32ma Assemblea Plenaria CCEE

Sarajevo, 3-6 ottobre 2002

 

COMUNICATO stampa FINALE

 

L’assemblea annuale del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE) si è svolta a Sarajevo dal 3 al 6 ottobre scorsi, su invito della Conferenza episcopale della Bosnia Erzegovina. L’incontro è stato ospitato nel seminario di Sarajevo, accolto dal Card. Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo, e dal vescovo Franjo Komarica, presidente della Conferenza episcopale della Bosnia Erzegovina.

Hanno guidato l’assemblea il presidente del CCEE, Vescovo Amédée Grab (Coira, Svizzera) e i due vicepresidenti, Arcivescovo Josip Bozanic di Zagabria e il Cardinale Cormac Murphy O’Connor, Westminster. Della Plenaria del CCEE fanno parte i presidenti delle 34 conferenze episcopali d’Europa. Compito del CCEE è di approfondire e sostenere la collaborazione tra le Conferenze episcopali nazionali in particolare a livello pastorale.

Tema centrale dell’assemblea di quest’anno è stata l’evangelizzazione e la trasmissione della fede nel contesto della società moderna e pluralista dell’Europa. I vescovi riuniti hanno espresso la convinzione che gli uomini e le donne in Europa oggi sono fondamentalmente aperti alla Buona novella. Per un’azione pastorale efficace è importante prendere in seria considerazione i cambiamenti sociali e culturali. Accanto a questo, una grande sfida è rappresentata dalla necessità di mostrare l’importanza della fede cristiana e di tradurla in tutti gli ambiti della società.

Ogni cristiano battezzato e cresimato è chiamato ad essere protagonista dell'evangelizzazione. Tuttavia, hanno un ruolo insostituibile le "vocazioni specifiche" alla vita consacrata e al sacerdozio, il cui numero oggi è in declino in alcuni paesi d’Europa. Come in passato i sacerdoti, i religiosi e le religiose furono pionieri e portatori di cultura, anche oggi le vocazioni sacerdotali e religiose sono di massima importanza per l’animazione cristiana del dialogo culturale in Europa. Per questo, i Presidenti hanno richiamato alla necessità di collocare la pastorale vocazionale al centro della vita delle diocesi e delle parrocchie attraverso testimonianze di vita e strutture adeguate.

Un altro tema centrale dell’assemblea è stato l’ambito ecumenico. I vescovi hanno nuovamente sottolineato l’importanza della Charta oecumenica, firmata nell’aprile del 2001 a Strasburgo dai presidenti del CCEE e della KEK, come documento fondamentale per la creazione di una cultura del dialogo e della collaborazione tra le Chiese in Europa. Hanno rinnovato la loro disponibilità ad impegnarsi affinché gli impegni suggeriti dalla Charta siano accolti a tutti i livelli della vita delle Chiese. Inoltre ha avuto luogo un primo scambio riguardo una terza Assemblea ecumenica europea, dopo Basilea (1989) e Graz (1997). Questa grande manifestazione potrebbe svolgersi non prima del 2006.

I vescovi sono stati informati sulla situazione della Chiesa cattolica in Russia, messa alla prova dalle espulsioni non motivate di un vescovo e di vari sacerdoti, di cui due in settembre. Ciò rende molto difficile l’opera pastorale nel paese. I vescovi hanno assicurato la loro preghiera per la Chiesa cattolica in Russia. La plenaria del CCEE, inoltre, ha espresso solidarietà e chiede più stretta collaborazione delle Conferenze episcopali d’Europa con la Chiesa cattolica in Russia per difendere il diritto alla libertà religiosa e per ristabilire relazioni ecumeniche di fiducia con la Chiesa ortodossa.

Nell’ambito del dialogo interreligioso, si è sottolineata la necessità di riflettere approfonditamente in ambito cristiano sulle conseguenze dell’11 settembre 2001. Si è insistito sulla necessità di crescere nel rispetto reciproco nelle relazioni islamo-cristiane, soprattutto per ciò che riguarda la situazione delle minoranze cristiane nei paesi islamici. Un punto della discussione è stato inoltre la presenza del buddismo in Europa che suscita molto interesse tra gli europei.

La Plenaria ha discusso a fondo le questioni del processo dell’unificazione europea, soprattutto in riferimento al dibattito sugli sviluppi futuri dell’Unione europea legata ai lavori della Convenzione. I vescovi hanno espressamente ringraziato la Commissione degli episcopati della Comunità europea (ComECE) per il modo con cui accompagna questo processo, attraverso vari apporti diretti. È stato menzionato in questo contesto il contributo del segretariato della ComECE, pubblicato nel maggio 2002 con il titolo "Il futuro dell’Europa. Responsabilità politica, valori e religione", come anche la proposta giuridica, presentata insieme alla commissione Chiesa e società della KEK (Conferenza delle Chiese europee) per un articolo dell’eventuale Trattato costituzionale riguardo la libertà religiosa con tre elementi: la libertà religiosa in senso istituzionale, il dialogo strutturato tra le Chiese e comunità religiose con l’Unione europea, e infine l’introduzione della Dichiarazione n. 11 dell’Accordo di Amsterdam nel Trattato menzionato.

Riprendendo il ripetuto invito del Santo Padre Giovanni Paolo II, i Presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa hanno la preoccupazione che la dimensione dei valori della fede e della trascendenza non venga dimenticata nel Trattato costituzionale dell’Europa. Nei secoli il cristianesimo ha formato in modo sostanziale l’eredità culturale e spirituale di questo continente ed ha una ricchezza di umanità e socialità fondamentale. L’omissione di un riferimento esplicito a ciò porterebbe – secondo i vescovi riuniti a Sarajevo – a una lacuna nell’identità e a un fragilità per il futuro dell’Europa.

I vescovi sono stati informati riguardo alla situazione in Bosnia e nel Sud-est Europa. Hanno ribadito la convinzione che la pace e la riconciliazione sono possibili solo quando i diritti fondamentali di ciascuno – compreso il diritto alla patria – sono assicurati. I vescovi condividono la preoccupazione della Chiesa cattolica in Bosnia ed Erzegovina per il futuro di questa terra e hanno espresso il loro sostegno per gli sforzi nel lavoro per la giustizia e la pace per tutti gli uomini, gruppi etnici e comunità in tutto il paese affinché vengano assicurati uguali diritti e aiuti per tutti. Una pace duratura può realizzarsi solamente quando giustizia e libertà sono alla base della vita sociale e civile.

La tragedia interminabile che si consuma in Terra Santa è fonte d’immenso dolore e suscita una grande invocazione a Dio e ai responsabili politici. Una grande preoccupazione dei Presidenti delle Conferenze episcopali è la situazione internazionale all’inizio del nuovo millennio e in particolare la terribile prospettiva di un conflitto armato con l’Iraq. La guerra è stata e sarà sempre una cosa orribile, infliggendo sofferenze agli innocenti e ai deboli. Porta lutti nelle famiglie e tra amici, nelle nazioni e nelle forze armate.

I leaders in Europa e nel mondo hanno il serio obbligo di proteggere il bene comune globale contro qualunque minaccia alla pace. Essi devono fare ciò secondo le disposizioni del Diritto internazionale e le norme morali, e attraverso tutti i mezzi non violenti a disposizione.

Il Papa Giovanni Paolo II ha costantemente insegnato che non c’è vera pace senza giustizia, e così i vescovi hanno riflettuto sulle numerose ingiustizie perpetrate nel mondo. Benché tutte le nazioni cerchino il bene dei propri cittadini, la preoccupazione egoistica e senza un limite per il proprio interesse porta inevitabilmente all’ingiustizia, alla povertà, alla disuguaglianza, all’oppressione e alla tensione razziale. L’eliminazione d’ogni forma d’ingiustizia ridurrebbe la minaccia della guerra e del terrorismo, per sé non giustificabile.

Da Sarajevo i vescovi hanno ribadito l’insegnamento del catechismo della Chiesa cattolica che "tutti i cittadini e tutti i governi sono obbligati a lavorare per evitare la guerra". Occorre avere il coraggio per credere che il male non può essere vinto da un altro male.

La Plenaria ha preso in analisi il lavoro del CCEE dell’anno trascorso attraverso i rapporti delle diverse commissioni, sulla pastorale delle vocazioni, la catechesi, l’ambiente, le migrazioni, i mass media e l’Islam in Europa. Sono stati inoltre presentati rapporti di diversi paesi su questioni etiche, la bioetica e la pedofilia. In particolare pare opportuno attirare l’attenzione sul problema dell’eutanasia, che richiede un urgente impegno politico. La Plenaria ha inoltre definito alcuni ambiti di lavoro specifici per i prossimi anni.

Riguardo il tema della salvaguardia del creato, il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa riconosce nel principio etico della sostenibilità, che mostra vie per uno sviluppo umano integrale, una irrinunciabile espressione della attuale responsabilità per il creato. Il principio della sostenibilità merita un ruolo stabile nell'etica sociale cristiana, in quanto offre una nuova dimensione al dialogo tra Chiesa, politica e società. Esso esige un comportamento esemplare nel modo di condurre la propria vita e gli affari economici dei singoli cristiani, nell'amministrazione della Chiesa e nella corresponsabilità politica per le conseguenti riforme dell'economia mondiale.

Allo stesso modo è necessaria un'attenzione rafforzata sul valore e i temi della responsabilità per il creato nella vita della Chiesa. Il Consiglio delle Conferenze episcopali Europee propone a questo proposito di introdurre e di sviluppare la ancora giovane tradizione della giornata della creazione in occasione della giornata del ringraziamento per il raccolto o in un altro giorno tra il 1 settembre e la festa di San Francesco. Anche la difesa della domenica pone dei limiti a una concezione del lavoro esclusivamente orientata alla produzione e contribuisce in maniera essenziale alla cultura della sostenibilità.

La Plenaria ha accolto con particolare apprezzamento, il progetto del Convegno dei cattolici dell’Europa centrale, "Cristo speranza d’Europa", nato su iniziativa del Card. Christoph Schönborn, sui temi dell’evangelizzazione e della responsabilità comune delle Chiese e della società. Questo progetto – che si realizzerà nel 2003-2004 - vede coinvolte otto Conferenze episcopali (Bosnia Erzegovina, Croazia, Austria, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Cecchia e Ungheria).

Una delegazione dell’assemblea, guidata dal presidente del CCEE, vescovo Amédée Grab OSB, ha reso visita il sabato 5 ottobre 2002 al Consiglio Interreligioso della città di Sarajevo, presieduto dal Capo della comunità musulmana in Bosnia Erzegovina, il Reisu-l-ulema Dr. Mustafa Ceric.

La prossima assemblea del CCEE avrà luogo a Vilnius, Lituania, dal 2 al 5 ottobre 2003, su invito del Card. Audrys Backis.

La plenaria si è conclusa la domenica 6 ottobre 2002 con una solenne celebrazione nella cattedrale di Sarajevo, con un’ampia partecipazione di fedeli.

 

 

 

Sarajevo, 6 ottobre 2002

 

 

 

 

Il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE) riunisce i Presidenti delle attuali 34 conferenze episcopali europee. Lo presiede Mons. Amédée Grab, Vescovo di Coira; vicepresidenti sono Mons. Josip Bozanic, Arcivescovo di Zagabria e il Cardinal Cormac Murphy O'Connor, Arcivescovo di Westminster. Segretario generale del CCEE è don Aldo Giordano. La sede del segretariato è a San Gallo (Svizzera)

 




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