SCUOLA PUBBLICA, SCUOLA PRIVATA E LAICITA' DELLO STATO

Lettera aperta di Domenico Manaresi -Bologna 21 Luglio '99 ( pubblicata quasi integralmente dall'Avvenire del 24 luglio con un commento critico)

Il tema del rapporto fra scuola pubblica e scuola privata è in questi giorni all'attenzione di tutti gli italiani grazie al relativo Disegno di legge in discussione al Parlamento: è un tema di grande rilevanza socio-politica poichè - almeno qui in Italia - mette in discussione, tocca e coinvolge concetti quali laicità e cristianità e/o cattolicità considerati (a mio avviso a torto) come concetti contrapposti e vicendevolmente escludentisi.

Nel 1989 la Corte Costituzionale ha solennemente dichiarato che la Costituzione Italiana è fondata sul ìsupremo principio della laicità dello Stato.

Credo non ci siano dubbi sul fatto che con Stato laico NON si intenda soltanto e semplicemente "Stato non confessionale". Non credo cioè che con laicità dello Stato si debba intendere una pura e semplice autonomia dello Stato e della società civile dalla ingerenza ecclesiastica: penso sarebbe riduttivo interpretare il concetto di laicità (e non laicismo!) unicamente in senso areligioso.

Credo che il senso della laicità vada esteso a tutte le esperienze della vita umana: laicità intesa come concetto che rifiuta ogni integralismo, laicità come metodo che rifiuta di utilizzare posizioni ideali per picconare gli altri e per acquisire potere, ma metodo con cui si propongono valori senza imporli, si testimoniano valori senza pretendere privilegi e si è rispettosi delle verità e delle idee. Laicità quindi consistente in un qualificato ed autonomo rapporto dell'uomo con il mondo e - per il credente cristiano-cattolico - anche con e nella Chiesa: e da qui a mio avviso nasce anche il concetto di laicità della Fede.

In questo senso è quindi errato, a mio avviso, contrapporre e considerare autoescludentisi i concetti di laicità e di cristianità e/o cattolicità.

In questa accezione di laicità è allora evidente che - nella prassi - per Stato laico si deve intendere uno Stato in cui c'è garanzia di pluralismo e quindi garanzia che i valori su cui si basa la convivenza dei cittadini non possono essere quelli di una parte e quindi le regole e le istituzioni non possono derivare da una ideologia e tanto meno da una teologia.

Ne consegue, a mio avviso, che in uno Stato laico anche la scuola deve essere laica: Ë infatti impensabile e contraddittorio che uno Stato laico affidi una delle sue fondamentali funzioni a enti privati fortemente caratterizzati da ideologie e da teologie.

Si dice (e qui in Italia massimamente la gerarchia della Chiesa cristiano-cattolica dice) che "...occorre lasciare ai genitori la libertà di scegliere il tipo di educazione da dare (imporre??) ai figli...". Non è conforme al mio modo di pensare nè, credo, ad un autentico spirito evangelico di rispetto della persona come tale, questo considerare i figli quasi come "cose" da plasmare come vogliono i genitori. Credo che i figli siano persone che debbono essere aiutate a diventare autonome, libere e responsabili.

Da qui l'esigenza di un maggior pluralismo NELLA scuola pubblica (e non DELLE scuole) che permetta ai giovani di venire a contatto con varie culture e anche con varie confessioni religiose. Stiamo inevitabilmente andando verso una società multietnica e i giovani debbono essere aiutati a realizzare l'attitudine alla tolleranza, alla solidarietà alla convivenza con le varie convinzioni e con le varie culture. I giovani debbono essere aiutati a superare quelle forme di integralismi che altro non sono che "..il bisogno di affermare la propria identità, soprattutto per chi non sa troppo bene chi è e non si vede riconosciuto dagli altri..."

Ciò posto, sono convinto che un potenziamento delle scuole private favorirebbe la diseguaglianza e la discriminazione fra i ragazzi, giacchè ci sarebbero scuole per i cattolici, scuole per i musulmani, scuole per i più ricchi, scuole per i più poveri, scuole per i marxisti e scuole per i fascisti, scuole per i laici ecc. ecc.

Sono convinto che un potenziamento delle scuole private potrebbe compromettere la libertà di insegnamento: la scuola privata infatti è libera per chi la istituisce e la controlla, non certo per gli insegnanti e gli studenti (occorre cioè libertà NELLA scuola, NON tanto libertà DELLE scuole).

Riassumendo: è in discussione in Parlamento l'approvazione di un potenziamento della scuola privata: sono convinto che un tale eccessivo potenziamento - nella misura in cui non è rivolto a favorire la formazione di cittadini solidali e tolleranti verso chi la pensa diversamente - verrebbe a contraddire il supremo principio della laicità dello Stato e sarebbe certo una iattura per le generazioni del prossimo terzo millennio.






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