Un Giubileo scandaloso Una presa di posizione dei preti operai del Veneto
Con crescente disagio assistiamo alla trasformazione del Giubileo in un grande spettacolo, che rischia di tradirne il senso, e in un grande affare che, anzichè essere occasione per annunciare ai poveri un lieto messaggio (Lc 4, 18), diventa un lieto messaggio per gli operatori turistici, gli impresari edili, gli albergatori, i negozianti e... i furbi. Ci piacerebbe che emergesse un salutare dibattito fra i credenti, tale da permettere all'evento giubilare di diventare la voce di una Chiesa che sempre più si riconosce umile discepola del Maestro, in atteggiamento di vero servizio nei confronti del "mondo" di cui pure è parte, nel bene e nel male. Per questo, coscienti dei nostri limiti e delle nostre incoerenze, ma animati dal desiderio di conversione e dalla responsabilità che condanna chi finge di non vedere (Mt 13,15), invitiamo al dialogo i fratelli nella fede, tentando alcuni spunti di riflessione. I poveri. L'annuncio dell'Anno di grazia, nelle parole stesse di Gesù (Lc 4,18), reca la gioia ai poveri: ad essi, infatti, appartiene il regno di Dio (Lc 6,20).Si impone, crediamo, un serio ripensamento sulla povertà evangelica a noi che viviamo, anche come comunità di credenti, all'interno della società del benessere, e che ne abbiamo accolto le comodissime conseguenze. Ma come può la Chiesa diventare annuncio di gioia per i poveri della terra se non si fa loro compagna di strada scegliendo la povertà, sentendosi appagata nel dar loro assistenza ? Essa è ricca di strutture, di prestigio, di sicurezza economica; gli stessi sacerdoti con lo stipendio garantito e l'otto per mille sono ben lontani dal "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date". C'è poi la povertà come scandalo (Gc 5,1-Û): chi ama i fratelli non può restare indifferente di fronte alla sofferenza e alle tragedie che colpiscono interi popoli. La Chiesa non ha progetti politici da proporre, ma come non pensare che proprio il primo mondo, il mondo cristiano, promuove e sostiene una economia mondiale che arricchisce pochi e abbandona molti nella miseria totale? I credenti, mentre nell'impegno nella politica sono chiamati a cercare risposte globali di giustizia nel rispetto dei diritti di ogni singolo e di tutti i popoli assieme a tutti gli uomini di buona volontà, singolarmente dovrebbero ridimensionare drasticamente i consumi, seguendo una regola di vita povera impostata sull'austerità. Ricostruire la Chiesa. Francesco d'Assisi, in risposta alla pressante richiesta di restaurare la Chiesa corse a prendere mattoni e calce. Ma il Signore non parlava della chiesa di pietre, destinata a sparire (Mt 24,2), bensÏ di quella fatta di uomini e donne.E' disorientante constatare il fervore con cui ci si appresta all'evento giubilare... restaurando le strutture. Non è questa l'occasione per ripensare la Chiesa in ordine al Regno di Dio? La Chiesa "giubilare" deve dare spazio alla Parola del Signore e dello Spirito promesso ai discepoli da Gesù per guidarli alla verità tutta intera (Gv 16,13). L'accentuazione dell'aspetto istituzionale mortifica il primato della Parola e impedisce allo Spirito di ìinsegnare ogni cosa (Gv 14 26). Su questo versante i fratelli della Chiesa riformata ci hanno preceduto, e prezioso poteva essere il loro contributo nel progettare il Giubileo del 2000: Ë stato un errore non coinvolgerli, facendo riferimento al tema delle indulgenze Condono/perdono. L'aspetto biblico del Giubileo più accentuato oggi è quello del condono, ma visto tutto dal punto di vista spiritualistico/individuale. Si tratterebbe cioè di approfittare dell'Anno Santo per riconciliarsi con Dio. E questo, per la verità, è il cuore di tutto il discorso. Ma se la conversione è solo interiore, si tradisce il concetto di riconciliazione e si dimentica il significato del Giubileo che invita a restituire le terre, a rimettere i debiti a riscattare le proprietà. Di fronte al dramma del debito estero dei Paesi poveri della terra si impone una soluzione in linea con il condono e con il progetto di un piano economico basato sull'equità, la solidarietà internazionale, ma anche sulla programmazione di uno sviluppo sostenibile, che inevitabilmente mette sotto accusa i Paesi ricchi.Giovanni Paolo II ha invitato gli Stati a prendere adeguate decisioni e la Chiesa tutta a chiedere perdono per gli errori commessi. Una Chiesa profetica sa leggere il presente, sa individuare gli errori del presente e non solo quelli del passato, sa riconciliarsi con gli esclusi di oggi e non solo con quelli di ieri. A noi sembra un peccato la strenua difesa delle "cose" cattoliche alternative allo Stato: la scuola, gli strumenti di comunicazione, la sanità, i consultori... Il pellegrinaggio. Stiamo prendendo coscienza che il vero pellegrinaggio è il seguire Gesù il Maestro come unico Signore, il farci umili discepoli. Sarà il camminare sulle sue orme che aprirà l'altro versante del pellegrinaggio: andare verso i fratelli più deboli, non da luogo a luogo, ma da persona a persona. Ciò può e deve avvenire negli spazi della quotidianità: perchè non affermare questo, dichiarando chiuso il turismo spirituale di massa che crea equivoci ed intralcio ad una retta interpretazione dell'Anno Santo?Ad un altro drammatico pellegrinaggio, piuttosto, stiamo assistendo: popoli interi si stanno spostando dai Paesi della fame e della guerra ai Paesi ricchi, cercando disperatamente il diritto alla sopravvivenza. Come la Chiesa può rendersi disponibile ad accogliere il Figlio dell'uomo nel forestiero? Quante strutture, case, edifici, patronati ormai vuoti potrebbero essere offerti per l'ospitalità, come forma di "restituzione"? Certo, ciò non porterà gli incassi previsti per l'alloggiamento ai pellegrini di passaggio verso Roma, ma impedirà di cadere nella condanna di Gesù a tutti coloro che praticano le opere buone per ottenerne un vantaggio: "hanno già ricevuto la loro ricompensa" (Mt 6,2). (da Adista, luglio '99) Sergio Pellegrini, Gastone Pattenon, Giancarlo Ruffato, Antonio Uderzo, Luciano Bano, Emilio Coslovi, Mario Faldani,Lidio Foffano, Gianni Manziega,Luigi Meggiato Giugno 1999 |