Lettera alle riviste cristiane sulla Giornata gay di luglio Egr. sig. Direttore, dall'inizio dell'anno il segretario di Stato vaticano, card. Angelo Sodano, ha preso di punta il movimento internazionale gay e lesbico e sta cercando di ottenere la sospensione della "Giornata mondiale dell'orgoglio omosessuale" programmata per l'inizio di luglio a Roma. Nelle scorse settimane il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha invitato i parlamentari cattolici a boicottare la risoluzione con cui il Parlamento europeo chiedeva ai paesi membri dell'Unione Europea (UE) di adottare norme che riconoscessero le unioni tra persone omosessuali. Non riusciamo a capire questo atteggiamento, che suona discriminatorio e ha come solo risultato quello di accrescere i sentimenti anticlericali e antireligiosi tra gli omosessuali, spingendoli a manifestare con maggiore vivacità contro la Chiesa cattolica. Per affermare la sua intransigenza dottrinale ed etica nei confronti dell'omosessualità, la Santa Sede pretende di ottenere il rifiuto civile e sociale di una realtà emergente e sempre più accettata, seppure con lentezze e resistenze di ogni genere. Ci sembra che si perda così l'occasione per rivolgere a gay e lesbiche di tutto il mondo parole di rispetto e accoglienza, che sono dovute a ogni persona come tale e da sole potrebbero ridurre di molto la carica antagonista nei confronti della Chiesa cattolica della manifestazione di luglio. Del resto nel corpo della Chiesa stessa l'atteggiamento nei confronti degli omosessuali sta iniziando a cambiare. Lo testimoniano il recente intervento con cui il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, ha condannato le espressioni intolleranti di certi uomini di Chiesa e le ha collegate alle tensioni che nascono da una sessualità non pienamente riconciliata, i numerosi articoli apparsi sulla stampa degli ultimi mesi, che si pongono in continuità con la riflessione da tempo avviata in altri paesi, e il Convegno "Le persone omosessuali nella Chiesa: problemi, percorsi, prospettive" promosso a Milano nello scorso ottobre dal Coordinamento di gruppi di omosessuali cristiani in Italia e dalla sezione italiana del Movimento internazionale "Noi siamo Chiesa". L'ampia partecipazione registratasi da tutta la penisola, i contenuti emersi (con le relazioni di Giannino Piana, Gregorio Plescan, Domenico Pezzini e gli interventi di persone italiane e straniere) e le conclusioni raggiunte fanno sperare che nel mondo cattolico qualcosa possa muoversi nella direzione della "Lettera aperta alla Chiesa italiana" resa pubblica alla fine di questo incontro. In essa si rileva "l'inadeguatezza di un magistero ecclesiale che alimenta la solitudine e l'angoscia delle persone omosessuali" e si auspica che la Chiesa del nostro paese voglia e sappia "difendere le persone omosessuali quando vengono aggredite e operare perchè non siano emarginate nè nella comunità ecclesiale nè nella società", "affermare che la salvezza è alla portata di tutti, indipendentemente dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere" e dare vita in ogni diocesi a "forme specializzate di cura pastorale per persone omosessuali". E' questa una speranza fondata? E' possibile aspettarsi, da una parte almeno della Chiesa italiana, una qualche attenzione e risposta alle riflessioni e alle sollecitazioni venute dall'incontro di Milano? Ci auguriamo vivamente di sì. Milano, 2 aprile 2000 Gianni Geraci - Vittorio Bellavite Per informazioni: * Coordinamento di gruppi di omosessuali cristiani in Italia c/o "Il guado" - V. Pasteur 24 - 20127 Milano - tel. 02-2840369 * Movimento internazionale "Noi siamo Chiesa" - sezione italiana V. Festa del Perdono 6 - 20122 Milano - tel. 02-58313578 |