"Solo retorica deludente,
nomini i papi colpevoli"
La posizione di Kung sul pentimento del papa
BERLINO - "E' una deludente cerimonia pomposa e barocca. Nel suo confiteor deplora ma non chiama niente per nome". Così parla il professor Hans Kung, teologo e docente a Tubinga, massima voce del pensiero critico nella cultura cattolica europea.
Professore, molti elogiano la presa di posizione come fosse una "Pietra miliare". E' d'accordo o no?
"Che per la prima volta da Alessandro VI un Papa pronunci una vera confessione di colpa è lodevole. Ma sarebbe una pietra miliare solo se non fosse pronunciata in modo così troppo generico e senza trarne conseguenze. Se per esempio si denuncia solo l'Inquisizione ma senza abrogarla, è come un pentimento senza riparazione. Anche secondo il Nuovo Catechismo Romano alla confessione deve seguire la riparazione, per esempio restaurare la buona fama dei calunniati".
Dunque è deluso?
"Sì. Come moltissimi cattolici. Da tre anni una commissione di teologi era al lavoro, l'aspettativa era enorme. Se avesse detto cose concrete avrebbe potuto essere un passo importantissimo come fu il riconoscimento dei peccati della Chiesa, da parte di papa Adriano VI il quale, ai tempi di Lutero, affermò chiaramente le responsabilità centrali del papato e della Curia. Ma questo confiteor che omette la colpa dei papi e della Curia romana è per molti cattolici una delusione immensa".
Cosa avrebbe dovuto dire con più chiarezza?
"Un confiteor retorico non parla al cuore e non può liberare la coscienza. Questo riconoscimento delle colpe è vago, nulla viene chiamato per nome: né lo scisma d'Oriente né la riforma, né gli eretici e i roghi delle streghe né l'Inquisizione, né, purtroppo, l'Olocausto. Né si parla delle grandi voci critiche".
Perché secondo Lei la Chiesa sceglie tale vaghezza?
"Sarebbe stato nell'interesse della Chiesa e del papa fornire un franco, chiaro riconoscimento delle colpe. Ma sullo sfondo c'è un'assunzione teologica errata: solo alcuni membri della Chiesa, solo figli e figlie della Chiesa avrebbero sbagliato. Non la Chiesa come istituzione, che resta santa e innocente. Ma i papi erano i responsabili principali di scelte erronee".
Quali, per esempio?
"Urbano II lanciò la prima Crociata, Innocenzo III creò l'Inquisizione e scatenò guerre contro altri cristiani, Innocenzo IV legittimò la tortura, Innocenzo VIII giustificò il rogo per le streghe, Leo X promulgò la Bolla contro Lutero che giustifica il rogo per gli eretici, Gregorio XIII celebrò con un Te Deum la strage della notte di San Bartolomeo, Pio XII tacque sull'Olocausto ed epurò i teologi critici. Davvero sono solo "errori di alcuni"?".
Il Papa però deplora e denuncia i cristiani che tradirono il Vangelo, scelsero violenza e intolleranza...
"Giusto. Ma perché non si chiede se anche egli stesso ha fatto errori? Ad esempio con la predica "crescete e moltiplicatevi" davanti agli slum di Nairobi, con l'intransigenza contro la contraccezione, la direzione autoritaria e centralistica della Chiesa in spregio della collegialità affermata solennemente dal Concilio Vaticano II".
Il problema resta l'assunto dell'infallibilità papale?
"E' lo sfondo. E invece proprio alla luce di una simile Storia di colpe bisognerebbe riflettere sull'infallibilità di quelli che si mostrarono così fallibili".
Paul Spiegel, capo degli ebrei tedeschi, loda il papa ma deplora la mancanza di parole chiare sull'Olocausto. Che ne pensa?
"Sono d'accordo. Primo, perché l'Olocausto che fu il maggior crimine della Storia umana non viene nemmeno nominato a chiare lettere. Secondo perché non si parla del silenzio di Pio XII sull'Olocausto".
Cosa dovrebbe dire la Chiesa?
"Nulla giustifica quel silenzio sul piano diplomatico. E non è giusto sostenere che i nazisti sarebbero stati ancor più crudeli se il papa avesse parlato. Si sarebbe prodotto un effetto enorme se Pio XII avesse scomunicato i responsabili dell'Olocausto, alcuni dei quali erano cattolici: Hitler, Goebbels... Perché non li scomunicò?".
Per paura del comunismo?
"E' chiaro: Pio XII riteneva il comunismo un pericolo maggiore del nazismo. Ma neanche questo può giustificare il silenzio del Vaticano sui mostruosi crimini dei nazisti. E sullo sfondo si staglia l'antiebraismo ben chiaro in Pio XII. Dopo la guerra si guardò bene dal riconoscere lo Stato d'Israele".
Questa Chiesa è capace di superare l'antisemitismo?
"Sarebbe possibile se si prendesse sul serio la verità storica e si lasciasse parlare il cuore".
Il sistema della Curia è impossibile a riformabile come il comunismo sovietico?
"Molti lo pensano, io credo che invece riforme siano possibili. Ma solo con un papa che dall'inizio imprima alla Chiesa un altro corso. Da noi e in altri paesi vocazioni e partecipazione alla messa da noi sono crollati. E' un segnale d'allarme".
Fa pensare all'Urss tra il Rapporto di Krusciov al Ventesimo congresso e il dopo... ci vuole un Gorbaciov a San Pietro?
"L'esempio è fuorviante. Però è vero, il Vaticano ha bisogno urgente di un Gorbaciov che introduca glasnost e perestrojka nel pietrificato sistema vaticano. Si può solo sperare di trovarne uno tra i cardinali".
( da "Repubblica" del 13 marzo 2000, intervista di Andrea Tarquini)
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