Convegno di “Noi Siamo Chiesa” per il
decennale, Milano 11 febbraio 2006
(da
Adista n.17 del 4.3.’06)
A dieci anni dal lancio in
Italia dell’Appello dal popolo di Dio (epifania del 1996) il movimento “Noi
Siamo Chiesa” (NSC) ha organizzato a Milano l’11 febbraio il convegno “Il futuro
possibile per una Chiesa del Concilio” (vedi Adista n.5/06 ) con lo scopo di riflettere sulle vicende della
Chiesa italiana e per ragionare su quale possa essere
una rinnovata presenza dei cattolici di
ispirazione conciliare nel nostro paese. Domenica 12 si è poi tenuta
l’Assemblea di bilancio e programmatica dei simpatizzanti. Il convegno è stato
introdotto dal coordinatore nazionale di NSC Vittorio Bellavite.
Ripercorrendo la breve storia del
movimento egli ha ricordato la sua
nascita mediante la raccolta di adesioni
all’Appello dal popolo di Dio contenente proposte per la riforma della Chiesa
(vedi notizia di Adista citata). Di fronte alla
risposta silenziosamente negativa del Papa, NSC ha motivato la sua decisione di
continuare nella consapevolezza di essere parte di un
filone sempre esistito nella Chiesa italiana fondato sulla contraddizione nei confronti del potere
ecclesiastico e di contribuire, in tal
modo e nel suo piccolo, a dare speranza nell’Evangelo a quanti lo vedono
oscurato dalla scarsa fede e dalle pratiche di molti esponenti della Chiesa
istituzionale. Negli anni, il DNA di NSC si è caratterizzato per i seguenti
punti fermi : presenza dall’interno perché la Chiesa
sia “altra” da quella delle sue strutture diffuse, riferimento allo “spirito
del Concilio Vaticano II” per evitarne il tradimento e per affrontare le
situazioni nuove, contrarietà al sistema concordatario (ed all’ottopermille in
primis), collocazione dalla parte dell’impegno per la pace, la giustizia e
la salvaguardia del creato ( partecipando ai forum sociali), partecipazione
all’International Movement We Are Church (IMWAC) nato in
Europa e negli USA dopo la raccolta delle firme all’Appello, impegno per la
creazione di network con altri gruppi e movimenti dagli scopi simili. Per
quanto riguarda il nuovo pontificato Bellavite
ha ricordato la posizione di attesa che però non ha impedito a NSC di
constatare una continuità fino ad oggi
di orientamenti criticabili, salvo il maggiore respiro dell’enciclica,
per quanto ripetitiva ed esterna ai grandi problemi pastorali della Chiesa.
La successiva relazione di Guido Formigoni,
Presidente di “Città dell’uomo”, su “La Chiesa italiana dal Concilio alla
scelta religiosa, alla nuova presenza di oggi” ha
fatto un excursus a tutto campo sulla storia degli orientamenti generali della
Chiesa negli ultimi quaranta anni.
Benché spiazzata dal Concilio Paolo VI si impegnò in un moderato riformismo dall’alto che incontrò
molti ostacoli, dall’incapacità della DC di riformarsi al referendum sul divorzio.
I momenti di maggiore vivacità ed indipendenza si ebbero
con il convegno “Evangelizzazione e promozione umana” del 1996, poi con Mons. Bartoletti ed il Card. Ballestrero a capo della CEI e con la “scelta religiosa” da
parte dell’Azione Cattolica. Si creò allora una dialettica tra la linea della
presenza (quella dei movimenti) e la linea della mediazione (cattolici
democratici, Azione cattolica). Il pontificato di Giovanni Paolo II contribuì
molto alla linea della “comunione” (incontro di Loreto
1985) e quindi della compattezza, diversa da quella del “dialogo”. Poi la CEI acquisì molto potere con il nuovo Concordato del ’84, il Papa
accentuò il suo controllo facendo coincidere il ruolo di Presidente
della CEI con quello di vicario di Roma (prima Poletti
e poi Ruini). Da allora e con la caduta dell’unità
politica dei cattolici il vertice sceglie la linea della presenza “culturale” di
una minoranza solida che, formalmente separata dalle vicende politiche, vuole
dettare l’agenda alle istituzioni soprattutto in materia etico-antropologica
e vuole creare una nuova unità tra i movimenti cattolici. Ma, nonostante tutto, i movimenti sono ben lontani dall’essere riusciti ad imporsi alla generalità delle strutture diocesane e parrocchiali.
Andrés
Torres Queiruga, teologo spagnolo di Santiago de Compostela, ha parlato della “Riforma della Chiesa :
la molta democrazia possibile”. E’ partito dalla affermazione
che una comunità autoritaria non è accettabile quando essa si trova all’interno
di un sistema democratico. Ora appaiono evidenti le selezioni alla rovescia
fatte nella nomina dei vescovi, il monopolio gerarchico di tutte le funzioni,
la demonizzazione di ogni discussione, l’immobilismo
autoritario. La struttura della Chiesa non può essere
ricondotta alla sua origine divina, deve essere studiata dal punto di
vista sociologico. C’è una sostanziale affinità tra lo stile evangelico delle
prime comunità, la prassi e l’insegnamento di Gesù ed
il modello democratico. Il cap. 23 di Matteo deve ispirare l’organizzazione
della Chiesa. Le cause della situazione attuale vengono da molto lontano, da una
parte dalla ripresa dei modelli di comando ellenistici e romani, dall’altra da una
lettura troppo ecclesiocentrica dei testi ed dal “soprannaturalismo”
attribuito all’ordinazione per i ministeri che marchia in modo indelebile il singolo
battezzato e predispone agli incarichi vitalizi L’assolutismo papale era
l’archetipo dell’assolutismo dei re ma poi il potere civile ha cambiato le sue
strutture e la Chiesa no. Anche tra esponenti ufficiali il problema di come
gestire la Chiesa è posto (per esempio dai Cardinali Lehmann
e Kasper). La Chiesa deve praticare valori di
fraternità, essere fondata sui diritti umani, essere qualcosa più di una
democrazia, la Chiesa non è padrona della verità che deve essere cercata in modo democratico nella interpretazione
della Parola di Dio. Concretamente- ha concluso Torres
Queiruga- sono molte le cose da fare: il Papa deve
essere un primus inter pares, bisogna rivedere lo statuto del sinodo dei
vescovi mentre la Curia romana non ha alcun fondamento teologico, le nomine
dovrebbero essere a tempo determinato, è necessario che si formi un’opinione
pubblica nella Chiesa e che ci sia una vera rappresentanza laicale.
Nel pomeriggio si è tenuta la Tavola
rotonda su “Come organizzare i segni di speranza nella nostra Chiesa” introdotta
da Mauro Castagnaro con gli interventi di Albino Bizzotto dei”Beati i
costruttori di pace”, di Gino Rigoldi di Comunità
Nuova, di Catti Cifatte
delle Comunità di Base. Ad essa è seguito un dibattito a tutto campo con la partecipazione di tanti esponenti
coinvolti direttamente nella ricerca e nell’organizzazione dei segni di
speranza. Tra gli altri sono intervenuti Grazia Villa, Aldo Lamera,
Franco Barbero, Teresa Ciccolini, Angelo Melocchi, Marcello Vigli,
Giancarla Codrignani, Clara Achille, Gustavo Gnavi, Anastasio Ferrari . Tra le tante tematiche emerse : il possibile ruolo delle Comunità di base,
la scarsa valorizzazione della presenza femminile, la non emersione in positivo
dei conflitti che pure ci sono nella Chiesa e soprattutto (leitmotiv del
dibattito) l’assenza di una prassi dialogante che permetta l’ascolto.
L’attenzione si è concentrata su una ipotesi di Albino
Bizzotto, quella di pensare a un momento comunitario,
prima dell’assemblea di Verona, che raccolga le sensibilità e le
insoddisfazioni diffuse sull’immobilismo della Chiesa per farle emergere come
patrimonio comune e ricchezza del mondo cattolico italiano.
L’assemblea di bilancio e programmatica di “Noi Siamo Chiesa”, Milano 12 febbraio
Domenica 12, sempre a Milano e godendo
della ospitalità dei Servi di Maria, si è tenuta l’assemblea di bilancio e programmatica
di “Noi Siamo chiesa” (NSC) in occasione
del decennale. Erano presenti quindici situazioni locali, di cui undici del nordItalia e quattro del centrosud. Una cinquantina i
presenti (tra cui un osservatore di Zagabria.).Ha introdotto il coordinatore
nazionale Vittorio Bellavite, che ha ricordato le
tappe principali del movimento negli anni passati, la situazione attuale ed ha
informato della partecipazione al prossimo social forum di Atene
in maggio e della riunione in giugno del
coordinamento internazionale del movimento.
La discussione si è subito fermata
sull’atteggiamento da assumere nei
confronti del nuovo pontificato. Si è constatato che
finora non è stata presa una posizione generale ma che le opinioni in NSC sono
diffusamente critiche, in particolare per quanto riguarda la posizione di Benedetto
XVI sul Concilio (che non sarebbe stato
di “svolta” nella storia della Chiesa), per l’immobilismo nella gestione della curia, per la
concessione delle indulgenze, per l’appoggio alla gestione Ruini
in Italia e altro. Meno rigido il giudizio sull’enciclica. E’ stato anche
osservato che una presa di posizione non doveva poi essere considerata così
importante ed urgente. Si è concluso con la decisione
di elaborare un punto di vista in occasione della Pasqua con contenuti attenti
a tutta la situazione della Chiesa e tali da lasciare spazio a una prospettiva
di speranza.
Per quanto riguarda la situazione italiana, oltre
alle analisi sullo strabordante interventismo
politico della presidenza della CEI, si è constatata
l’esistenza di tante realtà vivaci e di ispirazione “conciliare” che sono a
disagio nella situazione attuale ma che sono troppo frammentate, disperse e poco propense
ad attivarsi. Di fronte alla prossima assemblea decennale della Chiesa
italiana di Verona in ottobre si è
concordato di cercare di favorire la costituzione di una rete che possa manifestarsi con efficacia
su posizioni di indipendenza e di critica rispetto
alle strategie generali prevalenti e, comunque, sperando che a Verona non ci
siano solo presenze filtrate e discorsi “ubbidienti”. E’ stato anche proposto di proporsi come movimento per la
partecipazione diretta all’incontro di Verona.
Sulle questioni organizzative la discussione ha portato
alle seguenti conclusioni : è necessario dare maggiore
stabilità a “Noi Siamo Chiesa” pur
continuando a mantenere le caratteristiche di movimento ed a procedere al
proprio interno col metodo del consenso; a questo scopo si è deciso di impegnarsi di
più nella comunicazione ( rifacitura del sito, lancio
di una newsletter) e per una maggiore presenza territoriale (peraltro già
avviata), di riformulare il primo articolo dello statuto e di avviare una
campagna di adesioni formali che sarà coordinata nel prossimo incontro (già
convocato per giugno alla cascina Contina, presso
Milano) con norme statutarie che permettano un funzionamento democratico ed
eventualmente la possibilità dell’adesione
di gruppi in quanto tali. Il coordinamento nazionale è stato confermato fino a
giugno. L’assemblea si è conclusa nella vicina
chiesetta di S.Vito al Pasquirolo
con una intensa celebrazione eucaristica,
momento di fraternità e di impegno comune.
A “noi Siamo Chiesa”, in occasione del decennale,
sono arrivati molti messaggi di amicizia e di
fraternità dal contenuto per niente formale. Tra gli altri da
: Chiesa valdese, Pax Christi, Coordinamento
degli omosessuali credenti, Gruppo Promozione Donna di Milano, “Viator”, “La Meridiana”, “Mosaico di Pace” “Missione oggi”,
“Dialoghi” di Lugano, “Tempi di fraternità”, “Confronti”, libreria “Claudiana”,
Brunetto Salvarani,
Andrea Gallo, Giulio Girardi, Ortensio da Spinetoli, Giuseppe Barbaglio, Rinaldo Falsini,
Camillo De Piaz, Josè Ramos Regidor, Domenico Jervolino, Luigi Bettazzi,
Luisito Bianchi, Carmine Di Sante, Luigi Sandri,
Gianni Novelli, Giovanni Sarubbi, Giovanni Franzoni, Enzo Mazzi, Lilia Sebastiani,
Angelo Casati, Giovanni Avena.
Anche il Presidente internazionale
il tedesco Christian Weisner
e tutte le sezioni europee dell’International Movement We Are Church e quelle
degli USA, del Canada e del Cile e il movimento Catholics
for Free Choice hanno inviato messaggi di saluto e di amicizia;
importante quello del movimento NSC del SudTirolo,
che ha una organizzazione autonoma.
La stampa ha completamente
ignorato sia il convegno che l’assemblea. Il direttore di “Avvenire” è stato
invano esplicitamente invitato a dare notizia del decennale e dell’incontro,
continuando così in una linea che dura da dieci anni e che si dimostra, anche
professionalmente, censurabile. E’ da meravigliarsi che anche la stampa laica,
in particolare quella di ispirazione progressista, si
sia disinteressata, nonostante sia stata accuratamente informata.
Tutti i documenti distribuiti, compresi i messaggi,
sono leggibili sulla home page del sito di “Noi Siamo
Chiesa” www.we-are-church.org/it (sito dove si trovano anche tutti i documenti
di NSC recenti e d’archivio).
Il filmato dell’incontro
(della durata di 25 minuti) è visibile su www.arcoiris.tv
cliccando “Noi Siamo Chiesa”
sul motore interno di ricerca. Per ulteriori
informazioni su “Noi Siamo chiesa” scrivere a vi.bel@iol.it
o telefonare al 0270602370 oppure 022664753.