Dal III Forum Social Mundial di Porto Alegre, gennaio 2003.

Rapporto della delegazione di "Noi Siamo Chiesa"

Lugi De Paoli, Luciana De Petris e Vittorio Bellavite hanno partecipato al terzo Forum Sociale Mondiale svoltosi dal 23 al 27 gennaio a Porto Alegre in Brasile in rappresentanza del movimento "Noi Siamo Chiesa". Su questo straordinario incontro hanno steso queste note.

La partecipazione e l'organizzazione

Si immaginino 20.000 delegati di associazioni, istituzioni o movimenti ( i delegati nel 2002 erano 12.000), più 30.000 giovani (alloggiati in una tendopoli), più decine di migliaia di "partecipanti" (per un totale di 100.000 persone) di tutti i continenti e di tutte le lingue convenire in una città di un milione di persone per discutere, o partecipare alle analisi, dei più toccanti e drammatici problemi internazionali, il tutto senza il minimo incidente.

Si pensi che il Forum di Porto Alegre, nato come alternativo al Forum di Davos (Forum che riunisce i potenti della terra), contava 4700 delegati nel 2001: mentre nel 2003 tale cifra comprende solamente i giornalisti!

Nel 2001, al suo inizio, il Social Forum era ospitato nei locali della generosa Università Cattolica (PUC) di Porto Alegre: due anni dopo gli organizzatori hanno dovuto chiedere in prestito anche l’uso dei vecchi magazzini portuali (Armazén), spazi al Gasometro e persino uno stadio coperto (Gigantinho)dove si sono svolte grandi assemblee (15-20.000 persone) con rinomati personaggi della cultura. Ammirevole l’organizzazione, in massima parte sostenuta da volontari/e servizievoli/e e attenti/e. Gigantesco il lavoro della traduzione simultanea, garantita da migliaia di cuffie e da tre cabine, ciascuna con 2 traduttrici, in ogni hall o stadio.

Il costo complessivo del Forum si è aggirato sui 7 miliardi di lire, in gran parte coperti dalla quota di partecipazione (da venticinque a cinquanta euro a testa) e dai sussidi sia del Comune che dello Stato di Rio Grande do Sul. I costi di viaggio e soggiorno sono stati ovviamente a carico dei singoli partecipanti o delle organizzazioni che essi rappresentavano. All'inizio di gennaio si era svolto ad Hyderabad in India il Primo jmForum Sociale dell’Asia, con 20.000 partecipanti. Il prossimo Forum mondiale si terrà in India.

Le tematiche discusse a Porto Alegre

Due anni fa i seminari erano poche centinaia: quest’anno sono stati 1700! Spesso suddivisi per area linguistica (prevalentemente inglese, spagnolo, portoghese, peraltro lingue ufficiali del Forum), comprendevano una gamma infinita di temi come: salute e medicina alternativa; la gestione delle risorse naturali; il commercio solidale e le ONG; il diritto per l’acqua; cooperativismo e capitale sociale; nuovi fondamenti macroeconomici; paradisi fiscali ed evasione delle tasse; economia e femminismo; debito estero; sindacalismo mondiale; riforma agraria; diritti degli emigranti; gestione dei conflitti e guerre intra-nazionali; metodologie della partecipazione; violenza in famiglia; integrazione continentale; riforma delle istituzioni internazionali; politiche giovanili; educazione popolare secondo P. Freire; architettura e urbanizzazione; cultura e arte; sicurezza sociale; razzismo ambientale; demilitarizzazione e spese per gli armamenti; diritti sessuali e di riproduzione. Un particolare rilievo avevano i temi religiosi: mistica e rivoluzione,

ecumenismo, unità delle religioni, una nuova spiritualità per un nuovo mondo.

Personaggi, incontri, iniziative

Migliaia di persone hanno potuto ascoltare famosi teologi della liberazione (Leonardo Boff, Frei Betto, Gustavo Gutierrez, Pablo Richard), vescovi ( Samuel Ruiz, Demetrio Valentini) e le denunce, tra l’altro, del premio Nobel Perez Esquivel contro coloro che, senza essere castigati, lanciano "la bomba silenziosa della fame nel mondo"; o della coreana Chinsung Chung che ha posto il problema della schiavitù sessuale praticata attraverso il turismo sessuale; o di Noam Chomsky sulle conseguenze nefaste della guerra in Irak in termini di ripresa del terrorismo mondiale; o dell’indiana Arundhaty Roy sull’uso politico del fondamentalismo religioso come strumento per galvanizzare un consenso elettorale; o di E. Galeano, secondo cui i cinque paesi che detengono il diritto di veto dell’ONU sono, paradossalmente, i maggiori fabbricanti di armi.

Molto importanti sono state le Tavole Rotonde sulla comunicazione di massa, particolarmente sentita da tutti, a causa della imponente manipolazione dei media, concentrati nelle mani di pochi padroni. Rilevanti le testimonianze di molti partecipanti nell’uso della radio e di Internet come esercizio di cittadinanza e di democrazia.

Anche l’Africa ha avuto spazi seminariali per affrontare tematiche specifiche.

Al margine del Forum si sono svolte centinaia di laboratori, mostre fotografiche (straordinaria quella di Salgado), teatro degli oppressi, documentari cubani, mostre di pittura, celebrazioni ecumeniche, atti musicali, e sociodrammi.

Contro la guerra ed il neoliberismo. Lula

Nel complesso i due assi portanti di Porto Alegre rimangono: l’opposizione all’uso della guerra come strumento di soluzione dei conflitti, tanto più se essa è intrapresa da uno stato con pretese imperiali; e la critica alla globalizzazione neoliberale o capitalista, vero terrore quotidiano per i poveri, in quanto generatrice di squilibri economici, sociali ed ecologici che sono ogni giorno più micidiali e planetari.

Un momento indimenticabile per i 100.000 che affollavano una spianata all’aperto (Anfiteatro do Porta-do-Sol) è stato il discorso di Lula, neopresidente del Brasile. Credo che nessuno di quanti hanno ascoltato, anche per radio, il messaggio di questo ex metalmeccanico, fondatore del Partito dei Lavoratori (PT), abbia mai sentito parlare un capo di governo in una forma così semplice, diretta e appassionata, ma anche determinata nel far si che nella sua terra non ci siano più 20 milioni di analfabeti e 30 milioni di brasiliani che mangiano a mala pena una volta al giorno (Lula ha lanciato subito il programma "Fame zero").

"Un altro mondo è possibile" gridava Lula, che rivendicava a se l’onore di essere stato nominato presidente senza l’appoggio dei mass media e delle classi dominanti; di avere programma di rigore morale opposto a quello di certi governanti latinoamericani (con tanto di nome e cognome) scalzati dal potere per corruzione; di guardare più al Sud del mondo che all’Occidente. "Andrò a Davos non come rappresentante del Social Forum, ma come presidente di un paese che ha milioni di poveri, e solleverò il problema della fame, della sanità e del debito estero. Io ho solo una faccia, e le cose che dico a voi le ripeterò a loro, di persona, senza mandarle a dire attraverso i giornali". Questa promessa è stata poi mantenuta come risulta dal testo integrale del suo discorso a Davos .

Lula ha definito l’esperienza di Porto Alegre "il più grande evento della società civile".

La delegazione di "Noi Siamo Chiesa" , dovendo necessariamente scegliere tra le tante tematiche e gli innumerevoli incontri, ha deciso, conformemente al loro compito di rappresentanza, di seguire soprattutto le iniziative che facevano riferimento a movimenti o personalità cristiane.

La tenda interreligiosa

Quest'anno c'era nel campus della PUC (l'Università cattolica) un grande tenda interreligiosa divisa in piccoli box dove ogni organizzazione presentava i propri materiali . C'erano anzittutto alcuni monaci benedettini di Goyas con il loro abate Marcelo Barros .Ogni mattina tenevano un momento di preghiera presso uno spazio attrezzato preso la tenda e la domenica mattina all'alba hanno organizzato una veglia al grande anfiteatro della Porta do sol con la presenza di otto religioni. Nella tenda c'era il CEBI, il Centro per la lettura popolare della Bibbia che si ispira al metodo di Carlos Mesters e che ha organizzato dei workshop di grande interesse. Soave Buscemi, italiana, ne era l'animatrice. Il Cebi ha sede a Florianopolis ma ha attività in tutto il Brasile. Era presente il centro Martin Luther King dell'Avana (con il suo Presidente il pastore Raùl Sùarez) che è appoggiato alla chiesa battista e pubblica la rivista teologica "Caminos".

Il Consiglio Ecumenico delle Chiese

Alla tenda faceva capo anche l'importante delegazione del Consiglio Ecumenico delle Chiesa che era composta, tra gli altri, da Geneviève Jacques, responsabile dei programmi del CEC, e dal tanzaniano Rogate Mshana del Programma Giustizia Economica . Il CEC ha organizzato quattro incontri su " Una spiritualità di resistenza"; in essi si è parlato di politica , di acqua per la vita, dello sviluppo sociale mondiale, di un approccio ecumenico al finanziamento dello sviluppo .

E' stata poi presentata in una apposita assemblea la campagna "Il commercio al servizio delle persone" lanciata dalla Alleanza Ecumenica "Agir ensemble"; essa è stata sponsorizzata dalle principali organizzazioni di chiese evangeliche e da associazioni di ispirazione cristiana, si svilupperà fino al 2005 ed ha lo scopo di impegnarsi nella lotta per la giustizia nel commercio che deve essere uno "strumento per la promozione del benessere umano, delle comunità sostenibili e della giustizia economica".

Le testimonianze

Infine in una delle testimonianze proposte ufficialmente dai promotori del Forum ha comunicato la sua esperienza il vescovo evangelico Federico Pagura copresidente del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Egli ha detto tra l'altro:"l'azione di Lula è una forma di evangelizzazione".

Nell'ambito di queste testimonianze hanno parlato anche Samuel Ruiz e Gustavo Gutierrez in sale affollate ed estremamente attente.

L'ex-vescovo di San Cristobal in Chapas ha ripercorso la sua storia di credente alla ricerca dell'inculturazione dell'Evangelo nella cultura indigena fondata sullo spirito comunitario e non sull'individualismo ("todos para todos y nada para nosotros") . Per dom Samuel ci sono sementi della Parola di Dio e valori religiosi nella cultura indigena, bisogna superare l'occidentalizzazione della chiesa cattolica, il futuro sta nel rinnovamento della Chiesa. Gutierrez ha ripercorso le esperienze e le riflessioni che hanno dato vita alla teologia della liberazione. La povertà è una sfida radicale alla coscienza umana e cristiana, l'aiuto al povero deve

accompagnarsi al rifiuto delle cause della povertà che è una condizione e non è un destino. Gutierrez parla di una campagna per "non farci esistere", non ha peli sulla lingua e parla di una "universalità dominatrice imperialista". La sua riflessione termina con un atto di speranza ("il futuro è nelle nostre mani") .

I brasiliani

I cattolici della teologia della liberazione hanno avuto dall'inizio una forte presenza ed autorità nel Forum. Quando parla Marina Silva la grande sala è stracolma . Ora ministra dell'Ambiente nel governo Lula era analfabeta fino a 17 anni, siringueira con Chico Mendes, con la salute ancora oggi compromessa da questo suo precedente lavoro, attiva nelle Comunità cristiane di base, entrò nel PT e fu eletta a sorpresa al Parlamento da quanti si riconoscevano nella sua vita. E' molto popolare in Brasile. Popolarissimi e conosciuti dall'uomo della strada sono Frei Betto e Leonardo Boff.

Ad essi spetta parlare nello stadio con Eduardo Galeano e Joseph Ziegler .

Frei Betto è stato nominato, insieme ad altri sei, consigliere speciale di Lula ed ha ora un ufficio al Planalto, il palazzo del Presidente della Repubblica di Brasilia. Egli è stato uno dei protagonisti della grande azione di formazione di quadri alla scuola di Paulo Freire che ha poi permesso di avviare l'esperienza del PT e della CUT ( il sindacato) con alle spalle con ruoli distinti le Comunità cristiane di base. Frei Betto parla con l'autorità di chi aveva visto giusto nell'organizzare i movimenti di massa e nell'attuare le distinzioni tra i vari ambiti. (e fa polemica "con la sinistra accademica che, al crollo del muro di Berlino, è caduta in una crisi metafisica").

Adesso, dice, siamo consapevoli che siamo al governo e non al potere . "Metteremo al centro della politica il sociale e non il mercato-denaro" e "il nostro tentativo dipende molto più da questo movimento che dal Parlamento"

Leonardo Boff conclude il suo intervento nello stadio leggendo una preghiera che S.Francesco avrebbe fatto in una tale situazione.

Amerindia

Ancora un incontro di grande interesse è quello promosso da Amerindia sul "condizionamento reciproco tra il necessario cambiamento delle strutture ed i soggetti personali e collettivi". Vi partecipano dom Demetrio Valentini vescovo di Jares in Brasile e Pablo Richard fondatore dei "Cristiani per il socialismo" in Cile nel 1972 ed ora animatore di un Centro di riflessione biblica in Costarica ma con un raggio d'intervento esteso a tutta l'America latina .Bisogna andare oltre il discorso della lotta di classe, i nuovi soggetti sono i giovani, le donne, gli ambientalisti ; la scienza, la tecnologia, il mercato non sono degli assoluti; bisogna chiedersi non "se crediamo" ma "in quale Dio crediamo ?" oppure " di quale Dio siamo atei?". Egli ripete il forte riferimento all'intreccio tra il soggetto e la collettività ("il soggetto esiste nell'affermazione del tu, nell'esistenza della comunità", "se c'è qualcosa per tutti c'è qualcosa per me").

Verso il Forum in India

Facendo un bilancio delle presenze cristiane a Porto Alegre abbiamo trovato un filo di continuità con l'anno precedente ed una loro maggiore consistenza, la forte ed inevitabile presenza del cristianesimo sudamericano, presenze ecumeniche ed interreligiose ancora abbastanza inconsuete per noi . Di qui nasce un impegno per il prossimo Forum mondiale che si terrà in India dove la situazione è meno scontata e quindi necessita maggiore impegno, intelligenza e generosità da parte di chi è più responsabile dell'intreccio tra l'Evangelo e questi segni dei tempi che sono costituiti dai Forum.

Roma, febbraio 2003

 




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