IL GIUBILEO DEI
REPRESSI: I 25 ANNI DEL PONTIFICATO DI PAPA WOJTYLA
VISTI DA UN'ALTRA
PARTE
DOC-1424. ROMA-ADISTA. La
repressione delle voci dissonanti o
dissenzienti dalla linea
ufficiale o ufficiosa vaticana è stata una
delle caratteristiche del
pontificato di Giovanni Paolo II. Un
pontificato lungo - uno dei
più lunghi della storia - e naturalmente
costellato di luci e di
ombre, come hanno sottolineato gli autori a
suo tempo da noi sollecitati
a dare una valutazione del regno di papa
Wojtyla (nella 'rubrica'
"Su questa pietra…", il cui contenuto è
elencato in calce a queste
righe). Ma, ora, qui, vogliamo documentare
solo un aspetto di questo
pontificato: quello della repressione
ecclesiastica attuata
direttamente dal pontefice o, su suo mandato,
dalla Curia romana; e
quello, correlato, di una interpretazione
restrittiva - quando non
opposta allo spirito e alla lettera del
Vaticano II - delle
affermazioni del Concilio.
1978-2003: ANNO PER ANNO,
NOME PER NOME…
1978
• Il pontificato di papa
Wojtyla è ancora in una fase di "rodaggio",
e non si segnalano ancora
atti repressivi. E, tuttavia, vi è un
segnale rivelatore. Il primo
documento ufficiale "ad extra" del nuovo
pontefice è una lettera del
2 dicembre '78 al segretario generale
dell'Onu, Kurt Waldheim, in
occasione del 30° anniversario della
firma della dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo. Il
pontefice chiede alle
Nazioni Unite e a tutti gli Stati di garantire
e difendere in ogni modo i
diritti umani e, in particolare, la
libertà religiosa. Ma non
una parola vi è sull'impegno della Chiesa
cattolica romana a difendere
tutti questi diritti "al suo interno".
Una "omissione"
che non sarà mai colmata in tutto il pontificato.
1979
• Intervenendo in gennaio, a
Puebla (Messico), alla III Conferenza
generale dell'episcopato
latino-americano, il papa attacca
frontalmente la Teologia
della liberazione (Adista n. 22/24 febbraio
1979).
• Il redentorista tedesco
Bernhard Haering, per anni docente
all'Accademia alfonsiana di
Roma, e forse il più autorevole teologo
moralista del post-Concilio,
viene convocato (27 febbraio) dalla
Congregazione per la
Dottrina della Fede (d'ora in poi, Cdf, l'ex
Sant'Uffizio) che gli chiede
l'impegno solenne di non criticare più
l'Humanae vitae -
l'enciclica con cui, nel 1968, Paolo VI aveva
giudicato immorale la
contraccezione. Il teologo rifiuta, e perciò
fino alla morte sarà
emarginato dalla Curia romana.
• Ricevuto in udienza dal
papa, a marzo, mons. Oscar Arnulfo Romero
si rende conto della
profonda "incomprensione" di Roma per il suo
ministero nella difficile
situazione di El Salvador. Andrà un po'
meglio l'udienza del gennaio
1980, ma di lì a poco riceverà il terzo
visitatore apostolico in 12 mesi
(Adista 10/12 maggio 1979, 27/29
marzo 1980).
• La Cdf - senza un regolare
e giusto processo - proibisce al teologo
domenicano francese Jacques
Pohier di presiedere assemblee liturgiche
e di insegnare
pubblicamente. Su Dio, e sull'Eucaristia, il teologo
aveva espresso idee sgradite
a Roma. Dopo il Concilio Vaticano II,
era la prima volta che la
Curia colpiva in questa misura un teologo
(Adista nn. 14/16 maggio
1979, 15/17 novembre 1979, 29 nov./1dic.
1979).
• Il papa, pellegrino negli
USA, respinge la richiesta della
rappresentante delle suore
statunitensi di accettare l'accesso delle
donne "a tutti i
ministeri nella Chiesa".
• In dicembre, il teologo
olandese Edward Schillebeeckx viene
'processato' a Roma dalla
Cdf. Un processo dai toni pacati. Tuttavia,
il grande teologo non sarà
mai pienamente riabilitato (Adista nn.
26/28 novembre 1979,13/15
dicembre 1979, 20/22 dicembre 1979).
• La Cdf il 15 dicembre
dichiara: "Il professor Hans Küng [svizzero-
tedesco] è venuto meno, nei
suoi scritti, all'integrità della verità
della fede cattolica, e
pertanto non può più essere coinsiderato
teologo cattolico né può,
come tale, esercitare il compito di
insegnare". Il teologo
aveva messo in discussione il dogma della
"infallibilità
papale", parlando invece di "indefettibilità" della
Chiesa (Adista nn. 7/9
gennaio 1980, 21/23 gennaio 1980, 31 gen./2
febb. 1980).
1980
• In gennaio, in un Sinodo
particolare dedicato all'Olanda, il papa
in pratica obbliga i vescovi
a far marcia indietro su tutte le
aperture e le proposte
lanciate negli anni precedenti dal Concilio
pastorale olandese (Adista
n. 10/12 gennaio 1980, 14/16 gennaio 1980,
4/6 febbraio 1980).
• La Cdf il 14 ottobre emana
norme restrittive riguardanti la
dispensa dal celibato e la
riduzione allo stato laicale dei sacerdoti
che abbandonano il
ministero. (Il Regno n. 22/80).
• Il prefetto della Cdf,
card. Franjo Seper, il 20 novembre scrive al
p. Edward Schillebbeckx per
dirgli che i chiarimenti teologici da lui
forniti anche a Roma
"non sono sufficienti per eliminare le ambiguità
(cristologiche)" dei
suoi scritti (Adista n. 29/31 dicembre 1980).
1981
• In ottobre il papa decide
il 'commissariamento' della Compagnia di
Gesù, misura gravissima che
provoca pacate ma pubbliche proteste di
molti gesuiti (Adista n. 2/4
novembre 1981).
• Nell'esortazione
apostolica postsinodale Familiaris consortio (22
novembre) il papa ribadisce
che i divorziati cristiani risposati non
possono accedere
all'Eucaristia, e che debbono vivere come fratello e
sorella (Adista n. 21/24
dicembre 1981).
1982
• Il 29 giugno il papa
scrive ai vescovi del Nicaragua per condannare
la "Chiesa
popolare" (cioè quella collegata alle Comunità di base e
alla Teologia della
Liberazione) (Adista n. 6/8 ottobre 1982.
• Il 23 agosto il Vaticano -
malgrado l'opposizione di molti vescovi
spagnoli - erige la
"Prelatura personale di Santa Croce e Opus Dei"
(Adista n. 1/4 settembre 1982).
1983
• Il 25 gennaio il papa
promulga il nuovo Codice di diritto canonico
(per la Chiesa latina); una
normativa nella quale vengono spente
molte speranze di
rinnovamento innescate dal Concilio Vaticano II, e
rafforzato il centralismo
papale (Adista n. 27/29 gennaio 1983).
• A Managua, in marzo, il
papa rimprovera pubblicamente padre Ernesto
Cardenal, che ha accettato
di entrare a far parte del governo
sandinista. E, alla messa,
zittisce la madri degli uccisi dai
"contras" (i
guerriglieri antisandinisti sostenuti dalla CIA) (Adista
n. 14/16 marzo 1983).
• La Congregazione per i
Religiosi e gli Istituti Secolari in pratica
obbliga suor Agnes Mary
Mansour, delle "Sorelle della misericordia",
ad abbandonare l'Istituto,
poiché la suora non aveva accettato di
interrompere la sua attività
di direttrice presso i servizi sociali
dello stato del Michigan
(USA) proposti al rimborso delle spese delle
donne che abortiscono
(Adista n. 20/22 giugno 1983).
• Sotto indagine mons. Raymond Hunthausen, arcivescovo di Seattle,
per le sue posizioni a
favore del disarmo e dell'obiezione fiscale.
La visita ispettiva, su
incarico del Vaticano, è condotta da mons.
James Hickey, arcivescovo di
Washington (Adista n. 28/30 novembre
1983).
1984
• Sotto accusa da parte
della Cdf il teologo della liberazione
peruviano Gustavo Gutierrez:
nelle sue riflessioni ci sarebbe
"l'influenza del
marxismo" (Adista n. 24/26 maggio 1984)
• Con l'Istruzione
Libertatis nuntius il 6 agosto il prefetto della
Cdf, card. Joseph Ratzinger,
condanna la Teologia della liberazione
(Adista n. 10/12 settembre
1984).
• Il 7 settembre Leonardo
Boff, teologo brasiliano della liberazione,
viene "processato"
da Ratzinger a Roma (Adista n. 13/15 settembre
1984).
• Convocati a Roma i vescovi
peruviani perché sconfessino la Teologia
della Liberazione (Adista n.
1/3 ottobre 1984).
• In dicembre la Santa Sede
costringe di fatto il generale dei
gesuiti, p. Peter-Hans
Kolvenbach ad espellere dall'ordine p.
Fernando Cardenal (fratello
di Ernesto), ministro dell'educazione nel
governo sandinista
nicaraguense (Adista n. 20/24 dicembre 1984).
• Con l'esortazione
apostolica post-sinodale Reconciliatio et
paenitentia (2 dicembre) il
papa respinge ogni ipotesi di
rinnovamento del rito della
confessione e, in particolare, esclude la
"confessione
comunitaria" come mezzo ordinario per confessarsi
(Adista n. 20/24 dicembre
1984).
1985
• Padre Gyorgy Bulanyi,
sacerdote ungherese, ispiratore delle
comunità di base,
sostenitore dell'obiezione di coscienza al servizio
militare e oppositore della
linea 'morbida' dell'episcopato nei
confronti del governo
comunista (Adista n. 16/18 febbraio 1984),
viene chiamato a Roma per un
colloquio con il card. Ratzinger (Adista
n. 31 gen./2 febb. 1985).
Gli scritti di p. Bulanyi erano già stati
vagliati, e assolti da
sospetti di eresia, dalla Congregazione per il
Clero.
• Con una notificazione
dell'11 marzo il card. Ratzinger dichiara che
"le opzioni di Leonardo
Boff [contenute nel libro Chiesa, carisma e
potere] sono tali da mettere
in pericolo la sana dottrina della fede"
(Adista n. 28/30 marzo
1985).
• Il Vaticano, dando ascolto
a minoritari gruppi di suore
'conservatrici', blocca il
rinnovamento conciliare delle suore
Carmelitane Scalze (Adista
n. 7/9 marzo 1985).
• Tra il 9 ed il 13 aprile,
si svolge a Loreto il II Convegno della
Chiesa italiana, a cadenza
decennale, dal titolo: "Riconciliazione
cristiana e comunità degli
uomini". Il presidente della Cei card.
Anastasio Ballestrero,
insieme ad altri, tra cui il cardinale di
Milano Carlo Maria Martini,
porta avanti con convinzione l'idea di
una Chiesa ancora saldamente
ancorata al Concilio (v. Adista dossier
n. 12 dell'aprile 1985; v.
Adista 18-20 aprile e 3-5 giugno 1985).
L'intervento del papa a quel
convegno, cui aderisce mons. Camillo
Ruini, allora cinquantenne
vescovo emiliano, mettono in minoranza
Ballestrero. E infatti un
anno dopo, il 26 giugno 1986, Giovanni
Paolo II nomina Camillo
Ruini segretario della Cei, che diventa
l'uomo forte del Vaticano
all'interno della Conferenza episcopale, e
la sua ascesa segna l'inizio
della radicale trasformazione wojtyliana
della Chiesa italiana. Anche
la presidenza di Alberto Monticone
nell'Ac, che si muove in sintonia
con la linea Martini-Ballestrero,
dopo Loreto entra
definitivamente in crisi, contrastata da un uomo
vicinissimo a Ruini, Dino
Boffo, dal gennaio 1994 messo alla
direzione del giornale della
Cei "Avvenire". Assistente generale
diventa nel 1987 mons.
Antonio Bianchin, il cui compito è quello di
sostituire molti dirigenti,
specie quelli che vengono dall'Ac
ambrosiana, fedele a
Martini: è il commissariamento de facto
dell'associazione. Nel 1999,
dopo la presidenza di Giuseppe Gervasio,
il card. Ruini nomina
presidente dell'Ac Paola Bignardi, cui invia
una lettera per metterla in
guardia dall'"entrare in spazi che non ci
competono e che sono propri
delle forze politiche, evitando con cura
qualsiasi coinvolgimento
nella competizione tra i diversi
schieramenti". Quando,
poco dopo la sua elezione (v. Adista nn. 23 e
25/99), la Bignardi concede
invece un'intervista all'"Unità", in cui
manifesta una certa
attenzione al tanto dibattuto problema delle
coppie di fatto, è costretta
ad una intervista riparatrice,
all'"Avvenire", il
12 marzo '99 (cui segue un editoriale su
"SegnoSette"). Nel
settembre 2000 (v. Adista, n. 74/2000) viene
chiuso de imperio il
settimanale di Ac "SegnoSette", colpevole di
aver espresso posizioni
troppo avanzate su temi politici, ecclesiali
e morali (per tutta la
storia recente dell'Ac vedi Adista nn. 53/02 e
67/03).
1986
• In una Notificazione del
15 settembre il card. Ratzinger afferma
che "la concezione del
ministero così come è esposta dal professor
Schillebeeckx rimane in
disaccordo con l'insegnamento della Chiesa su
punti importanti"
(Adista n. 65/86).
• Il card. Ratzinger (25
luglio) dichiara "non idoneo
all'insegnamento della
teologia cattolica" il teologo statunitense
Charles Curran,
"colpevole" di criticare la Humanae vitae e di
sostenere "la
legttimità del dissenso dall'autorità" (Adista n.
12/92).
• L'arcivescovo statunitense
di Seattle, mons. Raymond Hunthausen,
tramite una lettera informa
i suoi sacerdoti di essere stato
esautorato dal Vaticano dei
poteri pastorali nei seguenti importanti
campi: tribunale diocesano,
liturgia, formazione del clero, sacerdoti
che hanno lasciato il
ministero, questioni morali (Adista n. 60/86).
• Nella lettera Homosexualitatis
problema (1° ottobre) il card.
Ratzinger afferma che
"l'inclinazione [omosessuale] stessa dev'essere
considerata come
oggettivamente disordinata"; e che in nessun modo
può essere moralmente
accettato l'esercizio della sessualità tra
persone dello stesso sesso.
1987
• Dimissionato su ordine del
Vaticano l'abate della basilica romana
di San Paolo fuori le Mura,
Giuseppe Nardin, perché dialogava e
pregava con il precedente
abate, Giovanni Franzoni, fondatore della
Comunità di base di san
Paolo (Adista n. 7/87).
• La Cdf obbliga mons.
Mattew Clark, della diocesi statunitense di
Rochester, a ritirare
l'imprimatur a un manuale sulla sessualità di
ausilio ai genitori per
l'educazione dei figli scritto da cattolici
(Adista n. 8/87).
• Ad aprile il comboniano
padre Alex Zanotelli è costretto a
dimettersi dalla direzione
(assunta nel 1978) del mensile "Nigrizia",
per le sue ripetute denunce,
cominciate due anni prima con l'articolo
"Il volto italiano
della fame africana" ("Nigrizia", gennaio 1985),
sull'utilizzo dei fondi
destinati alla cooperazione italiana e finiti
nel commercio delle armi. Le
sue dimissioni sono chieste da membri
del governo italiano e dal
prefetto del dicastero vaticano per
l'Evangelizzazione dei Popoli
(ex Propaganda fide, da cui dipendono
le Congregazioni
missionarie), card. Josef Tomko (Adista n. 37/87).
• La Congregazione per i
Religiosi - andando di fatto contro
l'orientamento del Vaticano
II - rifiuta le 'pari opportunità' di
religiosi laici e religiosi
sacerdoti nella guida (anche come padri
provinciali e generali)
degli Ordini e Istituti religiosi, e quindi
obbliga alcuni di essi -
come i Cappuccini - ad annullare il loro
proposito di piena
'eguaglianza', nei compiti direttivi, di
'fratelli' e 'padri' (Adista
n. 89/87).
1988
• Destituiti i gesuiti José
Maria Castillo e Juan Antonio Estrada
dall'insegnamento
universitario e il clarettiano Benjamin Forcano
dalla direzione di
"Mision Abierta" per decisione della Cdf (Adista
nn. 39 e 52/88).
• La Congregazione per il
Culto Divino il 2 giugno riafferma che in
alcun modo è ammesso
celebrare l'Eucaristia in assenza di sacerdote
validamente ordinato.
• Con la costituzione
apostolica Pastor bonus (28 giugno) il papa
ristruttura la Curia romana,
dando ad essa enorme potere rispetto
all'episcopato mondiale, e
di fatto declassando il Sinodo dei vescovi
(Adista n. 53/88).
• Il 1° luglio la Cdf
pubblica la "Professione di fede" e il
"Giuramento di
fedeltà", tra l'altro, a "tutti i contenuti trasmessi
dal Magistero ordinario e
universale della Chiesa", alle "verità
circa la dottrina che
riguarda la fede o i costumi" e agli
"insegnamenti del
pontefice" e "del collegio episcopale" quando
"esercita il suo
Magistero autentico".
• Nella lettera apostolica
Mulieris dignitatem (15 agosto) il papa
riafferma il no alla
ordinazione sacerdotale della donna (Adista n.
68-69/88).
• A mons. Pedro Casaldáliga,
vescovo di São Felix do Araguaia
(Brasile), il nunzio
apostolico mons. Carlo Furno consegna una
lettera vaticana (Intimatio)
in cui lo si ammonisce per le sue
simpatie per la Teologia
della Liberazione e si impongono limiti ai
suoi compiti pastorali. Il
vescovo rifiuta la lettera perché non
corredata di timbri né di
firme (Adista n. 70/88).
1989
• Il 6 gennaio 163 teologi e
teologhe di area germanofona firmano la
"Dichiarazione di
Colonia" (Adista nn. 11/89 e 15/89) in cui
contestano il fatto che
Wojtyla pretenda obbedienza mettendo sullo
stesso piano alcune verità
fondamentali della fede riguardanti Gesù
Cristo e l'adesione alla
Humanae vitae, e contestano il modo
"scandaloso" con
cui Roma ignora le richieste delle Chiese locali
nella nomina dei vescovi. Il
papa, direttamente o indirettamente,
respingerà punto per punto
le richieste e le proteste dei firmatari.
• La Cdf (16 febbraio)
riafferma il "no" alla contraccezione.
• Il Vaticano oppone un veto
alla pubblicazione di un libro che
avrebbe dovuto contenere gli
atti di un congresso di moralisti
cattolici svoltosi a Roma,
all'Accademia alfonsiana, nell'aprile
dell'88 (Adista nn. 17/89 e
19/89). Tra l'altro, il volume avrebbe
dovuto riportare una
relazione del p. Bernhard Haering (Adista n.
7/89), nella quale il
teologo criticava l'antropologia e la teologia
che sottostanno all'Humanae
vitae, enciclica sempre difesa a spada
tratta da Wojtyla (forse
perché, a quanto si dice, ne fu uno degli
ispiratori).
• Per intervento diretto
della Congregazione per l'Educazione
Cattolica, la Pontificia
Università Lateranense ritira al professor
don Luigi Sartori - uno dei
più noti teologi italiani - la cattedra
di Ecumenismo (Adista n.
25/89).
• A marzo padre Eugenio
Melandri lascia, dopo dieci anni, la
direzione del mensile dei
missionari saveriani "Missione Oggi" al suo
vice, padre Pier Lupi. Da
tempo il superiore Generale dei saveriani
padre Gabriele Ferrari
subiva le pressioni del prefetto della
Congregazione per
l'Evangelizzazione dei Popoli, card. Josef Tonko
(che aveva già ottenuto le
dimissioni di Zanotelli da "Nigrizia"), e
quella dei Superiori della
Provincia italiana, affinché
allontanassero Melandri, cui
veniva da tempo rimproverata la linea
della rivista (specie un
numero tutto dedicato al Nicaragua),
l'impegno nella denuncia
della gestione fatta dal governo italiano
dei fondi destinati alla
cooperazione, l'essersi schierato
pubblicamente con i partiti
della sinistra (v. Adista n. 25/89).
• Il gesuita direttore di
"Estudes", Paul Valadier, uno dei 157
teologi francofoni firmatari
di una lettera di solidarietà ai 163
teologi della
"Dichiarazione di Colonia", viene rimosso dall'incarico
(Adista n. 27/89).
• Il card. Ratzinger in
novembre, alla vigilia dell'assemblea annuale
della Conferenza episcopale
statunitense, ordina di cancellare
dall'ordine del giorno la
discussione (e la sicura approvazione) di
un voluminoso testo
preparato dai vescovi USA sul rapporto vescovi-
teologi e sulle
"Responsabilità ecclesiali del teologo". Secondo il
prefetto della Cdf il testo
era troppo 'liberal' nel difendere la
libertà di ricerca dei
teologi (Adista nn. 43 e 44/89).
• Destituito don Vittorio
Cristelli da direttore del settimanale
diocesano "Vita
trentina". Il settimanale aveva pubblicato il
documento dei 63 teologi
italiani (Adista n. 39/89) in sostegno della
"Dichiarazione di
Colonia" (Adista nn. 45/89, 48/89 e 52/89).
• La Congregazione per
l'Educazione Cattolica decreta di far chiudere
in Brasile il seminario
regionale del Nordeste 2 e l'Istituto
teologico di Refice,
entrambi fondati da mons. Helder Câmara. Secondo
Roma, nei due istituti non
si dà una educazione "affidabile" (Adista
n. 60/89).
• La Segreteria di Stato (7
agosto) riafferma che né la Joc (Gioventù
operaia cristiana) né la
correlata Joci (Gioventù operaia cristiana
internazionale) sono più
riconosciute come legittimi interlocutori
dalla Santa Sede, mentre lo
è il Cijoc (Coordinamento internazionale
della Joc). Al di là delle
sigle, la Joc era considerata dal Vaticano
troppo di 'sinistra', e
quindi tagliata fuori per favorire invece il
'moderato' Cijoc, la cui
separazione dalla Joc era stata favorita
dagli ambienti conservatori
della Curia romana (Adista n. 73/89).
• La Congregazione per i
Religiosi mette di fatto sotto
"commissariamento"
la Clar (Conferenza Latinoamericana dei
Religiosi), ritenuta troppo
vicina alla Teologia della liberazione
(Adista nn. 75/89 e 77/89).
1990
• La Congregazione per
l'educazione cattolica vieta alla Facoltà di
Teologia dell'Università
svizzera di Friburgo di dare la laurea
"honoris causa" a mons. Rembert Weakland, vescovo di Milwaukee
(USA),
noto per le sue opinioni
'liberal' (Adista n. 83/90).
1991
• Il Vaticano destituisce il
vescovo messicano di Oaxaca, mons.
Bartolomé Carrasco Briseno,
perché legato alla Teologia della
Liberazione (Adista n.
1/91).
• Commissariamento della
Clar. La Clar si sottomette (Adista nn.
13/91, 20/91/, 31/91).
• Brasile: sotto accusa la
Bibbia delle Edizioni Paoline, sostenuta
dai teologi della liberazione
(Adista n. 33/91).
• Commissariata
"Vozes", la più antica editrice cattolica brasiliana,
a causa di Leonardo Boff,
direttore dell'omonima rivista (Adista n.
40/91). Boff viene
licenziato (Adista n. 62/91) e lascia l'ordine
francescano l'anno dopo
(Adista nn. 52 e 56/92).
• La Congregazione per
l'Educazione Cattolica obbliga il card.
Aloisio Lorscheider,
arcivescovo di Fortaleza a "dimettere" tre
sacerdoti sposati che
insegnavano all'Istituto teologico e pastorale
della città brasiliana
(Adista nn. 50 e 52/91).
• Il Vaticano interdice
dall'insegnamento il teologo e psicanalista
tedesco Eugen Drewermann -
che, nei suoi libri, aveva messo a nudo i
meccanismi di potere
dell'organigramma ecclesiastico e contestato la
legge sul celibato
obbligatorio dei sacerdoti (Adista nn. 33 e 36/90,
70/91). Poco dopo viene
proibita a Drewermann anche la predicazione
(Adista nn. 5/92). Il
teologo, a marzo, lascia il sacerdozio (Adista
n. 24/92).
1992
• Il card. Ratzinger in
gennaio mette in stato di accusa il teologo
moralista canadese André
Guindon le cui tesi - soprattutto sui temi
della sessualità -
conterrebbero "gravi dissonanze non solo con
l'insegnamen-to del
Magistero più recente, ma anche con la dottrina
tradizionale della Chiesa"
in materia di sessualità (Adista n. 9/92).
• I domenicani espellono il
teologo Mattew Fox, che già era stato
punito nel 1988 dal
Vaticano, perché non allineato con l'insegnamento
morale sessuale di Roma
(Adista n. 15/92).
• Il Vaticano dichiara
"fuori luogo" - cioè neanche da discutere - la
proposta dell'arcivescovo di
Milwaukee, mons. Rembert Weakland, di
ordinare sacerdoti, in
situazioni pastorali di "estrema necessità",
uomini sposati (Adista n.
4/92).
• Con la lettera Communionis
notio (28 maggio) il card. Ratzinger dà
una interpretazione
restrittiva del Vaticano II e della collegialità
episcopale sottolineata dal
Concilio (Adista n. 48/92).
• Il Vaticano nega il nihil
obstat al domenicano p. Philippe Denis
alla Facoltà di Teologia
cattolica di Strasburgo: troppo critico
verso l'Opus Dei (Adista n.
83/92).
1993
• Ampliando l'àmbito
dell'infallibilità papale definito nel 1870 dal
Concilio Vaticano I, Wojtyla
afferma: "Rientrano nell'area delle
verità che il magistero può
proporre in modo definitivo quei princìpi
di ragione che, anche se non
sono contenuti nelle verità di fede,
sono ad esse intimamente
connessi" (Adista n. 25/93).
• Il 22 aprile la
sala-stampa vaticana rende nota la dichiarazione
finale di un convegno
organizzato in marzo dal Pontificio Consiglio
per la Famiglia. Il testo -
firmato tra gli altri dal card. Alfonso
López Trujillo, presidente
del Consiglio, e da mons. Dionigi Tetta-
manzi - sostiene che la
contraccezione "corrompe l'intimità
coniugale" e che la
comunità cristiana deve opporsi alla
legalizzazione del divorzio
(Adista n. 33/93).
• In una lettera pastorale
comune (10 luglio) tre vescovi tedeschi
(tra essi mons. Karl
Lehmann, vescovo di Magonza) sostengono che un
divorziato/a risposato/a che
sia in coscienza convinto/a che il suo
precedente matrimonio sia
irrimediabilmente naufragato può decidere
di accostarsi alla comunione
eucaristica. Ma il card. Ratzinger
obbliga i tre a riman-giarsi
la proposta (per gli integrali, v.
Adista n. 76/94).
• Il 22 ottobre il papa
riafferma energicamente la legge del celibato
sacerdotale per la Chiesa
latina e, aggiunge, di fronte alle
contestazioni e critiche,
"bisogna ardire (conservando il celibato),
mai ripie-gare".
• Il 28 ottobre, il nunzio
apostolico in Messico, mons. Girolamo
Prigione, annuncia la
rimozione dalla diocesi messicana di San
Cristóbal de las Casas di mons. Samuel Ruiz (Adista n. 79/93). Il
provvedimento sarà però
'congelato'.
1994
• La Cdf boccia la
traduzione inglese del nuovo Catechismo della
Chiesa cattolica perché essa
adotta un linguaggio troppo "femminista"
ed "inclusivo"
(Adista n. 29/94).
• Tra aprile e maggio 1994
si svolge l'"Assemblea speciale per
l'Africa del Sinodo dei
Vescovi". Il Sinodo fu la concessione massima
fatta dalla Curia romana
alla richiesta dell'episcopato africano,
avanzata fin dal 1977, di
poter organizzare un concilio africano.
L'assi-se non si svolse in
Africa, ma a Roma, in Vaticano, affinché
il controllo sui vescovi del
Continente potesse essere meglio
esercitato. Continui furono
i tentativi di incanalare il dibattito
verso posizioni che non
mo-strassero imbarazzanti aperture su temi
come incul-turazione,
giustizia e pace, dialogo interreligioso
(Adista dossier n. 20/94;
Adista nn. 25, 31, 33, 35, 37 e 38/94).
• Con la lettera apostolica
Ordinatio sacerdotalis (22 maggio) il
papa, "in virtù del
[suo] ministero di confermare i fratelli"
dichiara che "la Chiesa
non ha in alcun modo la facoltà di conferire
alle donne l'ordi-nazione
sacerdotale, e che questa sentenza deve
essere tenuta in modo
definitivo da tutti i fedeli" (Adista n. 46/94).
• La Cdf, in una lettera ai
vescovi (14 settembre) ribadisce la
proibizione di dare la
comunione ai cattolici divorziati e risposati
(Adista n. 76/94).
• La Cdf interviene per
bloccare la nomina della teologa cattolica
(considerata troppo
femminista) Teresa Berger alla cattedra di
Liturgia della Facoltà
teologica dell'Università di Bochum, in
Germania (Adista n. 61/94).
1995
• Il prefetto della
Congregazione per l'Educazione Cattolica, card.
Pio Laghi, ha ottenuto,
secondo il settimanale inglese "The Tablet",
che venisse cancellata una
conferenza che il teologo della Libera-
zione Gustavo Gutiérrez
avrebbe dovuto svolgere a Roma nel novembre
'94 (Adista n. 1/95).
Gutiérrez, nel 1990, aveva pubblicato
un'edizione riveduta del suo
"Teologia della Liberazione" che aveva
in parte fugato i dubbi di
Ratzinger sull'ortodossia del teologo.
• Il Vaticano costringe di
fatto alle dimissioni mons. Jacques
Gaillot, vescovo di Evreux
(Francia), che con il suo ministero e la
sua azione a favore dei più
emarginati dava fastidio sia
all'establishment politico
che ecclesiastico (Adista nn. 3, 5, 8 e
13/95).
• Su pressioni del sostituto
della Segreteria di Stato vaticana mons.
Giovanni Battista Re, e del
prefetto della Congregazione per
l'Evangelizzazione dei
Popoli, card. Jozef Tomko, il missionario
comboniano p. Renato Kizito
Sesana viene rimosso dal suo incarico di
direttore della rivista
keniana "New People" (Adista n. 3/95).
• Nell'enciclica Evangelium
vitae (25 marzo) il papa definisce
"tirannici" quei
parlamenti che approvano leggi che consentono, in
determinati casi,
l'interruzione volontaria della gravidanza.
• Il card. Ratzinger ordina
alle Superiore della congregazione delle
"Sorelle di Nostra
Signora" di mandare per due anni in Europa a
studiare teologia
"sicura" la suora brasiliana Ivone Gebara - la
teologa femminista che non
piace alla Cdf (Adista nn. 47/95 e 53/95).
• Mons. Samuel Ruiz resta al
suo posto, ma viene affiancato da un
vescovo coadiutore con
diritto di successione, mons. Raúl Vera Lopez
(Adista nn. 57 e 59/95).
1996
• Con un editoriale su
L'Osservatore romano del 2 febbraio e firmato
***, la Cdf attacca le
opinioni di 16 teologi moralisti di area
germanofona che in un libro
avevano contestato l'enciclica Veritatis
splendor "su questioni
fondamentali della dottrina morale" (6 agosto
'93) ed affermato che essa
era un tentativo autoritario di imporre
una posizione teologica di
parte. L'editoriale riafferma rigidamente
il ruolo del magi-stero
papale e l'obbedienza ad esso dovuta.
1997
• Il card. Ratzinger
scomunica, con una "Notificazione" datata 2
gennaio il teologo Tissa
Ba-lasuriya. Sarà riabilitato, dopo un
parziale 'mea culpa', nel
'98 (Adista n. 7/98). Le Osservazioni sul
libro del p. Tissa
Balasuriya 'Mary and human liberation' ,
sviluppate dalla Cdf, erano
datate 27 luglio 1994. Il cardinale
sostiene che il teologo
cingalese "scalza su punti essenziali la fede
cristiana" (Adista nn.
87/96 e 6/97).
• L'11 febbraio 1997 Ruini
ottiene dal papa un decreto pontificio di
commissariamento della
Società San Paolo, ovvero i religiosi paolini:
Giovanni Paolo II nomina
mons. Antonio Buoncristiani, fedelissimo del
card. vicario, delegato
presso la Società S. Paolo, con l'incarico di
"esercitare tutte le
funzioni spettanti normalmente sia al Superiore
generale che al Superiore
provinciale". Specificando "per completezza
di informazione" che la
sua autorità si estende sui Periodici
"Famiglia
Cristiana", "Jesus", "Vita Pastorale", ecc. e sulle
Edizioni S. Paolo (v. Adista
nn. 19 e 23/97).
La vicenda era iniziata nei
mesi precedenti il III convegno della
Chiesa italiana (Palermo,
novembre 1995), quando Ruini avvicinò
alcuni religiosi paolini,
primo fra tutti l'allora direttore di
"Jesus", don
Stefano Andreatta, per proporre loro un piano di rior-
ganizzazione della stampa
cattolica italiana sotto l'egida della CEI,
che comprendesse anche le
diffusissime e prestigiose riviste paoline.
Ruini assicurò che era un
desiderio del papa. Andreatta fu il primo a
sot-tomettersi, non i suoi
confratelli paolini, che lo destituirono
da direttore di
"Jesus" e da direttore dei periodici paolini. La
reazione del card. Ruini non
si fece attendere. Chiese ed ottenne dal
Segretario di Stato, card.
Angelo Sodano, la firma su un telegramma
che imponeva al Superiore generale
dei paolini, don Silvio Pignotti,
l'ordine di reintegrare
Andreatta. Ricevuto un rifiuto da don
Pignotti, Ruini tenta di
mettere sotto accusa la linea teologica e
morale della stampa paolina.
Ma i religiosi rivendicano la loro
ortodossia e Ratzinger deve
rinunciare ad aprire un procedimento
dottrinale nei confronti dei
religiosi responsabili delle riviste (v.
Adista n. 89/95 e 23, 67 e
69/96). Solo allora Ruini ottiene
l'intervento del papa. Dopo
più di un anno, ad ottobre del '98
Buoncristiani fa le valigie:
i paolini conservano, nella sostanza, la
loro autonomia. A Ruini
rimane la consolazione di poter defenestrare
il direttore di
"Famiglia cristiana", don Leonardo Zega, rimosso
dalla guida del settimanale
nell'aprile del '98 e definitivamente
allontanato dal giornale il
12 ottobre del '98 (l'ultimo suo articolo
è stato pubblicato il 15
novembre).
• Il Vaticano, dopo la
visita apostolica condotta nel '95 da mons.
Xavier Lozano Barragân nei
seminari dei gesuiti in Messico e dopo
l'interessamento del
prefetto della Congregazione per l'Educazione
Cattolica card. Pio Laghi,
fa chiudere l'Istituto Interreligioso e il
Centro di Studi cattolici di
Città del Messico, dipendenti dalla
Conferenza degli Istituti
religiosi messicani (CIRM) nonché
l'Istituto Teologico gesuita
del Collegio Maximo de Cristo Rey con
l'annesso Centro di
riflessione teologica. Laghi indica nell'opzione
a favore della Teologia
della Liberazione la causa principale della
"confusione e
controversia" creatasi con Roma (Adista n. 25/97).
• La Conferenza dei
religiosi colombiani viene biasimata con una
lettera inviata da mons.
Tarcisio Bertone, segretario della Cdf, per
le deviazioni riscontrate
nella relazione del primo incontro
nazionale di teologia della
vita religiosa, svoltosi a Bogotà
nell'aprile 1996 e
pubblicate nella rivista "Vinculum" della
Conferenza dei religiosi
colombiani. La relazione conterrebbe uno
stile "rivendicativo,
aggressivo e critico verso la stessa gerarchia
ecclesiastica" e
pretenderebbe di elaborare una teologia della vita
religiosa "prescindendo
da uno studio serio delle Scritture, della
Tradizione e del
Magistero" (v. Adista n. 58/97).
• Con una Istruzione
interdicasteriale (firmata il 15 agosto dai capi
di otto dicasteri e uffici
della Curia) il Vaticano limita
radicalmente la
collaborazione dei laici al ministero dei sacerdoti,
riaffermando un clericalismo
invadente.
• Il 20 settembre mons.
Jorge Medina Estévez, pro-prefetto della
Congregazione per il Culto
Divino, scrive a mons. Anthony Pilla,
presidente della Conferenza
episcopale statunitense, per comunicargli
che la traduzione inglese
dei libri liturgici, compiuta dai vescovi
USA, "non esprime
accuratamente" il senso del testo latino e "non è
esente da problemi
dottrinali". Sulla questione gli otto cardinali
statunitensi si erano già
incontrati a Roma con i cardinali Medina
Estévez e Ratzinger (Adista
n. 1/97).
• Il Movimento
internazionale "Noi siamo Chiesa" (Imwac) porta a Roma
2,5 milioni di firme di
cattolici di vari Paesi, che chiedono una
serie di riforme (pari
possibilità di accesso di donne e uomini nei
ministeri, celibato
opzionale per i preti, coinvolgimento di tutta la
Chiesa locale [diocesi]
nella scelta del proprio pastore, comunione
ai divorziati risposati).
Richieste tutte ignorate da Wojtyla che
sostiene "la Chiesa non
è una democrazia" (Adista n. 73/97).
• A seguito di una lettera
inviata dal prefetto della Congregazione
per l'Evangelizzazione dei
popoli mons. Josef Tomko, la Conferenza
episcopale della Corea del
Sud sancisce il "divieto di pubblicazione"
per tre sacerdoti, p. John
Sye Kong-seok, p. Paul Cheong Yang-mo
(entrambi docenti
dell'Università Sogang di Seul, tenuta dai gesuiti)
e p. Edouard Ri Je-min
(professore dell'Università cattolica di
Kwangiu e direttore della
rivista "Skinhak Chonmang"). I tre
sarebbero sostenitori di
idee "per nulla conformi alla dottrina
cattolica", in
particolare su temi quali il sacerdozio femminile, il
celibato dei preti, l'evangelizzazio-ne
e l'inculturazione (Adista n.
73/97).
1998
• Il card. Ratzinger riapre
l'inchiesta sul teologo della Liberazione
peruviano Gustavo Gutiérrez,
indagato dalla Cdf già nel 1983 (Adista
n. 15/98).
• La Cdf mette sotto
osservazione il teologo australiano Paul Collins
per il suo libro "Il
potere papale. Una proposta di cambiamento per
il cattolicesimo del Terzo
millennio" (Adista nn. 15/98 e 55/98).
Collins lascerà il
sacerdozio nel 2001 dichiarando: "non posso più
essere complice nell'attuale
politica teologica della Chiesa" (Adista
n. 22/2001).
• La Congregazione per il
Clero, presieduta dal card. Darío
Castrillón Hoyos costringe
il vescovo inglese mons. Peter Smith a
ritirare un testo di
religione per le scuole secondarie perché esso
sostiene la Teologia della
Liberazione e racconta la persecuzione
subita da mons. Romero
(Adista n. 17/98).
• Con una Notificazione (24
giugno), la Cdf dichiara che il gesuita
indiano Anthony de Mello ha
sostenuto nelle sue opere "posizioni
incompatibili con la fede
cattolica". De Mello era morto già da
undici anni (Adista n.
26/98).
• Giovanni Paolo II con la
lettera apostolica Ad tuendam fidem (motu
proprio avente forza di
legge) rende ancora più rigida l'applicazione
della professione di fede.
La lettera è accompagnata da una "Nota
dottrinale
illustrativa" promanata dalla Cdf che impone (29 giugno)
una "professione di
fede" e un "giuramento di fedeltà" con il quale,
tra l'altro, ciascun teologo
si impegna ad accogliere "fermamente"
verità proclamate "in
modo definitivo" dal Magistero, seppure senza
una esplicita
"definizione dogmatica". In tale categoria, precisa il
testo, rientra
l'insegnamento papale sull'or-dinazione sacerdotale da
riservarsi soltanto agli
uomini (Adista n. 53/98).
• Con la lettera apostolica,
motu proprio, Apostolos suos (datata 21
maggio, ma pubblicata il 23
luglio) il papa dà un'interpretazione
restrittiva - rispetto al
Concilio - della natura e dei poteri delle
Conferenze episcopali
(Adista n. 59/98).
• La Cdf estromette
dall'insegnamento presso la Pontificia Università
Gregoriana il teologo
gesuita Jacques Dupuis per il suo libro "Verso
una teologia cristiana del
pluralismo religioso" (Adista n. 79/98).
Condanna ribadita dal card.
Ratzinger nel 2001 con una Notificazione
(24 gennaio) nella quale si
afferma che nel libro del gesuita vi sono
"notevoli ambiguità e
difficoltà su punti dottrinali di portata
rilevante, che possono
condurre il lettore a opinioni erronee o
pericolose" (Adista nn.
19 e 30/2001).
• La Congregazione per
l'Educazione Cattolica, presieduta dal card.
Pio Laghi, estromette dalla
cattedra di Filosofia del Diritto
dell'Università cattolica
del Sacro Cuore di Milano il filosofo Luigi
Lombardi Vallauri di cui
condanna, senza possibilità di
contraddittorio, le tesi
sull'inferno, sul peccato originale,
sull'autorità del magistero,
sulla morale sessuale (Adista nn. 84/98,
16/99).
1999
• Sospeso a divinis il
parroco statunitense p. Jim Callan per lesa
obbedienza (Adista n. 5/99).
• 'Raid' del card. Ratzinger
negli Stati Uniti: reprimenda su certo
cattolicesimo light e sul
ruolo delle locali università cattoliche
(Adista n. 15/99, n. 17/99;
nel 2000 esce il documento vaticano
sull'insegnamento nelle
Università cattoliche Usa, v. Adista n.
2/2000).
• Il Vaticano affida
all'Opus Dei la normalizzazione delle Università
cattoliche a partire da
quella di Lima (Adista n. 29/99).
• La Cdf boccia tutte le
proposte di cambiamento del "Dialogo per
l'Austria", una specie
di Sinodo che l'anno precedente aveva appunto
chiesto la revisione delle
norme vaticane che proibiscono la
contraccezione, la comunione
ai divorziati risposati, il clero
uxorato (Adista n. 30/99).
• Il papa obbliga di fatto i
vescovi tedeschi a ritirarsi dal sistema
statale dei consultori dai
quali, per legge, ogni donna che voglia
abortire deve ottenere il
certificato di avvenuta consulenza (Adista
nn. 51, 52, 69 e 87/99; 73 e
83/2000, 9 e 23/2001).
• Incriminato mons. Luigi
Marinelli, co-autore (l'unico 'confesso')
del libro "Via col
vento in Vaticano". Il prelato rinuncia alla
difesa e denuncia
l'ingiustizia del tribunale ecclesiastico (Adista
n. 55/99).
• A suor Jeannine Gramick ed
a p. Robert Nugent - religiosi
statunitensi - il card.
Ratzinger vieta "permanentemente ogni
attività pastorale in favore
delle persone omosessuali", perché i due
non condannano "la
malizia intrinseca degli atti omosessuali" (Adista
n. 58, 59 e 62/99, 51/2003).
2000
• In Messico il Vaticano
trasferisce alla diocesi di Saltillo mons.
Raúl Vera López, che era già
stato inviato alla diocesi di San
Cristóbal de las Casas
(Chiapas) come coadiutore con diritto di
successione di mons. Samuel
Ruiz. Vera López, inviato nel Chiapas nel
'95 per 'normalizzare' mons.
Ruiz, grande sostenitore della teologia
india e di una Chiesa india,
si era invece 'convertito' alle idee di
don Samuel. E così il papa
decide di non affidare a don Raúl la
successione a Ruiz quando
questi compie i 75 anni (Adista nn. 3, 5 e
9/2000).
• Il papa e Ratzinger
condannano la teologia asiatica (Adista n.
13/2000).
• Altolà della Congregazione
per il Culto Divino e la Disciplina dei
Sacramenti alla traduzione
inglese dei testi liturgici (Adista n.
36/2000).
• Nel giugno del 2000,
durante un incontro a San Paolo su Aids e
sfide per la Chiesa in
Brasile, il vescovo di Goiás Eugene Rixen
afferma che "tra il
condom e l'espansione dell'Aids, siamo obbligati
a scegliere il male
minore". Di fronte all'immediata reazione del
presidente del Pontificio
Consiglio per gli operatori sanitari Lozano
Barragán - il quale
ribadisce che l'uso del preservativo, in
qualunque circostanza, è
contrario alle disposizioni vaticane - la
Conferenza episcopale
brasiliana emette una Nota di chiarimento che
riafferma la posizione
contraria all'uso del condom della Chiesa del
Brasile (Adista n. 47/00).
• Il Vaticano fa pressioni
sul Governo italiano perché impedisca la
celebrazione del Gay pride a
Roma e, in particolare, perché le
autorità impediscano la
grande manifestazione degli omosessuali,
prevista per l'8 luglio per
le strade della capitale. L'indomani,
all'Angelus, lo stesso papa
esprime "amarezza per l'affronto recato
al grande Giubileo dell'anno
Duemila e per l'offesa ai valori
cristiani di una città che è
tanto cara al cuore dei cattolici di
tutto il mondo" (Adista
nn. 55 e 56/2000).
• Con la dichiarazione
Dominus Iesus (6 agosto) Ratzinger in sostanza
condanna i teologi di punta
della teologia asiatica (Adista nn. 61 e
64/2000).
• Restrizioni liturgiche ai
fedeli laici, che colpiscono soprattutto
le Chiese Usa (Adista n.
61/2000).
• Il 3 settembre il papa
beatifica insieme Pio IX e Giovanni XXIII,
cioè un papa che aveva
definito "deliramento" il principio della
libertà religiosa e un papa
che volle il Vaticano II anche per
affermare solennemente tale
principio (Adista n. 66/2000).
• Il card. Ratzinger con una
Notificazione obbliga di fatto
all'abiura il teologo
austriaco Reinhard Messner il quale aveva
sostenuto che "in caso
di conflitto è sempre la tradizione, ovvero la
teologia, che deve essere
corretta a partire dalla Scrittura, e non
la Scrittura che deve essere
interpretata alla luce di una tradizione
successiva (o di una
decisione magisteriale) (Adista n. 1/2001).
2001
• Il card. Ratzinger, con
una Notificazione (22 febbraio) obbliga il
teologo redentorista
spagnolo p. Marciano Vidal a ritrattare di fatto
le sue tesi - su
contraccezione, aborto, omosessualità - che si
allontanavano da quelle
ufficiali vaticane (Adista nn. 39 e 55/2001).
• Sotto indagine della Cdf
anche il gesuita p. Roger Haight, accusato
di non essere ortodosso
nella sua cristologia (Adista n. 39/2001).
• Il Vaticano vieta a suor
Joan Chittister, teologa benedettina
statunitense, di partecipare
in giugno, a Dublino, alla Conferenza
della rete mondiale per
l'ordinazione delle donne. Ma la suora
respinge l'ordine di Roma
(Adista n. 53/2001).
• Con una Notificazione (17
settembre) i cardinali Ratzinger, Medina
Estévez e Darío Castrillon
Hoyos (prefetto della Congregazione per il
Clero) negano la possibilità
dell'ordinazione della donna-diacono. Il
riferimento indiretto è a
mons. Samuel Ruiz, che nella diocesi
messicana di San Cristóbal
de las Casas aveva ordinato circa
quattrocento diaconi
sposati, accompagnati all'altare, nella
cerimonia dell'ordinazione,
dalle loro mogli, che però non erano
state consacrate diaconesse
(Adista n. 69/2001. Vedi anche Adista nn.
17, 26 e 32/2002).
• Nell'esortazione
apostolica post-sinodale Ecclesia in Oceania il
papa (22 novembre) respinge
tutte le richieste di cambiamenti
pastorali (come un diverso
atteggiamento verso i divorziati
risposati) prospettati dai
vescovi dell'Oceania nel Sinodo ad hoc per
il Continente, celebrato a
Roma nel 1998 (Adista n. 83/2001).
2002
• Il frate minore
francescano svizzero Josef Imbach, docente di
teologia fondamentale alla
Pontificia Facoltà teologica San
Bonaventura di Roma è di
fatto spinto a lasciare l'incarico a causa
delle pressioni della Cdf
che non aveva accettato il fatto che
l'autore, in un suo libro,
mettesse in discussione la storicità degli
eventi miracolosi narrati
nel Nuovo Testamento (Adista nn. 13/2001 e
19/2002).
• Con un Monitum del 5
luglio il card. Ratzinger preannuncia la
scomunica - a meno di un
ravvedimento entro il 22 luglio, che non
avverrà - a sette donne che
il 29 luglio, su un battello in
navigazione sul Danubio, tra
Austria e Germania, si erano fatte
ordinare prete da un vescovo
argentino già scomunicato (Adista nn.
57/2002, 63/2002).
• Un comunicato (17 ottobre)
della Commissione teologica
internazionale, presieduta
dal card. Ratzinger, sostiene che ragioni
teologiche e storiche
impediscono l'ordinazione della donna diacono
(il che invece viene
ritenuto possibile da vari cardinali, come Carlo
Maria Martini, l'ex
arcivescovo di Firenze Silvano Piovanelli e il
tedesco Karl Lehmann vescovo
di Magonza) (Adista n. 79/2002).
• L'8 dicembre 2002, il
Pontificio Consiglio per la Famiglia, con la
prefazione del prefetto del
dicastero, il card. Alfonso Lopez
Trujillo, presenta
"Lexicon. Temi ambigui e discussi su famiglia vita
e questioni etiche", un
volume in cui su tutti i problemi discussi
anche all'interno della
Chiesa romana - contraccezione, divorzio,
omosessualità, rapporto tra
princìpi etici cristiani e legislazione
civile - esprime solo le
tesi più conservatrici, quando non
reazionarie, respingendo
ogni voce critica sulle affermazioni del
magistero papale.
• Il card. Medina Estévez,
prefetto della Congregazione per il Culto
Divino, in una lettera del
16 maggio sostiene che è "assolutamente
sconsigliabile",
"imprudente" e "rischiosa" l'ordinazione sacerdotale
di omosessuali (Adista n.
89/2002).
2003
• La Congregazione per gli
Istituti di Vita Consacrata e le Società
di Vita Apostolica comunica
(15 gennaio) ai Superiori e alle
Superiori generali che la
Cdf ha chiesto di escludere i transessuali
dalla vita consacrata
(Adista n. 12/2003).
• Con un decreto della Cdf
(25 gennaio, ma notificato all'interessato
il 13 marzo) - decreto
emanato "dal sommo pontefice Giovanni Paolo
II, con suprema ed
inappellabile decisione senza alcuna possibilità
di appello" - don
Franco Barbero della Comunità di base di Pinerolo
viene "dimesso dallo
stato clericale" (Adista nn. 23/2003, e 15 e
20/2002).
• Il 24 febbraio, sotto la
forte pressione della Congregazione per
gli Istituti di Vita
Consacrata e le Società di Vita Apostolica i
benedettini inducono padre
Cipriano Carini a dimettersi da abate del
monastero di S. Giovanni
Evangelista a Parma. Nessuna ragione
teologica o disciplinare:
solo, da più due anni, l'abate Carini ha
accolto in una Badia
Benedettina dipendente dal suo monastero alcune
suore indiane dell'Ordine
delle brigidine, fuggite dalla loro
comunità a causa del
trattamento cui erano sottoposte da parte della
loro madre superiora, suor
Tekla Famiglietti. Per il solo fatto di
aver accettato di accogliere
queste suore e di aver cercato di non
fargli perdere il permesso
di soggiorno (a due di esse la madre Tekla
aveva requisito il
passaporto), l'abate Carini è stato costretto dal
Vaticano a dare le
dimissioni. Tanto hanno potuto, in Curia, le
pressioni della potentissima
suor Tekla (Adista n. 43/03).
• La Cdf spinge la
Commissione dottrinale della Conferenza episcopale
spagnola a far sapere, in un
documento, che le tesi su Gesù Cristo
contenute in un libro del
teologo Juan José Tamayo contengono gravi
errori dottrinali. I
vescovi, tuttavia, si rifiutano di consegnare al
teologo l'atto di accusa su
di lui che il card. Ratzinger ha inviato
loro (Adista nn. 8 e
24/2003).
• Ratzinger conferma la
scomunica alle donne prete ordinate in
Austria (Adista n. 12/2003).
• Il card. Ratzinger, con
"Considerazioni circa i progetti di
riconoscimento legale delle
unioni tra persone omosessuali" (testo
datato 3 giugno ma
pubblicato il 31 luglio), chiede ai parlamentari
cattolici di impedire in
ogni modo l'approvazione di leggi che
ammettano una qualsiasi
equiparazione tra il matrimonio e l'unione di
due persone dello stesso
sesso (Adista n. 12/2003).
• Con l'enciclica Ecclesia
de Eucharistia (17 aprile) il papa
riafferma la dottrina della
"transustanziazione" formulata dal
Concilio di Trento e vieta
qualsiasi "intercomunione" - la
partecipazione degli
evangelici alla comunione durante la messa
cattolica, e dei cattolici
alla Santa Cena dei protestanti - con le
Chiese nate dalla Riforma.
L'enciclica ribadisce che i cattolici
divorziati e risposati non
possono accostarsi all'Eucaristia; e
lamenta gli
"abusi" che, nel post-Concilio, si sono fatti in materia
liturgica (Adista n. 36/03).
• Il 22 novembre 2002
l'abate di Montevergine (ordinario dell'omonima
abbazia territoriale), padre
Giovanni Tarcisio Nazzaro, emana nei
confronti di don Vitaliano
Della Sala un decreto di rimozione dalla
funzione di parroco della
parrocchia di S. Giacomo a Sant'Angelo a
Scala (Av). A soli 39 anni,
non avendo ricevuto nessun altro
incarico, don Vitaliano
viene di fatto "pensionato" dalla Chiesa (v.
Adista n. 90/02;
www.donvitaliano.it). Nel provvedimento, fortemente
voluto dalla Curia romana e
preceduto da due ammonizioni canoniche
(del 13/10/2000 e del
3/7/2001), Nazzaro accusa Vitaliano di pubblico
dissenso "dal Magistero
dei Pastori" e dalla "Sede Apostolica", di
"frequenza di 'centri'
e 'associazioni' ben noti per la diffusione di
idee in contrasto con la
dottrina e l'insegnamento della Chiesa e che
non rifuggono neanche dalla
violenza", e di aver trascurato i suoi
"doveri
parrocchiali". Contro il decreto di rimozione la comunità di
S. Angelo insorge: dapprima
mura l'entrata della chiesa parrocchiale,
poi decide il boicottaggio
delle iniziative del nuovo parroco: da due
anni la gente di S. Angelo
non entra più nella chiesa del paese,
limitandosi ad assistere
alle funzioni dal sagrato. Da parte sua, don
Vitaliano ha dapprima
inutilmente ricorso contro la sua rimozione
presso la Congregazione per
il Clero. Attualmente un nuovo ricorso
giace presso il Supremo
Tribunale della Signatura Apostolica, insieme
ad un altro presentato da
tutta la sua comunità parrocchiale (Adista
nn. 51/03, e 23 e 87/2002).
• Come negli otto
precedenti, anche nel Concistoro annunciato il 28
settembre per il 21 ottobre
Wojtyla non include nella lista dei nuovi
cardinali alcun prelato o
teologo latinoamericano espressamente
favorevole alla Teologia
della Liberazione (Adista n. 71/2003).
• Con l'Esortazione
apostolica post-sinodale Pastores gregis, firmata
proprio il 16 ottobre 2003,
25° anni-versario della sua elezione, pur
abbondando in parole
esaltanti la "collegialità episcopale", di fatto
Wojtyla ha svuotato le
richieste della Assemblea generale ordinaria
del Sinodo dei Vescovi
(ottobre 2001), che aveva affrontato proprio
il tema del ruolo dei
vescovi. Allora, malgrado il tentativo delle
Curia romana di svuotare le
propositiones (le proposte concrete al
pontefice. Per il testo
integrale, v. Adista 80/2001), l'Assemblea
aveva approvato la
propositio 24: "Alcuni Padri sinodali ritengono
opportuno esaminare il modo
di procedere ed il metodo delle riunioni
sinodali affinché queste
Assemblee divengano un migliore strumento di
collegialità. I Padri
sinodali suggeriscono rispettosamente al Sommo
Pontefice di considerare
l'opportunità di convocare un'Assemblea
straordinaria del Sinodo dei
vescovi proprio a questo fine". Di
questa richiesta non c'è
traccia nel documento testè firmato da
Wojtyla
LA NOMINA DEI
VESCOVI, UNO STRUMENTO IN PIÙ PER NORMALIZZARE LA
CHIESA CONCILIARE.
L'ESEMPIO LATINOAMERICANO
DOC-1425. ROMA-ADISTA. Tra i
dati più rilevanti del pontificato di
Giovanni Paolo II, non si
può non menzionare la pesante
normalizzazione imposta alla
Chiesa latinoamericana, che, a partire
dalla seconda conferenza
dell'episcopato latinoamericano di Medellín,
nel 1969, era riuscita ad
affermare una personalità propria, ad
esprimere una voce distinta,
ponendo un forte accento sulla necessità
ed urgenza di una radicale
opzione per i poveri e di un profondo
cambiamento delle strutture
di dominio e di oppressione. La prima
decisa offensiva conservatrice
contro questa nuova linea pastorale
viene lanciata a Puebla, nel
1979, in occasione della terza
conferenza dell'episcopato
latinoamericano. Nonostante i primi
segnali di cedimento,
l'offensiva viene sostanzialmente respinta. Ma
si tratta appena del primo
round. La reazione conservatrice è
inarrestabile, esprimendosi
attraverso una dura lotta alla teologia
della liberazione, una
radicale svolta a destra del Celam (Consiglio
episcopale latinoamericano),
sotto la regia dell'arcivescovo
colombiano López Trujillo
(nel 1972 segretario generale e poi, nel
1979, presidente del Celam,
attualmente presidente del Pontificio
Consiglio per la famiglia),
il commissariamento della Clar
(Conferenza latinoamericana
dei religiosi), l'emarginazione dei
vescovi che si riconoscevano
nella linea di Medellín, lo
smantellamento del lavoro
pastorale da essi condotto ad opera di
successori di linea
diametralmente opposta.
Tra gli innumerevoli casi di
normalizzazione episcopale, restano
esemplari quelli relativi
alle personalità più rappresentative e più
forti della Chiesa
progressista latinoamericana, dal vescovo di
Recife Helder Câmara
all'arcivescovo martire di San Salvador Oscar
Arnulfo Romero, dal
cardinale di San Paolo Paulo Evaristo Arns al
vescovo di San Cristóbal de
Las Casas Samuel Ruiz.
A succedere a Helder Câmara
viene chiamato, nel 1985, mons. José
Cardoso Sobrinho, che subito
si lancia in una sistematica opera di
smantellamento del lavoro
svolto dal suo predecessore, attraverso una
lunga serie di espulsioni di
docenti, religiosi e sacerdoti vicini
alla teologia della
liberazione (v. Adista n. 57/95).
È stato del resto proprio
l'episcopato brasiliano quello forse più
duramente colpito, come
mostra il caso della successione al card.
Paulo Evaristo Arns,
instancabile difensore degli emarginati ed
esponente di punta dell'ala
progressista latinoamericana. Al suo
posto, i vescovi conciliari
invocano la nomina di uno dei vescovi
ausiliari di Arns oppure
dell'arcivescovo di Mariana ed ex presidente
della Cnbb (la Conferenza
episcopale brasiliana, anch'essa
gradualmente normalizzata)
Luciano Mendes de Almeida, per il quale
invano si è lungamente
atteso un incarico di maggior prestigio. La
scelta del Vaticano è caduta
invece su Claudio Hummes, vicino al
movimento carismatico,
nominato appena due anni prima arcivescovo di
Fortaleza, dove aveva
rimesso ordine nel lavoro svolto dal suo
predecessore, il card. Aloísio Lorscheider (v. Adista n. 31/98)
A San Salvador,
l'arcidiocesi di mons. Romero (già duramente
avversato dal Vaticano e
diventato il simbolo della Chiesa
latinoamericana della
liberazione), il suo immediato successore e
amico, mons. Arturo Rivera y
Damas, scomparso nel 1995, viene
sostituito da Roma con un
vescovo di linea totalmente diversa: mons.
Fernando Sáenz Lacalle,
spagnolo d'origine, dell'Opus Dei.
In Messico la
normalizzazione si traduce in particolare nel completo
smantellamento dell'opera
pastorale di mons. Méndez Arceo a
Cuernavaca e nell'offensiva
contro la diocesi di San Cristóbal de Las
Casas, prima affiancando a
mons. Samuel Ruiz un vescovo coadiutore
con diritto di successione,
mons. Raul Vera Lopez, poi, di fronte
alla comunione di intenti
mostrata dai due vescovi, trasferendo
quest'ultimo a Saltillo,
alla frontiera con gli Stati Uniti.
In Perù, a sostituire il
cardinale gesuita Augusto Vargas Alzamora,
fiero avversario di Fujimori
e leader della Chiesa cattolica di Lima
per nove anni, è stato
chiamato (contro la volontà della maggior
parte dei vescovi peruviani)
un membro dell'Opus Dei, Luis Cipriani,
grandissimo amico di
Fujimori (v. Adista n. 31/00), sempre al centro
di infuocate polemiche, a
partire da quella sulla mancata difesa dei
diritti umani della sua
gente, nei dieci anni passati alla guida
dell'arcidiocesi di
Ayacucho, nel pieno della guerra contro il
terrorismo (come ha
ultimamente riconosciuto la Commissione della
Verità e della
Riconciliazione sui fatti di violenza avvenuti in Perù
dal 1980 al 2000, v. Adista
n. 68/03).
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