Preghiamo per un Natale di pace e di riconciliazione

 

          17 dicembre 2004 ore 19,  Milano chiesa di s.Vito al Pasquirolo                

                                              

                                     

                                 Vieni Santo Spirito nei nostri cuori

                                             E accendi in essi la fiamma del tuo amore

                                             Dà forza ai nostri corpi

                                            Visita le nostre menti   

                                             Riscalda i nostri cuori

                                             Donaci sollecito la pace

                                             Sarà così rinnovata la faccia della terra

 

 

 

Ascolto dalla Misa Campesina nicaraguense (1975)

 

 

 

In questo Natale difficile di questo millennio iniziato male ascoltiamo la speranza ed il futuro come ce lo profetizza Isaia (32, 15-20) per il quale conta solo Dio e la fede in lui

 

 

Ma alla fine sarà infuso su di noi lo spirito dall’alto;

il deserto diventerà un giardino

ed il giardino si cambierà in foresta.

Nel deserto dimorerà il diritto

e la giustizia abiterà nel giardino.

Effetto della giustizia sarà la pace

ed il frutto del diritto sarà sicurezza

e tranquillità perpetua

Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in dimore sicure ed in luoghi tranquilli , anche quando cadrà la foresta, e la città sarà profondamente abbassata .

Beati voi che seminerete presso tutte le acque , e lascerete in libertà buoi ed asini.

 

 

 

 

 

Preghiera per un’Europa di pace

 

 

Preghiamo perché i popoli europei, quando discuteranno nei prossimi mesi della nuova Costituzione dell’UE, riflettano sul fatto che la pace non vi è prevista come un “valore” ma solo come un obiettivo. Pensiamo che senza specificare i mezzi con cui si vuole raggiungere la pace la logica di guerra sempre ritorna.  Infatti tutti quelli che fanno la guerra dicono sempre che hanno come obiettivo la pace Invece noi dobbiamo dire : si vis pacem para pacem e non  si vis pacem para bellum.

 

Preghiamo perché i popoli europei riflettano su quanto è previsto nell’art.41 della nuova Costituzione secondo cui  “gli Stati membri si impegnano a migliorare progressivamente le loro capacità militari”, perché i popoli europei sappiano che è istituita un’Agenzia europea della Difesa per rafforzare la base industriale e tecnologica dell’industria degli armamenti .

 

Preghiamo perché le istituzioni europee prevedano interventi per la riconversione dell’industria bellica e perché sia nuovamente considerata la necessità di “ripudiare la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” come detta l’art, 11 della Costituzione italiana.

 

 

Silenzio

 

E’ possibile l’obiezione di coscienza, è possibile cercare la pace ?

Testimonianza : 53 militari israeliani rifiutano di combattere per Sharon e per le colonie

 

Noi, ufficiali e soldati combattenti di riserva di Tzahal, che siamo stati educati nel grembo del sionismo e del sacrificio per lo stato di Israele, che abbiamo sempre servito in prima linea, che siamo stati i primi, per ogni compito, facile o difficile che fosse, a difendere lo stato di Israele e a rafforzarlo. Noi, ufficiali e soldati combattenti che serviamo lo stato d'Israele durante lunghe settimane ogni anno, nonostante l'alto prezzo personale che abbiamo pagato.
Noi che siamo stati in servizio di riserva in tutti i territori e che abbiamo ricevuto ordini e istruzioni che non hanno niente a che fare con la sicurezza dello Stato e il cui unico obiettivo è la dominazione del popolo palestinese.
Noi che con i nostri occhi abbiamo visto il prezzo di sangue che l'occupazione impone su entrambe le parti di questa divisione.
Noi che abbiamo sentito come gli ordini che ricevevamo stavano distruggendo tutti i valori di questo paese.
Noi che abbiamo capito che il prezzo dell'occupazione è la perdita dell'immagine umana di Tzahal e la corruzione dell'intera società israeliana.
Noi che sappiamo che i territori occupati non sono di Israele, e che tutte le colonie sono destinate ad essere rimosse...

Noi dichiariamo che non continueremo a combattere in questa guerra per la pace delle colonie, che non continueremo a combattere oltre la linea verde per dominare, espellere, affamare e umiliare un intero popolo.

Noi dichiariamo che continueremo a servire Tzahal in qualsiasi obiettivo che serva la difesa dello Stato d'Israele.
 

 

 

Preghiera per il dialogo e la pace   (lettura a gruppi alterni)

NOI CI IMPEGNIAMO a promuovere la cultura del dialogo, perché crescano la comprensione e la fiducia reciproca fra gli individui e i popoli, essendo queste le premesse dell'autentica pace.

NOI CI IMPEGNIAMO a difendere il diritto di ogni persona umana a vivere una degna esistenza secondo la propria identità culturale e a formarsi liberamente una propria famiglia.

NOI CI IMPEGNIAMO a far nostro il grido di chi non si rassegna alla violenza e al male e vogliamo contribuire con tutte le nostre forze per dare all'umanità del nostro tempo una reale speranza di giustizia e di pace.

NOI CI IMPEGNIAMO ad incoraggiare ogni iniziativa che promuova l'amicizia tra i popoli, convinti che il progresso tecnologico, quando manchi un'intesa solidale, espone il mondo a rischi crescenti di distruzione e di morte.

NOI CI IMPEGNIAMO a chiedere ai responsabili delle nazioni di fare ogni sforzo perché a livello nazionale ed internazionale, si edifichi e si consolidi, sul fondamento della giustizia, un mondo di solidarietà e di pace.

NOI CI IMPEGNIAMO a dialogare, con sincerità e pazienza, non considerando quanto ci differenzia come un muro invalicabile, ma al contrario, riconoscendo che il confronto con l' altrui diversità può diventare occasione di migliore comprensione reciproca.

NOI CI IMPEGNIAMO a perdonarci vicendevolmente gli errori e i pregiudizi del passato e del presente e a sostenerci nel comune sforzo per sconfiggere l'egoismo e il sopruso, l'odio e la violenza per imparare dal passato che la pace senza giustizia non e' vera pace.

 

    I giovani missionari comboniani hanno ricevuto un calendario per il 2005 realizzato dalle Pontificie Opere Missionarie per l’ordinariato militare in Italia (che dirige e guida i cappellani militari). Vi si vede in copertina un vescovo ed una Messa da campo. Hanno allora scritto e diffuso questo testo :

 

Come cittadini rifiutiamo la guerra come strumento di risoluzione delle contese internazionali. Ci sentiamo costretti a fare appello di nuovo all’articolo 11 della nostra Costituzione ricordando che oggi anche il nostro paese è in guerra, in Iraq. Ci imbarazza la nostra presenza soprattutto in questi giorni in cui la violenza degli attacchi a varie città irachene si fa disumana e viola le stesse convenzioni internazionali      Ci sgomenta l’aumento delle spese militari anche nel nostro paese in un tempo in cui dominano i tagli alla scuola, alla sanità, alla cooperazione e al sostegno delle categorie più povere.

·        Come cristiani invochiamo in questo avvento il Dio della Pace e della Nonviolenza così come ci ha interpellati con la prima lettura della prima domenica di questo cammino di attesa: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci. Un popolo non alzerà più la mano contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra” (Is 2). Ripetiamo dentro di noi la posizione chiara delle prime comunità cristiane: “O il battesimo o l’esercito”. Ci sentiamo di fare di nuovo appello alle parole del card. Martino e del card. Tauran, che hanno definito la guerra in Iraq “ingiusta e immorale”. Ci sentiamo confusi per via di un magistero contraddittorio e riconosciamo che le posizioni favorevoli alla guerra e alla difesa dei nostri interessi sono contrarie al Vangelo. Continuiamo ad insistere con i nostri vescovi perchè ritirino i cappellani militari dall’Iraq.

·        Come missionari rifiutiamo l’uso dell’espressione “Missione di Pace” riferita all’azione dell’esercito. Conosciamo l’ambiguità della presenza militare in tanti paesi del mondo e -insieme alla rivista Nigrizia- denunciamo la militarizzazione stessa dell’aiuto e della cooperazione. Nella storia dei paesi in cui viviamo troppo spesso la chiesa è stata al fianco dello stato e la croce è stata affiancata alla spada. Troppo spesso l’espressione “Dio vi benedica” ha coperto violenze e intolleranza. Non crediamo in un Dio che benedice l’uso delle armi; la Parola di Dio e la vita di Gesù lo rinnegano.

·        Come giovani rilanciamo un  modello di costruzione della pace che investa nella Difesa Popolare Nonviolenta, nella promozione della Giustizia, nella Cooperazione, nella Formazione alla nonviolenza e alla pace nelle nostre università, scuole, associazioni e comunità cristiane. Su questo ci stiamo impegnando da tempo e siamo disposti a investire tutte le nostre energie.

 

 

Litania di preghiera interreligiosa per la pace

Ti rendiamo grazie per i nostri fratelli e sorelle Indù, per la loro aperta accettazione degli altri e la loro benevola disposizione verso i fedeli delle altre religioni;

Ti rendiamo grazie

Ti rendiamo grazie per i nostri fratelli e  sorelle Buddisti, per la loro pace e compassionevolezza e rinunzia al proprio io;

Ti rendiamo grazie

Ti rendiamo grazie per i nostri fratelli e sorelle Ebrei, per la loro fedeltà adorante al Dio della storia, i loro arricchenti simboli di preghiera e il loro attaccamento alla tradizione;

Ti rendiamo grazie

Ti rendiamo grazie per i nostri fratelli e sorelle Cristiani, per il loro messaggio di amore e la loro pratica della misericordia e del perdono;

Ti rendiamo grazie

 

Ti rendiamo grazie per i nostri fratelli e sorelle Musulmani, per il loro impegno nella preghiera e la loro fedeltà all'adorazione;

Ti rendiamo grazie

 

Ti rendiamo grazie per gli appartenenti a tutte le tradizioni religiose, conosciuti e sconosciuti, per la verità e la ricchezza delle loro spiritualità, per la nostra comune ricerca della verità, per il nostro impegno per la giustizia. Sempre uniti ti preghiamo, aiutaci ed ispiraci, affinché possiamo vivere più fe-delmente per Te in tutta la nostra esistenza.

 

 

 

 

Natale è alle porte  

 

(Michele Serra, “La  Repubblica” del 5  Dicembre 2004)

 

“ Natale è alle porte, e incontro molte persone ( ogni anno qualcuna in più ) che parla dei regali come  di un dovere incombente, e quasi  di un’ossessione. Rarissimo  trovare chi si applichi con gioia a un’attività che, pure, dovrebbe testimoniare affetto, e cura per gli altri. Va bene che il dono è un atto complesso, pieno di implicazioni sottili e non sempre limpide, difficile bilancio tra il dare e l’avere. Ma che potesse diventare  una nevrosi di massa, e un penoso nodo da sbrogliare, come l’ingorgo, come cento altri stress contemporanei, è un vero e proprio controsenso e, per chi crede in Gesù Cristo, quasi una bestemmia.”

 

 

Dal Rapporto UNICEF  2004

Sulla terra vivono 2,2 miliardi di bambini. Quasi la metà, un miliardo, vive in povertà, senza alcun servizio di base. Uno su sei soffre gravemente la fame; uno su sette non conosce alcuna assistenza sanitaria; uno su cinque non ha la possibilità di servirsi di acqua potabile; uno su tre vive senza servizi igienici nella propria abitazione. 

Dal Rapporto FAO 2004

Solo per le malattie legate alla malnutrizione si spendono trenta miliardi di dollari all’anno. Le risorse perdute per colpa della malnutrizione frenano lo sviluppo per almeno 500 miliardi di dollari.

Secondo la Fao un dollaro “investito” nella lotta alla fame  rende da 5 a 20 volte il suo valore.

Si allontana l’obiettivo delle Nazioni Unite di dimezzare gli affamati entro il 2015.

 

Finchè rimarrà una sola bocca da sfamare Cristo non sarà davvero nato, dobbiamo continuare ad aspettarlo.Quando si sarà stabilita la vera pace, non avremo bisogno di dimostrazioni, ma ne sentiremo l’eco nella nostra vita. Allora potremo dire che Cristo sarà davvero nato!                                                                                                    Gandhi

Come il grande inquisitore di Dostoievskij ci viene da pensare che la libertà è un dono troppo pericoloso, ma è quello che distingue la persona dagli altri esseri.Questo quesito ed altri ci possono portare ad uno stato di angoscia o ci spingono a vivere spensieratamente il frammento di felicità alla nostra portata , svaniscono come d’incanto quando ci impegniamo in qualche iniziativa per la pace , quando assumiamo coraggiosamente la nostra responsabilità di costruire la pace. Non è una parola troppo grande per la minima importanza della nostra esistenza ? Anche questo dubbio si cancella solo con le nostre decisioni . Penso che tutti gli uomini di buona volontà, che abbiano una fede religiosa o che ne siano privi, debbano unirsi per costruire e difendere la pace. In questo impegno e solo in questo possiamo interpretare le gravissime sofferenze dell’umanità come dolori del parto, e vivere le speranze e trasmettere agli altri la speranza                                                                         Arturo Paoli

 

Preghiamo per queste nostre sorelle e questi nostri fratelli operatrici ed operatori di pace

 

per Elisabetta Cislaghi, la nostra sorella che aveva preparato questa preghiera per la pace per lo scorso Natale e che ora è presso il Padre,  preghiamo

 

per Giovanni Carpené,  che da tanti anni è l’aiuto quotidiano ed il difensore dei diritti degli extracomunitari e dei carcerati in  Alessandria,  preghiamo

 

per Monique Lebailly di Parigi, che il Signore la accolga nella sua misericordia per quanto ha fatto e per quanto ha creduto, preghiamo

 

per chi opera nelle nostre riviste “Missione oggi”, “Mosaico di pace” e “Nigrizia” che sono da sempre in prima fila nel denunciare la guerra e nel chiedere la pace, preghiamo

 

per Lidia Maggi, pastora battista che contribuisce nella nostra città alla cultura della pace e dell’ecumenismo, preghiamo

 

per Juan José Tamayo, il nostro fratello teologo spagnolo che cerca strade nuove come quella di una teologia cristianoislamica della liberazione e della pace, preghiamo

 

per Camilla Tagliabue, suora salesiana, che è tornata alla casa del Padre dopo cinquanta anni di presenza e di aiuto a Lonavla in India, preghiamo

 

per Matteo Merletto, giovane prete comboniano che è andato a portare la Parola in Congo, preghiamo

 

per Tullia Frezzini, silenziosa operatrice di pace e di aiuto ai sofferenti, preghiamo

 

per Giulio Girardi , che in tutta la sua vita ha  esplorato le strade della liberazione nelle parole dell’Evangelo, preghiamo

 

per Gabriella Caramore  che ricerca nel dialogo e nella cultura la strade della comprensione tra le religioni, preghiamo

 

per Bruno ed Enrica Volpi e per quanti sono con loro associati  in un progetto di convivenza e di solidarietà, preghiamo

 

 

Lettera da Kandahar : una bomba ha tolto la speranza a mio figlio, quella bomba l’avete pagata anche voi


Sono nata a Kandahar 22 anni fa, sono stata in Italia per quasi tutta l'infanzia e di questo non smetterò mai di ringraziare mio padre che ha voluto che io vedessi un mondo di pace, poi sono tornata in Afghanistan. Ho conosciuto gli italiani, sono come noi. Così a questo popolo che ho amato invio la mia preghiera……………..Ero là con il mio bimbo e il mio giovane uomo. e così il mio giovane uomo è andato a combattere. Non volontario, non terrorista. E' partito perché i giovani ragazzi vengono arruolati dagli eserciti di tutto il mondo quando c'è la guerra.
…..Aveva 20 anni e se ne è andato senza guardare il suo bimbo che piangeva…….e ora vorrei morire perché in una di quelle notti da incubo la casa è esplosa su noi abbracciati. …….Ho affidato la mia lettera ad una amica che è scappata in Europa; io da qui non posso scappare, il mio bambino è steso in un letto. Non credo che nessuna delle belle persone che ho incontrato li da voi avrebbe voluto pagare con le sue tasse la bomba che ha tolto la speranza a mio figlio. Eppure quella bomba l'avete pagata anche voi. Se favorire involontariamente chi uccide innocenti è terrorismo, allora gli italiani sono terroristi? Non lo sono , come non lo sono io. Siamo le vittime della guerra... Non cestinate la mia preghiera, voglio immaginare che esiste una speranza.

 

Ricordiamo ed invochiamo i nostri  santi

 

 

Francesco d’Assisi, profeta del Vangelo dei poveri,  prega per noi

 

Giovanni, papa del Concilio,  prega per noi

 

Don Milani, educatore delle coscienze libere,  prega per noi

 

Oscar Romero, martire dei senza diritti,  prega per noi

 

David Maria Turoldo, poeta e profeta,  prega per noi

 

 Giovanni Calabria, prete scomodo dalla parte degli ultimi,  prega per noi

 

Primo Mazzolari, maestro della Parola e del dialogo,  prega per noi

               Giorgio La Pira, profeta della politica e della pace,  prega per noi

Tonino Bello, vescovo  della nonviolenza,  prega per noi

Umberto Vivarelli, il nostro fratello profeta degli umili , prega per noi

                                          Dietrich Bonhoeffer, pastore dell’ecumenismo e della pace,  prega per noi

 

Romano Guardini, teologo e filosofo della religione,  prega per noi

 

Helder Camara, fratello dei piccoli delle favelas,  prega per noi

 

Daniele Comboni, missionario dell'Africa,  prega per noi

 

Madre Teresa di Calcutta, sorella di tutti i disperati del mondo,  prega per noi

 

Donne e uomini di tutti i popoli, vittime innocenti di tutte le guerre,  pregate per noi

 

Sorelle e fratelli che siete già nel regno di Dio,

e siete stati al nostro fianco nel dolore e nell'amore,  pregate per noi

 

 

 

 

Dal messaggio di Natale del segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese pastore Samuel Kobia

 

 

“In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. E la luce brilla nelle tenebre e le tenebre non la compresero”     Giovanni 1  4-5

 

La buona notizia della venuta e della presenza di Cristo tra noi illumina questo mondo perché la sua vita ed il suo insegnamento ci indicano la via che conduce alla pace : Gesù dice “ Vi do la mia pace: Ma non è alla maniera del mondo che io ve la do”. Questo mondo ci mostra invece dei muri che separano i popoli , delle strategie di sicurezza, delle legislazioni repressive e delle guerre preventive. Gesù ci chiama a scoprire dei modi responsabili di vivere nell’unità, in quanto esseri umani. Egli ci ha dato il grande comandamento dell’amore e ci invita a trionfare sullo spirito di vendetta, di odio e di rivalità: egli ci insegna a pregare per i nostri nemici. Egli ci ordina di non perseguire il nostro interesse a spese degli altri, di non essere gelosi quando quelli che erano stati privati dei loro poteri li ritrovano, di non ostacolare la giustizia quando quelli che erano stati privati dei loro diritti  li ritrovano. Egli ci chiama a scoprire il volto di Dio presso gli esclusi. Ogni giorno ci chiama a condurre una vita coerente con la nostra fede nei nostri comportamenti.

 

Al Consiglio Ecumenico delle Chiese abbiamo scelto di vivere insieme alla luce del Cristo, che è la luce che brilla malgrado le tenebre, la luce che sfida la nebbia che ci circonda. Noi celebriamo la speranza della pace a dispetto dei conflitti che continuano, nonostante la paura ed il sospetto, l’odio e le guerre, la violenza e la cupidigia. Il mondo è pervaso dalle culture della violenza che escludono, asserviscono, terrorizzano ed oltraggiano quelle e quelli che i loro persecutori considerano come “differenti”.E’ deprimente constatare che molti di quelli che si comportano in questo modo cercano di giustificarsi nel nome di “Dio”.

 

In mezzo alle divisioni del mondo ed alle distruzioni la buona Novella di Natale ci ricorda che Dio ci tende la mano nel suo amore e che ci chiama ad un ministero di riconciliazione.

 

Preghiere ed auguri di Natale per la Pace e la Giustizia, Betlemme2004

 

Pax Christi International, l'"International Fellowship of Reconciliation" (IFOR), l'associazione "Chiesa e Pace" e la Presidenza della Conferenza delle Commissioni europee "Giustizia e Pace" in occasione delle prossime festività natalizie accolgono invitano tutti ad inviare a Betlemme auguri e preghiere per la pace.

Carissime/i amiche/i,

Per il quinto anno consecutivo le festività natalizie si svolgeranno in un clima di terrore per tutte le popolazioni della Terra Santa. Tutto ciò, ancora una volta, a causa delle violenze - occupazioni, Kamikaze, operazioni militari - che continuano a ripetersi in quei luoghi, violenze che sono fonti di indicibili sofferenze per tutte le popolazioni coinvolte e cause di ritardi nel cammino verso una soluzione giusta e pacifica del conflitto in corso.
In tale contesto, la costruzione di un muro di separazione in Cisgiordania non fa che esasperare ulteriormente il clima di angoscia e odio che caratterizza i rapporti tra Israele e Palestina.

Pax Christi International, l' "International Fellowship of Reconciliation" (IFOR), l'associazione "Chiesa e Pace" e la Presidenza della Conferenza delle Commissioni europee "Giustizia e Pace" in occasione delle prossime festività natalizie accolgono e rilanciano un'iniziativa promossa dai loro patners palestinesi - l'Arab Educational Institute (AEI) la "Library on Wheels for Non -violence and Peace, il Center for Conflict Resolutions and Reconciliation (CCRR), il Wi'am Center and Justice and Peace Commission of Jerusalem - ed invitano tutti i membri delle associazioni coinvolte ad inviare a Betlemme auguri e preghiere per la pace.

In vista dell'Avvento e del prossimo Natale, tutti i singoli e le associazioni sono quindi invitati ad inviare agli amici di Betlemme via posta elettronica i loro auguri e le loro preghiere per la pace entro il 25 dicembre 2004. I messaggi in lingua inglese saranno privilegiati, ma, naturalmente, saranno ben accolti anche tutti quelli che perverranno in lingue diverse. Tutti i messaggi dovranno essere inviati all'indirizzo di posta elettronica : peace-message@paxchristi.net.
Tutti i messaggi raggiungeranno Betlemme e allo stesso tempo saranno pubblicati sul sito internazionale di Pax Christi Internazionale (http://www.paxchristi.net) e del Movimento Internazionale della Riconciliazione (http://www.ifor.org).



Silenzio

PELLEGRINI DEL SOGNO DI DIO

(Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia - Mt. 2,10)

 

Ho sognato un monte al quale salivano tutti i popoli

Un banchetto festoso dove nessuno era escluso

Non c’era più l’ombra della morte

E le lacrime erano asciugate dai volti

 

Ho viaggiato per città e villaggi

Ho visto case sventrate dalla guerra

Volti distrutti dalla fame

E bambini mangiare lacrime

 

Ho sognato una città dove gli immigrati

Davano casa e lavoro ai nostri figli

 

Ho viaggiato in città dove i miei fratelli immigrati

Vivono come servi e fanno da custodi ai nostri vecchi

 

Ho sognato le chiese, le sinagoghe  e le moschee

Aperte il giorno e la notte

Erano diventate scuole di pace

Laboratori di giustizia

 

Ho viaggiato in città e villaggi

Dove le chiese, le sinagoghe e le moschee si voltano le spalle

E non sanno più cosa fare

Per mantenere in vita Dio

 

Ho sognato un angelo nella notte

Mi ha annunciato che è nato il Messia

Gesù, il Signore della pace

 

Continuo a viaggiare

E ogni volta che tendo la mano all’orecchio

Per accogliere le confidenze di  Dio

Il mio sogno s’avvera

E il mio viaggio inizia di nuovo

 

Stanotte la voce di Dio mi ha bisbigliato all’orecchio

Che il bambino è nato!

A me non resta che

Mantenere insieme il sogno e il viaggio

Perché Egli sia sempre con noi

 

Silenzio conclusivo