LE SORELLE CLARISSE DI JESI

IN OCCASIONE DELLA FIACCOLATA DEL 10 DICEMBRE 2002

Vogliamo far giungere a tutti i presenti la nostra piena adesione alla fiaccolata per la pace. In questo momento, assieme alle tante fiaccole brucia un cero nella nostra cappella. La vostra marcia e le vostre dichiarazioni sono accompagnate dalla nostra preghiera. Affidiamo queste righe agli amici di emergency. Con esse esprimiamo la nostra solidarietà con tutte le vittime dell’oppressione del cinismo e dell’indifferenza. Vogliamo dire NO alle guerre che distruggono il mondo.

No al terrorismo, alla violenza, alle violazioni dei diritti umani. Vogliamo dire no alla guerra all’Iraq e chiediamo al governo italiano che non si renda complice di un atto che consideriamo illegale e immorale.

Il concetto di guerra preventiva è la negazione del diritto e della legalità internazionale, oltre che della nostra Costituzione.

E’ possibile anche se non provato che l’Iraq abbia armi di distruzione di massa ma l’occidente ne è il maggior detentore, al momento, è l’unico ad averle usate in grande stile. Ammesso pure che Saddam voglia utilizzare questi strumenti di morte, resta l’illegittimità di un intervento armato.

Se gli USA lavorassero per l’autorità dell’ONU, per il tribunale penale internazionale, per la giustizia economica, per la salvaguardia dell’ambiente, allora un’azione preventiva (in ogni caso non una guerra) potrebbe forse essere credibile. Ma non ci sembra questa la loro linea.

Aggredire militarmente l’Iraq per destabilizzare una dittatura non è un’azione anti-terrorismo, ma un altro modo per alimentare i focolai di terrore. E’ immorale bombardare un popolo già stremato per rovesciare un dittatore scomodo e mantenere un controllo sulle risorse economicamente sfruttabili. Quante dittature sono state avallate o finanziate dai governi occidentali, per motivi non troppo diversi da questi? Ai cittadini di Jesi vogliamo dire che non possiamo più stare a guardare c’è bisogno di mettersi in gioco. La violenza non uccide solo le vittime, uccide anche la passione vitale negli spettatori e diventa colpa non solo di chi fa, ma anche di chi sa.

A tutti i cristiani indecisi diciamo che il Vangelo non contempla la guerra con o senza legittimazione dell’ONU.

Ai presenti, specialmente a quelli apparentemente più diversi da noi, vogliamo dire che questa diversità non ci spaventa.

Se ci sono autenticità e rispetto è possibile lavorare insieme per la giustizia e la pace. Ed è anche arricchente. Siamo nel tempo dell’Avvento il cui significato ultimo per la nostra fede è l’attesa del compimento pieno di quella salvezza che rappresenta il progetto di Dio per gli uomini.

Non ci saranno tante salvezze, quante le diverse dottrine o teorie a riguardo.

Ci sarà una sola salvezza e sarà di tutta l’umanità. A questa salvezza, promessa di Dio e incarnata nel Cristo, collaborano tutti coloro che operano per la pace e per la giustizia. Se siete qui stasera pensiamo che siate tra questi.

Le sorelle clarisse di Jesi




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