IL GIUBILEO DEI REPRESSI: I 25 ANNI DEL PONTIFICATO DI PAPA WOJTYLA

VISTI DA UN'ALTRA PARTE

 

 

DOC-1424. ROMA-ADISTA. La repressione delle voci dissonanti o

dissenzienti dalla linea ufficiale o ufficiosa vaticana è stata una

delle caratteristiche del pontificato di Giovanni Paolo II. Un

pontificato lungo - uno dei più lunghi della storia - e naturalmente

costellato di luci e di ombre, come hanno sottolineato gli autori a

suo tempo da noi sollecitati a dare una valutazione del regno di papa

Wojtyla (nella 'rubrica' "Su questa pietra…", il cui contenuto è

elencato in calce a queste righe). Ma, ora, qui, vogliamo documentare

solo un aspetto di questo pontificato: quello della repressione

ecclesiastica attuata direttamente dal pontefice o, su suo mandato,

dalla Curia romana; e quello, correlato, di una interpretazione

restrittiva - quando non opposta allo spirito e alla lettera del

Vaticano II - delle affermazioni del Concilio.

 

 

 

1978-2003: ANNO PER ANNO, NOME PER NOME…

1978

• Il pontificato di papa Wojtyla è ancora in una fase di "rodaggio",

e non si segnalano ancora atti repressivi. E, tuttavia, vi è un

segnale rivelatore. Il primo documento ufficiale "ad extra" del nuovo

pontefice è una lettera del 2 dicembre '78 al segretario generale

dell'Onu, Kurt Waldheim, in occasione del 30° anniversario della

firma della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Il

pontefice chiede alle Nazioni Unite e a tutti gli Stati di garantire

e difendere in ogni modo i diritti umani e, in particolare, la

libertà religiosa. Ma non una parola vi è sull'impegno della Chiesa

cattolica romana a difendere tutti questi diritti "al suo interno".

Una "omissione" che non sarà mai colmata in tutto il pontificato.

 

 

1979

• Intervenendo in gennaio, a Puebla (Messico), alla III Conferenza

generale dell'episcopato latino-americano, il papa attacca

frontalmente la Teologia della liberazione (Adista n. 22/24 febbraio

1979).

• Il redentorista tedesco Bernhard Haering, per anni docente

all'Accademia alfonsiana di Roma, e forse il più autorevole teologo

moralista del post-Concilio, viene convocato (27 febbraio) dalla

Congregazione per la Dottrina della Fede (d'ora in poi, Cdf, l'ex

Sant'Uffizio) che gli chiede l'impegno solenne di non criticare più

l'Humanae vitae - l'enciclica con cui, nel 1968, Paolo VI aveva

giudicato immorale la contraccezione. Il teologo rifiuta, e perciò

fino alla morte sarà emarginato dalla Curia romana.

• Ricevuto in udienza dal papa, a marzo, mons. Oscar Arnulfo Romero

si rende conto della profonda "incomprensione" di Roma per il suo

ministero nella difficile situazione di El Salvador. Andrà un po'

meglio l'udienza del gennaio 1980, ma di lì a poco riceverà il terzo

visitatore apostolico in 12 mesi (Adista 10/12 maggio 1979, 27/29

marzo 1980).

• La Cdf - senza un regolare e giusto processo - proibisce al teologo

domenicano francese Jacques Pohier di presiedere assemblee liturgiche

e di insegnare pubblicamente. Su Dio, e sull'Eucaristia, il teologo

aveva espresso idee sgradite a Roma. Dopo il Concilio Vaticano II,

era la prima volta che la Curia colpiva in questa misura un teologo

(Adista nn. 14/16 maggio 1979, 15/17 novembre 1979, 29 nov./1dic.

1979).

• Il papa, pellegrino negli USA, respinge la richiesta della

rappresentante delle suore statunitensi di accettare l'accesso delle

donne "a tutti i ministeri nella Chiesa".

• In dicembre, il teologo olandese Edward Schillebeeckx viene

'processato' a Roma dalla Cdf. Un processo dai toni pacati. Tuttavia,

il grande teologo non sarà mai pienamente riabilitato (Adista nn.

26/28 novembre 1979,13/15 dicembre 1979, 20/22 dicembre 1979).

• La Cdf il 15 dicembre dichiara: "Il professor Hans Küng [svizzero-

tedesco] è venuto meno, nei suoi scritti, all'integrità della verità

della fede cattolica, e pertanto non può più essere coinsiderato

teologo cattolico né può, come tale, esercitare il compito di

insegnare". Il teologo aveva messo in discussione il dogma della

"infallibilità papale", parlando invece di "indefettibilità" della

Chiesa (Adista nn. 7/9 gennaio 1980, 21/23 gennaio 1980, 31 gen./2

febb. 1980).

 

 

1980

• In gennaio, in un Sinodo particolare dedicato all'Olanda, il papa

in pratica obbliga i vescovi a far marcia indietro su tutte le

aperture e le proposte lanciate negli anni precedenti dal Concilio

pastorale olandese (Adista n. 10/12 gennaio 1980, 14/16 gennaio 1980,

4/6 febbraio 1980).

• La Cdf il 14 ottobre emana norme restrittive riguardanti la

dispensa dal celibato e la riduzione allo stato laicale dei sacerdoti

che abbandonano il ministero. (Il Regno n. 22/80).

• Il prefetto della Cdf, card. Franjo Seper, il 20 novembre scrive al

p. Edward Schillebbeckx per dirgli che i chiarimenti teologici da lui

forniti anche a Roma "non sono sufficienti per eliminare le ambiguità

(cristologiche)" dei suoi scritti (Adista n. 29/31 dicembre 1980).

 

 

1981

• In ottobre il papa decide il 'commissariamento' della Compagnia di

Gesù, misura gravissima che provoca pacate ma pubbliche proteste di

molti gesuiti (Adista n. 2/4 novembre 1981).

• Nell'esortazione apostolica postsinodale Familiaris consortio (22

novembre) il papa ribadisce che i divorziati cristiani risposati non

possono accedere all'Eucaristia, e che debbono vivere come fratello e

sorella (Adista n. 21/24 dicembre 1981).

 

 

1982

• Il 29 giugno il papa scrive ai vescovi del Nicaragua per condannare

la "Chiesa popolare" (cioè quella collegata alle Comunità di base e

alla Teologia della Liberazione) (Adista n. 6/8 ottobre 1982.

• Il 23 agosto il Vaticano - malgrado l'opposizione di molti vescovi

spagnoli - erige la "Prelatura personale di Santa Croce e Opus Dei"

(Adista n. 1/4 settembre 1982).

 

 

1983

• Il 25 gennaio il papa promulga il nuovo Codice di diritto canonico

(per la Chiesa latina); una normativa nella quale vengono spente

molte speranze di rinnovamento innescate dal Concilio Vaticano II, e

rafforzato il centralismo papale (Adista n. 27/29 gennaio 1983).

• A Managua, in marzo, il papa rimprovera pubblicamente padre Ernesto

Cardenal, che ha accettato di entrare a far parte del governo

sandinista. E, alla messa, zittisce la madri degli uccisi dai

"contras" (i guerriglieri antisandinisti sostenuti dalla CIA) (Adista

n. 14/16 marzo 1983).

• La Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari in pratica

obbliga suor Agnes Mary Mansour, delle "Sorelle della misericordia",

ad abbandonare l'Istituto, poiché la suora non aveva accettato di

interrompere la sua attività di direttrice presso i servizi sociali

dello stato del Michigan (USA) proposti al rimborso delle spese delle

donne che abortiscono (Adista n. 20/22 giugno 1983).

• Sotto indagine mons. Raymond Hunthausen, arcivescovo di Seattle,

per le sue posizioni a favore del disarmo e dell'obiezione fiscale.

La visita ispettiva, su incarico del Vaticano, è condotta da mons.

James Hickey, arcivescovo di Washington (Adista n. 28/30 novembre

1983).

 

 

1984

• Sotto accusa da parte della Cdf il teologo della liberazione

peruviano Gustavo Gutierrez: nelle sue riflessioni ci sarebbe

"l'influenza del marxismo" (Adista n. 24/26 maggio 1984)

• Con l'Istruzione Libertatis nuntius il 6 agosto il prefetto della

Cdf, card. Joseph Ratzinger, condanna la Teologia della liberazione

(Adista n. 10/12 settembre 1984).

• Il 7 settembre Leonardo Boff, teologo brasiliano della liberazione,

viene "processato" da Ratzinger a Roma (Adista n. 13/15 settembre

1984).

• Convocati a Roma i vescovi peruviani perché sconfessino la Teologia

della Liberazione (Adista n. 1/3 ottobre 1984).

• In dicembre la Santa Sede costringe di fatto il generale dei

gesuiti, p. Peter-Hans Kolvenbach ad espellere dall'ordine p.

Fernando Cardenal (fratello di Ernesto), ministro dell'educazione nel

governo sandinista nicaraguense (Adista n. 20/24 dicembre 1984).

• Con l'esortazione apostolica post-sinodale Reconciliatio et

paenitentia (2 dicembre) il papa respinge ogni ipotesi di

rinnovamento del rito della confessione e, in particolare, esclude la

"confessione comunitaria" come mezzo ordinario per confessarsi

(Adista n. 20/24 dicembre 1984).

 

 

1985

• Padre Gyorgy Bulanyi, sacerdote ungherese, ispiratore delle

comunità di base, sostenitore dell'obiezione di coscienza al servizio

militare e oppositore della linea 'morbida' dell'episcopato nei

confronti del governo comunista (Adista n. 16/18 febbraio 1984),

viene chiamato a Roma per un colloquio con il card. Ratzinger (Adista

n. 31 gen./2 febb. 1985). Gli scritti di p. Bulanyi erano già stati

vagliati, e assolti da sospetti di eresia, dalla Congregazione per il

Clero.

• Con una notificazione dell'11 marzo il card. Ratzinger dichiara che

"le opzioni di Leonardo Boff [contenute nel libro Chiesa, carisma e

potere] sono tali da mettere in pericolo la sana dottrina della fede"

(Adista n. 28/30 marzo 1985).

• Il Vaticano, dando ascolto a minoritari gruppi di suore

'conservatrici', blocca il rinnovamento conciliare delle suore

Carmelitane Scalze (Adista n. 7/9 marzo 1985).

• Tra il 9 ed il 13 aprile, si svolge a Loreto il II Convegno della

Chiesa italiana, a cadenza decennale, dal titolo: "Riconciliazione

cristiana e comunità degli uomini". Il presidente della Cei card.

Anastasio Ballestrero, insieme ad altri, tra cui il cardinale di

Milano Carlo Maria Martini, porta avanti con convinzione l'idea di

una Chiesa ancora saldamente ancorata al Concilio (v. Adista dossier

n. 12 dell'aprile 1985; v. Adista 18-20 aprile e 3-5 giugno 1985).

L'intervento del papa a quel convegno, cui aderisce mons. Camillo

Ruini, allora cinquantenne vescovo emiliano, mettono in minoranza

Ballestrero. E infatti un anno dopo, il 26 giugno 1986, Giovanni

Paolo II nomina Camillo Ruini segretario della Cei, che diventa

l'uomo forte del Vaticano all'interno della Conferenza episcopale, e

la sua ascesa segna l'inizio della radicale trasformazione wojtyliana

della Chiesa italiana. Anche la presidenza di Alberto Monticone

nell'Ac, che si muove in sintonia con la linea Martini-Ballestrero,

dopo Loreto entra definitivamente in crisi, contrastata da un uomo

vicinissimo a Ruini, Dino Boffo, dal gennaio 1994 messo alla

direzione del giornale della Cei "Avvenire". Assistente generale

diventa nel 1987 mons. Antonio Bianchin, il cui compito è quello di

sostituire molti dirigenti, specie quelli che vengono dall'Ac

ambrosiana, fedele a Martini: è il commissariamento de facto

dell'associazione. Nel 1999, dopo la presidenza di Giuseppe Gervasio,

il card. Ruini nomina presidente dell'Ac Paola Bignardi, cui invia

una lettera per metterla in guardia dall'"entrare in spazi che non ci

competono e che sono propri delle forze politiche, evitando con cura

qualsiasi coinvolgimento nella competizione tra i diversi

schieramenti". Quando, poco dopo la sua elezione (v. Adista nn. 23 e

25/99), la Bignardi concede invece un'intervista all'"Unità", in cui

manifesta una certa attenzione al tanto dibattuto problema delle

coppie di fatto, è costretta ad una intervista riparatrice,

all'"Avvenire", il 12 marzo '99 (cui segue un editoriale su

"SegnoSette"). Nel settembre 2000 (v. Adista, n. 74/2000) viene

chiuso de imperio il settimanale di Ac "SegnoSette", colpevole di

aver espresso posizioni troppo avanzate su temi politici, ecclesiali

e morali (per tutta la storia recente dell'Ac vedi Adista nn. 53/02 e

67/03).

 

 

1986

• In una Notificazione del 15 settembre il card. Ratzinger afferma

che "la concezione del ministero così come è esposta dal professor

Schillebeeckx rimane in disaccordo con l'insegnamento della Chiesa su

punti importanti" (Adista n. 65/86).

• Il card. Ratzinger (25 luglio) dichiara "non idoneo

all'insegnamento della teologia cattolica" il teologo statunitense

Charles Curran, "colpevole" di criticare la Humanae vitae e di

sostenere "la legttimità del dissenso dall'autorità" (Adista n.

12/92).

• L'arcivescovo statunitense di Seattle, mons. Raymond Hunthausen,

tramite una lettera informa i suoi sacerdoti di essere stato

esautorato dal Vaticano dei poteri pastorali nei seguenti importanti

campi: tribunale diocesano, liturgia, formazione del clero, sacerdoti

che hanno lasciato il ministero, questioni morali (Adista n. 60/86).

• Nella lettera Homosexualitatis problema (1° ottobre) il card.

Ratzinger afferma che "l'inclinazione [omosessuale] stessa dev'essere

considerata come oggettivamente disordinata"; e che in nessun modo

può essere moralmente accettato l'esercizio della sessualità tra

persone dello stesso sesso.

 

 

1987

• Dimissionato su ordine del Vaticano l'abate della basilica romana

di San Paolo fuori le Mura, Giuseppe Nardin, perché dialogava e

pregava con il precedente abate, Giovanni Franzoni, fondatore della

Comunità di base di san Paolo (Adista n. 7/87).

• La Cdf obbliga mons. Mattew Clark, della diocesi statunitense di

Rochester, a ritirare l'imprimatur a un manuale sulla sessualità di

ausilio ai genitori per l'educazione dei figli scritto da cattolici

(Adista n. 8/87).

• Ad aprile il comboniano padre Alex Zanotelli è costretto a

dimettersi dalla direzione (assunta nel 1978) del mensile "Nigrizia",

per le sue ripetute denunce, cominciate due anni prima con l'articolo

"Il volto italiano della fame africana" ("Nigrizia", gennaio 1985),

sull'utilizzo dei fondi destinati alla cooperazione italiana e finiti

nel commercio delle armi. Le sue dimissioni sono chieste da membri

del governo italiano e dal prefetto del dicastero vaticano per

l'Evangelizzazione dei Popoli (ex Propaganda fide, da cui dipendono

le Congregazioni missionarie), card. Josef Tomko (Adista n. 37/87).

• La Congregazione per i Religiosi - andando di fatto contro

l'orientamento del Vaticano II - rifiuta le 'pari opportunità' di

religiosi laici e religiosi sacerdoti nella guida (anche come padri

provinciali e generali) degli Ordini e Istituti religiosi, e quindi

obbliga alcuni di essi - come i Cappuccini - ad annullare il loro

proposito di piena 'eguaglianza', nei compiti direttivi, di

'fratelli' e 'padri' (Adista n. 89/87).

 

 

1988

• Destituiti i gesuiti José Maria Castillo e Juan Antonio Estrada

dall'insegnamento universitario e il clarettiano Benjamin Forcano

dalla direzione di "Mision Abierta" per decisione della Cdf (Adista

nn. 39 e 52/88).

• La Congregazione per il Culto Divino il 2 giugno riafferma che in

alcun modo è ammesso celebrare l'Eucaristia in assenza di sacerdote

validamente ordinato.

• Con la costituzione apostolica Pastor bonus (28 giugno) il papa

ristruttura la Curia romana, dando ad essa enorme potere rispetto

all'episcopato mondiale, e di fatto declassando il Sinodo dei vescovi

(Adista n. 53/88).

• Il 1° luglio la Cdf pubblica la "Professione di fede" e il

"Giuramento di fedeltà", tra l'altro, a "tutti i contenuti trasmessi

dal Magistero ordinario e universale della Chiesa", alle "verità

circa la dottrina che riguarda la fede o i costumi" e agli

"insegnamenti del pontefice" e "del collegio episcopale" quando

"esercita il suo Magistero autentico".

• Nella lettera apostolica Mulieris dignitatem (15 agosto) il papa

riafferma il no alla ordinazione sacerdotale della donna (Adista n.

68-69/88).

• A mons. Pedro Casaldáliga, vescovo di São Felix do Araguaia

(Brasile), il nunzio apostolico mons. Carlo Furno consegna una

lettera vaticana (Intimatio) in cui lo si ammonisce per le sue

simpatie per la Teologia della Liberazione e si impongono limiti ai

suoi compiti pastorali. Il vescovo rifiuta la lettera perché non

corredata di timbri né di firme (Adista n. 70/88).

 

 

1989

• Il 6 gennaio 163 teologi e teologhe di area germanofona firmano la

"Dichiarazione di Colonia" (Adista nn. 11/89 e 15/89) in cui

contestano il fatto che Wojtyla pretenda obbedienza mettendo sullo

stesso piano alcune verità fondamentali della fede riguardanti Gesù

Cristo e l'adesione alla Humanae vitae, e contestano il modo

"scandaloso" con cui Roma ignora le richieste delle Chiese locali

nella nomina dei vescovi. Il papa, direttamente o indirettamente,

respingerà punto per punto le richieste e le proteste dei firmatari.

• La Cdf (16 febbraio) riafferma il "no" alla contraccezione.

• Il Vaticano oppone un veto alla pubblicazione di un libro che

avrebbe dovuto contenere gli atti di un congresso di moralisti

cattolici svoltosi a Roma, all'Accademia alfonsiana, nell'aprile

dell'88 (Adista nn. 17/89 e 19/89). Tra l'altro, il volume avrebbe

dovuto riportare una relazione del p. Bernhard Haering (Adista n.

7/89), nella quale il teologo criticava l'antropologia e la teologia

che sottostanno all'Humanae vitae, enciclica sempre difesa a spada

tratta da Wojtyla (forse perché, a quanto si dice, ne fu uno degli

ispiratori).

• Per intervento diretto della Congregazione per l'Educazione

Cattolica, la Pontificia Università Lateranense ritira al professor

don Luigi Sartori - uno dei più noti teologi italiani - la cattedra

di Ecumenismo (Adista n. 25/89).

• A marzo padre Eugenio Melandri lascia, dopo dieci anni, la

direzione del mensile dei missionari saveriani "Missione Oggi" al suo

vice, padre Pier Lupi. Da tempo il superiore Generale dei saveriani

padre Gabriele Ferrari subiva le pressioni del prefetto della

Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, card. Josef Tonko

(che aveva già ottenuto le dimissioni di Zanotelli da "Nigrizia"), e

quella dei Superiori della Provincia italiana, affinché

allontanassero Melandri, cui veniva da tempo rimproverata la linea

della rivista (specie un numero tutto dedicato al Nicaragua),

l'impegno nella denuncia della gestione fatta dal governo italiano

dei fondi destinati alla cooperazione, l'essersi schierato

pubblicamente con i partiti della sinistra (v. Adista n. 25/89).

• Il gesuita direttore di "Estudes", Paul Valadier, uno dei 157

teologi francofoni firmatari di una lettera di solidarietà ai 163

teologi della "Dichiarazione di Colonia", viene rimosso dall'incarico

(Adista n. 27/89).

• Il card. Ratzinger in novembre, alla vigilia dell'assemblea annuale

della Conferenza episcopale statunitense, ordina di cancellare

dall'ordine del giorno la discussione (e la sicura approvazione) di

un voluminoso testo preparato dai vescovi USA sul rapporto vescovi-

teologi e sulle "Responsabilità ecclesiali del teologo". Secondo il

prefetto della Cdf il testo era troppo 'liberal' nel difendere la

libertà di ricerca dei teologi (Adista nn. 43 e 44/89).

• Destituito don Vittorio Cristelli da direttore del settimanale

diocesano "Vita trentina". Il settimanale aveva pubblicato il

documento dei 63 teologi italiani (Adista n. 39/89) in sostegno della

"Dichiarazione di Colonia" (Adista nn. 45/89, 48/89 e 52/89).

• La Congregazione per l'Educazione Cattolica decreta di far chiudere

in Brasile il seminario regionale del Nordeste 2 e l'Istituto

teologico di Refice, entrambi fondati da mons. Helder Câmara. Secondo

Roma, nei due istituti non si dà una educazione "affidabile" (Adista

n. 60/89).

• La Segreteria di Stato (7 agosto) riafferma che né la Joc (Gioventù

operaia cristiana) né la correlata Joci (Gioventù operaia cristiana

internazionale) sono più riconosciute come legittimi interlocutori

dalla Santa Sede, mentre lo è il Cijoc (Coordinamento internazionale

della Joc). Al di là delle sigle, la Joc era considerata dal Vaticano

troppo di 'sinistra', e quindi tagliata fuori per favorire invece il

'moderato' Cijoc, la cui separazione dalla Joc era stata favorita

dagli ambienti conservatori della Curia romana (Adista n. 73/89).

• La Congregazione per i Religiosi mette di fatto sotto

"commissariamento" la Clar (Conferenza Latinoamericana dei

Religiosi), ritenuta troppo vicina alla Teologia della liberazione

(Adista nn. 75/89 e 77/89).

 

 

1990

• La Congregazione per l'educazione cattolica vieta alla Facoltà di

Teologia dell'Università svizzera di Friburgo di dare la laurea

"honoris causa" a mons. Rembert Weakland, vescovo di Milwaukee (USA),

noto per le sue opinioni 'liberal' (Adista n. 83/90).

 

 

1991

• Il Vaticano destituisce il vescovo messicano di Oaxaca, mons.

Bartolomé Carrasco Briseno, perché legato alla Teologia della

Liberazione (Adista n. 1/91).

• Commissariamento della Clar. La Clar si sottomette (Adista nn.

13/91, 20/91/, 31/91).

• Brasile: sotto accusa la Bibbia delle Edizioni Paoline, sostenuta

dai teologi della liberazione (Adista n. 33/91).

• Commissariata "Vozes", la più antica editrice cattolica brasiliana,

a causa di Leonardo Boff, direttore dell'omonima rivista (Adista n.

40/91). Boff viene licenziato (Adista n. 62/91) e lascia l'ordine

francescano l'anno dopo (Adista nn. 52 e 56/92).

• La Congregazione per l'Educazione Cattolica obbliga il card.

Aloisio Lorscheider, arcivescovo di Fortaleza a "dimettere" tre

sacerdoti sposati che insegnavano all'Istituto teologico e pastorale

della città brasiliana (Adista nn. 50 e 52/91).

• Il Vaticano interdice dall'insegnamento il teologo e psicanalista

tedesco Eugen Drewermann - che, nei suoi libri, aveva messo a nudo i

meccanismi di potere dell'organigramma ecclesiastico e contestato la

legge sul celibato obbligatorio dei sacerdoti (Adista nn. 33 e 36/90,

70/91). Poco dopo viene proibita a Drewermann anche la predicazione

(Adista nn. 5/92). Il teologo, a marzo, lascia il sacerdozio (Adista

n. 24/92).

 

 

1992

• Il card. Ratzinger in gennaio mette in stato di accusa il teologo

moralista canadese André Guindon le cui tesi - soprattutto sui temi

della sessualità - conterrebbero "gravi dissonanze non solo con

l'insegnamen-to del Magistero più recente, ma anche con la dottrina

tradizionale della Chiesa" in materia di sessualità (Adista n. 9/92).

• I domenicani espellono il teologo Mattew Fox, che già era stato

punito nel 1988 dal Vaticano, perché non allineato con l'insegnamento

morale sessuale di Roma (Adista n. 15/92).

• Il Vaticano dichiara "fuori luogo" - cioè neanche da discutere - la

proposta dell'arcivescovo di Milwaukee, mons. Rembert Weakland, di

ordinare sacerdoti, in situazioni pastorali di "estrema necessità",

uomini sposati (Adista n. 4/92).

• Con la lettera Communionis notio (28 maggio) il card. Ratzinger dà

una interpretazione restrittiva del Vaticano II e della collegialità

episcopale sottolineata dal Concilio (Adista n. 48/92).

• Il Vaticano nega il nihil obstat al domenicano p. Philippe Denis

alla Facoltà di Teologia cattolica di Strasburgo: troppo critico

verso l'Opus Dei (Adista n. 83/92).

 

 

1993

• Ampliando l'àmbito dell'infallibilità papale definito nel 1870 dal

Concilio Vaticano I, Wojtyla afferma: "Rientrano nell'area delle

verità che il magistero può proporre in modo definitivo quei princìpi

di ragione che, anche se non sono contenuti nelle verità di fede,

sono ad esse intimamente connessi" (Adista n. 25/93).

• Il 22 aprile la sala-stampa vaticana rende nota la dichiarazione

finale di un convegno organizzato in marzo dal Pontificio Consiglio

per la Famiglia. Il testo - firmato tra gli altri dal card. Alfonso

López Trujillo, presidente del Consiglio, e da mons. Dionigi Tetta-

manzi - sostiene che la contraccezione "corrompe l'intimità

coniugale" e che la comunità cristiana deve opporsi alla

legalizzazione del divorzio (Adista n. 33/93).

• In una lettera pastorale comune (10 luglio) tre vescovi tedeschi

(tra essi mons. Karl Lehmann, vescovo di Magonza) sostengono che un

divorziato/a risposato/a che sia in coscienza convinto/a che il suo

precedente matrimonio sia irrimediabilmente naufragato può decidere

di accostarsi alla comunione eucaristica. Ma il card. Ratzinger

obbliga i tre a riman-giarsi la proposta (per gli integrali, v.

Adista n. 76/94).

• Il 22 ottobre il papa riafferma energicamente la legge del celibato

sacerdotale per la Chiesa latina e, aggiunge, di fronte alle

contestazioni e critiche, "bisogna ardire (conservando il celibato),

mai ripie-gare".

• Il 28 ottobre, il nunzio apostolico in Messico, mons. Girolamo

Prigione, annuncia la rimozione dalla diocesi messicana di San

Cristóbal de las Casas di mons. Samuel Ruiz (Adista n. 79/93). Il

provvedimento sarà però 'congelato'.

 

 

1994

• La Cdf boccia la traduzione inglese del nuovo Catechismo della

Chiesa cattolica perché essa adotta un linguaggio troppo "femminista"

ed "inclusivo" (Adista n. 29/94).

• Tra aprile e maggio 1994 si svolge l'"Assemblea speciale per

l'Africa del Sinodo dei Vescovi". Il Sinodo fu la concessione massima

fatta dalla Curia romana alla richiesta dell'episcopato africano,

avanzata fin dal 1977, di poter organizzare un concilio africano.

L'assi-se non si svolse in Africa, ma a Roma, in Vaticano, affinché

il controllo sui vescovi del Continente potesse essere meglio

esercitato. Continui furono i tentativi di incanalare il dibattito

verso posizioni che non mo-strassero imbarazzanti aperture su temi

come incul-turazione, giustizia e pace, dialogo interreligioso

(Adista dossier n. 20/94; Adista nn. 25, 31, 33, 35, 37 e 38/94).

• Con la lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis (22 maggio) il

papa, "in virtù del [suo] ministero di confermare i fratelli"

dichiara che "la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire

alle donne l'ordi-nazione sacerdotale, e che questa sentenza deve

essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli" (Adista n. 46/94).

• La Cdf, in una lettera ai vescovi (14 settembre) ribadisce la

proibizione di dare la comunione ai cattolici divorziati e risposati

(Adista n. 76/94).

• La Cdf interviene per bloccare la nomina della teologa cattolica

(considerata troppo femminista) Teresa Berger alla cattedra di

Liturgia della Facoltà teologica dell'Università di Bochum, in

Germania (Adista n. 61/94).

 

 

1995

• Il prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, card.

Pio Laghi, ha ottenuto, secondo il settimanale inglese "The Tablet",

che venisse cancellata una conferenza che il teologo della Libera-

zione Gustavo Gutiérrez avrebbe dovuto svolgere a Roma nel novembre

'94 (Adista n. 1/95). Gutiérrez, nel 1990, aveva pubblicato

un'edizione riveduta del suo "Teologia della Liberazione" che aveva

in parte fugato i dubbi di Ratzinger sull'ortodossia del teologo.

• Il Vaticano costringe di fatto alle dimissioni mons. Jacques

Gaillot, vescovo di Evreux (Francia), che con il suo ministero e la

sua azione a favore dei più emarginati dava fastidio sia

all'establishment politico che ecclesiastico (Adista nn. 3, 5, 8 e

13/95).

• Su pressioni del sostituto della Segreteria di Stato vaticana mons.

Giovanni Battista Re, e del prefetto della Congregazione per

l'Evangelizzazione dei Popoli, card. Jozef Tomko, il missionario

comboniano p. Renato Kizito Sesana viene rimosso dal suo incarico di

direttore della rivista keniana "New People" (Adista n. 3/95).

• Nell'enciclica Evangelium vitae (25 marzo) il papa definisce

"tirannici" quei parlamenti che approvano leggi che consentono, in

determinati casi, l'interruzione volontaria della gravidanza.

• Il card. Ratzinger ordina alle Superiore della congregazione delle

"Sorelle di Nostra Signora" di mandare per due anni in Europa a

studiare teologia "sicura" la suora brasiliana Ivone Gebara - la

teologa femminista che non piace alla Cdf (Adista nn. 47/95 e 53/95).

• Mons. Samuel Ruiz resta al suo posto, ma viene affiancato da un

vescovo coadiutore con diritto di successione, mons. Raúl Vera Lopez

(Adista nn. 57 e 59/95).

 

 

1996

• Con un editoriale su L'Osservatore romano del 2 febbraio e firmato

***, la Cdf attacca le opinioni di 16 teologi moralisti di area

germanofona che in un libro avevano contestato l'enciclica Veritatis

splendor "su questioni fondamentali della dottrina morale" (6 agosto

'93) ed affermato che essa era un tentativo autoritario di imporre

una posizione teologica di parte. L'editoriale riafferma rigidamente

il ruolo del magi-stero papale e l'obbedienza ad esso dovuta.

 

 

1997

• Il card. Ratzinger scomunica, con una "Notificazione" datata 2

gennaio il teologo Tissa Ba-lasuriya. Sarà riabilitato, dopo un

parziale 'mea culpa', nel '98 (Adista n. 7/98). Le Osservazioni sul

libro del p. Tissa Balasuriya 'Mary and human liberation' ,

sviluppate dalla Cdf, erano datate 27 luglio 1994. Il cardinale

sostiene che il teologo cingalese "scalza su punti essenziali la fede

cristiana" (Adista nn. 87/96 e 6/97).

• L'11 febbraio 1997 Ruini ottiene dal papa un decreto pontificio di

commissariamento della Società San Paolo, ovvero i religiosi paolini:

Giovanni Paolo II nomina mons. Antonio Buoncristiani, fedelissimo del

card. vicario, delegato presso la Società S. Paolo, con l'incarico di

"esercitare tutte le funzioni spettanti normalmente sia al Superiore

generale che al Superiore provinciale". Specificando "per completezza

di informazione" che la sua autorità si estende sui Periodici

"Famiglia Cristiana", "Jesus", "Vita Pastorale", ecc. e sulle

Edizioni S. Paolo (v. Adista nn. 19 e 23/97).

La vicenda era iniziata nei mesi precedenti il III convegno della

Chiesa italiana (Palermo, novembre 1995), quando Ruini avvicinò

alcuni religiosi paolini, primo fra tutti l'allora direttore di

"Jesus", don Stefano Andreatta, per proporre loro un piano di rior-

ganizzazione della stampa cattolica italiana sotto l'egida della CEI,

che comprendesse anche le diffusissime e prestigiose riviste paoline.

Ruini assicurò che era un desiderio del papa. Andreatta fu il primo a

sot-tomettersi, non i suoi confratelli paolini, che lo destituirono

da direttore di "Jesus" e da direttore dei periodici paolini. La

reazione del card. Ruini non si fece attendere. Chiese ed ottenne dal

Segretario di Stato, card. Angelo Sodano, la firma su un telegramma

che imponeva al Superiore generale dei paolini, don Silvio Pignotti,

l'ordine di reintegrare Andreatta. Ricevuto un rifiuto da don

Pignotti, Ruini tenta di mettere sotto accusa la linea teologica e

morale della stampa paolina. Ma i religiosi rivendicano la loro

ortodossia e Ratzinger deve rinunciare ad aprire un procedimento

dottrinale nei confronti dei religiosi responsabili delle riviste (v.

Adista n. 89/95 e 23, 67 e 69/96). Solo allora Ruini ottiene

l'intervento del papa. Dopo più di un anno, ad ottobre del '98

Buoncristiani fa le valigie: i paolini conservano, nella sostanza, la

loro autonomia. A Ruini rimane la consolazione di poter defenestrare

il direttore di "Famiglia cristiana", don Leonardo Zega, rimosso

dalla guida del settimanale nell'aprile del '98 e definitivamente

allontanato dal giornale il 12 ottobre del '98 (l'ultimo suo articolo

è stato pubblicato il 15 novembre).

• Il Vaticano, dopo la visita apostolica condotta nel '95 da mons.

Xavier Lozano Barragân nei seminari dei gesuiti in Messico e dopo

l'interessamento del prefetto della Congregazione per l'Educazione

Cattolica card. Pio Laghi, fa chiudere l'Istituto Interreligioso e il

Centro di Studi cattolici di Città del Messico, dipendenti dalla

Conferenza degli Istituti religiosi messicani (CIRM) nonché

l'Istituto Teologico gesuita del Collegio Maximo de Cristo Rey con

l'annesso Centro di riflessione teologica. Laghi indica nell'opzione

a favore della Teologia della Liberazione la causa principale della

"confusione e controversia" creatasi con Roma (Adista n. 25/97).

• La Conferenza dei religiosi colombiani viene biasimata con una

lettera inviata da mons. Tarcisio Bertone, segretario della Cdf, per

le deviazioni riscontrate nella relazione del primo incontro

nazionale di teologia della vita religiosa, svoltosi a Bogotà

nell'aprile 1996 e pubblicate nella rivista "Vinculum" della

Conferenza dei religiosi colombiani. La relazione conterrebbe uno

stile "rivendicativo, aggressivo e critico verso la stessa gerarchia

ecclesiastica" e pretenderebbe di elaborare una teologia della vita

religiosa "prescindendo da uno studio serio delle Scritture, della

Tradizione e del Magistero" (v. Adista n. 58/97).

• Con una Istruzione interdicasteriale (firmata il 15 agosto dai capi

di otto dicasteri e uffici della Curia) il Vaticano limita

radicalmente la collaborazione dei laici al ministero dei sacerdoti,

riaffermando un clericalismo invadente.

• Il 20 settembre mons. Jorge Medina Estévez, pro-prefetto della

Congregazione per il Culto Divino, scrive a mons. Anthony Pilla,

presidente della Conferenza episcopale statunitense, per comunicargli

che la traduzione inglese dei libri liturgici, compiuta dai vescovi

USA, "non esprime accuratamente" il senso del testo latino e "non è

esente da problemi dottrinali". Sulla questione gli otto cardinali

statunitensi si erano già incontrati a Roma con i cardinali Medina

Estévez e Ratzinger (Adista n. 1/97).

• Il Movimento internazionale "Noi siamo Chiesa" (Imwac) porta a Roma

2,5 milioni di firme di cattolici di vari Paesi, che chiedono una

serie di riforme (pari possibilità di accesso di donne e uomini nei

ministeri, celibato opzionale per i preti, coinvolgimento di tutta la

Chiesa locale [diocesi] nella scelta del proprio pastore, comunione

ai divorziati risposati). Richieste tutte ignorate da Wojtyla che

sostiene "la Chiesa non è una democrazia" (Adista n. 73/97).

• A seguito di una lettera inviata dal prefetto della Congregazione

per l'Evangelizzazione dei popoli mons. Josef Tomko, la Conferenza

episcopale della Corea del Sud sancisce il "divieto di pubblicazione"

per tre sacerdoti, p. John Sye Kong-seok, p. Paul Cheong Yang-mo

(entrambi docenti dell'Università Sogang di Seul, tenuta dai gesuiti)

e p. Edouard Ri Je-min (professore dell'Università cattolica di

Kwangiu e direttore della rivista "Skinhak Chonmang"). I tre

sarebbero sostenitori di idee "per nulla conformi alla dottrina

cattolica", in particolare su temi quali il sacerdozio femminile, il

celibato dei preti, l'evangelizzazio-ne e l'inculturazione (Adista n.

73/97).

 

 

1998

• Il card. Ratzinger riapre l'inchiesta sul teologo della Liberazione

peruviano Gustavo Gutiérrez, indagato dalla Cdf già nel 1983 (Adista

n. 15/98).

• La Cdf mette sotto osservazione il teologo australiano Paul Collins

per il suo libro "Il potere papale. Una proposta di cambiamento per

il cattolicesimo del Terzo millennio" (Adista nn. 15/98 e 55/98).

Collins lascerà il sacerdozio nel 2001 dichiarando: "non posso più

essere complice nell'attuale politica teologica della Chiesa" (Adista

n. 22/2001).

• La Congregazione per il Clero, presieduta dal card. Darío

Castrillón Hoyos costringe il vescovo inglese mons. Peter Smith a

ritirare un testo di religione per le scuole secondarie perché esso

sostiene la Teologia della Liberazione e racconta la persecuzione

subita da mons. Romero (Adista n. 17/98).

• Con una Notificazione (24 giugno), la Cdf dichiara che il gesuita

indiano Anthony de Mello ha sostenuto nelle sue opere "posizioni

incompatibili con la fede cattolica". De Mello era morto già da

undici anni (Adista n. 26/98).

• Giovanni Paolo II con la lettera apostolica Ad tuendam fidem (motu

proprio avente forza di legge) rende ancora più rigida l'applicazione

della professione di fede. La lettera è accompagnata da una "Nota

dottrinale illustrativa" promanata dalla Cdf che impone (29 giugno)

una "professione di fede" e un "giuramento di fedeltà" con il quale,

tra l'altro, ciascun teologo si impegna ad accogliere "fermamente"

verità proclamate "in modo definitivo" dal Magistero, seppure senza

una esplicita "definizione dogmatica". In tale categoria, precisa il

testo, rientra l'insegnamento papale sull'or-dinazione sacerdotale da

riservarsi soltanto agli uomini (Adista n. 53/98).

• Con la lettera apostolica, motu proprio, Apostolos suos (datata 21

maggio, ma pubblicata il 23 luglio) il papa dà un'interpretazione

restrittiva - rispetto al Concilio - della natura e dei poteri delle

Conferenze episcopali (Adista n. 59/98).

• La Cdf estromette dall'insegnamento presso la Pontificia Università

Gregoriana il teologo gesuita Jacques Dupuis per il suo libro "Verso

una teologia cristiana del pluralismo religioso" (Adista n. 79/98).

Condanna ribadita dal card. Ratzinger nel 2001 con una Notificazione

(24 gennaio) nella quale si afferma che nel libro del gesuita vi sono

"notevoli ambiguità e difficoltà su punti dottrinali di portata

rilevante, che possono condurre il lettore a opinioni erronee o

pericolose" (Adista nn. 19 e 30/2001).

• La Congregazione per l'Educazione Cattolica, presieduta dal card.

Pio Laghi, estromette dalla cattedra di Filosofia del Diritto

dell'Università cattolica del Sacro Cuore di Milano il filosofo Luigi

Lombardi Vallauri di cui condanna, senza possibilità di

contraddittorio, le tesi sull'inferno, sul peccato originale,

sull'autorità del magistero, sulla morale sessuale (Adista nn. 84/98,

16/99).

 

 

1999

• Sospeso a divinis il parroco statunitense p. Jim Callan per lesa

obbedienza (Adista n. 5/99).

• 'Raid' del card. Ratzinger negli Stati Uniti: reprimenda su certo

cattolicesimo light e sul ruolo delle locali università cattoliche

(Adista n. 15/99, n. 17/99; nel 2000 esce il documento vaticano

sull'insegnamento nelle Università cattoliche Usa, v. Adista n.

2/2000).

• Il Vaticano affida all'Opus Dei la normalizzazione delle Università

cattoliche a partire da quella di Lima (Adista n. 29/99).

• La Cdf boccia tutte le proposte di cambiamento del "Dialogo per

l'Austria", una specie di Sinodo che l'anno precedente aveva appunto

chiesto la revisione delle norme vaticane che proibiscono la

contraccezione, la comunione ai divorziati risposati, il clero

uxorato (Adista n. 30/99).

• Il papa obbliga di fatto i vescovi tedeschi a ritirarsi dal sistema

statale dei consultori dai quali, per legge, ogni donna che voglia

abortire deve ottenere il certificato di avvenuta consulenza (Adista

nn. 51, 52, 69 e 87/99; 73 e 83/2000, 9 e 23/2001).

• Incriminato mons. Luigi Marinelli, co-autore (l'unico 'confesso')

del libro "Via col vento in Vaticano". Il prelato rinuncia alla

difesa e denuncia l'ingiustizia del tribunale ecclesiastico (Adista

n. 55/99).

• A suor Jeannine Gramick ed a p. Robert Nugent - religiosi

statunitensi - il card. Ratzinger vieta "permanentemente ogni

attività pastorale in favore delle persone omosessuali", perché i due

non condannano "la malizia intrinseca degli atti omosessuali" (Adista

n. 58, 59 e 62/99, 51/2003).

 

 

2000

• In Messico il Vaticano trasferisce alla diocesi di Saltillo mons.

Raúl Vera López, che era già stato inviato alla diocesi di San

Cristóbal de las Casas (Chiapas) come coadiutore con diritto di

successione di mons. Samuel Ruiz. Vera López, inviato nel Chiapas nel

'95 per 'normalizzare' mons. Ruiz, grande sostenitore della teologia

india e di una Chiesa india, si era invece 'convertito' alle idee di

don Samuel. E così il papa decide di non affidare a don Raúl la

successione a Ruiz quando questi compie i 75 anni (Adista nn. 3, 5 e

9/2000).

• Il papa e Ratzinger condannano la teologia asiatica (Adista n.

13/2000).

• Altolà della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei

Sacramenti alla traduzione inglese dei testi liturgici (Adista n.

36/2000).

• Nel giugno del 2000, durante un incontro a San Paolo su Aids e

sfide per la Chiesa in Brasile, il vescovo di Goiás Eugene Rixen

afferma che "tra il condom e l'espansione dell'Aids, siamo obbligati

a scegliere il male minore". Di fronte all'immediata reazione del

presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari Lozano

Barragán - il quale ribadisce che l'uso del preservativo, in

qualunque circostanza, è contrario alle disposizioni vaticane - la

Conferenza episcopale brasiliana emette una Nota di chiarimento che

riafferma la posizione contraria all'uso del condom della Chiesa del

Brasile (Adista n. 47/00).

• Il Vaticano fa pressioni sul Governo italiano perché impedisca la

celebrazione del Gay pride a Roma e, in particolare, perché le

autorità impediscano la grande manifestazione degli omosessuali,

prevista per l'8 luglio per le strade della capitale. L'indomani,

all'Angelus, lo stesso papa esprime "amarezza per l'affronto recato

al grande Giubileo dell'anno Duemila e per l'offesa ai valori

cristiani di una città che è tanto cara al cuore dei cattolici di

tutto il mondo" (Adista nn. 55 e 56/2000).

• Con la dichiarazione Dominus Iesus (6 agosto) Ratzinger in sostanza

condanna i teologi di punta della teologia asiatica (Adista nn. 61 e

64/2000).

• Restrizioni liturgiche ai fedeli laici, che colpiscono soprattutto

le Chiese Usa (Adista n. 61/2000).

• Il 3 settembre il papa beatifica insieme Pio IX e Giovanni XXIII,

cioè un papa che aveva definito "deliramento" il principio della

libertà religiosa e un papa che volle il Vaticano II anche per

affermare solennemente tale principio (Adista n. 66/2000).

• Il card. Ratzinger con una Notificazione obbliga di fatto

all'abiura il teologo austriaco Reinhard Messner il quale aveva

sostenuto che "in caso di conflitto è sempre la tradizione, ovvero la

teologia, che deve essere corretta a partire dalla Scrittura, e non

la Scrittura che deve essere interpretata alla luce di una tradizione

successiva (o di una decisione magisteriale) (Adista n. 1/2001).

 

 

2001

• Il card. Ratzinger, con una Notificazione (22 febbraio) obbliga il

teologo redentorista spagnolo p. Marciano Vidal a ritrattare di fatto

le sue tesi - su contraccezione, aborto, omosessualità - che si

allontanavano da quelle ufficiali vaticane (Adista nn. 39 e 55/2001).

• Sotto indagine della Cdf anche il gesuita p. Roger Haight, accusato

di non essere ortodosso nella sua cristologia (Adista n. 39/2001).

• Il Vaticano vieta a suor Joan Chittister, teologa benedettina

statunitense, di partecipare in giugno, a Dublino, alla Conferenza

della rete mondiale per l'ordinazione delle donne. Ma la suora

respinge l'ordine di Roma (Adista n. 53/2001).

• Con una Notificazione (17 settembre) i cardinali Ratzinger, Medina

Estévez e Darío Castrillon Hoyos (prefetto della Congregazione per il

Clero) negano la possibilità dell'ordinazione della donna-diacono. Il

riferimento indiretto è a mons. Samuel Ruiz, che nella diocesi

messicana di San Cristóbal de las Casas aveva ordinato circa

quattrocento diaconi sposati, accompagnati all'altare, nella

cerimonia dell'ordinazione, dalle loro mogli, che però non erano

state consacrate diaconesse (Adista n. 69/2001. Vedi anche Adista nn.

17, 26 e 32/2002).

• Nell'esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Oceania il

papa (22 novembre) respinge tutte le richieste di cambiamenti

pastorali (come un diverso atteggiamento verso i divorziati

risposati) prospettati dai vescovi dell'Oceania nel Sinodo ad hoc per

il Continente, celebrato a Roma nel 1998 (Adista n. 83/2001).

 

 

2002

• Il frate minore francescano svizzero Josef Imbach, docente di

teologia fondamentale alla Pontificia Facoltà teologica San

Bonaventura di Roma è di fatto spinto a lasciare l'incarico a causa

delle pressioni della Cdf che non aveva accettato il fatto che

l'autore, in un suo libro, mettesse in discussione la storicità degli

eventi miracolosi narrati nel Nuovo Testamento (Adista nn. 13/2001 e

19/2002).

• Con un Monitum del 5 luglio il card. Ratzinger preannuncia la

scomunica - a meno di un ravvedimento entro il 22 luglio, che non

avverrà - a sette donne che il 29 luglio, su un battello in

navigazione sul Danubio, tra Austria e Germania, si erano fatte

ordinare prete da un vescovo argentino già scomunicato (Adista nn.

57/2002, 63/2002).

• Un comunicato (17 ottobre) della Commissione teologica

internazionale, presieduta dal card. Ratzinger, sostiene che ragioni

teologiche e storiche impediscono l'ordinazione della donna diacono

(il che invece viene ritenuto possibile da vari cardinali, come Carlo

Maria Martini, l'ex arcivescovo di Firenze Silvano Piovanelli e il

tedesco Karl Lehmann vescovo di Magonza) (Adista n. 79/2002).

• L'8 dicembre 2002, il Pontificio Consiglio per la Famiglia, con la

prefazione del prefetto del dicastero, il card. Alfonso Lopez

Trujillo, presenta "Lexicon. Temi ambigui e discussi su famiglia vita

e questioni etiche", un volume in cui su tutti i problemi discussi

anche all'interno della Chiesa romana - contraccezione, divorzio,

omosessualità, rapporto tra princìpi etici cristiani e legislazione

civile - esprime solo le tesi più conservatrici, quando non

reazionarie, respingendo ogni voce critica sulle affermazioni del

magistero papale.

• Il card. Medina Estévez, prefetto della Congregazione per il Culto

Divino, in una lettera del 16 maggio sostiene che è "assolutamente

sconsigliabile", "imprudente" e "rischiosa" l'ordinazione sacerdotale

di omosessuali (Adista n. 89/2002).

 

 

2003

• La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società

di Vita Apostolica comunica (15 gennaio) ai Superiori e alle

Superiori generali che la Cdf ha chiesto di escludere i transessuali

dalla vita consacrata (Adista n. 12/2003).

• Con un decreto della Cdf (25 gennaio, ma notificato all'interessato

il 13 marzo) - decreto emanato "dal sommo pontefice Giovanni Paolo

II, con suprema ed inappellabile decisione senza alcuna possibilità

di appello" - don Franco Barbero della Comunità di base di Pinerolo

viene "dimesso dallo stato clericale" (Adista nn. 23/2003, e 15 e

20/2002).

• Il 24 febbraio, sotto la forte pressione della Congregazione per

gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica i

benedettini inducono padre Cipriano Carini a dimettersi da abate del

monastero di S. Giovanni Evangelista a Parma. Nessuna ragione

teologica o disciplinare: solo, da più due anni, l'abate Carini ha

accolto in una Badia Benedettina dipendente dal suo monastero alcune

suore indiane dell'Ordine delle brigidine, fuggite dalla loro

comunità a causa del trattamento cui erano sottoposte da parte della

loro madre superiora, suor Tekla Famiglietti. Per il solo fatto di

aver accettato di accogliere queste suore e di aver cercato di non

fargli perdere il permesso di soggiorno (a due di esse la madre Tekla

aveva requisito il passaporto), l'abate Carini è stato costretto dal

Vaticano a dare le dimissioni. Tanto hanno potuto, in Curia, le

pressioni della potentissima suor Tekla (Adista n. 43/03).

• La Cdf spinge la Commissione dottrinale della Conferenza episcopale

spagnola a far sapere, in un documento, che le tesi su Gesù Cristo

contenute in un libro del teologo Juan José Tamayo contengono gravi

errori dottrinali. I vescovi, tuttavia, si rifiutano di consegnare al

teologo l'atto di accusa su di lui che il card. Ratzinger ha inviato

loro (Adista nn. 8 e 24/2003).

• Ratzinger conferma la scomunica alle donne prete ordinate in

Austria (Adista n. 12/2003).

• Il card. Ratzinger, con "Considerazioni circa i progetti di

riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali" (testo

datato 3 giugno ma pubblicato il 31 luglio), chiede ai parlamentari

cattolici di impedire in ogni modo l'approvazione di leggi che

ammettano una qualsiasi equiparazione tra il matrimonio e l'unione di

due persone dello stesso sesso (Adista n. 12/2003).

• Con l'enciclica Ecclesia de Eucharistia (17 aprile) il papa

riafferma la dottrina della "transustanziazione" formulata dal

Concilio di Trento e vieta qualsiasi "intercomunione" - la

partecipazione degli evangelici alla comunione durante la messa

cattolica, e dei cattolici alla Santa Cena dei protestanti - con le

Chiese nate dalla Riforma. L'enciclica ribadisce che i cattolici

divorziati e risposati non possono accostarsi all'Eucaristia; e

lamenta gli "abusi" che, nel post-Concilio, si sono fatti in materia

liturgica (Adista n. 36/03).

• Il 22 novembre 2002 l'abate di Montevergine (ordinario dell'omonima

abbazia territoriale), padre Giovanni Tarcisio Nazzaro, emana nei

confronti di don Vitaliano Della Sala un decreto di rimozione dalla

funzione di parroco della parrocchia di S. Giacomo a Sant'Angelo a

Scala (Av). A soli 39 anni, non avendo ricevuto nessun altro

incarico, don Vitaliano viene di fatto "pensionato" dalla Chiesa (v.

Adista n. 90/02; www.donvitaliano.it). Nel provvedimento, fortemente

voluto dalla Curia romana e preceduto da due ammonizioni canoniche

(del 13/10/2000 e del 3/7/2001), Nazzaro accusa Vitaliano di pubblico

dissenso "dal Magistero dei Pastori" e dalla "Sede Apostolica", di

"frequenza di 'centri' e 'associazioni' ben noti per la diffusione di

idee in contrasto con la dottrina e l'insegnamento della Chiesa e che

non rifuggono neanche dalla violenza", e di aver trascurato i suoi

"doveri parrocchiali". Contro il decreto di rimozione la comunità di

S. Angelo insorge: dapprima mura l'entrata della chiesa parrocchiale,

poi decide il boicottaggio delle iniziative del nuovo parroco: da due

anni la gente di S. Angelo non entra più nella chiesa del paese,

limitandosi ad assistere alle funzioni dal sagrato. Da parte sua, don

Vitaliano ha dapprima inutilmente ricorso contro la sua rimozione

presso la Congregazione per il Clero. Attualmente un nuovo ricorso

giace presso il Supremo Tribunale della Signatura Apostolica, insieme

ad un altro presentato da tutta la sua comunità parrocchiale (Adista

nn. 51/03, e 23 e 87/2002).

• Come negli otto precedenti, anche nel Concistoro annunciato il 28

settembre per il 21 ottobre Wojtyla non include nella lista dei nuovi

cardinali alcun prelato o teologo latinoamericano espressamente

favorevole alla Teologia della Liberazione (Adista n. 71/2003).

• Con l'Esortazione apostolica post-sinodale Pastores gregis, firmata

proprio il 16 ottobre 2003, 25° anni-versario della sua elezione, pur

abbondando in parole esaltanti la "collegialità episcopale", di fatto

Wojtyla ha svuotato le richieste della Assemblea generale ordinaria

del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2001), che aveva affrontato proprio

il tema del ruolo dei vescovi. Allora, malgrado il tentativo delle

Curia romana di svuotare le propositiones (le proposte concrete al

pontefice. Per il testo integrale, v. Adista 80/2001), l'Assemblea

aveva approvato la propositio 24: "Alcuni Padri sinodali ritengono

opportuno esaminare il modo di procedere ed il metodo delle riunioni

sinodali affinché queste Assemblee divengano un migliore strumento di

collegialità. I Padri sinodali suggeriscono rispettosamente al Sommo

Pontefice di considerare l'opportunità di convocare un'Assemblea

straordinaria del Sinodo dei vescovi proprio a questo fine". Di

questa richiesta non c'è traccia nel documento testè firmato da

Wojtyla

 

 

LA NOMINA DEI VESCOVI, UNO STRUMENTO IN PIÙ PER NORMALIZZARE LA

CHIESA CONCILIARE. L'ESEMPIO LATINOAMERICANO

 

DOC-1425. ROMA-ADISTA. Tra i dati più rilevanti del pontificato di

Giovanni Paolo II, non si può non menzionare la pesante

normalizzazione imposta alla Chiesa latinoamericana, che, a partire

dalla seconda conferenza dell'episcopato latinoamericano di Medellín,

nel 1969, era riuscita ad affermare una personalità propria, ad

esprimere una voce distinta, ponendo un forte accento sulla necessità

ed urgenza di una radicale opzione per i poveri e di un profondo

cambiamento delle strutture di dominio e di oppressione. La prima

decisa offensiva conservatrice contro questa nuova linea pastorale

viene lanciata a Puebla, nel 1979, in occasione della terza

conferenza dell'episcopato latinoamericano. Nonostante i primi

segnali di cedimento, l'offensiva viene sostanzialmente respinta. Ma

si tratta appena del primo round. La reazione conservatrice è

inarrestabile, esprimendosi attraverso una dura lotta alla teologia

della liberazione, una radicale svolta a destra del Celam (Consiglio

episcopale latinoamericano), sotto la regia dell'arcivescovo

colombiano López Trujillo (nel 1972 segretario generale e poi, nel

1979, presidente del Celam, attualmente presidente del Pontificio

Consiglio per la famiglia), il commissariamento della Clar

(Conferenza latinoamericana dei religiosi), l'emarginazione dei

vescovi che si riconoscevano nella linea di Medellín, lo

smantellamento del lavoro pastorale da essi condotto ad opera di

successori di linea diametralmente opposta.

Tra gli innumerevoli casi di normalizzazione episcopale, restano

esemplari quelli relativi alle personalità più rappresentative e più

forti della Chiesa progressista latinoamericana, dal vescovo di

Recife Helder Câmara all'arcivescovo martire di San Salvador Oscar

Arnulfo Romero, dal cardinale di San Paolo Paulo Evaristo Arns al

vescovo di San Cristóbal de Las Casas Samuel Ruiz.

A succedere a Helder Câmara viene chiamato, nel 1985, mons. José

Cardoso Sobrinho, che subito si lancia in una sistematica opera di

smantellamento del lavoro svolto dal suo predecessore, attraverso una

lunga serie di espulsioni di docenti, religiosi e sacerdoti vicini

alla teologia della liberazione (v. Adista n. 57/95).

È stato del resto proprio l'episcopato brasiliano quello forse più

duramente colpito, come mostra il caso della successione al card.

Paulo Evaristo Arns, instancabile difensore degli emarginati ed

esponente di punta dell'ala progressista latinoamericana. Al suo

posto, i vescovi conciliari invocano la nomina di uno dei vescovi

ausiliari di Arns oppure dell'arcivescovo di Mariana ed ex presidente

della Cnbb (la Conferenza episcopale brasiliana, anch'essa

gradualmente normalizzata) Luciano Mendes de Almeida, per il quale

invano si è lungamente atteso un incarico di maggior prestigio. La

scelta del Vaticano è caduta invece su Claudio Hummes, vicino al

movimento carismatico, nominato appena due anni prima arcivescovo di

Fortaleza, dove aveva rimesso ordine nel lavoro svolto dal suo

predecessore, il card. Aloísio Lorscheider (v. Adista n. 31/98)

A San Salvador, l'arcidiocesi di mons. Romero (già duramente

avversato dal Vaticano e diventato il simbolo della Chiesa

latinoamericana della liberazione), il suo immediato successore e

amico, mons. Arturo Rivera y Damas, scomparso nel 1995, viene

sostituito da Roma con un vescovo di linea totalmente diversa: mons.

Fernando Sáenz Lacalle, spagnolo d'origine, dell'Opus Dei.

In Messico la normalizzazione si traduce in particolare nel completo

smantellamento dell'opera pastorale di mons. Méndez Arceo a

Cuernavaca e nell'offensiva contro la diocesi di San Cristóbal de Las

Casas, prima affiancando a mons. Samuel Ruiz un vescovo coadiutore

con diritto di successione, mons. Raul Vera Lopez, poi, di fronte

alla comunione di intenti mostrata dai due vescovi, trasferendo

quest'ultimo a Saltillo, alla frontiera con gli Stati Uniti.

In Perù, a sostituire il cardinale gesuita Augusto Vargas Alzamora,

fiero avversario di Fujimori e leader della Chiesa cattolica di Lima

per nove anni, è stato chiamato (contro la volontà della maggior

parte dei vescovi peruviani) un membro dell'Opus Dei, Luis Cipriani,

grandissimo amico di Fujimori (v. Adista n. 31/00), sempre al centro

di infuocate polemiche, a partire da quella sulla mancata difesa dei

diritti umani della sua gente, nei dieci anni passati alla guida

dell'arcidiocesi di Ayacucho, nel pieno della guerra contro il

terrorismo (come ha ultimamente riconosciuto la Commissione della

Verità e della Riconciliazione sui fatti di violenza avvenuti in Perù

dal 1980 al 2000, v. Adista n. 68/03).

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