GIUBILEO...... GIUBILEO,

La posizione critica di Tonio Dall'Olio
coordinatore nazionale di Pax Christi

(da "Mosaico di pace" aprile 1999)

Mentre si consumano i fasti preparatori di un Giubileo vissuto prevalentemente come rito pagano del consumo sfrenato, le voci che percorrono in senso inverso la corrente sono rare, inascoltate e interne ad un circuito già attraversato da stimoli e sussulti.

Raccolgo l'impressione di tanti amici sparsi lungo lo stivale d'Italia, ed anche oltre, che ripetono di sentirsi immersi in un bagno di mediocrità asservita di volta in volta al potere di turno, visibile o invisibile che sia, che si possa chiamare per nome o che si nasconda in un anonimato ancora più stringente. Quella mediocrità è permeata di prudenza ossequiosa e di pallido buonismo che sembrano parenti molto lontani della franchezza apostolica e della verità evangelica da gridare dai tetti. E mentre il Vaticano, il Comune di Roma, e diversi ministeri del nostro governo, si affannano a completare commissioni giubilari, ad organizzare percorsi turistico-religiosi, a vendere copyright per gadgets con tanto di chiavi petrine, ad oliare agenzie centrali e periferiche per attrezzare l'accoglienza di pellegrini ed avventori... sono flebili e lontane le voci che invitano a quel Giubileo interiore che porta al centro di sè stessi per scoprirsi ancora più intimamente fratelli di altri uomini e donne del nostro tempo in questo irripetibile albeggiare di millennio.

Io so che non è per nulla popolare oggi sollevare dubbi sulla condotta dei sacri palazzi e so anche che in questo contesto il Papa rischia di essere considerato l'uomo più "a sinistra" di tutti. Considero persino quante volte dalla finestra domenicale dall'Angelus sia stato detto della sacralità della vita, quanto si sia denunciato il perverso sistema che con il cappio del debito condanna alla fame milioni di esseri umani. Io lo so che quella del Papa oggi è l'unica voce che si levi autorevolmente contro il ricorso alla violenza per gettare acqua sul fuoco delle controversie e che l'abuso dell'arma dell'embargo trova in lui l'estremo pubblico ministero. Per tutte queste ragioni ci aspetteremmo un uso meno gadgettaro del Giubileo. Mi si risponde che non sarebbe possibile vivere diversamente quest'appuntamento e che anche questa è inculturazione... E allora io sempre più mi convinco che questo benedetto Anno Santo bisognerebbe viverlo da cristiani fuori dalle porte dell'Occidente.

Sogno la domenica in cui Giovanni Paolo II affacciandosi alla finestra con voce chiara e distinta, più giovanile e spigliata del solito, esordisca dicendo :

"Carissimi fedeli, ci rendiamo conto che il Nord del mondo nel quale abbiamo la fortuna di abitare ci impone stili di vita e regole assai distanti dai panorami che il Vangelo ci mostra ? Per questa semplice ed unica ragione vi chiedo, anzi vi imploro, di peregrinare in altri luoghi dove è possibile oggi imbattersi nel volto di Gesù Cristo. In questo Anno Santo, pertanto, si lucrerà l'indulgenza plenaria visitando almeno un Paese africano, asiatico o latino-americano come anch'io ho fatto in questi anni".

Si scatenerebbe un imprevedibile quanto temporaneo fenomeno di immigrazione all'incontrario che farebbe tremare il sangue nei polsi dei commercianti e degli imprenditori romani, ma farebbe tanto bene ai visitatori bianchi e a chi li accoglie.

Raccolgo, pertanto, e rilancio la proposta che più realisticamente avanzava padre Kizito Sesana nel corso del Seminario che la "Campagna Sudan: un popolo senza diritti" ha tenuto lo scorso 25 febbraio: durante l'anno 2.000 ogni parrocchia invii un gruppo di persone a visitare quel Paese (il Sudan) lacerato dalla guerra, dalla carestia e dagli appetiti di un gruppo ristretto di Paesi del nord.

Certo,è un Giubileo anomalo che ci porterebbe lontani da San Pietro, ma più vicini a Gesù Cristo.

Tonio Dell'Olio




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