Preti diocesani in merito al "Contributo alla riflessione" della Curia
vescovile


*Ci guidi l'invocazione di Paolo VI: "Mai più la guerra"*

(dal settimanale diocesano di Vicenza “La voce dei Berici” del 25 febbraio 2007
 
Abbiamo visto con sorpresa sulla /Voce /del 18 febbraio -- crediamo per
la prima volta in assoluto nella storia pur lunga della nostra diocesi -
la "Curia Vescovile" dare un "contributo alla riflessione", nel caso
sulla questione "Dal Molin".
A parte l'anonimato (che è della Curia l'articolo c'è soltanto
nell'occhiello) e il titolo "No alla violenza, sì alla pace", preso
dall'ultimo messaggio di Paolo VI per la giornata mondiale della pace
(1978), il sommario, sempre tra virgolette, recita: "Il pensiero
costante della Chiesa circa la guerra, la pace, le forze armate". E qui
chiederemmo alla Curia un primo chiarimento, perché non ci risulta che
lungo i millenni il pensiero sia stato proprio "costante".
Con una serie di citazioni, comunque, ci sembra che gran parte del testo
sia dedicato alla giustificazione delle forze armate e di un certo tipo
di presenza della Chiesa in esse, attraverso un documento conciliare e
pronunciamenti dei Papi dal Concilio in qua. Riduttivo e di parte, se si
pensa che guerra e pace e atteggiamento verso di esse attraversano tutta
la storia dei cristiani. Perché non ricordare per esempio  - per restare
agli ultimi due  secoli - la definizione, pure di un Papa, della guerra
"inutile strage", o la "Pacem in terris" di Giovanni XXIII, o il "Mai
più la guerra!" di Paolo VI all'Onu, o il movimento dell'obiezione di
coscienza e la vicenda di don Milani (ma certo qui non si tratta già più
di magistero pontificio), a meno che non si bolli tutto questo di
"pacifismo" e lo si liquidi con la citazione dello stesso Paolo VI,
ultima nell'articolo.
Ma le cose che più ci fanno male stanno nell'introduzione. Si parla di
"allargamento" della Ederle nel Dal Molin, continuando a negare che si
tratta di una nuova base. Se le parole hanno un significato, se si
allargasse veramente la Ederle fino  al Dal Molin, verrebbe presa dentro
mezza città! Dire che la questione sta "animando il mondo politico
vicentino e l'opinione pubblica" è mascherare ipocritamente una
divisione lacerante nata dallo scandalo per tante cose taciute, per
innumerevoli 'false testimonianze' e per decisioni prese sulla testa
della gente e che rischiano di condizionare indelebilmente il futuro
della città.
Viene poi affermato: "La Chiesa vicentina, preoccupata di comprendere le
ragioni dei cristiani schierati su un versante e sull'altro, ha invitato
al dialogo le parti, convinta che solo questa  via è praticabile per
ottenere un risultato che veda accolte e armonizzate, nel miglior modo
possibile, le richieste presenti nei due raggruppamenti". A parte che ci
verrebbe da chiederci
chi sia questa "Chiesa vicentina" e se i "cristiani schierati" ne
facciano parte o no, facciamo fatica a capire come le richieste presenti
nei due raggruppamenti possano essere "accolte e armonizzate, nel
miglior modo possibile". Sì, come titolava l'articolo di fondo de /La
Voce /del 28 gennaio, se - come pare certo -- la base si farà, siamo
"tutti perdenti", per l'aria, l'acqua, il traffico, l'ambiente, di cui e
in cui tutti viviamo, e per la politica stessa (che più o meno
consciamente tutti facciamo), per l'umiliazione e le menzogne subite,
per la ragione della forza che si impone. Ma alcuni "meno perdenti" lo
sono: chi ci fa gli affari, chi conserva un posto di lavoro, chi
prospera in un'economia al servizio della guerra.
E vorremmo infine ringraziare la Curia (a nome anche di tanti che in
questi mesi hanno cercato risposte non preconfezionate a ciò che stava
avvenendo sotto i loro occhi) per la chiara descrizione di ciò che è
successo: "La preoccupazione e la tensione di queste settimane hanno
trovato nei mezzi di informazione un risalto comprensibile, al quale
però non ha sempre corrisposto una riflessione attenta, pacata e serena,
sopraffatta invece da una
reazione emotiva, capace di suscitare interesse a livello informativo,
ma incapace di offrire elementi precisi e chiari sui quali meditare e
interrogarsi. Non solo, ma si sta correndo il rischio serio di creare
confusione e di formulare giudizi gratuiti e falsi con affermazioni e
posizioni che meriterebbero perlomeno precisazioni appropriate". Sì,
grazie!, ora è tutto chiaro!

/Questo testo è sottoscritto dai seguenti presbiteri:/
Ivan Arsego, Gaetano Bortoli, Guido Bottegal, Fabrizio Cappellari, Diego
Castagna, Roberto
Castegnaro, Mariano Ciesa, Luigi Fontana, Matteo Lucietto, Maurizio
Mazzetto, Matteo Menini, Mariano Piazza, Ferdinando Pistore, Luigi
Simioni, Gianni Trabacchin, Dario Vivian, Matteo Zilio, Vittorio Gnoato,
Lucio Mozzo, Giuseppe Negretto, Luigi Villanova, Luigi Tellatin,
Giampietro Todesco, Vincenzo Faresin, Graziano Lighezzolo
/e dai diaconi: /Bruno Gasparini e Luca Vaiente.