FERMATEVI! FERMIAMOLA!
Assisi 26 agosto 2006
La posizione di
Pax Christi e
alcuni contributi per l’approfondimento.
Non
fermatevi alle prime righe, accettate la fatica di percorrere tutta la proposta
di approfondimento che segue. Non possiamo, noi per
primi, semplificare le posizioni. Accettare la convivialità
delle differenze è amare la diversità con il desiderio di verità, giustizia,
liberazione, nonviolenza che ci caratterizza.
Non
sarà invano!
don fabio
corazzina (coordinatore nazionale)
Max di Milano ci scrive,
"Carissimi/e che siete stati ad Assisi sabato,
ci potete raccontare, quando avete qualche minuto, la posizione che avete
espresso nel dibattito? Aiuterebbe anche avere una vostra valutazione
dell'assemblea ; al di là di qualche
battuta e articolo un po’ semplificante (Liberazione, Il Manifesto,
repubblica ... ) non riesco a trovare elementi ulteriori."
Antonio da Napoli
continua ricordandoci il "sapore di sale" che dobbiamo dare al mondo.
“Ho trovato quanto meno singolare la “benedizione”
(o presunta tale, come presentata dai media) di una
parte consistente del popolo della pace alla missione militare in Libano.
Personalmente non me la sento di unirmi a questa benedizione”
Enrico sintetizza
l'intervento fatto da Pax ad Assisi citando il fatto che
noi "non siamo d'accordo
su qualcosa"
. “Non siamo d'accordo su qualcosa, ma siamo qui. Il movimento per la pace è dialogico, lavora. Diciamo no al contingente militare,
scelta deludente. La via della nonviolenza porta a un
futuro diverso. Crediamo a un'altra politica: del
disarmo. È fallito il trattato contro le armi leggere, è
fallito quello del disarmo atomico. Anzitutto: stare dalla parte delle vittime…
grazie a Max, Antonio, Enrico e ai
tanti altri che ci hanno stimolato in questo momento, cercherò di offrire con
la maggior chiarezza possibile la posizione assunta sabato 26 settembre
all'Incontro di Assisi, cosciente del fatto che il tempo a disposizione era
veramente pochissimo e quindi il tentativo di sintetizzare una posizione
articolata può essere sembrato limitante. Vi invio
quindi i punti che mi ero segnato.
1. movimento per la pace diviso?
la
domanda che più spesso in questo periodo viene posta è: "ma il Movimento
per la pace è diviso?". Credo che tale domanda esprima più un desiderio
(malcelato) che una realtà, più un tendenzioso indotto che la situazione
concreta, più il tentativo di esasperazione che la
ricerca della verità. Il movimento per la pace è, con tutti i limiti che
possiamo elencare, vivo, dialogico, concreto e in forte ricerca. In questi mesi
mi pare decisamente cresciuta la qualità e ampiezza
del dibattito interno al movimento e con gli interlocutori politici, sociali e
religiosi che incontra sulla sua strada. Questa è vita, concreta passione e
resistenza forte alla riduzione di un ampio lavoro a semplicistici e riduttivi
slogan. Accettiamo questa complessità, così come umilmente accettiamo la
complessità delle situazioni che ci interpellano e non
trovano in noi soluzioni complete e definitive.
2. ad Assisi perchè?
Siamo
qui, ad Assisi, a questo incontro proposto dalla
Tavola per la Pace, una rete, un coordinamento che vede camminare insieme
gruppi di base, realtà sociali fra le più variegate, espressioni politiche,
enti locali, parrocchie, associazioni, movimenti, espressioni religiose
diverse, università ... Siamo qui perchè questo
è un luogo e metodo che ci piace, che condividiamo: il confronto fra diversi,
la ricerca faticosa e decisiva fatta insieme, la condivisione di una
appassionata volontà di giustizia, di libertà, di verità, di bene e di pace.
Come Pax Christi facciamo
parte del comitato direttivo della Tavola e con decisione confermiamo la nostra
appartenenza. Riconosciamo la qualità del lavoro costruito insieme così come rivendichiamo su alcuni punti una possibilità di
diversificazione nella lettura della realtà e delle soluzioni proposte e
appoggiate. A Grazie e Flavio solo un grazie per il lavoro fatto, non macheremo di continuare a dare il nostro contributo onesto
e fattivo.
3. semplificare è banalizzare
Ci
pare di intravedere una semplificazione delle questioni poste in nome di un
terribile realismo: "appoggiate l'intervento
militare oppure no?" Questa è la domanda unica e decisiva. Dietro
naturalmente c'è il tentativo (puntualmente confermato dai quotidiani e da
molta parte dell’informazione il giorno dopo) di potere titolare “i pacifisti
finalmente e realisticamente benedicono gli eserciti” o ancora “il movimento
per la pace difende il governo di centrosinistra. Non vogliamo prestarci a
questo gioco, semplificatorio,
tendente e dividere più che ad affrontare le questioni delicate di cui si
trattava. Non è tempo di limitarci ad approvare la decisione del governo per
una “missione di pace” con le stellette. Ben altro e assai più grande è il
compito che spetta ad ogni cittadino: promuovere e sostenere, secondo
le proprie possibilità, tutte quelle azioni di sensibilizzazione,
formazione, controinformazione, pacificazione e cooperazione che le tante
realtà della Tavola della Pace elaborano e diffondono.
La
vera domanda è: da che parte stai e da quale punto di vista guardi la storia?
Con tutti i nostri limiti stiamo imparando a guardare
la storia dalla parte delle vittime, dei civili, dei più deboli, dei poveri.
Come Pax Christi abbiamo
fatto una scelta nonviolenta e non possiamo che ribadire il NO all'uso dello
strumento militare. La via della nonviolenza, la ricerca della convivialità delle differenze, il desiderio di giustizia,
il bisogno di liberazione di troppi popoli, il necessario e insostituibile
lavoro di riconciliazione tra persone-comunità-popoli,
l’educazione alla pace da intraprendere a tutti i livelli... questo desideriamo e per questo lottiamo. Diciamolo con sincerità
tutto ciò ha poco a che fare con gli eserciti, le armi e le strategie militari
(la storia purtroppo ce lo insegna continuamente).
Diciamo quindi NO! alla semplificazione del momento
attuale: il Medio Oriente e il Libano vedranno, con l'intervento di
interposizione di un contingente armato pur sotto egida Onu,
solo una soluzione immediata e provvisoria agli enormi problemi aperti. Non dai soldati verrà quindi la pace. La Pace
(quella con cui riempiamo la bocca e i discorsi) è un' altra
cosa.
4. la pace e le qualità della politica
“alta”
Altro,
in effetti, è la qualità della politica "alta" che non si riduce
pericolosamente a progettare l'Italia "italiana e cattolica" ma che,
come Paolo VI ci ha insegnato, è appassionato e responsabile amore e servizio
per questa umanità, per questa terra, per questa
storia.
Altra
è la qualità
·
della politica che può decretare non solo il cessate il
fuoco e l'apertura dei corridoi umanitari ma, sui valori e percorsi contenuti
nella Carta delle Nazioni Unite, che dice apertamente "noi, popoli delle
nazioni unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della
guerra";
·
della politica che previene i conflitti non che si
preoccupa di contenerli una volta scoppiati;
·
della politica che disarma (e non fa fallire i trattati
per il controllo di armi leggere, non deride all'infinito il trattato sul
disarmo nucleare, non misconosce l'uso illegale di cluster
bombs e di nuovi e terribili sistemi d'arma...);
·
di una politica che decide di interrompere, come segno
efficace verso la pace, l'accordo di cooperazione militare con Israele
approvato nel maggio 2005 e di farsi portatore in ambito internazionale di un
immediato embargo di armi delle parti in conflitto (come chiesto dalla
delegazione della società civile italiana recatasi in Libano agli inizi dal 5
al 9 agosto 2006)
·
di una politica che crea le condizioni per una
economia di giustizia;
·
di una politica che sostiene una cooperazione fra
popoli e nazioni efficace ed effettiva;
·
di una politica che socialmente favorisce il
dialogo e l'accoglienza;
·
di una politica che ridona coraggiosamente dignità
all'Onu e a una Europa decentrata rispetto ai suoi
egoistici interessi di parte;
·
di una politica che da radici e ali al capitolo VI
della carta dell'Onu come contributo prioritario e
che può trovarci in questo partner interessati e competenti;
·
di una politica che non si preoccupa solo di benedire
le navi militari che partono o di dirci il numero dei militari inviati e il
costo dell'operazione ma che avvia finalmente il progetto di formazione e
realizzazione dei Corpi Civili di pace affinché concretamente la soluzione di
un contingente armato non sia l'unica soluzione che possiamo sostenere,
·
di una politica che (come suggerisce il documento di
Pax Christi International
inviato all'Onu in data 18 ago 2006 e che ho spedito
precedentemente) chiede una Alta Commissione di Inchiesta per individuare tutte
le violazioni al diritto umanitario internazionale commesse da tutte le parti
in conflitto e anche da coloro che hanno armato e sostenuto tutte le parti in
conflitto, che chiede di porre le vite e i diritti umani prima delle decisioni
politiche, che chiede di esaminare i tipi di armi usate e la loro conformità
alla legge internazionale, che chiede di implementare tutte le risoluzioni
dell'Onu riguardanti il Medio Oriente e di ricercare
una soluzione politica di lunga durata per il conflitto, che sostiene tutti
coloro che scelgono il dialogo, l'azione nonviolenta, la negoziazione e gli
sforzi per costruire la pace, che chiede la convocazione di una Conferenza
Internazionale per la Sicurezza e la Cooperazione per avviare un processo di
pace nella regione coinvolgendo tutte le parti in causa compreso Hamas, gli Hezbollah e i
palestinesi rifugiati in seguito alla diaspora, che apertamente chieda di porre
fine alla occupazione della Palestina.
Come
ci ricorda d Nandino Capovilla (referente per Pax Christi della campagna Ponti e non muri e tornato in questi
giorni dalla Terra Santa): “Conoscendo bene la VITA che sono
costretti a sopportare tre milioni di palestinesi e dopo aver intrecciato con
loro forti legami di fraterna amicizia e solidarietà, auspico non tanto che
siano schierate al più presto nei territori occupati delle forze di
interposizione Onu ma che, in seguito a precise
decisioni ed accordi arrivino a Gerusalemme come a Nablus,
a Ramallah a Jenin,
INTERNAZIONALI che garantiscano la ripresa del movimento della popolazione,
liberando le strade dai check-point; PRESENZE
UFFICIALI che accompagnino i bambini a scuola e i contadini nei campi; FORZE
NONVIOLENTE che verifichino l'attuazione delle Risoluzioni Onu
sul muro procedendo al progressivo superamento di questa illegale forma di
apartheid; CORPI DI PACE che impongano alle parti il rispetto della legalità e
dei diritti umani dopo che l'auspicata Conferenza di Pace avrà affrontato i
nodi della colonizzazione da interrompere e della presenza di migliaia di
coloni in terra palestinese. Tutte queste presenze RICHIEDONO NON ARMI, MA
DECISIONI POLITICHE DI GIUSTIZIA.”
E’
proprio vero: l' apparente distanza di questi percorsi
dal "campo" su cui si infiamma il conflitto viene accorciata dalla
miriade di RELAZIONI UMANE che innervano le quotidiane esistenze di singoli e
comunità. "Una pace duratura verrà soltanto quando uno guarderà l'altro
negli occhi e trasformerà l'odio in parole che avvieranno un difficile dialogo.
Dov'è la voce della ragione e l'occhio capace di
vedere oltre l'immediato? Dov'è l'orecchio pronto ad
ascoltare? Chiese, capi religiosi e società civile dovrebbero essere
incoraggiati a portare stimoli per un nuovo processo di pace, prima, durante e
dopo di esso. Possono raggiungere il cuore dei
popoli" (dal doc di PXIntern
del 18 ago 2006).
5. don Tommaso Valentinetti
(presidente di Pax Christi e arcivescovo di Pescara
Penne) ha poi letto il messaggio di Michel Sabbah per l'incontro di
Assisi.
Di seguito alcuni contenuti del messaggio da
non dimenticare:
·
Ciò che accade oggi, giorno dopo giorno, a
Gaza e in West Bank ed è accaduto in trentatrè giorni di guerra nel sud del Libano è
semplicemente disumano, quali che siano i ragionamenti
presentati per giustificarlo
·
La violenza non può e non deve essere un
mezzo di legittima difesa. La potenza militare da sola non protegge. Le
rappresaglie militari fanno solo crescere il rifiuto che circonda Israele nella
regione, fanno approfondire il rancore nei cuori e crescere il rifiuto.
·
La violenza è un cerchio di morte che
bisogna spezzare. L’esperienza in questo conflitto ha mostrato ancora una volta
che la violenza ha solo fatto crescere la violenza e non ha portato alla
sicurezza voluta; ha mostrato una volta di piu che è
inutile voler stabilire un ordine o raggiungere la sicurezza finché si
opprimono gli altri.
·
L’unica azione di legittima difesa, che può
proteggere realmente e avrà come conseguenza la sicurezza voluta, consiste
semplicemente nel mettere fine all`ingiustizia
iniziale, che è il cuore di questo lungo conflitto, cioè
la questione palestinese: mettere fine all’occupazione militare israeliana
imposta al popolo palestinese da anni e ridare loro la loro libertà e la loro
indipendenza.
·
Di questa violenza dilagante è segno
tragico il sacrificio che non avremmo voluto vedere e
che non e ancora stato chiarito, di Angelo Frammartino.
La presenza di questi volontari deve continuare come un elemento di vita dove
spesso prevale l´odio, la violenza, la morte. I volontari come Angelo ci
ricordano che la pace e possibile e dicono ai due popoli che la guerra e un
male, sempre.
… questo è ciò che in Assisi abbiamo
sostenuto.
Il dibattito è aperto, decisamente appassionato e concretamente preoccupato. Ecco perché vi propongo una serie di testi e riflessioni che ci
aiutano a fare strada con gli altri.
NB. Sul sito di Pax Christi troverai, in forma completa, tutti i documenti citati
1.
Pax Christi
Internazionale: messaggio di mons. Michel Sabbah http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_18299.html
2.
Tavola Pace (documenti
vari)
http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_18467.html
3.
Sulla forza di pace dell’Onu
in Libano (doc
tavola della Pace /Papisca) http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_18451.html
4.
Carta Onu (1945) - cap VI e VII http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_18452.html
5.
Corpi civili
di pace http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_18453.html
http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_18457.html
1. Peyretti
– domande … e proposte http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_18458.html
2. Peppe
Sini - Non possiamo tacere! http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_18459.html
10. Un ponte per
– Abbattere muri costruire ponti, trasformiamo la tregua in
13. d Tonino
Bello a Sarajevo http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_18466.html