A Sua Santita' Papa Benedetto XVI
                                                                                              Palazzo Apostolico
                                                                                              Citta' del Vaticano



                                               Sua Santità,

                                                            Le scriviamo per la solidarieta' che ci lega a circa 40 milioni di persone

che vivono con l'HIV e con l'AIDS e perche' siamo preoccupati per piu' di 15 milioni di piccoli orfani.

            Sappiamo che Lei condivide la nostra preoccupazione e che ha dato il Suo appoggio alle molte agenzie
cattoliche che si occupano di salute e di servizi sociali e che hanno curato chi ha contratto l’HIV e l’AIDS.

La Chiesa cattolica e' stata, in molti modi, leader internazionale nella fornitura di cure
amorevoli e non discriminatorie nei confronti delle persone che vivono con HIV e AIDS; e noi applaudiamo questi sforzi.

            Le scriviamo per esprimerLe il nostro appoggio  alla Sua decisione, annunciata il 23 Aprile
2006, affinche' esperti, teologi e scienziati preparino un documento che discuta l'uso dei preservativi come
mezzo di prevenzione della trasmissione dell'HIV.  La esortiamo a proseguire con rapidita' e a
preparare nuove linee guida per quanto riguarda  la prevenzione di questa malattia, linee guida

che permetteranno a tutte le agenzie che collaborano con la comunita' cattolica di educare (informando)

le persone a rischio dell'esistenza della possibilità di poter usare i preservativi al fine di prevenire la trasmissione di
HIV e AIDS, e di fornire effettivamente i preservativi a chiunque possano servire.

Ognuno poi deciderà in coscienza se usarli.


            Per anni, i portavoce del Vaticano e altri funzionari della chiesa hanno spiegato in modo chiaro le
obiezioni morali della chiesa  per quanto riguarda l'uso dei preservativi come contraccettivi. Ma l'estendere
queste obiezioni anche all’uso del preservativo come strumento di prevenzione dell’HIV e dell’AIDS

ha contribuito alla diffusione di queste malattie. Ci sono stati  pubblici roghi di preservativi, grossolane distorsioni
di dati statistici per quanto riguarda  l'efficacia dei preservativi come mezzo di prevenzione e noncuranza
nei confronti del reale tributo in vite umane  di questa pandemia. Tutto questo da parte di
qualcuno le cui obiezioni, fondate su ragionamenti di tipo puramente ecclesiastico, sono state

 più importanti dell'interesse per il bene comune e per la promozione di una cultura della vita.
Ed ora, dal 19 Aprile 2005, data in cui Lei fu eletto Papa, 5,5 milioni di persone hanno contratto il virus
HIV e 3,7 milioni persone sono morte per cause legate all'AIDS.

            Come persone appartenenti ad una fede, sia cattolica che non-cattolica, La esortiamo a prestare particolare
attenzione a quei vescovi e operatori della sanità che hanno vissuto in prima persona  questi gravi problemi
e che hanno coraggiosamente parlato ad alta voce a favore  dell'utilizzo dei preservativi per prevenire la
diffusione dell'HIV e quindi il sostegno della vita.
Crediamo che la loro testimonianza dimostri che una cultura della vita richiede interventi per la fornitura di
un completo sistema di metodi di prevenzione, inclusi i preservativi.
Sappiamo che i preservativi non sono efficaci al 100% e non rappresentano neppure una soluzione semplice ad
un problema complesso;  rimangono, tuttavia, l'unica speranza per quelle persone che sono sessualmente
attive, sia per propria volonta', sia contro la propria volonta', per esempio quelle donne che non sono

in condizioni di dire di no a rapporti sessuali a rischio.
 
            Crediamo che la comunita' mondiale debba offrire trattamenti interventi adeguati  alle persone
che hanno gia' contratto l'HIV/AIDS, come pure un appoggio totale a programmi di prevenzione che
prevedano maggiori poteri alle donne, educazione sessuale, interventi di consulenza in fatto di preservativi e di
distribuzione degli stessi, monogamia e astinenza - senza discriminazioni o stigmatizzazioni. Siamo
convinti che l'approccio piu' etico alla battaglia contro l'HIV e l'AIDS sia un approccio comprensivo e
bilanciato al problema e che vada incontro ai diversi bisogni delle  persone e, allo stesso tempo, sostenga il ruolo

dei medici e degli scienziati. A questo scopo, crediamo e appoggiamo una gamma di interventi

per frenare la diffusione di questa pandemia. Per esempio:
- il metodo ABC che enfatizza in eguale modo l'astinenza, la fedelta' e l'uso del preservativo e
- l'approccio SAVE che enfatizza pratiche piu' sicure, interventi sanitari possibili, volontaria richiesta di
consulenza e di test, e maggiore consapevolezza da ottenersi attraverso l'educazione.

            Come persone di fede molto coinvolte, siamo sollecitate da valori etici e morali che ci chiedono
di affrontare il dramma globale che riguarda l'AIDS con amore  e rispetto per la dignita' e la coscienza
di ciascuna persona. La maggior parte delle religioni del mondo ha riconosciuto che l'impegno
nell'educazione per quanto riguarda  il preservativo ed il suo uso liberamente scelto, riflettono questi valori morali.
Ci rivolgiamo a Lei affinché guidi la Chiesa cattolica  perchè l'uso
del preservativo venga sostenuto come parte importante della strategia internazionale di salvaguardia della vita.

La ringraziamo per la Sua considerazione

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