UN AFRICANO ALLA GUIDA DEL CEC
di David Gabrielli

L'articolo che presentiamo in anteprima verrà pubblicato sul numero di
settembre di "Confronti", mensile di fede, politica e vita quotidiana, edito
dalla Cooperativa Com-Nuovi Tempi. Confronti, via Firenze 38, Roma,
www.confronti.net

Il Consiglio ecumenico delle Chiese punta sull'Africa. Infatti, il 28
agosto, a Ginevra, il Comitato centrale del Cec - "parlamentino" che ha la
massima autorità tra un'Assemblea generale e l'altra - ha eletto come nuovo
segretario generale della più importante organizzazione ecumenica mondiale
il pastore metodista kenyota Samuel Kobia. Questi prende il posto del
pastore luterano tedesco Konrad Raiser, in carica dal gennaio 1994 e che
dunque si ritira dopo due mandati di cinque anni ciascuno.

Nella riunione del Comitato centrale (Cc) del Cec del 2002 - tenutasi, come
è consuetudine annuale, a fine agosto a Ginevra - era stato istituito un
apposito "gruppo di selezione" per vagliare i possibili candidati alla
successione di Raiser (già allora preannunciata); sarebbe poi stato compito
del Cc fare la scelta definitiva. Infine, al Comitato riunitosi nel 2003
sono stati presentati due candidati: Kobia e il pastore luterano norvegese
Trond Bakkevig, che ha avuto diversi incarichi all'interno del Cec. Il Cc -
in una riunione a porte chiuse - ha scelto Kobia, dopo che il moderatore
dello stesso Comitato, il catholicos armeno di Cilicia, Aram I, aveva
presentato ufficialmente le due candidature.
Samuel Kobia, 56 anni, sposato con Ruth - la coppia ha quattro figli - è
pastore della Chiesa metodista del Kenya. Ha fatto i suoi studi teologici
(ma ha anche un master in urbanistica) negli Stati Uniti. Dall'84 al '91 è
stato vice-presidente della Commissione del Programma di lotta contro il
razzismo (iniziativa lanciata dal Cec nella IV Assemblea generale - Uppsala,
Svezia, 1968), ed ha partecipato a Nairobi (1987) alla fondazione del Gruppo
di azione per la pace. Ha anche presieduto i pourparler di pace in Sudan nel
'91. Negli anni Novanta ha diretto il Consiglio nazionale delle Chiese del
Kenya e, poi, la Unità III del Cec, "Giustizia, Pace, Creazione".
Attualmente occupava il posto di direttore e rappresentante speciale per l'
Africa al Cec.
È la prima volta che un africano viene eletto segretario generale del Cec.
Alla sua fondazione - Amsterdam, 1948 - il Consiglio ecumenico aveva scelto
come suo segretario l'olandese Willem A. Visser 't Hooft, che con estremo
dinamismo svolse il suo mandato - più volte ripetuto - fino al 1966. Gli
successe lo statunitense Carson Blake ('66-'72). Fu poi la volta del
dominicano (ma giamaicano come formazione teologica) Philip Potter ('72-
'84), e quindi dell'uruguayano Emilio Castro ('85-'92), al quale nel '93
successe Raiser, ora dimissionario (ma Kobia, formalmente, entrerà in carica
il prossimo gennaio).
Dunque, finora solo Europa e America (Nord, Centro, Sud) erano state
rappresentate ai vertici del Cec. È, ora, la volta dell'Africa. Nel suo
discorso di "investitura", dopo aver ringraziato per l'onore fattogli, e
invocato la benedizione di Dio sul suo mandato, Kobia ha citato un proverbio
africano: "Se vuoi camminare in fretta, cammina da solo. Ma se vuoi andare
lontano, cammina con gli altri". Una metafora, ha aggiunto, che bene
esemplifica che cosa dovrebbe essere l'impegno ecumenico.
Infatti, ha proseguito il segretario, "per avere la capacità di ispirare il
mondo, noi abbiamo bisogno di forza interiore. La nostra forza si basa sulla
nostra unità". E ancora: "Se nel mondo non si risolvono le storiche
ingiustizie del passato, sarà difficile per ognuno sentirsi salvo sul
pianeta. Come Consiglio di Chiese, noi ci impegniamo a sostenere metodi
nonviolenti per ottenere giustizia, pace, perdono e riconciliazione".
E, nella sua prima conferenza-stampa, Kobia ha detto che dall'Africa ha
imparato "ad avere speranza anche quando sembra che speranza non vi sia".
Per il futuro, ha aggiunto, il suo impegno sarà quello di favorire, nel Cec,
una sempre più feconda comprensione tra il Consiglio e le Chiese ortodosse
e, poi, preparare la IX Assemblea generale del Cec, prevista per il 2006 a
Porto Alegre. I temi del grande incontro brasiliano, ha notato Kobia,
dovrebbero essere: dignità umana, integrità della creazione, dialogo
interreligioso.
Mentre porge al neosegretario del Cec i più sinceri auguri, Confronti vuole
anche rivolgere un fraterno saluto a Konrad Raiser, ringraziandolo per l'
opera da lui svolta al Cec in questo intenso decennio. In particolare, non
possiamo dimenticare che, in una importante intervista alla nostra rivista
(5/98), egli precisò e rilanciò la sua ipotesi, per gli inizi del Terzo
millennio, di un Concilio autenticamente universale al fine di far compiere
alle Chiese un decisivo balzo in avanti verso la loro piena riconciliazione.
Un'idea grandiosa ed ardita, che turba molti status quo ecclesiali, ma che -
vogliamo sperare - crescerà ancora per fiorire un giorno pienamente.




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