Solidarietà di “Noi Siamo Chiesa” a don Fabrizio Longhi. Il dialogo fraterno ispiri ogni rapporto nella Chiesa

 

Ancora una volta ha fatto notizia sui media un episodio di autoritarismo e di totale mancanza di dialogo all’interno della Chiesa cattolica.

I fatti sono noti e non controversi: un omosessuale credente Pasquale Quaranta durante la Messa della vigilia di Natale dell’anno scorso nella parrocchia di Rignano Garganico  è intervenuto per spiegare la sua condizione  su invito del parroco don Fabrizio Longhi. A distanza di mesi il vescovo di S.Severo Mons. Michele Seccia  ha trasferito d’autorità don Fabrizio ad altro incarico.

La popolazione sta difendendo vivacemente il proprio parroco perché, secondo  la lettera inviata al vescovo “la pastorale di don Fabrizio ha coinvolto tutta la comunità, dai più piccoli ai giovani, agli adulti, agli anziani con la liturgia, i pellegrinaggi, la condivisione di esperienze di altre comunità in Italia e all’estero, il centro giovanile, i gruppi famiglia, e  tanti altri eventi e momenti vissuti insieme”.

Il movimento “Noi Siamo Chiesa”,  che si propone di sollecitare la riforma della Chiesa secondo le linee del Concilio Vaticano II, esprime tutta la propria solidarietà a don Fabrizio ed ai suoi parrocchiani e chiede il ritiro del provvedimento. Don Fabrizio che è  referente regionale del CNCA (Comitato Nazionale delle Comunità di Accoglienza) è noto per il suo   impegno  contro ogni discriminazione e a favore degli ultimi e degli esclusi.

             Il provvedimento a suo carico appare come  la conseguenza della posizione ufficiale della Chiesa sulla condizione delle persone omosessuali ed inoltre della mancanza di un vero dialogo tra vescovi, presbiteri e popolo di Dio. “Noi Siamo Chiesa” propone da tempo in convegni, pubblicazioni ed altre iniziative un  maggior pluralismo teologico, l’abbandono dei troppo frequenti metodi repressivi  e il cambiamento della posizione della Chiesa cattolica nei confronti degli omosessuali affinché sia loro riconosciuta ogni dignità nella società e pieno riconoscimento della loro fede e della loro presenza alla pari nella comunità dei credenti. 

 

        “Noi Siamo Chiesa”

(aderente all’International Movement We Are Church-IMWAC)

 

Roma 30 giugno 2004