Il messaggio di pace di Giovanni Paolo II e del Patriarca Teoctist da Bucarest "Mentre siamo riuniti nella fraternità e nella carità, che hanno la loro origine in Cristo risorto "Via, verità e vita" (Gv. 14,6) per tutta l’umanità, il nostro affettuoso pensiero raggiunge i nostri fratelli e sorelle della Repubblica federale di Jugoslavia, schiacciati da tante prove e sofferenze. -esprimere la nostra solidarietà umana e spirituale verso tutti quelli che, cacciati dalle loro case, dalla loro terra e separati dai loro cari, conoscono la rude realtà dell’esodo, e ugualmente verso le vittime dei bombardamenti assassini e verso tutti i popoli cui è impedito di vivere nella serenità e nella pace; -fare appello in nome di Dio a tutti coloro che, in una maniera o nell’altra, sono responsabili dell’attuale tragedia, affinchè abbiano il coraggio di riprendere il dialogo e di trovare le condizioni adatte a fare maturare una pace giusta e duratura che permetta il ritorno dei profughi nelle loro case, abbrevi le sofferenze di tutti quanti vivono nella Repubblica federale di Jugoslavia ,Serbi, Albanesi e persone di altra nazionalità, e ponga le basi di una nuova convivenza tra tutti i popoli della Federazione; -incoraggiare la comunità internazionale e le sue istituzioni a mettere in opera tutte le risorse del diritto per aiutare le parti in conflitto a risolvere le loro controversie secondo le convenzioni in vigore, sopratutto quelle relative al rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo ed alla collaborazione tra Stati sovrani; -sostenere ogni organizzazione umanitaria, in particolare quelle di ispirazione cristiana , che s’impegnano ad alleviare le sofferenze del presente, domandando con insistenza che nessun ostacolo venga posto alla loro azione, con la quale senza alcuna distinzione di nazionalità, di lingua o di religione, esse tentano di soccorrere tutti coloro che sono nella prova; -invitare infine i cristiani di tutte le Confessioni ad impegnarsi concretamente e ad unirsi in una preghiera unanime ed incessante per la pace e l’intesa tra i popoli, affidando tali intenzioni alla Vergine santissima, perchè interceda presso suo Figlio, "Lui che è la nostra pace"(Ef.2,14). In nome di Dio, Padre di tutti gli uomini, noi domandiamo pressantemente alle parti interessate nel conflitto di deporre definitivamente le armi ed esortiamo con forza le parti implicate a compiere dei gesti profetici perchè una nuova arte di vivere nei Balcani, segnata dal rispetto di tutti, dalla fraternità e dalla convivenza, sia possibile in quella terra amatissima. Sarà agli occhi del mondo un segno potente che mostrerà come, con tutta l’Europa, il territorio della Repubblica federale di Jugoslavia può divenire un luogo di pace, di libertà e di concordia per tutti i suoi abitanti" Bucarest 8 maggio 1999
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