Il Card. Martini non si stabilirà a Gerusalemme

 

31379. ROMA-ADISTA. No, il cardinale Carlo Maria Martini, non andrà a Gerusalemme. Per lo meno non ora, cioè non quando lascerà la guida della diocesi di Milano, dalla quale ha già dato le dimissioni al compimento dei 75 anni, il 15 febbraio scorso. Andrà ad abitare a Galloro (Roma), in una casa di esercizi gestita dai gesuiti, dove si sta approntando per lui un appartamento. I motivi che lo costringono a rimandare il sogno della sua vita, o degli ultimi anni della sua vita, quello di ritirarsi a Gerusalemme, sono almeno due: il completamento di un libro a carattere biblico cui sta lavorando e la situazione estremamente critica della Città Santa e di tutto il Medio Oriente. A parte la guerra, in fase critica sono d'altronde anche i rapporti tra Chiesa cattolica e Israele, giacché il Vaticano e il papa non usano mezzi termini nel condannare la "politica" del governo Sharon nei confronti dei palestinesi. Non sarebbe dunque il momento opportuno per una presenza di Martini nella vita della città.
Non è detto poi che il governo di Israele veda di buon occhio, per il momento, l'arrivo del cardinale e potrebbe averlo fatto presente. L'imbarazzo del governo potrebbe, per ipotesi, derivare dal fatto che Martini ha sempre dimostrato profonda conoscenza, sensibilità e stima nei confronti della cultura che ha prodotto la "Bibbia", un motivo che potrebbe indurre Israele a una particolare deferenza nei suoi confronti. Ma come armonizzare, negli atti politici, nelle prese di posizione, tale deferenza con l'irritazione che invece suscita nel governo l'altra notevole figura ecclesiastica di Gerusalemme, il patriarca Michel Sabbah, il quale non sottace mai la sua ferma condanna dell'occupazione da parte di Israele dei territori palestinesi? E chissà che anche in Vaticano non si reputi, o non si tema, eccessiva la vicinanza dei due alti rappresentanti ecclesiali.
Intanto il cardinale ha festeggiato il cinquantesimo di sacerdozio, anche se con un certo anticipo (il 18 maggio, Pentecoste, invece del 13 luglio). Al Forum di Assago, davanti a circa diecimila persone ha letto la lettera di auguri che gli ha inviato il papa. Di auguri e di commiato anche, perché il papa non gli chiede di rimanere ancora per qualche tempo alla guida della diocesi: "Preghiamo intensamente il Divino Pastore per te - scrive - perché ti conceda giorni sereni nei quali potrai dedicarti agli studi biblici, riposarti dai pressanti impegni pastorali e intercedere con la tua preghiera sacerdotale per la pace tra i popoli".




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