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We are Church-IMWAC
Responsabile attuale: Christian Weisner Hildesheimer Str. 103 D-30173 Hannover Tel.: +49 (0)511-80 00 10 mobil: +49 (0)172-518 40 82 Fax : +49
(0)511-988 60 50 eMail: media@we-are-church.org Internet: www.we-are-church.org |
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Comunicato stampa Hannover/Roma, 3
aprile 2005
“Noi Siamo Chiesa” : un papa ed un pontificato pieni di contraddizioni
Il movimento internazionale per
la riforma della Chiesa Cattolica We Are Church-IMWAC riconosce il grande ruolo esercitato del papa Giovanni Paolo II nel suo lungo regno da papa, plaude al
suo impegno nel portare libertà alla Polonia, sua patria elogia le sue aperture
alla comunità ebraica e i suoi vigorosi sforzi per superare il tradizionale antisemitismo della cultura cattolica,
apprezza la sua netta avversione alla
pena di morte, il suo sostegno generale in favore della giustizia sociale e la
sua esplicita opposizione alla guerra, in particolare in Iraq. Il suo "Mea
Culpa", che riconsidera i lati oscuri della storia della Chiesa, è stato
un passo coraggioso.
La sua avvincente personalità e
la sua religiosità personale possono
soltanto essere elogiate.
Il suo pontificato è però stato
pieno di contraddizioni. La direzione nella quale ha condotto la chiesa, al suo
interno, è stata estremamente angosciosa per coloro che nutrivano speranze di
un'autentica riforma. Purtroppo, sebbene abbia partecipato in prima persona al
Concilio, Giovanni Paolo II ha ignorato gli appelli del crescente movimento di
cattolici comuni che in tutto il mondo cercavano di rafforzare lo spirito di
apertura ed inclusione avviato dal Concilio Vaticano Secondo.
Pur profondamente consacrato alla
riforma e al dialogo nell'intero mondo, ha rafforzato le strutture centraliste
ed autoritarie all'interno della Chiesa stessa. Ha favorito un clima di paura e
rigidità. Non c'è stata alcuna volontà di avviare un dialogo serio con i
"cattolici del Vaticano II", come sono le donne cattoliche che
chiedevano uguaglianza, i teologi riformisti o il movimento Noi Siamo Chiesa.
Le teologie sorte dallo spirito del Concilio Vaticano Secondo, come la teologia
della liberazione, sono state sistematicamente soffocate sotto questo
pontificato. Un’infinità di norme e documenti canonici, soprattutto durante la
seconda metà di questo pontificato, ha acuito il centralismo ecclesiale. La
costante nomina di vescovi e cardinali conservatori ha rafforzato queste
tendenze.
Diritti umani nella chiesa
Giovanni Paolo II è stato un
difensore dei diritti civili nella società, ma non ha applicato questa
convinzione alla chiesa stessa. Tra i diritti umani ancora in attesa di
riconoscimento nella chiesa vi sono: l'uguaglianza sessuale - compresa
l'ordinazione delle donne, il diritto di matrimonio dei preti, la libertà di
coscienza e di parola, il diritto ad un processo equo, il diritto ad essere
rispettati per il proprio orientamento sessuale e il riconoscimento della
maturità del laicato in decisioni riguardanti la riproduzione e l'uso del
preservativo, in particolare per
prevenire la diffusione dell'HIV-AIDS.
Lo scandalo della pedofilia ha
smascherato una grave violazione dei diritti umani nella vita dell'intera
chiesa. Sebbene alla fine Giovanni Paolo II abbia ammesso trattarsi di uno
scandalo, tale scandalo necessitava di una presa di posizione molto più
vigorosa e molto tempo prima.
Ecumenismo
Nel campo ecumenico e del
dialogo inter-religioso, in particolare con il popolo giudaico, Giovanni Paolo II
ha intrapreso passi lodevoli che sono stati giustamente encomiati. Sono però
stati seguiti dal documento anti-ecumenico "Dominus Jesus" e da un
secco "no" alla condivisione della comunione con i cristiani di altre
denominazioni.
Il movimento internazionale
We Are Church-IMWAC, fondato a Roma nel 1996, è impegnato nel rinnovamento della Chiesa Cattolica Romana
sulla base del Concilio Vaticano Secondo (1962-1965) e dello spirito teologico
da esso scaturito. IMWAC ha il suo fondamento nell’Appello “dal Popolo di Dio”
lanciato in Austria nel 1995, sorto
dopo lo scandalo della pedofilia cresciuto intorno al cardinale di Vienna
Groër.
Vennero raccolte circa due
milioni e mezzo di firme che chiedevano:
- la partecipazione dei fedeli alla nomina delle
proprie guide;
- l'uguale accesso delle donne a tutti i ministeri;
- il celibato opzionale per i preti;
- un atteggiamento positivo nei confronti della
sessualità nel rispetto della coscienza dei singoli;
- tolleranza e dialogo con tutte le forme di dissenso nella Chiesa invece della loro
discriminazione.
Noi Siamo Chiesa è
rappresentata in più di venti nazioni di tutti i continenti, e opera a livello
mondiale in collegamento con gruppi di riforma di orientamento simile. Come
confermano studi internazionali di rinomati sociologi della religione, Noi
Siamo Chiesa, in quanto movimento di riforma interno alla Chiesa, rappresenta
una voce dal basso e lo ha dimostrato in diversi sinodi ombra, tenuti a Roma.
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