Il discorso dei Papa ai Vescovi tedeschi Confermata la linea intransigente Sabato 20 novembre Giovanni Paolo II ha ricevuto il terzo gruppo dei vescovi tedeschi in visita ad limina. Il Papa ha tenuto un discorso in cui ha affrontato tutti i problemi che si discutono nella chiesa tedesca . All'inizio papa Wojtyla ha parlato a lungo della Chiesa come mistero. Affrontando poi le questioni relative a conduzione della Chiesa più partecipata Giovanni Paolo II ha detto "...si osserva che lo stesso Sinodo speciale del 1985 si sentiva, a ragione, costretto a levare la sua voce ammonitrice. I Vescovi in assemblea sottolineavano che " una lettura parziale e selettiva del Concilio ed una presentazione unilaterale della Chiesa come struttura puramente istituzionale, privata del suo mistero" ha causato gravi carenze soprattutto in certe associazioni laiche che "considerano criticamente la Chiesa come pura istituzione" (Documento finale,I,4). Di conseguenza, molti rivendicano il diritto di costruire la Chiesa come se fosse una sorta di "multinazionale" governata da uomini più o meno intelligenti. Ma in realtà la Chiesa come mistero non è la "nostra", ma la "Sua" Chiesa: essa è il popolo di Dio, il corpo di Cristo,il Tempio dello Spirito Santo". Dopo aver esortato i vescovi e le parrocchie ad un minore attivismo , a un maggiore ascolto della parola di Dio e a una maggiore partecipazione ai sacramenti ha invitato i vescovi ad esercitare l'autorità della Chiesa . Ha così proseguito :" "All'amore materno della Chiesa deve corrispondere l'obbedienza cordiale dei figli e delle figlie. Nell'epoca contemporanea, mentre negli ambiti non soltanto della società civile ma anche della Chiesa si parla tanto di emancipazione, si sta diffondendo sempre di più una mentalità che ritiene di dover ottenere la vera libertà staccandosi dalla Chiesa.Come vescovi voi cercate di correggere tali tendenze erronee, annunciando e testimoniando con chiarezza e fermezza ciò che ha sempre costituito una regola fondamentale per i grandi santi , i quali pur in momenti difficili non si sono mai staccati dal grembo della madre Chiesa .............Queste riflessioni non sono avulse dalla realtà. Anche voi, pastori dei vostri greggi in Germania, avete sperimentato, soprattutto in questi anni, che il ministero episcopale diventa particolarmente faticoso e richiede un grande dispendio di energie quando alcuni gruppi tentano di provocare nella Chiesa, attraverso azioni concertate e pressioni insistenti , cambiamenti che non corrispondono alla volontà di Cristo. Di fronte a tali situazioni il compito del Vescovo è di andare avanti, indicando la direzione, chiarendo con pazienza e cercando sempre di unire mediante il dialogo. Vi esorto a non perdere la speranza . Pur ascoltando ed assecondando, non permettete che un'autorità umana di qualsiasi genere possa allentare i legami indissolubili che esistono tra voi ed il successore di Pietro! " Giovanni Paolo II si rivolge poi ai laici per indicare quale deve essere il loro comportamento : ;"Ai sacri pastori essi "manifestino le loro necessità e i loro desideri con quella libertà e fiducia che si addice ai figli di Dio e ai fratelli in Cristo(...). Se occorre, lo facciano attraverso gli organi stabiliti a questo scopo dalla Chiesa , e sempre con verità, fortezza e prudenza, con rispetto e carità verso coloro che, per ragione del loro sacro ufficio, rappresentano Cristo" (Lumen gentium, 37). Continuando il discorso Giovanni Paolo II riafferma nettamente la sua posizione sulla difesa della vita e sulla questione dei consultori , oggetto della nota controversia che ha diviso gran parte del cattolicesimo tedesco dalla S.Sede. Infine il Papa affronta il problema del sacerdozio : "Ne consegue una differenza fondamentale tra il sacerdozio comune di tutti i battezzati e il sacerdozio dei sacri ministri (cfr. "Istruzione interdicasteriale circa la collaborazione dei laici al sacro ministero" ). La Chiesa ha bisogno di sacerdoti ordinati che negli atti sacramentali agiscono " in persona Christi", rappresentando Cristo sposo di fronte alla Chiesa sposa. In altre parole, i sacri pastori , membri dell'unico corpo della Chiesa , rappresentano il suo capo che è Cristo.Perciò ogni tentativo di trasformare lo stato laico in stato clericale oppure di trasformare il clero in laici, deve essere respinto, perchè non è conforme all'ordinamento misterioso voluto dal suo Fondatore. E neanche certe tendenze volte ad annullare la differenza sostanziale tra clero e laici potranno suscitare vocazioni. Cari Fratelli, Vi prego di tenere sempre vivo nelle vostre comunità parrocchiali il desiderio di sacerdoti ordinati. Anche un lungo periodo d'attesa dovuto all'odierna scarsità di sacerdoti, non deve indurre una comunità parrocchiale alla rassegnazione di fronte allo stato d'emergenza. Entrambi, sacerdoti e laici, hanno bisogno gli uni degli altri: non si possono sostituire,ma soltanto completare reciprocamente." Il ruolo della donna nella Chiesa è l'ultimo punto trattato nel discorso : "......i diritti umani e civili della persona sono di natura diversa rispetto ai diritti, ai doveri, alle funzioni del ministero ecclesiale, e questo fatto viene messo troppo poco in evidenza.Proprio per questo, qualche tempo fa, in forza del mio mandato di confermare i fratelli, ho ricordato che " la Chiesa non possiede alcuna potestà di conferire la consacrazione sacerdotale alle donne e che tutti i fedeli della Chiesa sono tenuti a osservare senza discutere questa decisione" ( Ordinatio sacerdotalis, 4). Come autentici pastori delle vostre Diocesi avete il dovere di respingere le opinioni contrarie, che da singoli o gruppi vengono proposte, e di promuovere quel dialogo aperto e chiaro nella verità e nell'amore che la madre Chiesa deve continuare in vista della promozione delle sue figlie. Non esitate a ribadire che il Magistero della Chiesa ha preso questa decisione non come un atto del suo potere, ma nella consapevolezza del dovere di ubbidire alla volontà del Signore della Chiesa stessa . Perciò l'insegnamento sul sacerdozio riservato agli uomini riveste il carattere di quella infallibilità che è legata al Magistero ordinario e universale della Chiesa , del quale parlava già la Lumen Gentium ed al quale ho dato forma giuridica nel Motu Proprio " Ad tuendam fidem" ;" Ogni qual volta i Vescovi , presi uno a uno, (...) anche dispersi per il mondo, ma conservando il vincolo della comunione tra di loro e col successore di Pietro , si accordano per insegnare autenticamente che una dottrina concernente la fede e i costumi si impone in maniera assoluta , allora esprimono infallibilmente la dottrina di Cristo" (Lumen Gentium,25; Ad tuendam fidem,3). Le ultime parole del Papa sono di esortazione ai vescovi ad essere determinati : "Se necessario, non dobbiamo esitare a chiarire le confusioni e a correggere le deviazioni ...........perciò le mie parole, rivoltevi durante questi incontri, sono state chiare e schiette. Non vi nascondo che a volte in questi mesi ho trovato in me le emozioni dell'apostolo Paolo quando si rivolgeva alla comunità di Corinto con le ben note parole; "Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato,tra molte lacrime, però non per rattristarvi,ma per farvi conoscere l'affetto immenso che ho per voi" (2 Cor 2,4)." |