"NOI SIAMO CHIESA" ( aderente all’International Movement We Are Church- IMWAC)

PRIMA RIFLESSIONE SULLA COSTITUZIONE EUROPEA :

DEMOCRAZIA-CRISTIANESIMO-LAICITA’

  1. La Convenzione, che sta facendo i primi passi, è chiamata ad operare in un periodo nel quale sono messi in discussione i principi di libertà e di solidarietà che sono alla base della cultura democratica.
  2. La Convenzione deve dare all’Europa una Costituzione che si ispiri al patrimonio di idee e di valori che trova la sua più alta espressione in una cultura democratica senza aggettivi, né liberale, né popolare, né cristiana, né socialista.
  3. In questo contesto molti pensano che la religione, in tutte le sue espressioni, può costituire un elemento di grande coesione sociale; ma bisogna contemporaneamente sottolineare che le organizzazioni che rappresentano le chiese europee hanno la tentazione di credersi, come altre volte, le guardiane dei principi e dei valori etici e di sostenere anche le forze politiche conservatrici che condividono le loro affermazioni.
  4. Questa tentazione spinge dei cattolici a domandare in modo molto esplicito che la Costituzione europea possa considerare i temi religiosi e i valori cristiani come principi fondanti dell’identità europea. Si domanda di riconoscere le radici cristiane dell’Europa ma si dimentica la pluralità e la ricchezza delle sue radici non cristiane. Si dimentica anche che nel nome di Dio e di Gesù ci sono state guerre e persecuzioni.
  5. L’Europa, al contrario, nasce dalla coscienza che nessuno può pretendere di possedere la verità assoluta e che nessuno ha il diritto di imporre questa verità con la violenza, la guerra od ogni altra forma di pressione morale. La tolleranza non basta; bisogna riconoscere la libertà di coscienza.
  6. Oggi tutte le Costituzioni europee affermano che non possono esserci discriminazioni per motivi filosofici o religiosi : i tempi del cuius regio eius ac religio non sono che un lontano ricordo. I principi della rivoluzione francese hanno aperto il cammino alla democrazia che aggiunge ormai i diritti sociali ai diritti civili ed ai diritti politici.
  7. Oggi si ha coscienza che la democrazia non accorda previlegi e non riconosce alcuna superiorità nel nome di un’origine etnica , di una chiesa, di una classe sociale, di un partito, di un’ideologia. La democrazia vive di laicità concepita come il rifiuto di considerare qualsiasi religione o qualsiasi ideologia come portatrice di valori assoluti. La Costituzione di un’Europa democratica deve ispirarsi a questa laicità, cuore della cultura europea.
  8. Tutti i cristiani sono chiamati a contribuire alla costruzione di un’Europa autenticamente laica . In particolare, per ciò che ci riguarda come movimento di riflessione e di azione per la riforma della Chiesa Cattolica, è la nostra adesione al Vangelo ed allo spirito del Concilio Ecumenico Vaticano II che ci porta a domandare che la laicità sia affermata nella Carta dell’Unione Europea e a sostenere che il cristiano deve misurarsi con la secolarizzazione senza appoggiarsi a delle istituzioni , a delle garanzie, a dei concordati.
  9. La rivendicazione da parte delle Chiesa di condizioni particolari fa rinascere ostilità e diffidenze al posto di una riflessione comune da parte di credenti e di non credenti, di donne e di uomini in ricerca sui fondamenti dell’Europa allargata. Questi fondamenti dovrebbero essere i diritti della persona, i diritti sociali, i nuovi diritti.

L’Europa dovrebbe giocare un ruolo di traino perché la comunità internazionale agisca contro la dominio economico esercitato sui paesi del Sud del mondo e perché la guerra sia rifiutata come mezzo per risolvere i conflitti.

Roma luglio 2002

 

Questo contributo ha ricevuto il sostegno dell’ EUROPEAN NETWORK CHURCH ON THE MOVE che partecipa al Forum della Convenzione Europea




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