Conclusa in Norvegia la VII Assemblea della Conferenza delle chiese europee (KEK). Protestanti, anglicani ed ortodossi di tutta Europa dal 25 giugno al 2 luglio A conclusione dei lavori l’Assemblea ha sottolineato la necessità di rafforzare la voce dei cristiani in Europa. Roma, 2 luglio 2003 (NEV-CS28) - Con la predicazione del nuovo arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams si è conclusa oggi a Trondheim (Norvegia) con un culto solenne sulla riva del fiume Nidelven la VII Assemblea della Conferenza delle chiese europee (KEK). Per una settimana più di 800 persone provenienti da tutta Europa - delegati delle 125 chiese membro della KEK, nonché rappresentanti delle organizzazioni associate – si sono confrontati sul tema "Gesù Cristo guarisce e riconcilia – la nostra testimonianza in Europa". Vastissima l’area dei temi affrontanti durante i lavori dell’Assemblea che si riunisce ogni sei anni, e che ha il compito - tra una Assemblea e l’altra - di formulare delle direttive alle sue chiese membro, alle organizzazioni associate, nonché alle commissioni e ai Comitati della KEK. Tutti d’accordo sul fatto che le chiese in Europa devono affrontare la sfida della secolarizzazione in atto nelle società d’Europa. "Se da una parte la secolarizzazione apatica costituisce un problema - si legge in un comunicato stampa della KEK – non va neanche sottovalutato il crescente bisogno di valori ed esperienze spirituali. La voce dei cristiani va dunque rafforzata nel Continente". L’Assemblea ha a questo scopo approvato un piano per il futuro e che si rivolge sia alla KEK in qualità di organizzazione facente parte del mondo ecumenico più vasto, sia a ogni singola chiesa membro. Molta importanza viene data alla prosecuzione della cooperazione teologica tra le varie confessioni rappresentate nella KEK, con particolare riguardo ai rapporti tra le chiese ortodosse e le altre chiese membro; è stata sottolineata l’importanza della cooperazione instauratasi tra la KEK e il Consiglio delle Conferenze episcopali europee (CCEE); l’Assemblea ha altresì auspicato una rapida implementazione della "Carta Ecumenica", nonché la prosecuzione del dialogo interreligioso e in particolare con l’Islam. Tra le raccomandazioni espresse dall’Assemblea e dirette alle chiese membro e alle organizzazioni associate della KEK, quelle riguardanti l’impegno per la pace, la giustizia e la riconciliazione come via per la guarigione. In particolare l’Assemblea ha espresso apprezzamento per la bozza della Costituzione Europea presentata dalla Convenzione sul futuro dell’Europa capeggiata da Valéry Giscard d’Estaing, e varata di recente a Salonicco. "Si tratta di un importante risultato, un tentativo di dare alla Unione Europea una griglia di valori e obiettivi comuni tra cui la libertà, la giustizia, la pace, la solidarietà e la partecipazione civile". Particolare apprezzamento è stato espresso per l’articolo 51 della bozza, laddove è detto che le istituzioni europee manterranno con le chiese europee, con le altre religioni, ma anche con le organizzazioni filosofiche e non-confessionali, un dialogo "aperto, trasparente e continuo". Nonostante alcuni delegati si siano espressi a favore di un chiaro riferimento nella Costituzione Europea al "contributo cristiano" al Continente, altri hanno ritenuto sufficiente l’attuale formula del preambolo riferita al patrimonio "religioso" tout-court. L’Assemblea non ha ritenuto necessario prendere alcuna posizione ufficiale in merito a questa disputa, ma ha tuttavia sottolineato che "nello spirito della ‘Carta Ecumenica’, siamo convinti che il patrimonio spirituale della cristianità costituisce una fonte di ispirazione e di arricchimento per l’Europa". |