Frei Betto su “Vangelo e politica”

 

( da “Repubblica” del 25.1.’06)

 

Il pastore Desmond Tutu, premio Nobel per la Pace dice che "non c'e'
nulla di piu' politico che affermare che la religione non ha nulla a che

vedere con la politica". Voler separare religione e politica e' lo
stesso che, in una persona, pretendere di isolare lo spirito dal corpo.
L'espansione mussulmana nel mondo, il boicottaggio cinese alla presenza
del Dalai Lama alla Conferenza dell'ONU sui diritti umani, la politica
israeliana verso le nazioni arabe, l'intransigenza della corona
britannica nel non voler ammettere l'indipendenza dell'Irlanda del Nord,
sono questioni politiche con forte risonanza religiosa.
Il teologo Clodovis Boff osserva che "Tutto e' politica, ma la politica
non e' tutto". Aprendo il Vangelo constatiamo che la vita di Gesu' ha
avuto implicazioni politiche anche prima della sua nascita. Erode,
temendo il Messia, ordino' la strage dei bambini. Per Maria il figlio
sperato era benedizione del Signore che "abbatte dal trono i potenti e
eleva gli umili, riempe di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani
vuote " (Lc 1,52-53). Se la religione non avesse nulla a che fare con la
politica, Giovanni Battista, cugino di Gesu' non sarebbe stato preso e
assassinato da Erode, che era stato da lui denunciato come corrotto (Mc.
6, 17-29).
Tutta la missione di Gesu' e' un permanente conflitto con le autorita'
del suo tempo, scribi, farisei, sadducei, membri del Sinedrio e della
corte romana
. Il fatto che Gesu' denunziasse l'ipocrisia della legge,
difendesse i diritti degli emarginati, proclamasse un Regno che non era
di Cesare, provoco' l'ira di Erode, che aveva chiamato "volpe" (Lc. 13,
32). Quando gli apostoli avevano suggerito che Gesu' mandasse via la
folla affamata, egli reagi' obbligandoli a dividere gli alimenti (Mc.
6,30-44). Nella preghiera che Gesu' insegna, il ritornello Padre Nostro
 e' chiaro: non si puo'  testimoniare che Dio e' nostro
Padre se non viviamo come fratelli, condividendo i beni della Terra e i
frutti del lavoro umano.
Ogni cristiano e' discepolo di un prigioniero politico.
Gesu' non e' morto in un incidente di cammello in una strada di
Gerusalemme, ne' di epatite in un letto. E' stato assassinato dopo due
processi sommari, uno da parte del Sinedrio e uno da parte dei romani.
C'era bisogno di far tacere colui che insegnava che sacra e' la persona
umana e non il Tempio di Gerusalemme o il palazzo di Erode a Tiberiade.
Il cieco, lo zoppo, il povero Lazzaro, come anche Zaccheo e i ricchi
sono templi vivi di Dio. Nessun ordine politico puo' considerare il
diritto di proprieta' superiore al diritto alla vita delle persone
.
Per la fede cristiana, la salute di un povero ammalato vale molto piu'
di un branco di porci che Gesu'  fa precipitare nel lago (Lc. 8, 26-33),
cosi' come il diritto del contadino e' superiore al diritto di
proprieta' della terra, lo stipendio dell'operaio e' piu' importante del
lucro del padrone, e l'educazione dei bambini di strada e' piu'
importante degli interessi delle grandi imprese. La chiesa cattolica non
e' un partito politico e non puo' confondersi con questi. E' per ragioni
etiche e pastorali che ella si manifesta su questioni politiche, non per
ragioni elettorali. Essendo la chiesa fatta di uomini e donne, e non di
angeli, ha il dovere di vigilare affinche', fin da questo mondo, tutti
"abbiano vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv.10,10).
E' stato per questo che Egli e' venuto a restaurare il paradiso creato
dal Padre e sovvertito dall'egoismo umano.
Se c'e' un solo Dio di cui siamo tutti figli, perche' tante
disuguaglianze tra fratelli ?