La visita del Papa in Austria

Nei suoi discorsi, Papa Benedetto XVI ha richiamato
l'attenzione sui valori di base della fede
della Chiesa cattolica. Dal punto di vista puramente
umano, il suo sorriso e le sue parole amichevoli hanno
suscitato simpatia.

Comunque, non c'è stata possibilità per

"Noi Siamo Chiesa”-Austria di parlare con il Papa che

 non ha per niente menzionato le questioni urgenti

che ha ora la Chiesa.
Contrariamente a quanto accade in realtà, la gerarchia
austriaca ha finto che la chiesa austriaca fosse
giovane e in salute. Nelle celebrazioni, nulla era
"povero", come avrebbe dovuto essere, secondo la
Bibbia: il capo della chiesa è stato lodato
eccessivamente, c'erano nuovi, costosi abiti per gli
alti rappresentanti del clero e, nel complesso, il
trambusto sollevato ha mostrato moltissimi punti in
comune con gli eventi musicali delle pop-star. La
possibilità di ricevere messaggi e addirittura una
benedizione del Papa via SMS sul cellulare e' stata
annunciata quale segno di modernità della chiesa.

Ovviamente, tutto questo ha indotto i vescovi
austriaci a credere che le questioni poste dall’Appello dal popolo di Dio”

firmato nel 1995 da mezzo milione di austriaci

 non fossero così importanti o,
addirittura, che si fossero risolte grazie alla mera
presenza del Papa.

"Noi Siamo Chiesa-Austria” ha preparato e distribuito
migliaia di cartoline riportanti la frase "Benedetto,
ascolta il popolo dei credenti". Inoltre,
sulle stesse è stata stampata la domanda "Cosa
vorresti dire a Papa Benedetto XVI?", domanda a cui la
gente è invitata a rispondere. Le cartoline dovrebbero
essere rispedite al nostro indirizzo entro metà
Ottobre 2007. A quel punto, raccoglieremo le risposte,
le renderemo anonime e le invieremo al Papa, al Nunzio
e al Cardinale Schoenborn, poi le pubblicheremo.

Abbiamo tenuto una conferenza stampa prima della
visita. Durante questa conferenza, abbiamo segnalato
il potere fuori luogo del Papa e il fatto che il
dialogo sia costantemente negato dalla gerarchia
austriaca con la giustificazione che esso  sia una
questione che dipende  dalla chiesa universale.

Abbiamo anche scritto una lettera aperta al Papa,
spedita al Nunzio e al Cardinale Schoenborn, con
richiesta di presentarla al Papa. Il Cardinale
Schoenborn, durante un breve incontro con Hans Peter
Hurka, presidente di We Are Church Austria,

ha detto che non avrebbe consegnato la lettera
al Papa poiché la sua funzione non è quella di
messaggero e ha definito la lettera inappropriata.

Siamo riusciti a mettere due striscioni di fronte
all'altare del Papa, per la messa di Domenica. Uno
degli striscioni diceva "Benedetto, ascolta il popolo
dei credenti", l'altro riportava le parole
iniziali della "Gaudium et Spes" ("Gioia e speranza,
dolore e paura."). Entrambi gli striscioni riportavano
il nostro logo e la frase "Kirchenvolks- Begehren".

Il giorno 6 Agosto siamo stati ricevuti dal Nunzio. E'
stato molto amichevole e ha promesso di aiutarci a
trovare delle possibilità per un serio dialogo con il
Cardinale e con Roma. Ci ha chiesto di portargli un
documento teologico completo, cosa che faremo.

Nel complesso, abbiamo avuto una presenza molto buona
sui media, meglio di quanto ci aspettassimo. Questo ha
irritato la gerarchia. Naturalmente, abbiamo incontrato
anche proteste fra la gente che era intervenuta per
vedere e salutare il Papa, ma abbiamo anche reclutato
nuovi membri.

Intendiamo proseguire e chiedere un concilio regionale
o un sinodo Austriaco. Ci avevano detto che la
organizzazione di un pellegrinaggio non permetteva la
discussione dei problemi. Allora ciò  dovrà senz'altro
avvenire nel futuro prossimo.

 

Wir Sind Kirke Austria (“Noi Siamo Chiesa”-Austria)

 

Vienna 10 settembre 2007