Le Comunità di base invitano a votare per il referendum sulla procreazione assistita

 

Chiamate/i ad un referendum che coinvolge ed interpella vita personale e coscienze individuali, noi donne ed uomini delle Comunità cristiane di base italiane, riunite/i a Chianciano (23/25 aprile) per il XXIX incontro nazionale, rivendichiamo il diritto-dovere di assumere direttamente la responsabilità della scelta andando a votare.

Prendiamo la parola a causa delle ripetute prese di posizione della gerarchia cattolica che ha fatto obbligo ai cattolici di astenersi dalla votazione al fine di far fallire il referendum con il mancato raggiungimento del quorum. Noi riteniamo che tale posizione violi in modo flagrante la libertà di coscienza dei cattolici.

Consideriamo poco rispettosa dei diritti di tutte/i cittadine/i ed evangelicamente poco credibile l'operazione che neutralizza - attraverso il mancato raggiungimento del quorum -  l'espressione di volontà di chi non è credente o non aderisce alla Chiesa cattolica, e che presenta come morale soltanto il proprio punto di vista.

La posizione della CEI rischia anche di rendere molto difficile - in tanti quartieri di città e soprattutto nei piccoli centri - la libera espressione di voto e la sua stessa segretezza, in quanto la sola partecipazione al voto di tanti cattolici potrà essere giudicata come visibile manifestazione di disobbedienza religiosa.

Per quanto ci riguarda, pur nel rispetto di ogni diversa scelta circa l’uno o l’altro dei quesiti referendari che non sia di pura logica di schieramento politico, proponiamo di orientarsi verso un voto che elimini i limiti e le norme vessatorie contenuti nella leg

 

                         Segreteria tecnica nazionale delle Comunità cristiane di base

                                                                                                            

Chianciano, 25 aprile 2005