogni giustificazione
o sostegno, a isolare tutte le organizzazioni che attentano alla vita dei
civili, a contrastare ogni predicatore di odio. Siamo impegnati a fornire
pieno sostegno ai soldati e alle forze dell’ordine che tutelano
la nostra sicurezza, sul fronte interno così come all’estero. |
La sicurezza Siamo
impegnati a contrastare ovunque lo strumento del terrorismo, considerandolo
come un crimine contro l’umanità; a privarlo di ogni
giustificazione o sostegno; a isolare tutte le organizzazioni che attentano
alla vita dei civili; a contrastare ogni predicatore di odio, di razzismo e
di intolleranza. Con il termine «terrorismo» intendiamo sia quello dei
singoli e dei gruppi di matrice araba sia quello
degli Stati che con la scusa di esportare democrazia portano morte, inciviltà
e la logica della forza sostitutiva alla forza del diritto. Ripudiamo la
guerra in ogni forma e per ogni motivo. La sicurezza dei cittadini deve
essere tutelata nel quadro di un rigoroso contesto
democratico. |
L’integrazione Siamo
impegnati a promuovere l’integra-zione degli immigrati in nome della condivisione
dei valori e dei princìpi della nostra
Costituzione, senza più accettare che il diritto delle comunità prevalga su quello degli individui che le compongono. |
L’integrazione Siamo
impegnati a promuovere l’integrazione degli immigrati in nome della
condivisione dei valori e dei princìpi della nostra
Costituzione, nel rispetto di tutte le culture, gli usi e i costumi che non
contrastano con la carta dei diritti fondamentali della singola persona che
diventa così il parametro supremo per ogni legislazione positiva.
Vogliamo
abolire dal nostro vocabolario l’espressione razzista, inumana e
anticristiana di extracomunitario. |
La vita Siamo
impegnati a sostenere il diritto alla vita, dal concepimento alla morte
naturale; a considerare il nascituro come “qualcuno”, titolare di diritti che
devono essere bilanciati con altri, e mai come “qualcosa” facilmente
sacrificabile per fini diversi. |
La vita Siamo
impegnati a sostenere il diritto alla vita di «tutta» la vita: a rimuovere
tutti gli ostacoli di qualsiasi natura che ne impediscono il suo naturale
svolgimento, salvo restando il dovere dello Stato di tutelare la vita delle donne. Il corpo di uomini e
donne è per eccellenza il luogo di
libertà-disponibilità individuale e non può essere concepito come campo di
conquista o di imposizione ideologica. |
La sussidiarietà Siamo
impegnati a sostenere il principio “tanta libertà quanta è possibile, tanto
Stato quanto è necessario”. Con ciò si esalta il primato cristiano e liberale
della persona e dei corpi intermedi della società civile e si concepisce il
potere politico come un aiuto e uno strumento per la libera iniziativa di individui, famiglie, associazioni, compagnie, volontariato. |
La sussidiarietà Siamo
impegnati a sostenere il principio dell’armonizzazione
tra la libertà individuale e l’esigenza dello Stato di coordinare le singole
libertà al fine di raggiungere il «maggior bene comune possibile». Il primato
della libertà individuale si coniuga imprescindibilmente con la ricerca
sociale e comune del bene collettivo. Con ciò si esalta il primato della persona e dei corpi intermedi della
società civile e si concepisce il potere politico come aiuto e strumento per
la libera iniziativa di individui, famiglie,
associazioni, compagnie, volontariato, che si esplica in accordo con il bene
comune, tutelato dallo Stato. |
La famiglia Siamo
impegnati ad affermare il valore della famiglia quale società naturale
fondata sul matrimonio, da tenere protetta e distinta da qualsiasi altra
forma di unione o legame. |
La famiglia Siamo
impegnati ad affermare il valore della famiglia quale società naturale
fondata sul matrimonio, da tenere
protetta con gelosia. Siamo impegnati a non imporre con la legge questa
preziosa forma di convivenza e quindi siamo favorevoli a garantire i diritti
delle persone che scelgono altre forme di convivenza. |
La libertà Siamo
impegnati a diffondere la libertà e la democrazia quali valori universali
validi ovunque, tanto in Occidente quanto in Oriente, a Nord come a Sud. Non
è al prezzo della schiavitù di molti che possono vivere i privilegi di pochi. |
La libertà Siamo
impegnati a condividere la libertà e la democrazia quali valori con chiunque
valichi i nostri confini territoriali, ben consapevoli che i confini ideali e
materiali degli Stati sono da tempo crollati perché
ogni individuo, per nascita, acquisisce il diritto di essere cittadino del mondo,
casualmente nato in un determinato territorio. Consideriamo ogni individuo,
indipendentemente dalla sua nazionalità, sesso, religione e costumi, soggetto
primario di diritti e doveri. Non è al prezzo della schiavitù di molti che
possono vivere i privilegi di pochi. La libertà è patrimonio essenziale delle
«libere società occidentali» e non può essere negata o ridotta o messa sotto
«tutela» in nessun caso e in nessuna occasione: Guantanamo e Abu Ghraib sono la negazione dell’essenza stessa dei «valori
occidentali». |
La religione Siamo
impegnati a riconfermare la distinzione fra Stato e Chiesa, senza cedere al
tentativo laicista di relegare la dimensione religiosa solamente nella sfera
del privato. |
La religione Siamo
impegnati a riconfermare la distinzione fra Stato e Chiesa, secondo il principio
dell’art. 7 della Carta costituzionale con una piccola variante: «Lo Stato e le Chiese sono, ciascuno nel proprio
ordine, indipendenti e sovrani». Lo Stato laico garantisce l’esercizio anche
pubblico della religione. |
L’educazione Siamo
impegnati a difendere e promuovere la libertà di educazione
senza negare la funzione pubblica dell’istruzione. Intendiamo realizzare la
piena equiparazione della scuola non statale con la scuola statale,
applicando anche in questo campo il principio generale di sussidiarietà. |
L’educazione Siamo
impegnati a difendere e promuovere la libertà di educazione
senza negare la funzione pubblica dell’istruzione. Intendiamo privilegiare la scuola
pubblica, rimuovendo ogni ostacolo, specialmente di natura economica perché
ogni studentessa/studente possa raggiungere i più alti gradi del sapere.
Riconosciamo a chiunque il diritto di organizzare scuole non statali in un
sistema pubblico integrato. |
L’Italia Siamo
impegnati a rendere la nostra Patria ancora più autorevole. A esaltare i valori del conservatorismo liberale, affinché
la crescita delle libertà pubbliche e individuali vada di pari passo con il
mantenimento delle nostre tradizioni. Non può essere né libero né rispettato
chi dimentica le proprie radici. |
L’Italia Siamo
impegnati a fare crescere il nostro popolo in un clima e in un contesto di autentica libertà nella consapevolezza che
solo in una visione veramente universale si possa scoprire e ritrovare la
propria radice di nazione e di popolo.
Prima di noi altri popoli abitavano le nostre terre e dopo di noi
altri verranno ancora. Noi lo sappiamo,
noi non temiamo. Non può essere né
libero né rispettato chi dimentica le proprie radici di cittadini del
mondo: tutti con gli stessi diritti, gli stessi doveri, la stessa dignità, lo
stesso destino. |
(Firmano
il contro appello i seguenti sottoscrittori)
Bozzo
Maria Pia, Circolo culturale «Aldo Moro», Genova
Farinella
Calogero, Bibliotecario Università, Genova
Farinella
Paolo, prete biblista, Genova
Ferraris
Carlo Maria, pensionato, Genova
Pantone
Maria Cristina, psicologa e assistente sociale, Genova
Agosti Aldo, Università degli Studi, Torino
Prosperi Adriano, Università degli
Studi, Pisa
Scaramuzza Emma, Università Statale, Milano
Tranfaglia Nicola, Università degli Studi, Torino
Chi, dopo attenta lettura, condivide lo "spirito" del nostro contrappello può firmarlo al seguente indirizzo web: www.arcoiris.tv/appello_pera/risposta_controappello