MONS. NOGARO SULL' AFGHANISTAN: DI FRONTE ALL'IMMORALITÀ DELLA GUERRA NON ESISTE ALCUNA "MORALE" DELLE ALLEANZE

 

33490. ROMA-ADISTA. "Il fatto che questa guerra sia sotto l'ombrello dell'Onu, che poi l'ha appaltata alla Nato è solo una finzione giuridica. In ogni caso le bombe sono le stesse dell'Iraq, il numero dei morti in percentuale agli abitanti maggiore": così il vescovo di Caserta Raffaele Nogaro durante un incontro con alcune associazioni di volontariato cattolico svoltosi nel capoluogo campano il 13 luglio 2006.
"In nome della coscienza e della vita di ogni uomo - ha dichiarato il vescovo - non credo si possa tacere sulla missione militare in Afghanistan, dove la pace viene sistematicamente distrutta. L'Afghanistan è più lontano dell'Occidente da tutti i punti di vista, è molto meno popolato e fa meno notizia dell'Iraq. Non passerà molto che i crimini sistematici commessi in Afghanistan saranno riconosciuti e universalmente condannati". Il vescovo ha avuto parole di particolare apprezzamento per l'impegno e la testimonianza di Gino Strada e per il rigore con cui, anche recentemente, il fondatore di Emergency è tornato a condannare l'intervento militare in Afghanistan ed il rifinanziamento della missione italiana.
"Ciò che desta orrore – ha inoltre aggiunto mons. Nogaro con riferimento al dibattito politico in corso sull'argomento – è che le stesse forze politiche che contestavano il sostegno di Berlusconi alla guerra in Afghanistan oggi presentano come necessità inevitabile la partecipazione italiana. Tutto questo in nome di impegni morali derivanti da alleanze. Un appellarsi alla morale per fare la cosa più immorale di tutte: la guerra! Ai parlamentari andrebbe ricordato che è nelle loro mani la vita e la morte di migliaia di esseri umani (il che è già una condizione inaudita perché si sostituisce a Dio), e che ogni calcolo del minor danno parte da un presupposto assolutamente sbagliato: le inevitabilità dell'intervento militare. La minaccia della caduta del governo è un ricatto ignobile, perché non di un cataclisma inevitabile si tratta o di una crisi economica sopranazionale ma di una decisione umana e italiana, e come tale modificabile. In ogni caso la Costituzione (art. 11) viene prima di qualsiasi alleanza".