La critica radicale delle Chiese evangeliche
alla "Dominus Jesus "
DOMINUS JESUS/1. "NESSUNO E' GESTORE DELLA GRAZIA: SOLO CRITERIO DI
SALVEZZA E' L'AMORE"
Il commento del moderatore della Tavola valdese Genre: "Solidali con i
cattolici non allineati"
Roma (NEV), 6 settembre 2000 - A seguito della diffusione della
dichiarazione vaticana Dominus Jesus, circa l'unicita' e l'universalita'
salvifica di Gesu' Cristo e della fede (Congregazione per la dottrina della
fede, 6 agosto 2000, resa nota il 5 settembre), si moltiplicano dal mondo
protestante italiano le reazioni ed i commenti. Pubblichiamo di seguito una
dichiarazione rilasciata oggi all'agenzia NEV dal neo-eletto moderatore
della Tavola valdese, il pastore Gianni Genre:
"Come protestanti italiani - afferma il pastore Genre - siamo sbalorditi e
addolorati per le affermazioni contenute nel documento vaticano Dominus
Jesus a proposito dei rapporti fra la chiesa cattolica e le cosiddette
chiese sorelle. Soprattutto siamo preoccupati per gli accenti
antimodernisti della chiesa cattolica, come la recente scelta di
beatificare un personaggio controverso come Pio IX; come chiese protestanti
siamo inoltre solidali con tutti i cattolici 'non allineati', quei settori
della chiesa cattolica che credono sinceramente e si impegnano per il
cammino ecumenico e interreligioso.
Dal punto di vista teologico ci sembra piu' che mai importante ribadire uno
dei principi cardine della Riforma protestante, vale a dire la liberta'
assoluta di Dio: ci pare inconcepibile e pericoloso voler definire chi e'
dentro e chi e' fuori della salvezza e della grazia di Dio. Nessuno
(nessuna chiesa, nessuna istituzione) puo' dirsi 'gestore' della grazia di
Dio. Crediamo infatti che il criterio ultimo di giudizio e di salvezza sia
l'amore, come si legge in Matteo 25: 'Ebbi fame e mi deste da mangiare;
ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi
vestiste.'
Sul fronte del dialogo ecumenico, va detto che in questo anno giubilare
sono state aperte molte Porte sante, ma molte altre porte del dialogo si
stanno chiudendo, e questo ci preoccupa profondamente. Anche la chiesa
cattolica dovrebbe a nostro parere riprendere con forza il discorso sulla
liberta': la liberta' dello Spirito Santo, che e' piu' grande di qualsiasi
istituzione e di qualsiasi chiesa". (pel)
DOMINUS JESUS/2. "NON LA CHIESA, MA L'INCONTRO CON GESU' CRISTO CI DONA LA
SALVEZZA"
Forti riserve critiche dal presidente della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia
Roma (NEV), 6 settembre 2000 - Il secondo commento che pubblichiamo di
seguito e' del pastore Domenico Tomasetto, presidente della Federazione
delle chiese evangeliche in Italia (FCEI):
"La lettura della dichiarazione Dominus Jesus, resa pubblica ieri, solleva
nelle Chiese evangeliche non poche riserve critiche. Il tema del pluralismo
religioso, fenomeno in espansione nel mondo occidentale, pone i teologi
dinanzi a sempre nuove domande. Non vanno condannati solo per questo. E'
vero che l'espressione 'extra ecclesiam nulla salus' (fuori della chiesa
non c'e' salvezza) ci viene dai tempi della chiesa primitiva, dove aveva un
suo contesto storico e teologico preciso. Noi protestanti abbiamo sempre
obiettato a questa formulazione, ritenendo che non e' l'essere nella chiesa
a garantirci la salvezza e quindi il rapporto con Gesu' Cristo, quanto
piuttosto l'incontro con Gesu' Cristo a donarci la salvezza e a metterci in
comunione con altri credenti nella chiesa. La 'mediazione' e' operata
esclusivamente da Cristo, mai dalla chiesa.
Quanto poi all'essere salvati o non salvati, molte parole di Gesu' ci
ricordano che questo e' compito riservato esclusivamente a Dio il Padre e
che, anzi, noi saremo sorpresi di trovare nei due gruppi persone che non
avremmo mai pensato di trovarvi (Matteo 21,31), e del tutto inconsapevoli
(Matteo 25,31-40).
A noi spetta il compito dell'annuncio dell'evangelo ad ogni creatura, del
dialogo fraterno e attento, nel rispetto delle altrui convinzioni, non
quello della condanna definitiva. Da quando la chiesa ha preteso di essere
non solo madre e maestra, ma soprattutto una istituzione che, a suo
insindacabile giudizio, dispensa salvezza e condanne, e' diventata altra
cosa dal modello prevalente del Nuovo Testamento. Il cardinale Ratzinger,
nel tentativo di tracciare ancora una volta i confini della chiesa,
dimentica che puo' farlo soltanto per la 'chiesa militante', quella storica
e istituzionale, e non per la 'chiesa trionfante': di questa i confini sono
definiti soltanto ed esclusivamente dalla grazia di Dio". (pel)
DOMINUS JESUS/3. "SI RISCHIA DI OSCURARE LA TESTIMONIANZA COMUNE DELLE CHIESE"
Le reazioni internazionali al documento vaticano. Manfred Kock : "Un
ostacolo al dialogo"
Roma (NEV), 6 settembre 2000 - Molte le reazioni a livello internazionale
alla dichiarazione Dominus Jesus, presentato ufficialmente ieri in
Vaticano. Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), una "comunione" che
comprende 337 chiese (protestanti, anglicane e ortodosse) in piu' di 100
paesi nel mondo, ha ribadito ieri in un comunicato ufficiale l'importanza
di "un dialogo ecumenico genuino e di una comune azione di testimonianza
cristiana di fronte ai problemi del mondo". Secondo il teologo Tom Best,
membro del gruppo di lavoro teologico Fede e costituzione del CEC, "tutte
le chiese hanno tratto enorme giovamento dall'entrata della Chiesa
cattolica romana nel movimento ecumenico, dopo il Concilio Vaticano II.
Nell'ambito del CEC e piu' in generale nel movimento ecumenico - spiega
Best - sono in corso molti colloqui sulla reciproca relazione fra le
chiese. Sarebbe un grave danno, se queste venissero ostacolate o
addirittura danneggiate da un linguaggio che precluda ulteriori sviluppi
del dialogo su questi problemi". E' quindi necessaria una testimonianza
cristiana comune a tutte le chiese: "Sarebbe una tragedia - ha concluso
Best - se questa testimonianza venisse oscurata dal dibattito interno alle
chiese circa la rispettiva autorita', e il rispettivo status, per quanto
questi possano avere importanza".
Immediata la reazione al documento da parte della Chiesa anglicana:
l'arcivescovo di Canterbury, George Carey, ha affermato ieri - in netta
contrapposizione a cio' che si legge nel documento vaticano - che la sua
Comunione di chiese "non puo' accettare, nemmeno per un momento, che i
propri ministeri e il sacramento eucaristico abbiano delle 'deficienze'",
come afferma esplicitamente il Dominus Jesus a proposito delle confessioni
cristiane non cattoliche.
Da Hannover (Germania), il presidente della Chiesa evangelica tedesca
(EKD), Manfred Kock, descrive i "segnali provenienti da Roma" come un
"rafforzamento della tradizionale immagine di se' propria della Chiesa
cattolica romana e un impedimento per la cooperazione ecumenica e per il
dialogo". Nonostante cio', afferma Kock, "il futuro della chiesa sara' un
futuro ecumenico, come promesso da Gesu' Cristo e come richiesto per la
testimonianza e il servizio della chiesa in Germania come in altri luoghi".
(pel)
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