DA INNSBRUCK (giugno1995) A ROMA (novembre 1996)


Trent’anni dopo il Concilio Vaticano II, nel 1995 il popolo della Chiesa ha preso la parola e ha cercato di farsi ascoltare con un mezzo di comunicazione del tutto nuovo per la Chiesa; in tal modo è stato avviato un dialogo prima assente. In soltanto sei mesi un coro che non poteva rimanere inascoltato, si è ingrandito voce per voce raggiungendo una dimensione di due, tre milioni di donne e uomini cattolici, in Austria, Germania, Alto Adige. Queste persone che rappresentano l’8% dei membri della Chiesa cattolica, hanno reclamato il postulato che l’adunanza plenaria dei Vescovi, nel citato Concilio, aveva formulato già una generazione prima il diritto dei fedeli di decidere secondo coscienza.

L’Appello del Popolo Dio per il rinnovamento della Chiesa cattolica, dopo aver preso avvio in Austria nel giugno 1995 è stato ripreso nel corso dell’anno successivo in numerosi Paesi.

L’iniziativa era stata provocata in Austria da decisioni sbagliate concernenti le nomine dei vescovi ed anche dallo scandalo riguardante l’arcivescovo Groer.

Attualmente sono promossi Appelli dal popolo di Dio in Belgio, Francia, Italia, Nicaragua, Olanda, Spagna e negli Stati Uniti. In Gran Bretagna e in Portogallo si sta avviando l’iniziativa e in questa direzione sono allo studio progetti in altri stati fra i quali la Svizzera, alcuni paesi dell’America latina e in Australia.

Relazioni interne al movimento si intrecciano con grande entusiasmo. Delegazioni di diversi Paesi si incontrano in occasione di grandi manifestazioni come l’Assemblea del popolo di Dio a Linz (giugno ‘96) e la Giornata del Popolo di Dio in settembre a Hildesheim oppure l’incontro Call to action (metà novembre) a Detroit. Il primo Sinodo europeo delle donne a Gmünden (Austria) del luglio scorso ha dato occasione alle donne dell’Appello provenienti dai diversi paesi di scambiare informazioni e incoraggiamenti.

A ottobre in Colombia si sono riuniti nell’Assemblea del popolo di Dio 3000 cristiani provenienti da tutta l’America latina.

Appello da popolo di Dio ,seconda fase.

Novembre 1996, si svolge a Roma il primo incontro internazionale per coordinare le diverse iniziative nazionali. I partecipanti che rappresentano diversi paesi europei e gli Stati Uniti tramite lo scambio di informazioni ed il coordinamento, sperano di rafforzare il movimento facendo crescere la consapevolezza che il popolo di Dio adulto e critico è il sostegno principale del messaggio di Cristo.

Dopo l’intenso dialogo che ha accompagnato la raccolta di firme in tutti gli ambiti ecclesiali con banchetti per l’informazione davanti alle chiese, nelle zone pedonali e soprattutto con la presenza nei mass media, ottenendo risultati sorprendenti anche da un punto di vista numerico, il Movimento Noi siamo Chiesa, è passato alla seconda fase.

Il lavoro viene continuato da circa mille gruppi nelle diocesi e nelle parrocchie e perfino da molti sacerdoti e membri di ordini religiosi. Gli argomenti dell’Appello vengono discussi ed approfonditi. Si sono già tenuti in aprile e settembre ‘96 due incontri di coordinamento a Monaco.

 

 

CATALOGNA

Plebiscit Eclesial - ìSom Església

Che lo Spirito Santo in questi tempi soffi proprio forte, lo si avverte dal fatto che, poco prima che il calice dell’impazienza del popolo di Dio giungesse al colmo, a Barcellona si teneva, dal Febbraio fino a Luglio 1995, il Concilio della Chiesa Catalana , che ha portato alla fondazione del Segment Obert del Concil - SOC - , un movimento in cui si sono schierate tutte quelle organizzazioni cristiane, che sono più sensibili alla necessità di una Riforma della Chiesa Cattolica. Quando abbiamo sentito parlare del successo positivo del Movimento Wir sind Kirche nell’Europa tedesco parlante, abbiamo deciso di appoggiare il documento redatto in Austria, nel quale noi abbiamo soltanto sottolineato gli aspetti della giustizia sociale, dato che non ci era parso sufficientemente chiaro nel documento austriaco. Al contrario dei nostri fratelli di lingua tedesca, le infrastrutture della chiesa catalana sono ancora in via di sviluppo. La maggioranza ha altre preoccupazioni e le parrocchie si muovono in direzioni che non contemplano la riforma strutturale della Chiesa. La formazione teologica delle donne, che rappresenta la parte della popolazione più aperta al cambiamento (64% delle firme raccolte fino adesso sono di donne), mostra il livello di discriminazione di cui sono vittime per motivi storici. Inoltre i mezzi finanziari e logistici di cui disponiamo sono molto modesti: solo la speranza di un cambiamento nel senso della giustizia, anche all’interno della Chiesa, è il motore che sostiene la nostra azione.

Finora il risultato quantitativo (più o meno 2.800 firme) è molto modesto; ciononostante è il segno del lavoro svolto. Dal coordinamento internazionale a Roma si attende un nuovo impulso nella speranza che lo scambio delle esperienze nei differenti paesi porti nuove energie e le moltiplichi ovunque.

SPAGNA

La Riforma che vogliamo

Sin dal Settembre 1995, nel Congresso annuale dell’associazione di Teologi Giovanni XXIII a Madrid ,è stata fatta circolare tra i (e le) partecipanti la traduzione del Documento austriaco, e si sono raccolte firme di appoggio da mandare in Austria. Solo poco a poco è sorta l’idea di realizzare per la Spagna un Kirchenvolks-Begehren. Justicia y Paz, assieme ad altri gruppi favorevoli alla riforma, come le Comunità di Base, Fe y Justicia (Fede e giustizia), Movimento por el Celibato Opcional (Movimento per il Celibato Opzionale), Comite’ Oscar Romero ed alcuni membri di istituti religiosi stanno costituendo una rete di questi differenti gruppi all’intorno del Kirchenvolks-Begehren. Si sono realizzati due riunioni a livello nazionale nel Giugno e nel Settembre 1995, alle quali hanno preso parte anche due delegati del Plebiscit Eclesial della Catalogna. In singole Regioni ,ma soprattutto a Bilbao e Madrid, vengono raccolte delle firme, anche se sono sorte delle preoccupazioni da parte della gerarchia. Da un’inchiesta condotta da una rivista cattolica (Revista Mision Abierta) risulta che le esigenze del KVB sono accettate da un 90% dei fedeli, principalmente dalle donne e dalle generazioni più’ giovani (sui 25-35 anni) . L’interesse dei Media per questa raccolta di firme è debole e i mezzi finanziari e logistici di cui dispongono i promotori dell’iniziativa non sono sufficienti per arrivare a tutti i (e tutte le) potenziali firmatari. Pertanto seguiamo con gran attenzione gli sviluppi internazionali , mentre portiamo avanti con pazienza e fermezza il necessario lavoro di dialogo e formazione di rete.

OLANDA

KERK HARDOP (Chiesa che parla alto - che grida)

Dopo la fase previa in cui avevamo scritto sulla VPW (Associazione dei collaboratori pastorali) e invitato ad un lavoro comune anche le 1780 Parrocchie, è stato iniziato il Kirchenvolks-Begehren ufficialmente il 26 Marzo con una conferenza stampa.

Esso ha destato in tranquillità nella Conferenza dei Vescovi, ma fin adesso poco interesse nell’opinione pubblica e nei Media, giacche le questione delle strutture interne della Chiesa non rivestono grande importanza sociale nel nostro paese e, per molti cattolici, viene posta troppo tardi. Se fossero personalmente interrogati, il 90% delle persone sarebbero pronte a firmare l’istanza. Ma i mezzi logistici dei nostri attivisti non riescono ad arrivare personalmente a tutti. Inoltre persone hanno già cominciato da molto tempo a fare il proprio cammino. Alcuni celebrano autonomamente i sacramenti e l’Eucarestia. Davanti a questa realtà i Vescovi chiudono gli occhi. Una scintilla di speranza è il Vescovo Muskens, con la sua coraggiosa iniziativa a favore dei più poveri, ma se la sentirà di esigere giustizia anche dentro la Chiesa?

U S A

We are Church - Somos Iglesia

Nel Maggio 1996 abbiamo tenuto la prima Conferenza stampa, per annunziare il progetto e la meta di raggiungere 1 milione di firme. L’efficienza dei mezzi di comunicazione è stata eccellente. Giornali a grande diffusione hanno pubblicato notizie relative al progetto. Da Maggio abbiamo attivato e incoraggiato differenti gruppi e comitati in tutto il paese. Senza interruzioni si è lavorato personalmente, per telefono, posta e fax. A 39 coordinatori e coordinatrici è stato inviato un portafoglio organizzativo, che è stato ritenuto da tutti come molto utile. Siamo presenti in tutte le iniziative di gruppi rinnovatori e principalmente alla conferenza nazionale di "Call to Action" a Detroit (del 15-17 Novembre, dove si attendono per lo meno 5000 persone). Tale appuntamento è stato annunciato in differenti giornali cattolici importanti e in alcuni giornali regionali selezionati. La nostra Home-page in World Wide Web (Http://listserv.american.edu/catholic/referendum) e "e-mailings" (molto economici!) sono la nostra variante elettronica dell’iniziativa. Sono state colte speciali occasioni per diffondere il referendum come l’atto di protesta dei coordinatori e coordinatrici davanti alla cattedrale in Colorado, dove si sono presentati con la bocca chiusa da bende, per rispondere all’atteggiamento repressivo dell’Arcivescovo Frank Staffrord nei confronti del Kirchenvolks-Begehren, e al tentativo di proibire ai (ed alle) cattolici di occuparsi del referendum; o l’atto di preghiera davanti alla sede della conferenza dei Vescovi a Washington l’11 Novembre. Il nostro prossimo appuntamento è la partecipazione alla riunione internazionale di Coordinatori a Roma, Italia, nella quale noi vogliamo preparare atti comuni per il 1997.

 

CANADA-QUEBEC

Culture et Foi

Anche nel Quebec, provincia francofona del Canada, si vengono raccogliendo, sin dalla primavera del 1996, le firme a sostegno delle esigenze del Kirchenvolksbegehren. (Al momento non abbiamo ancora a disposizione una scheda informativa di questo paese).

 

 

GRAN BRETAGNA

We are Church - a U.K. Roman Catholic Declaration

Le Cattoliche e i Cattolici del Regno Unito sono pronti ad unirsi all’Appello mondiale per la Giustizia e il rinnovamento della Chiesa!

La nostra "dichiarazione" entrerà in azione il 7 Dicembre 1996 nella Conferenza We are Church, aren’t we - the sign we give! (Noi siamo Chiesa - o forse no? [non è vero?] Il segno lo diamo!) a Londra

La preparazione dovrà cominciare il più presto possibile e sarà coordinata dai gruppi

riuniti nel Jubilee People (Popolo del Giubileo, coalizione di gruppi cattolici romani per una chiesa liberatrice nel Regno Unito).

I punti principali nel Regno Unito sono :

Lavoro di formazione delle Coscienze sui punti della "dichiarazione"

Attivazione di dibattiti e di un clima di un dialogo nel Popolo di Dio, in modo a rendere possibile la realizzazione delle mete desiderate

PORTOGALLO

Somos Igreja. Nel Portogallo il movimento Somos Igreja ha sollevato un grande interesse. Diverse organizzazioni cattoliche, ad esempio il Centro de -reflexào cristà [Rua Castilha 61-2°D,P-1250 Lisboa] aspettano di poter prossimamente [probabilmente il 6 Gennaio 1997] diffondere il documento contenente le esigenze di riforma e lo spazio per le firme. Molti giornalisti cattolici si sono dimostrati coraggiosi e ci sostengono nei mezzi di comunicazione. Il gruppo portoghese spera di effettuare contatti con altri paesi di lingua portoghese (Brasile e paesi africani). Due donne portoghesi prenderanno parte nella riunione del comitato internazionale di coordinazione a Roma, e il 27 Novembre ne faranno un rapporto durante la discussione a Lisbona.

AMERICA LATINA

Il testo austriaco del Kirchenvolks-begehren è arrivato in America Latina attraverso i teologi della liberazione e rappresentanti delle Comunità di Base. Nel Nicaragua si raccolgono delle firme sin dall’estate 1996. Secondo Mons. Pietro Casaldàliga (S. Felix, Brasile), le esigenze del movimento note e condivise da anni in tutto il mondo. Il Papa stesso ha riconosciuto il ruolo sociale ed ecclesiale della donna, anche se ne proibisce l’accesso all’ordinazione sacerdotale. In Cile, Uruguay e Colombia diversi giornali cattolici hanno pubblicato il testo austriaco. Nel primo "incontro continentale di donne popolari", che si è realizzato dopo la II riunione della "Asamblea del Pueblo de Dios" in Bogotà (alla quale hanno preso parte più di 3000 cristiani latinoamericani), c’è stata la presentazione del movimento "noi siamo Chiesa" ed è stato distribuito un foglio informativo.

SVIZZERA

Rinunzia del Vescovo di Basilea e promozione dell’appello

Durante i mesi di Luglio ed Agosto 1995 sono state raccolte e poi consegnate alla Conferenza episcopale svizzera 73000 firme a sostegno di: "No al celibato obbligatorio. Si all’ordinazione di donne". Inoltre sono state diffuse altre tre petizioni che hanno raggiunto: 2.370 firme per la abolizione del celibato obbligatorio, 865 per eguali diritti delle donne nella chiesa, e 982 per la riammissione di preti laicizzati e l’ordinazione di uomini sposati. A Basilea circa un quarto dei preti secolari (114) hanno votato per l’abolizione del celibato obbligatorio. Inoltre undici organizzazioni ecclesiali, a nome dei loro 350.000 membri, hanno chiesto pubblicamente ai propri vescovi di assumere una posizione decisa con Roma affinché l’obbligo del celibato dei Preti e dei Vescovi sia abolito.

AUSTRIA

Piattaforma Noi siamo Chiesa

Tra il 3 e il 25 giugno l’Appello dal popolo di Dio è stato sottoscritto da mezzo milione di firme che in seguito sono state presentate ai vescovi austriaci. Dopo la reazione deludente da parte della conferenza episcopale nell’autunno 1995, i promotori di "Noi siamo Chiesa" hanno deciso di dare contributi il più possibile fondati alla riforma della chiesa.

Si è stabilito pertanto di scrivere "lettere pastorali" sui vari argomenti trattati dall’appello in risposta alle lettere pastorali redatte dalla gerarchia ecclesiastica. Il primo argomento scelto è stato quello della sessualità.

La prima lettera pastorale dal titolo "Amore-eros-sessualità" è stata presentata il 30.9.96 ai vescovi austriaci e al vescovo di Bolzano e Bressanone, prima della pubblicazione. La stesura ha richiesto una elaborazione durata più di sei mesi, frutto di un intenso dialogo tra tutti gli interessati

Alla conferenza episcopale austriaca sono state poste due domande: a. una presa di posizione sincera riguardo le condizioni di ammissione al sacerdozio; b.inoltrare le proposte a Roma, convocando un’assemblea ecclesiale austriaca.

GERMANIA

Movimento "Noi siamo Chiesa"

Dopo la raccolta di firme tra il 16 settembre e il 12 novembre ‘95, che ha ottenuto un risultato di 1.850.000 adesioni, di cui un milione e mezzo di donne e uomini cattolici, si è svolto un intenso scambio interdiocesano e a livello federale. Rappresentanti diocesani di "Noi siamo chiesa" hanno avuto la possibilità di discutere con più della metà dei vescovi locali sull’appello dal popolo di Dio. Nonostante l’atmosfera cordiale non sono stati fatti progressi per quanto riguarda i processi di riforma. Cambiamenti in difformità con la linea pontificia non si possono aspettare neppure da parte di vescovi aperti a nuove prospettive. Evento chiaramente dimostrato dalla discussione pubblica in occasione delle Giornate del popolo di Dio a Hidesheim (sett. 96) Il popolo non deve più aspettare che i superiori prendano l’iniziativa, bensì deve cominciare con cautela, ma anche con coraggio, a praticare ciò che ritiene necessario e a divulgare i rispettivi principi teologici. Primi passi in tal senso verranno fatti, ad esempio, durante l’iniziativa della "Predica del popolo di Dio" (26 e 27 gennaio ‘97): uomini e donne non appartenenti ad ordini religiosi verranno incoraggiati a partecipare attivamente all’annuncio della fede durante la celebrazione eucaristica e a sperimentare anche forme insolite di predica (dialogo, patchwork,ecc). Esiste già un testo con indicazioni teologiche pratiche.

A proposito del tema del sacerdozio della donna è stato fondato un gruppo di iniziativa per il diaconato delle donne, tra l’altro ispirato dalla Aktion Frauenliste Austriaca. Questo gruppo cerca nomi di donne che si dichiarino disponibili per la funzione di diacono; contemporaneamente raccoglie firme di uomini e donne favorevoli alla riammissione delle donne al diaconato. Le donne solidali con questa iniziativa vengono incoraggiate ad indossare una sciarpa viola (simile alla stola liturgica) e ad essere presenti come segno visibile per tutti nelle sedi dei vescovi in occasioni particolari. Questo evento si è verificato la prima volta in occasione del 25° giubileo del diaconato nell’episcopato di Mainz.

Un documento di oltre 300 pagine sul lavoro finora svolto in relazione all’Appello nelle diverse diocesi e nei vari gruppi mostra il continuo impegno in tal senso; alla fine di ottobre è anche uscito il primo numero del giornale del Popolo di Dio.

 

FRANCIA

Nous sommes aussi l’Eglise

La deposizione del vescovo Gaillot ha creato il substrato favorevole per la diffusione dell’"Appello del popolo di Dio", apparso prima sul giornale Golias e poco dopo sul settimanale Teimognage chretien, che in seguito ha costituito il riferimento logistico dell’Appello stesso, in mezzo al silenzio dei media.

L’azione di raccolta di firme ha raggiunto fino ad ad oggi circa quota 20.000. Inoltre si è costituito un bacino di raccolta per i cattolici orientati in modo riformistico, che ormai va oltre i confini dei circoli dei cristiani critici. Appartengono a questa area molti gruppi che stanno collaborando in modo determinante con NSAE; che lega l’impegno nella Chiesa con l’impegno nella società e che si pone come propaggine francese di un movimento europeo e internazionale..

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