Mons Bettazzi su SETTIMANA n. 11 del 19 marzo 2006

Cari Confratelli,
          scusatemi l¹intervento, che può sembrare indebito perché rasenta
il politico; mentre indebita è invece la manipolazione religiosa che esso
vuol riprovare. Alludo alla lettera inviata ­ mi si dice - anche a tutti i
parroci italiani dall¹on. Bondi, portavoce di Forza Italia. I laici un tempo
riprovavano i vescovi perché orientavano il voto dei cattolici; ma i vescovi
avevano una qualifica per farlo e orientavano verso una forza politica
espressamente riferita all¹insegnamento della Chiesa. Ora viene data da chi
evidentemente strumentalizza in vista delle elezioni gli appoggi dati a
strutture ecclesiastiche (talora con svantaggio per  le strutture
pubbliche), ma in un contesto che mi pare ben lontano dalla dottrina sociale
della Chiesa.
Vi sono, è vero, alcune prese di posizione in difesa della vita nascente ­
anche se queste possono risultare solo formali per chi poi può col denaro
evadere le limitazioni legali ­ ma non si fa poi altrettanto per tutelare la
vita già nata. Le difficoltà crescenti che incontrano le famiglie e le
persone meno fortunate, così come l¹atteggiamento nei confronti di chi viene
da lontano per cercare la sopravvivenza ­ provocando critiche puntuali da
parte della stessa Caritas ­ e l’insieme della legislazione, tutta dominata
dall¹evangelico Mammona (nettamente alternativo a Dio), con comportamenti
esternamente ossequenti ma personalmente svincolati dalle norme morali, fa
pensare alla riprovazione che Gesù riservava, più che ai pubblicani e alle
prostitute, proprio ai ³sepolcri imbiancati², a quelli che ostentavano
esternamente osservanze formali ma in realtà cercavano solo di mantenere
potere e prestigio.
A leggere quello che proponeva molti anni fa il Gran Maestro della Loggia
massonica P2 ­ Loggia sconfessata dalla stessa Massoneria -  si dovrebbe
invece concludere che la politica dell’attuale governo si è modellata su
quel programma più che sulla dottrina sociale della Chiesa.
Non vorrei con questo entrare anch’io nel campo di indicazioni concrete;
votiamo in coscienza, valutando ciò che è più utile alla gente (dovrei
precisare alla gente più povera) ma diffidiamo e contestatiamo di fronte a
chi si atteggia a difensore della fede, mentre in realtà è al servizio dei
propri interessi.
Scusatemi. Ogni caro augurio.
+ Luigi Bettazzi
vescovo emerito di Ivrea