La critica di “Noi Siamo Chiesa” al ruolo particolare che il Trattato di Lisbona garantisce alle Chiese cristiane

 

          E’ stato firmato giovedì 13 il Trattato di Lisbona, in sostituzione della Costituzione europea firmata nel 2004 e poi abbandonata perché priva delle ratifiche necessarie. Noi Siamo Chiesa”, a suo tempo, ha espresso il suo dissenso sul vecchio testo  per quanto riguarda la debolezza della tutela effettiva dei diritti sociali e per l’assenza di un esplicito rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Questi deficit sono presenti anche nel nuovo testo ed identico deve essere quindi il giudizio.  Ora bisogna prendere atto che la campagna gestita con grande dispendio di energie dal Vaticano e dall’ala più conservatrice della Chiesa cattolica, con l’appoggio in un primo tempo di alcune chiese protestanti, a favore dell’introduzione del riferimento alle "radici cristiane " nel nuovo testo non ha ottenuto risultati concreti. Questa campagna poteva essere evitata a vantaggio di una serena riflessione, comune a tutti i credenti, su quali siano i veri valori che si possono proporre e che ci si possono laicamente aspettare in un testo di natura costituzionale  Pensiamo che il riferimento ai valori umani e profondamente evangelici della giustizia, della pace, della solidarietà e della libertà siano quelli che dovrebbero veramente interessare. Non servono rivendicazioni in nome di  una “Europa cristiana”, idea  che è molto  discussa per il  controverso e comunque differenziato apporto del cristianesimo alla storia del nostro continente. Inoltre queste insistenti richieste identitarie sono   suscettibili di creare oggi ostilità diffuse e gerarchie tra le religioni.

 

          Ma quale è ora il ruolo dei cristiani nella costruzione dell’Europa ? Molti cristiani al massimo livello di responsabilità hanno contribuito e contribuiscono a promuoverla. Non esiste ora, contrariamente a quello che pensano molti autorevoli ambienti ecclesiastici, alcuna pregiudiziale campagna anticattolica od anticristiana. Semmai esistono poteri ecclesiastici che pretendono ancora discutibili ruoli garantiti nelle istituzioni e di ciò è incontrovertibile testimonianza il Trattato di Lisbona che, all’art. 15-ter, riprende alla lettera la formulazione del vecchio art. 52. Questo articolo "rispetta e non pregiudica" tutte le situazioni di privilegio di cui le chiese godono ora in base agli specifici sistemi giuridici nazionali; inoltre riconosce "l’identità ed il contributo specifico" delle chiese ed impegna l’Unione Europea a "mantenere con esse un dialogo aperto, trasparente e regolare". Questo articolo è la conseguenza di una pressione di tutte la chiese cristiane, poco conosciuta ma  forte e di lunga durata, per ottenere un ruolo separato e dominante nel rapporto con le istituzioni europee rispetto a quello normale,  più che legittimo ed utile,  di ogni altro soggetto della società civile. "Noi Siamo Chiesa" ritiene che i credenti debbano testimoniare la loro fede, nella vita sociale e politica, ispirandosi solo alla parola "povera" di Gesù di Nazareth e che le chiese debbano abbandonare le logiche ecclesiastiche della ricerca di  privilegi e di ruoli particolari nelle istituzioni .

                                                                       “Noi Siamo Chiesa

Roma, 15 dicembre 2007