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Roma, 23 set. (Apcom) - Il presidente della Conferenza episcopale italiana, monsignor Angelo Bagnasco, ha accettato di ricevere, il prossimo 10 ottobre a Roma, il movimento cattolico 'dissidente' di Noi siamo chiesa.
La notizia, diffusa dallo stesso movimento, trova conferma in ambienti Cei, dove si sottolinea come si tratti di un "segno di disponibilità al dialogo" da parte del numero uno dei vescovi italiani. "Si tratta di una cosa del tutto nuova e imprevista", commenta Noi siamo chiesa. "Di cose da dire ne abbiamo troppe!".
Il movimento non ha ancora deciso di cosa parlare con Bagnasco e a tal fine ha convocato due incontri, a Bologna e Milano, a cui sono invitati gli associati. Le posizione di Noi siamo chiesa, d'altronde, sono note. Anche di recente i suoi esponenti non hanno mancato di far sentire la propria voce critica sul Motu proprio del Papa che ha liberalizzato la cosiddetta messa in latino, sull'approccio della Santa Sede nel dialogo ecumenico e sulle posizioni dell'episcopato italiano in materia come la bioetica o le coppie di fatto.
Noi siamo chiesa è un movimento nato in Austria nel 1995 per sostenere la necessità di una riforma della Chiesa cattolica in senso ecumenico e democratico.
Noi siamo Chiesa incontra mons. Bagnasco.
''Un segno di disponibilità al dialogo''
di Matteo Spicuglia/ 24/09/2007
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Il prossimo 10 ottobre, il presidente della Cei incontrerà i rappresentanti italiani del movimento
cattolico progressista, nato in Austria. Il coordinatore nazionale Vittorio Bellavite, spiega a Korazym.org le aspettative
di "Noi siamo Chiesa". |
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"Un segno di disponibilità
al dialogo", fanno sapere da ambienti della Conferenza episcopale
italiana. Certo è che l'incontro tra mons. Angelo Bagnasco
e il movimento "Noi siamo Chiesa" farà
discutere. Da una parte, il presidente dei vescovi
italiani, dall'altra i rappresentanti italiani della realtà internazionale
del cattolicesimo progressista, che dal 1995 chiede aperture sul ruolo delle
donne nella Chiesa (con accesso ai ministeri ordinati) e sull'accoglienza dei
divorziati risposati e degli omosessuali, un maggior coinvolgimento dei
laici, una riflessione sull'obbligo del celibato per i sacerdoti e il primato
della coscienza sui temi della morale. Una
piattaforma sostenuta a livello internazionale dall'International
Movement We Are Church (IMWAC), nato in Austria in seguito ad
una sottoscrizione di un "Appello dal popolo di Dio" a
Giovanni Paolo II, con cui si chiedeva il rinnovamento ecclesiale della
Chiesa cattolica, sull'onda dello spirito del Concilio Vaticano II.
"Noi siamo Chiesa" può essere considerato
così un esempio delle realtà che interpretano l'evento ecclesiale degli anni
'60 come una rottura rispetto al passato. Istanze
che il 10 ottobre saranno sottoposte all'attenzione del presidente della Cei, mons. Angelo Bagnasco.
"È il primo incontro di questo tipo", spiega a Korazym.org,
Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di
"Noi siamo Chiesa", che considera
importante la notizia, "data l'assenza di dialogo con le gerarchie fino
ad oggi". |