Noi siamo chiesa o tendiamo ad esserlo?

La consegna "noi siamo chiesa"., carica di risonanze conciliari, intende affermare la centralità del "popolo di Dio" rispetto alle strutture e gerarchie ecclesiali Ma, più profondamente, questo"noi" rinvia alla "comunione"dei fratelli e delle sorelle tra di loro e con Gesù Signore; rimanda cioè ad un’unione ancora più intima, al livello di una identificazione, il corpo di Cristo.

Lo chiamiamo corpo mistico, ma ricordando che qui "mistico" non si oppone a reale, ma designa un livello più profondo di realtà.

Se questo è vero, non basta il battesimo a renderci membri della chiesa, ad immetterci in questa comunione. E’ una comunione che nasce solo dall’amore, dal nostro amore per Cristo e dall’amore di Cristo per noi. Una comunione tanto più profonda quanto più profondo è l’amore che la plasma..

Allora s’impone una domanda: è vero che noi siamo chiesa? Non sarebbe più giusto dire che tendiamo, faticosamente, ad esserlo? Che la chiesa non è tanto per noi un luogo di appartenenza, e di rifugio, quanto invece un esigente progetto di vita? Che diventiamo chiesa nella misura in cui cresciamo nella coscienza di questi nostri vincoli ? che diventiamo chiesa soprattutto nella misura in cui amiamo? in cui ci amiamo tra di noi, e in cui amiamo Gesù di Nazareth? Non sarebbe più impegnativo vivere la nostra comunione come un albero in crescita continua, irrorato dall’amore.? Come un albero di cui noi siamo i rami e di cui Gesù è il tronco?

Giulio Girardi

Roma, giugno 2005