TRONDHEIM/1. CONCLUSA LA XII ASSEMBLEA DELLA CONFERENZA DELLE CHIESE EUROPEE
(KEK)
L'Assemblea ha sottolineato la necessità di rafforzare la voce dei cristiani
in Europa
Roma (NEV), 9 luglio 2003 - Con la predicazione dell'arcivescovo di
Canterbury, Rowan Williams, si è conclusa il 2 luglio a Trondheim (Norvegia)
con un culto solenne sulla riva del fiume Nidelven la XII Assemblea della
Conferenza delle chiese europee (KEK). Per una settimana più di 800 persone
provenienti da tutta Europa - delegati delle 125 chiese membro della KEK,
protestanti, anglicani e ortodossi, nonché rappresentanti delle
organizzazioni associate - si sono confrontati sul tema "Gesù Cristo
guarisce e riconcilia - la nostra testimonianza in Europa". Vastissima l'
area dei temi affrontanti durante i lavori dell'Assemblea che si riunisce
ogni sei anni, e che ha il compito - per il periodo che separa un'Assemblea
dall'altra - di formulare delle direttive alle sue chiese membro, alle
organizzazioni associate, nonché alle commissioni e ai comitati della KEK.
Tutti d'accordo sul fatto che le chiese in Europa devono affrontare la sfida
della secolarizzazione in atto nelle società d'Europa. "Se da una parte la
secolarizzazione apatica costituisce un problema - si legge in un comunicato
stampa della KEK - non va neanche sottovalutato il crescente bisogno di
valori ed esperienze spirituali. La voce dei cristiani va dunque rafforzata
nel Continente". L'Assemblea ha a questo scopo approvato un piano per il
futuro e che si rivolge sia alla KEK in qualità di organizzazione facente
parte del mondo ecumenico più vasto, sia ad ogni singola chiesa membro.
Molta importanza viene data alla prosecuzione della cooperazione teologica
tra le varie confessioni rappresentate nella KEK, con particolare riguardo
ai rapporti tra le chiese ortodosse e le altre chiese membro; è stata
sottolineata l'importanza della cooperazione instauratasi tra la KEK e il
Consiglio delle Conferenze episcopali europee (CCEE); l'Assemblea ha altresì
auspicato un rapido accoglimento della "Carta Ecumenica", nonché la
prosecuzione del dialogo interreligioso e in particolare con l'Islam. In
agenda anche la preparazione di una terza Assemblea ecumenica europea in
collaborazione con la Chiesa cattolica romana (sulla falsariga delle
Assemblee di Basilea del 1989 e di Graz del 1997).
Tra le raccomandazioni espresse dall'Assemblea e dirette alle chiese e alle
organizzazioni associate della KEK, quelle riguardanti l'impegno per la
pace, la giustizia e la riconciliazione come via per la guarigione. In
particolare l'Assemblea ha espresso apprezzamento per la bozza della
Costituzione Europea presentata dalla Convenzione sul futuro dell'Europa
guidata da Valéry Giscard d'Estaing, e varata di recente a Salonicco. "Si
tratta di un importante risultato, un tentativo di dare alla Unione Europea
una griglia di valori e obiettivi comuni tra cui la libertà, la giustizia,
la pace, la solidarietà e la partecipazione civile" si legge in un
comunicato. Particolare apprezzamento è stato espresso per l'articolo 51
della bozza, laddove è detto che le istituzioni europee manterranno con le
chiese europee, con le altre religioni, ma anche con le organizzazioni
filosofiche e non-confessionali, un dialogo "aperto, trasparente e continuo".
Nonostante alcuni delegati si siano espressi a favore di un chiaro
riferimento nella Costituzione Europea al "contributo cristiano", altri
hanno ritenuto sufficiente l'attuale formula del preambolo riferita al
patrimonio "religioso" tout-court. L'Assemblea non ha ritenuto necessario
prendere alcuna posizione ufficiale in merito a questa disputa, ma ha
tuttavia sottolineato che "nello spirito della 'Carta Ecumenica', siamo
convinti che il patrimonio spirituale della cristianità costituisce una
fonte di ispirazione e di arricchimento per l'Europa".
Ospite d'onore dell'Assemblea e primo relatore è stato il primo presidente e
fondatore della Repubblica dello Zambia, Kenneth Kaunda, che ha rivolto un
appello alle chiese a lavorare per la riconciliazione tra il Nord e il Sud
del mondo. Ha sottolineato l'importanza che l'Europa ha nel prendere
coscienza delle sue responsabilità nei confronti dei principali problemi che
l'umanità deve affrontare. In questo contesto - ha affermato Kaunda - "le
chiese hanno una particolare responsabilità" .
Nel nuovo Comitato esecutivo, che consta di 40 membri, è stata eletta la
pastora della chiesa metodista di Villa San Sebastiano (AQ) Birgit Wolter. A
designare il prossimo presidente KEK sarà il neoeletto Comitato esecutivo in
occasione del suo primo incontro, previsto per il prossimo dicembre.
(nev/gc)
TRONDHEIM/2. IL TEMA DELLE MIGRAZIONI TRA I PIÙ SENTITI ALL'ASSEMBLEA KEK
Maggiore collaborazione tra KEK e Commissione delle chiese per i migranti in
Europa
Roma (NEV), 9 luglio 2003 - Migrazioni, minoranze etniche e religiose,
rifugiati, razzismo e discriminazione: ecco i temi senz'altro più gettonati
della XII Assemblea della Conferenza delle chiese europee (KEK) svoltasi dal
28 giugno al 2 luglio a Trondheim (Norvegia). Tutti hanno concordato sulla
necessità da parte delle chiese di impegnarsi per la solidarietà nei
confronti degli sradicati nelle nostre società. L'Assemblea ha riconosciuto
che sempre più numerose sono le persone vittime delle trasformazioni
economiche, sociali e politiche dell'Europa. Nel suo sermone di chiusura l'
arcivescovo anglicano Rowan Williams ha voluto ritornare sull'importanza di
questi argomenti: "Quando altre persone si rivolgono a noi per chiederci
aiuto, cibo, acqua e libertà, non mettiamo in pericolo soltanto la loro vita
se ci disimpegniamo, ma anche la nostra".
L'Assemblea ha dato inoltre la sua approvazione ad una dichiarazione delle
Nazioni Unite dello scorso 1 luglio sulla protezione dei diritti di tutti i
lavoratori migranti e i membri delle loro famiglie. I partecipanti all'
Assemblea KEK hanno lanciato un appello a tutti i governi d'Europa per
ratificare questa convenzione ONU, che "garantisce uno standard di base
necessario per la protezione dei diritti umani dei lavoratori migranti con o
senza documenti".
L'Assemblea KEK, riconoscendo che le migrazioni sono una realtà paneuropea
che sfida le società, le istituzioni politiche e le chiese, ha votato all'
unanimità una mozione per rafforzare i rapporti di collaborazione tra la
Commissione delle chiese per i Migranti in Europa (CCME), con sede a
Bruxelles, e la KEK. Si pensa di arrivare gradualmente ad una integrazione
della CCME nella KEK. La CCME, di cui è moderatore l'italiana Annemarie
Dupré, fu fondata nel 1964; tra i suoi settori d'interesse: l'asilo, la
migrazione irregolare, il traffico di esseri umani, razzismo e xenofobia;
tra gli obiettivi quello di sensibilizzare le chiese e le società europee su
questi temi. "Le migrazioni e tutti gli argomenti legati ad esse stanno
diventando un tema centrale per tutti i paesi europei - ha dichiarato il
pastore battista Keith Clements, segretario generale della KEK - la
necessità per le chiese di essere delle chiese per lo straniero, il più
debole, e per coloro i cui diritti sono a rischio, è più che evidente."
(nev/gc)
TRONDHEIM/3. CRISTIANI E MUSULMANI DEVONO LAVORARE INSIEME IN UNA SOCIETÀ
LAICA
La XII Assemblea della KEK lancia un chiaro messaggio a favore del dialogo
Roma (NEV), 9 luglio 2003 - "Cristiani e musulmani devono lavorare insieme
in una società laica". La XII Assemblea della Conferenza delle chiese
europee (KEK) lancia un chiaro messaggio affinché venga accolta la sfida di
una Europa, anche religiosamente, sempre più "plurale". Una chiara
indicazione di dialogo e accoglienza che non trasformi l'Europa in una
fortezza politica, culturale e religiosa. "Nel corso della sua storia, l'
Europa ha accolto culture diverse - sottolinea Jean Arnold De Clermont,
presidente della Federazione protestante francese (FPF) - dalla cultura
greca a quella romana e poi quella islamica ed ebraica. Possibile che oggi
non sia in grado di accogliere o meglio ri-accogliere l'Islam tra le sue
culture?". Il riferimento al dibattito sulla Costituzione Europea è
evidente. Ne ha parlato esplicitamente Gianni Long, presidente della
Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI): ".parlare di radici
cristiane dell'Europa, potrebbe significare escludere chi non condivide
queste radici, laici, ebrei o persone di altre fedi. Ha un ben diverso
valore riconoscere invece la rilevanza del patrimonio religioso, quello
cristiano in particolare, nella costruzione dell'Europa. Sarebbe riduttivo e
miope non riconoscerlo".
Un importante messaggio è venuto anche dal segretario generale del Consiglio
delle Chiese del Medio Oriente (MECC) Riad Jarjour, che ha portato all'
Assemblea le preoccupazioni dei cristiani del Medio Oriente per la
situazione di forte conflitto nell'area, ma ha anche sottolineato l'urgente
bisogno di dialogo tra cristiani e musulmani, che in varie parti del mondo
vivono momenti di tensione. "Voi dovete comprendere gli altri, come voi
volete essere compresi - ha sottolineato Jarjour -; c'è una crescente
cultura del dialogo che si è realizzata anche in occasione della recente
guerra in Iraq. Il fatto che le chiese cristiane abbiano preso posizione
contro la guerra ha facilitato il dialogo tra l'islam e il cristianesimo in
molte parti del mondo, in particolare nel Medio Oriente".
L'Assemblea è stata anche l'occasione per il vescovo luterano di Oslo,
Gunnar Staalsett, di comunicare che proprio in questi giorni si svolgerà per
la prima volta a Baghdad, in Iraq, un incontro tra ventidue leader religiosi
di fedi diverse, importante segno di speranza e dialogo.
Dialogo ed incontro, sono dunque le due parole chiave che emergono dalla
dodicesima Assemblea della Conferenza delle chiese europee, e che vengono
utilizzate anche nei confronti dell'Islam. Ma quali sono i luoghi di questo
incontro e dialogo? Alcuni dei presenti sottolineano l'importanza dell'
incontro sul piano della vita quotidiana, del buon vicinato; altri ritengono
più importante concentrarsi sul dialogo teologico, sullo studio della Bibbia
e del Corano. Ma sarà forse proprio la condivisione della vita quotidiana
che faciliterà il dialogo teologico. (nev/gu)