Queste posizioni ci paiono ispirate alla legge del taglione ( "occhio per occhio , dente per dente") e indicano in modo autoritario alle pubbliche autorità come intervenire sul problema degli immigrati, in sostanziale opposizione alle "beatitudini", che costituiscono la vera carta di identità di ogni cristiano e la logica alternativa alle prassi mondane.

Con i nostri fratelli musulmani vorremmo continuare a dar vita al sogno di una umanità riconciliata, dove ogni persona sia aiutata ad amare anche il proprio nemico. Da parte nostra dobbiamo fare in modo che essi possano vivere la loro fede nell'attuale contesto storico e costituzionale della Repubblica italiana.

Con loro ci riconosciamo in quella preziosa ispirazione del Corano "Gareggiate dunque nelle opere buone, ché a Dio tutti tornerete, e allora Egli vi informerà di quelle cose per le quali voi siete in discordia" (V: 53).

Ai fratelli musulmani chiediamo perdono per le offese che subiscono da noi cosiddetti cristiani. Li invitiamo a guardare anche le generose esperienze di accoglienza presenti nelle nostre parrocchie e nell'associazionismo di base.

A tutta la Chiesa cattolica italiana chiediamo di dissociarsi esplicitamente dalla linea di quei sedicenti pastori che si allineano a ideologie potenzialmente razziste e contrarie al dialogo, l’unico strumento atto a convertire tutte le religioni alla pace e alla giustizia.

Auspichiamo che si diffonda la testimonianza evangelica, anche gridandola dai tetti e dovunque si mediti la parola di Gesù di Nazareth.

Roma 2 ottobre 2000