INCONTRO PUBBLICO NSC EMILIA ROMAGNA
Davanti ad una platea partecipe e
numerosa s’è svolto a Bologna, lo scorso venerdi 11
novembre, l’incontro di presentazione di Noi Siamo
Chiesa, movimento cattolico conciliare aderente all’ IMWAC (International
movement We are Church). Occasione della serata è stata la nascita nel
capoluogo emiliano romagnolo d’un coordinamento regionale dell’associazione,
che avrà il compito di promuovere all’interno della regione l’istanze
di NSC. L’incontro ha avuto come relatori volti più o meno noti dell’area
italiana del dissenso ecclesiale, i quali, moderati dal giornalista Giovanni
Panettiere, hanno affrontato il tema della situazione attuale di Noi Siamo Chiesa e delle sue prospettive future. Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di NSC, narrata la storia
del movimento, ha voluto sottolineare quelle che sono
le linee guida del gruppo. “Puntiamo ad una rilettura del ministero ecclesiale
in un’ottica di servizio e non di potere con l’abolizione del celibato
obbligatorio e l’apertura del sacerdozio anche alle donne. Lavoriamo per una
morale non più incentrata sulla sessualità, terreno per il quale urge una
riforma seria alla luce dell’esperienza evangelica e della situazione attuale,
anche per superare discriminazioni inaccettabili come quelle a carico delle
persone omosessuali. C’impegniamo infine per una maggiore partecipazione dei
laici alla vita ecclesiale sull’orme del Concilio
ecumenico Vaticano II senza dimenticare il nostro impegno per la pace e la
giustizia sociale”. Bellavite ha quindi voluto ricordare quello che resta l’obiettivo
primario di Noi Siamo Chiesa. “Essere un catalizzatore
dell’istanze di tutti quei cattolici delusi dalla
situazione attuale della Chiesa affinché questo patrimonio ideativo
possa essere sfruttato in positivo per il bene del popolo di Dio entro la cui
cornice, pur con fatica, vogliamo seguitare a stare”. Prezioso l’intervento di
Guido D’Altri, prete sposato che ha esaltato la Chiesa domestica delle origini
in contrapposizione alla Chiesa costantiniana attuale
riconoscendo così i meriti di Noi Siamo Chiesa,
movimento che guarda con favore agli albori dell’esperienza ecclesiale. “ Mentre la Chiesa istituzione si limita a mettere sotto il
tavolo problemi come quello dell’obbligo di celibato per i sacerdoti o del
ruolo della donna all’interno del popolo di Dio, Noi Siamo Chiesa ha il pregio
d’affrontare con serenità queste questioni promuovendo soluzioni evangeliche.
Un prete non lascia il sacerdozio perché s’è innamorato d’una
donna o cose simili. Il suo abbandono è dettato dal fatto che è stanco di stare
in una struttura dai mille tabù e senza alcun dibattito pastorale e teologico
sugli interrogativi interni al Corpo di Cristo. Quel che interessa, almeno in
Italia, alla Chiesa gerarchica è l’interventismo politico più frenetico”.
Critiche al centralismo ed all’autoritarismo dell’Istituzione cattolica sono
arrivate anche da Chino Piraccini, prete sposato e
già vice rettore del seminario regionale dell’Emilia Romagna. “La situazione
attuale della Gerarchia è inaccettabile. Questo clima è difficile da superare,
ma credo che si possa abbattere facendo riferimento alla grande
esperienza delle comunità di base. In questa realtà vive il vero spirito
evangelico fatto d’amore e solidarietà fra i fratelli. Con il diffondersi delle
comunità di base l’autoritarismo del Potere ecclesiale
crollerà su sé stesso. A quel punto anche loro si renderanno conto d’aver
smarrito la strada di Dio”. Pungente la relazione di Ruffillo Passini,
esponente di spicco della Comunità di base di Bologna, il quale ha contestato
il recente Sinodo sull’Eucarestia per gli argomenti trattati invitando così
implicitamente NSC a prendere in considerazione soprattutto gli aspetti problematici primari del mondo contemporaneo. “Nel recente
Sinodo la Chiesa Istituzionale s’è soffermata su tematiche
come quella dell’Eucarestia ai divorziati risposati
senza però affrontare problemi come il nuovo ordine globale, la pace, la
giustizia e l’economia. Il compito del credente è quello di risolvere rapidamente
questioni come quella dei divorziati risposati, che sono certamente importanti
ma meno centrali rispetto a tematiche come la pace o
la giustizia internazionale per le quali urge un impegno ben più marcato”. Paolo Nerozzi di
Pax Christi Bologna ha ricordato invece ai presenti
come i cambiamenti nel corso della storia si siano realizzati sempre con tempi
piuttosto lunghi. “ La storia non c’invita a desistere, ma ad avere un po’ più
di pazienza dal momento che è fuori discussione che non si potrà avere tutto e
subito”. La presenza di Nerozzi all’incontro di Noi Siamo Chiesa lascia ben sperare sull’affermazione d’una
linea di dialogo e collaborazione fra Nsc Emilia
Romagna ed il Punto pace Bologna. Tanti gli interventi dal
pubblico, segno evidente d’una volontà di contribuire a cambiare una Chiesa in
cui non pochi faticano a ritrovarsi.
Al centro di questi la necessità di difendere le
conquiste del Vaticano II dal clima di restaurazione iniziato sotto il
pontificato di Giovanni Paolo II, ma non sono mancate nemmeno le critiche ad
una Chiesa ingessata sulla figura dei sacerdoti, uomini per i quali si chiede
la messa in discussione, alla luce del Vangelo, della prerogativa sacrale,
tanto cara al Vaticano. Infine merita una menzione l’intervento dei
rappresentanti della comunità riminese di credenti
omosessuali, Narciso e Boccadoro, che hanno denunciato il clima di sospetto ed emarginazione a
loro carico presente nell’ambito della Chiesa cattolica.
Giovanni Panettiere