LA
TEOLOGIA DEVE RIPARTIRE DALLA LIBERAZIONE. IL FORUM DI PORTO ALEGRE PER UN
"ALTRO FUTURO POSSIBILE", Porto Alegre gennaio 2005
DOC-1594. PORTO
ALEGRE-ADISTA. (dall'inviata) Nessuno, dentro o fuori il Vaticano, potrà
più affermare che la Teologia della Liberazione è morta: che duecento teologi e
teologhe dei diversi Continenti si siano riuniti nel contesto del Forum Sociale
Mondiale per affrontare il tema di "una teologia per un altro
mondo possibile", può solo significare che il contributo della
TdL è tutt'altro che esaurito.
Proprio qui sta la novità
del primo "Forum mondiale di teologia e liberazione",
svoltosi a Porto Alegre dal 21 al 25 gennaio (v. Adista n. 9/05): nella scelta degli
organizzatori (istituzioni legate alla ricerca teologica come l'Associazione
dei teologi del Terzo Mondo, Amerindia, Soter) di relazionarsi alle forze
popolari in lotta contro il capitalismo neoliberista, facendo proprio lo
slogan, "un altro mondo è possibile", in cui quelle forze si sono
riconosciute a livello globale. Si tratta, peraltro, di una novità pienamente
in linea con la natura della TdL, che fin dalle sue origini ha inteso sottrarre
la ricerca teologica al dominio esclusivo degli addetti ai lavori, per
restituirla al popolo di Dio. Approdando oggi a Porto Alegre, la TdL ha scelto
dunque, in fedeltà alla propria vocazione, di trarre ispirazione dalla lotta
del movimento altermondialista e offrire a sua volta a tale lotta il proprio
contributo.
Se ne sentiva, del resto, la mancanza. Come ha ricordato il noto sociologo
portoghese Boaventura de Sousa Santos, invitato a svolgere un'analisi
della congiuntura mondiale, il 62% dei partecipanti al Forum di Porto Alegre
del 2003 (e più del 66% dei delegati, cioè dei rappresentanti di movimenti e
organizzazioni) si professava, secondo un'indagine realizzata nel contesto del
Fsm, come appartenente a una religione (in maggioranza alla religione
cattolica). Eppure, nelle prime tre edizioni, gli organizzatori avevano
prestato scarsissima attenzione all'argomento, non dedicando al tema delle
religioni nessuno dei grandi eventi e offrendo per i seminari a contenuto
"religioso" spazi risultati del tutto inadeguati alla massiccia
partecipazione di pubblico.
Stavolta, alla quinta
edizione del Forum Sociale Mondiale, le cose sono andate diversamente, e non
solo per il fatto che il Forum di Teologia figurava a pieno titolo tra gli
altri forum tematici complementari, svoltisi immediatamente prima o durante il
forum propriamente detto (da quello dei parlamentari a quello dei giudici,
passando per quelli della salute, delle migrazioni ecc.). Molti dei teologi e
delle teologhe presenti al Forum di Teologia e Liberazione hanno partecipato
infatti, con seminari e altre iniziative, anche al Forum Sociale Mondiale,
affrontando dunque con il più ampio pubblico del Fsm i temi trattati poco prima
nel circolo più ristretto dei colleghi. A tali temi, peraltro, era dedicato in
buona parte uno degli undici spazi tematici (per quanto il più periferico
all'interno del Territorio Sociale Mondiale) in cui erano suddivise le oltre
duemila attività della quinta edizione: quello, segnato con lettera
"K", su "Etica, cosmovisioni e spiritualità - resistenze e sfide
per un nuovo mondo".
È in questo spazio che si
sono svolti, per esempio, incontri come "Preti nella lotta per un altro
mondo possibile", "Dialogo sud-nord", "Le religioni possono
essere democratizzate?", "Il pluralismo religioso nella gestazione di
un altro mondo possibile", "Cebs: spiritualità che esige inserimento
nella strumentazione generatrice di un altro mondo possibile", con la
presenza di vari dei teologi, e dell'unico vescovo, dom Demetrio Valentini
(Jales, Brasile), presenti al Forum di teologia, da Luiz Carlos Susin a Diego
Irarrazával, Raúl Fornet-Betancourt, Eleazar López, Marcelo
Barros, Leonardo Boff, Silvia Regina de Lima Silva, per
citarne solo alcuni.
Il vecchio e il nuovo
È stato, il Forum di teologia e liberazione, anche l'occasione
per fare il punto sullo stato di salute della TdL, la sua evoluzione, le sue
sfide, le vecchie e le nuove piste di lavoro. Dei cinque giorni del Forum, il
primo, il 21 gennaio, è stato dedicato a tracciare un panorama mondiale della
teologia, regione per regione, attraverso i resoconti di due rappresentanti per
Continente: Felix Wilfred ed Emelina Villegas per l'Asia, Ramathete
Dolamo ed Emmanuel Martey per l'Africa, Rosino Gibellini e Sabine
Plonz per l'Europa, Dwight Hopkins e Michel Beaudin
(alternatosi con Lee Cormie) per l'America del Nord, Tânia Mara e
Ignacio Madera per l'America Latina e i Caraibi. Il giorno successivo,
dedicato al tema "Un altro mondo è possibile", è stato incentrato
sull'analisi della situazione mondiale e sui problemi e le possibilità su cui
la TdL è chiamata oggi a misurarsi; il 23, il 24 e il 25 hanno avuto per tema,
rispettivamente, "Dio per un altro mondo possibile", "La
Religione per un altro mondo possibile", "La Teologia per un altro
mondo possibile".
In ogni giornata di lavoro,
a una conferenza iniziale e a due successive sessioni (in ognuna delle quali
sono intervenuti due teologi o teologhe), sono seguiti i lavori di gruppo e,
dopo cena, un'altra conferenza, ma stavolta aperta al pubblico. Tra i relatori
molte figure di spicco, dai già citati Boaventura de Sousa Santos, Leonardo
Boff, Eleazar López a Elsa Tamez, Tissa Balasuriya, Michael
Amaladoss, Jung Mo Sung, Enrique Dussel. A loro è toccato il
compito di riflettere sulle sfide, vecchie e nuove, a cui ha saputo aprirsi la
TdL nel corso dei suoi 35 anni di storia: la teologia femminista, la teologia
indigena, la teologia nera, quella del nuovo paradigma ecologico e, ultima in
ordine di tempo, la teologia del pluralismo religioso.
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