A Sant’Angelo a Scala lo Stato nella persona del questore di Avellino interviene su richiesta dell’autorità ecclesiastica per ostacolare il processo di maturazione della comunità cristiana sollecitata dalla destituzione del parroco ad assumere la responsabilità di autoconvocarsi per celebrare l’eucarestia. Su sua richiesta la Comunità del Cassano di Napoli si è recata in paese domenica 21 dicembre per condividere questa scelta. Così racconta l’evento Cristoforo Palomba che avrebbe dovuto presiedere l’Eucaristia.

 

L’Istituzione si serve dei carabinieri e della Digos per bloccare la celebrazione dell’eucaristia della comunità cristiana di Sant’Angelo a Scala

 

La Comunità cristiana di Sant’Angelo a Scala che, dopo l’allontanamento di Don Vitaliano della Sala da parroco, si ritrova come associazione "O ruofolo" nell’Arciconfraternita del Rosario aveva deciso di celebrare l’eucaristia e di invitare un presbitero presente nella Comunità cristiana di base del Cassano a presiederla.

La comunità del Cassano che celebra la sua eucaristia affidandone la presidenza a turno ai vari membri, visto il cammino della comunità di Sant’Angelo a Scala che non ancora è pronta per una celebrazione eucaristica da parte della comunità senza prete, ha delegato Cristoforo a guidare la preghiera eucaristica illustrando ai fratelli e sorelle di quella comunità come al Cassano si vive questo segno di condivisione.

Domenica, mentre la delegazione della comunità si recava a Sant’Angelo a Scala, si veniva a conoscenza che i carabinieri e la Digos avevano chiesto che solo un prete cattolico legalmente riconosciuto avrebbe potuto celebrare nell’Arciconfraternita del Rosario.

La gente non si è persa d’animo ma con decisione ha preparato la celebrazione in piazza nonostante il freddo ed un vento gelido.

La Piazza era gremita di donne anziane, uomini, portatori di handicap, giovani, ragazze, bambini e tanti amici venuti da altri paesi vicini, ed intorno una corona di carabinieri braccio secolare di un potere ecclesiastico che lontano dallo spirito evangelico pensa di spegnere la forza della ricerca di fede della gente privandola anche degli spazi per potersi esprimere liberamente.

Cristoforo ha presieduta l’eucaristia parlando con la gente della gioia di una comunità che si riappropria di un segno e lo vive insieme nonostante l’espulsione dal "tempio". Non è il potere padrone del gesto ma la comunità e chi lo presiede è al suo servizio.

L’eucaristia segno di condivisione e di fratellanza sollecita la comunità ad un impegno costante per gli ultimi, gli emarginati per la pace.

C’e nella piazza una partecipazione intensa fortemente sentita. La gente leva forte la sua voce durante il commento al vangelo e nella preghiera dei fedeli per chiedere il ritorno di Don Vitaliano alla comunità e prega per il Vescovo perché il suo sia un vero servizio per tutta la comunità cristiana.

Il cestino del pane ed il calice del vino hanno fatto il giro della piazza e hanno espresso i sogni di un mondo nuovo la speranza di una chiesa diversa. Un pezzo di pane viene mandato a Don Vitaliano come segno forte di condivisione e di fratellanza.

Il segno di pace ha concluso la preghiera e la gioia della gente si è concretizzata in applausi e scambi di auguri per il Natale - "Tornate presto! Portate gli auguri di buon Natale alla Comunità del Cassano. Ci avete fatto felici!"

Ma la Digos e i carabinieri devono fare fino in fondo il loro mestiere…"Anche noi condividiamo il suo messaggio alla pace e alla fratellanza – dice il maresciallo avvicinandosi a Cristoforo – ma lei come si chiama…qual è il suo cognome …. è di Torre del Greco ? ma dove sta questa Comunità del Cassano? Fine dell’interrogatorio. Ora la scheda è completa. Il vescovo saprà tutto dei sovversivi che hanno osato pregare senza il suo consenso e lo stato sarà soddisfatto di aver svolto con diligenza il suo ruolo di braccio secolare del vaticano.

 

 

Così lo racconta Giovanni Sarubbi sul sito www.dialogo.org

 

S. Angelo a Scala (AV)

Chi si oppone non può usare le chiese per celebrazioni liturgiche

 

Pesante ingerenza delle forze dell’ordine in una celebrazione religiosa su indicazione dell’Abate ordinario di Montevergine. Violato l’art. 19 della costituzione sulla libertà di culto.

di Giovanni Sarubbi

 

Una messa al freddo e al gelo per chi contesta le autorità ecclesiastiche. E’ accaduto a Sant’Angelo a Scala dove una celebrazione religiosa è diventata un nuovo motivo di conflitto fra l’Abate di Montevergine e quella parte del paese che contesta la sua decisione di rimuovere da parroco don Vitaliano Della Sala. Queste persone, che si sono organizzate in una associazione denominata "o ruofolo", da circa un mese utilizzano la ex Chiesa del Rosario come punto di incontro per le proprie attività. Subito era scattato il contenzioso con una denuncia presentata dal parroco "ufficiale" don Luciano Porri che chiedeva l’espulsione dei dissidenti da quella chiesa. Ma la chiesa del Rosario non si sa a chi appartiene ed in mancanza di carte certe l’associazione "O ruofolo" ha continuato nelle sue attività. Ieri mattina era programmata una "Celebrazione eucaristica" presieduta da un sacerdote appartenente alla Comunità di Base del Cassano di Napoli. La notizia ha fatto scattare immediatamente una controffensiva da parte del parroco "ufficiale" che si è rivolto all’Abate chiedendo il suo intervento. Così ieri mattina nella chiesetta del Rosario di Sant’Angelo sono arrivati i carabinieri e la Digos. "Il maresciallo dei carabinieri di Pietrastornina ed il vice questore Picone - racconta Carmine Leo uno dei responsabili dell’associazione "O ruofolo" - ci hanno detto che in questa chiesa può celebrare solo un prete cattolico delegato del vescovo. Ma non si sono limitati a questo. I militari ci hanno anche fatto presente che se la messa si fosse comunque svolta essi, su precisa indicazione dell’abate, avrebbero dovuto impedirla e noi essere denunciati per vilipendio della religione". A quel punto i responsabili dell’associazione hanno deciso di spostare la celebrazione sul sagrato della chiesa, al freddo e al gelo. E’ stata portata fuori anche la statua di San Silvestro. Due striscioni sono stati stesi. Sul primo era scritto: "La chiesa è del/il popolo"; sul secondo una frase di S. Cipriano: "Nulla senza vescovo nulla senza il consenso del popolo di dio". Tutti i presenti hanno indossato una stola con i colori della pace dichiarandosi concelebranti. La celebrazione si è svolta senza incidenti fra canti ed applausi. Oltre 200 le persone presenti in piazza. Nello stesso momento nella chiesa principale alla celebrazione "ufficiale" partecipavano 11 persone oltre il parroco ed i chierichetti. Alla fine della celebrazione in piazza i carabinieri procedevano alla identificazione informale del "celebrante". "Quello che è successo a Sant’Angelo - afferma Cristoforo Palomba della Comunità di Base del Cassano che ha celebrato l’eucarestia - non si verifica in Italia da almeno 50 anni. È una aperta violazione dell’art. 19 della costituzione". Il Vice questore Picone, da parte sua, si è detto disponibile ad aprire un tavolo negoziale per affrontare tutta la questione e tentare di risolverla.

Giovanni Sarubbi

 

lunedì, 22 dicembre 2003

 

 

 

Così, invece, la notizia viene riportata sul Mattino in cronaca di Avellino in una versione corretta del testo dello stesso Giovanni Sarubbi.

 

Striscioni contro l’abate di Montevergine
Messa all’aperto per gli amici di don Vitaliano
Carabinieri e Digos vietano la celebrazione in chiesa a un prete sposato

Giovanni Sarubbi

Da il Mattino/Avellino 22.12.2003


Una messa al freddo e al gelo per protestare, ancora una volta, contro l’abate di Montevergine. È accaduto a Sant’Angelo a Scala e protagonisti sono i fedeli dell’ex parroco Don Vitaliano Della Sala che, da circa un mese, utilizzano la ex Chiesa del Rosario come punto di incontro per le proprie attività.
Ieri mattina era stata programmata una "celebrazione eucaristica" presieduta da un sacerdote appartenente alla Comunità di Base del Cassano di Napoli. Prima della cerimonia, però, sono arrivati i carabinieri e la Digos. "Gli investigatori – racconta Carmine Leo uno dei responsabili dell’associazione "O ruofolo" – ci hanno detto che in questa chiesa può celebrare solo un prete cattolico delegato del vescovo e, pertanto, la messa non poteva essere celebrata".
A quel punto i responsabili dell’associazione hanno deciso di tenere la celebrazione sul sagrato della chiesa. È stata portata anche una statua di San Silvestro e sistemati due striscioni. Sul primo era scritto "La chiesa è del popolo", sul secondo una frase di S. Cipriano: "Nulla senza vescovo, nulla senza il consenso del popolo di Dio". Tutti i presenti hanno indossato una stola con i colori della pace dichiarandosi concelebranti. La celebrazione si è svolta senza incidenti. Oltre 200 le persone presenti. Nello stesso momento nella chiesa principale del paese, don Luciano Porri, il parroco che ha sostituito don Vitaliano, celebrava messa alla presenza di sole 11 persone.
"Quello che è successo a Sant’Angelo – afferma Cristoforo Palomba sacerdote della Comunità di Base del Cassano, sposato, che ha celebrato la funzione all’aperto – è gravissimo". Ma è pur vero chi non si riconosce nella Chiesa e nelle sue regole può tranquillamente celebrare le proprie funzioni dove vuole, non certo in una struttura della chiesa Cattolica. I testimoni di Geova o i Protestanti, per fare qualche esempio, si costruiscono i propri luoghi di culto e non pretendono di invadere quelli degli altri.