Gli evangelici italiani fortemente critici sull’Anno Santo
Roma (NEV), 12 maggio 1999 - Il Consiglio della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (FCEI), riunito a Roma l' 8-9 maggio, ha approvato un
documento su evangelici italiani e Anno Santo, che sara' inviato a tutte le
chiese evangeliche del mondo. Il testo, accompagnato da una lettera del
presidente della FCEI, pastore Domenico Tomasetto, e' stato elaborato su
mandato del Comitato generale della stessa FCEI, ed intende esprimere il
"disagio spirituale" dei protestanti italiani di fronte alle imminenti
celebrazioni cattoliche dell'Anno Santo e del Giubileo del 2000: un disagio
che, si legge nella lettera di Tomasetto, "si riallaccia ai motivi di fondo
dell'originaria protesta dei riformatori, e che ci spinge a non partecipare
a celebrazioni religiose legate alle celebrazioni dell'Anno Santo. Motivi
di fedelta' evangelica e di coscienza ci spingono a questo passo, e nello
stesso tempo ci impongono di non 'raffreddare' l'impegno ecumenico che le
nostre Chiese vivono con profonda convinzione". Il presidente della FCEI
invita quindi chi, fra gli evangelici del mondo, fosse intenzionato a
recarsi a Roma nel 2000 "con l'intenzione di partecipare a qualche
manifestazione collegata alle celebrazioni dell'Anno Santo", a riflettere
sulla presa di posizione della FCEI e comunque a prevedere una visita agli
evangelici italiani per discutere dei problemi affrontati nel documento: la
riproposizione delle indulgenze, l'ambiguita' dell'apertura della "porta
santa" della Basilica di San Paolo fuori le mura proprio il primo giorno
della Settimana di preghiera per l'unita' dei cristiani (18 gennaio 2000),
la commercializzazione e spettacolarizzazione delle celebrazioni, con
relativa occupazione continua di ampi spazi sui mezzi di comunicazione, lo
scarso progresso dell'ecumenismo sul terreno della religiosita' popolare.
Il documento non si limita ad accennare ai punti critici, ma richiama anche
i numerosi aspetti positivi della collaborazione ecumenica in Italia,
riaffermando l'impegno ecumenico degli evangelici, impegno che pero' non
puo' essere disgiunto dalle eventuali critiche, rispettose e fraterne, nei
confronti di iniziative ecumenicamente non condivisibili.
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