AMAREZZA DELLA CONFERENZA DELLE CHIESE EUROPEE

PER L'"ECCLESIA IN EUROPA" DEL PAPA


Il segretario generale Clements: "stupore per la mancata menzione della
Carta Ecumenica"

Roma (NEV), 10 settembre 2003 - In una lettera indirizzata al cardinale
Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'
unità dei cristiani, il pastore Keith Clements, segretario generale della
Conferenza delle chiese europee (KEK), esprime stupore per il tenore in cui
viene affrontato il tema dell'ecumenismo nella recente Esortazione
apostolica di Giovanni Paolo II intitolata "Ecclesia in Europa". Nella
lettera, inviata alla fine del mese scorso, Clements chiede di avere
precisazioni in merito alla dimensione ecumenica del documento papale
pubblicato a giugno. Nella "Ecclesia in Europa" il Papa propone una
riflessione sulla seconda Assemblea speciale per l'Europa del Sinodo dei
vescovi, tenutasi in Vaticano nell'ottobre del 1999, alla quale, tra l'
altro, Clements fu invitato a partecipare insieme ad altri due
rappresentanti della KEK come delegati fraterni.
Nella sua lettera Clements da una parte si congratula per "le affermazioni
positive formulate in merito alla necessità e alle possibilità dell'
ecumenismo", nonché per il fatto che venga menzionato nella Esortazione
anche il contributo dei delegati fraterni al Sinodo; dall'altra ammette che
questo documento "suscita in noi alcuni interrogativi". Clements si
rammarica del fatto di aver dovuto constatare "non senza stupore ed
 amarezza", che nell'Esortazione non sia fatta menzione alcuna degli
avvenimenti, programmi o organizzazioni relative "agli ultimi sviluppi del
nostro comune viaggio ecumenico in Europa". "In modo particolare - si legge
nella lettera - esprimiamo il nostro stupore di fronte all'assenza di una
menzione della Carta Ecumenica" (documento-base per la collaborazione delle
chiese europee lanciato a Strasburgo nel 2001 dalla KEK e dal Consiglio
delle Conferenze episcopali europee (CCEE) ndr.). Per Clements è
"inspiegabile" che il documento vaticano non faccia riferimento alla "Carta"
, frutto della cooperazione tra la KEK e il CCEE, e che trae la sua origine
dalla seconda Assemblea ecumenica europea di Graz (Austria, 1997); eppure si
tratta del "più diffuso e discusso documento ecumenico in Europa" aggiunge.
Per Clements, la lettura dell'Esortazione papale può creare in alcuni lettor
i il sentimento che venga accordato poco credito ai recenti sviluppi nell'
ecumenismo e ai partenariati in seno ai quali la chiesa cattolica romana
stessa è impegnata attivamente. "Temiamo che questo documento possa dare l'
impressione che le nostre organizzazioni ecumeniche e il lavoro da loro
svolto non facciano parte dei centri di interesse del Vaticano - cosa
nettamente smentita dalle reazioni più che positive che registriamo sul
piano regionale o nazionale in numerosi paesi d'Europa", ha sottolineato
Clements nella sua missiva al cardinale Kasper. (nev/gc)




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