La legge del cristiano.
Incontro di don Leandro Rossi con "Noi Siamo Chiesa"

(da "Rocca" n. 14 del 14 luglio 1999)

 

Ma la "legge del cristiano" non sono i comandamenti dati a Mosè sul Monte Sinai? Certo i comandamenti hanno ancora valore per l'uomo d'oggi. Sono nati in un contesto d'amore. Gli uomini si chiedevano cosa potevano fare per un Dio tanto buono e generoso; e la risposta data a Mosè fu "osserva i comandamenti". Ma ci sono altre cose che il Signore ci chiede: e queste ci sembrano anzitutto tre: il principio dell'Amore, il principio della coscienza e quello dello Spirito Santo.

Domenica scorsa, festa di Pentecoste (inizio della Chiesa e della diffusione dello Spirito Santo), fui pregato di dettare alcuni punti di meditazione ai simpatizzanti del Movimento "Noi siamo Chiesa", nato in Austria alcuni anni fa e diffuso ormai in quasi tutto il mondo occidentale. Si tratta di una élite (noi eravamo presenti solo in quaranta) che si appella al Concilio, per il quale la Chiesa è il popolo di Dio, pellegrinante nel mondo, sotto la guida dello Spirito che abita nei cuori (LG 9,12).

E' una giusta rivendicazione di base, che suscita qualche comprensibile preoccupazione di vertice, le quali potrebbero dileguarsi, se ci si aprisse a un dialogo franco e rispettoso.

E' il problema della istituzione e dei Karismi. Nessuno ha volontà di professare eresie o di giungere ad una rottura scismatica. Anzi tutti si ritrovano ad avere un grande amore non solo a Cristo ed alla sua Chiesa. Tutti sanno: "Che ci sono diversità di Karismi; ma uno solo è lo Spirito, vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti (1 Cor 12, 4-6).

Se nella Chiesa c'è fratellanza, a maggiore ragione c'è uguaglianza (tra battezzati, vescovi e Papa). La Gerarchia è solo una funzione del popolo di Dio. Ogni battezzato è un po' profeta, re e sacerdote. Anche i laici fedeli debbono scoprire il loro ruolo attivo, creativo e partecipativo nella chiesa, così come i sacerdoti.

Era bello constatare che nessuno invidiava i vescovi e i Cardinali, ma tutti si chiedevano il ruolo esatto di ciascuno appartenente al popolo di Dio. Per aiutarli, abbiamo illustrato i tre punti suddetti.

1. La legge dell'amore. "Prima ama; e poi fa quello che vuoi" diceva S. Agostino. Anzi aggiungeva lo stesso Concilio di Trento (che aveva citato "ama et quod vis fac"): "Vedi di compiere quello che puoi; di chiedere quanto non puoi; e prega perché abbia a potere". Certo, la condizione fondamentale è sempre la stessa: la sincerità, soprattutto con se stessi. Se l'amore dei fratelli riassume tutta la legge (Gal 5, 13-14), giustamente saremo giudicati sulla Carità ai fratelli (Mt 25).

2. Lo Spirito Santo è la "nuova legge" ("Lex Spiritus vitae in Christo Jesù, Rom. 8,2). "Portate i pesi gli uni degli altri, cosl adempirete la Legge di Cristo" (Gal 6,2). Paolo ci dice che la legge di Dio è scritta non più su tavole di pietra dal dito di Dio (Es. 31, 18), ma è scritta nel nostro cuore, con lo Spirito del Dio vivente, nell'intimo del nostro cuore, come lettera d'amore scritta ai fratelli. E una legge interiore e inabitante (2 Cor 3, 1-8). La settimana scorsa chiesi in un Consiglio Pastorale al Vescovo: "Perché diciamo che 'la grazia dello Spirito è la legge nuova del cristiano' (S. Tommaso I II.Q. 106, A1,C), ma poi né noi, né i nostri catechisti la predichiamo mai?". Mi rispose mostrando di conoscerla alla perfezione. Concluse dicendo: "Speriamo di non aver paura dello Spirito, che se ci toglie degli obblighi che credevamo di avere, ce ne aggiunge tanti altri che non sapevamo di avere (volontariato, martirio).

3 . Il principio della coscienza retta. E' esaltata dal Concilio (GS 16). E' assolutamente da rispettare per la dichiarazione sulla libertà religiosa (DH 2). E' da "formare" sempre e "seguire" sempre per la trattazione teologica calibrata (i due Principi sono complementari). E' ben definita da Papa Giovanni, quando parla di Pace. La coscienza può sbagliare, ma se la Persona è "retta" è sempre voce di Dio, mentre l'ordine dell'autorità ecclesiastica è pur sempre voce umana. "E si deve ubbidire a Dio anziché agli uomini" (Atti 4, 19; 5, 29). Ho cominciato a sognare così un dialogo umano, alla pari davanti a Dio. Sono i prìncipi di questo mondo che signoreggiano le nazioni (Mc 10) non gli uomini spirituali. E intanto: noi ci sentiamo davvero Chiesa in Comunione!




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