ROMA – L’arcivescovo Carlo Maria Viganò, segretario del Governatorato del Vaticano, l’8 maggio del 2011, scrisse una lettera indirizzata al cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, per denunciare il “marcio” che si nasconde nella Santa Sede, tornato alla ribalta dopo la trasmissione “Gli Intoccabili” su La7. Ecco la lettera completa riportata dal Fatto Quotidiano del 27.1.2012:
Nella lettera riservata che Le avevo indirizzato il 27 marzo 2011, che affidai personalmente al Santo Padre attesa la delicatezza del suo contenuto, affermavo di ritenere che il cambiamento cosi radicale di giudizio sulla mia persona che Vostra Eminenza mi aveva mostrato nell’Udienza del 22 marzo scorso non poteva essere frutto se non di gravi calunnie contro di me ed il mio operato (….) ed ora, dopo le informazioni di cui sono venuto in possesso, anche in sincero e fedele sostegno all’opera di Vostra Eminenza, a Cui è affidato un incarico così oneroso ed esposto a pressioni di persone non necessariamente ben intenzionate (….) con tale spirito di lealtà e fedeltà che reputo mio dovere riferire a Vostra Eminenza fatti e iniziative di cui sono totalmente certo, emerse in queste ultime settimane, ordite espressamente al fine di indurre Vostra Eminenza a cambiare radicalmente giudizio sul mio conto, con l’intento di impedire che il sottoscritto subentrasse al Card. Lajolo come Presidente del Governatorato, cosa in Curia da tempo a tutti ben nota. Persone degne di fede hanno infatti spontaneamente offerto a me e S.E. Mons. Corbellini, Vice Segretario Generale del Governatorato, prove e testimonianze dei fatti seguenti:
1. Con l’avvicinarsi della scadenza di detto passaggio di incarichi al Governatorato, nella strategia messa in atto per distruggermi agli occhi di Vostra Eminenza, vi è stata anche la pubblicazione di alcuni articoli, pubblicati su Il Giornale, contenenti calunniosi giudizi e malevole insinuazioni contro di me. Già nel marzo scorso, fonti indipendenti , tutte particolarmente qualificate – il Dott. Giani (Domenico Giani, ex finanziere ed ex agente dei servizi segreti italiani nel Sisde poi nominato direttore dei servizi di sicurezza e Ispettore Capo della Gendarmeria del Vaticano Ndr) il Prof. Gotti Tedeschi (Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello IOR, l’istituto finanziario del Vaticano, Ndr) il Prof. Vian (Gian Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano Ndr) e il Dott. Andrea Tornielli, all’epoca Vaticanista di Il Giornale, – avevano accertato con evidenza uno stretto rapporto della pubblicazione di detti articoli con il Dott. Marco Simeon, almeno come tramite di veline provenienti dall’interno del Vaticano. A conferma, ma soprattutto a complemento di tale notizia, è giunta a S.E. Mons. Corbellini e a me la testimonianza, verbale e scritta, del Dott. Egidio Maggioni (ex presidente della società pubblicitaria SRI, Socially Responsible Italia Spa in rapporti di affari con il Vaticano Ndr), persona ben introdotta nel mondo dei media, ben conosciuta e stimata in Curia, fra gli altri, dal Dott. Gasbarri (direttore amministrativo di Radio Vaticana, Ndr), da S.E. Mons. Corbellini e da Mons. Zagnoli, già responsabile del Museo Etnologico-Missionario dei Musei Vaticani. Il Dott. Maggioni ha testimoniato che autore delle veline provenienti dall’interno del Vaticano è Mons. Paolo Nicolini, Delegato per i Settori amministrativo-gestionali dei Musei Vaticani. La testimonianza del Dott. Maggioni assume un valore determinante in quanto egli ha ricevuto detta informazione dallo stesso Direttore de Il Giornale, Sig. Alessandro Sallusti, con il quale il Maggioni ha una stretta amicizia da lunga data.
2. L’implicazione di Mons. Nicolini, particolarmente deplorevole in quanto sacerdote e dipendente dei Musei Vaticani, è confermata dal fatto che il medesimo Monsignore, il 31 marzo scorso, in occasione di un pranzo, ha confidato al Dott. Sabatino Napolitano, Direttore dei Servizi Economici del Governatorato, nel contesto di una conversazione fra appassionati di calcio, che prossimamente oltre che per la vittoria del campionato da parte dell’lnter (previsione errata purtroppo, Ndr), si sarebbe festeggiata una cosa ben più importante, cioè la mia rimozione dal Governatorato. (…)
3. Sul medesimo Mons. Nicolini sono poi emersi comportamenti gravemente riprovevoli per quanto si riferisce alla correttezza della sua amministrazione, a partire dal periodo presso la Pontificia Università Lateranense, dove, a testimonianza di S.E. Mons. Rino Fisichella (presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione Ndr) furono riscontrate a suo carico: contraffazioni di fatture e un ammanco di almeno settantamila euro. Cosi pure risulta una partecipazione di interessi del medesimo Monsignore nella Società SRI Group, del Dott. Giulio Gallazzi, società questa attualmente inadempiente verso il Governatorato per almeno due milioni duecentomila euro e che, antecedentemente aveva già defraudato L’Osservatore Romano, come confermatomi da Don Elio Torreggiani (direttore generale della Tipografia Vaticana Ndr) per oltre novantasettemila Euro e I’A.P.S.A., per altri ottantacinquemila, come assicuratomi da S.E. Mons. Calcagno (presidente dell’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede, Ndr). Tabulati e documenti in mio possesso dimostrano tali affermazioni e il fatto che Mons. Nicolini è risultato titolare di una carta di credito a carico della suddetta SRI Group, per un massimale di duemila e cinquecento euro al mese.
4. Altro capitolo che riguarderebbe sempre Mons. Nicolini concerne la sua gestione ai Musei Vaticani. (…) volgarità di comportamenti e di linguaggio, arroganza e prepotenza nei confronti dei collaboratori che non mostrano servilismo assoluto nei suoi confronti, preferenze, promozioni e assunzioni arbitrarie fatte a fini personali; innumerevoli sono le lamentele pervenute ai Superiori del Governatorato da parte dei dipendenti dei Musei (…).
5. Poiché i comportamenti sopra descritti di Mons. Nicolini, oltre a rappresentare una grave violazione della giustizia e della carità, sono perseguibili come reati, sia nell’ordinamento canonico che civile, qualora nei suoi confronti non si dovesse procedere per via amministrativa, riterrò mio dovere procedere per via giudiziale.
6. Per quanto riguarda il Dott. Simeon, pur essendo per me più delicato parlarne atteso che dai media risulta essere persona particolarmente vicina a Vostra Eminenza, non posso tuttavia esimermi dal testimoniare che, da quanto personalmente sono venuto a conoscenza in qualità di Delegato per le Rappresentanze Pontificie, il Dott. Simeon risulta essere un calunniatore (nel caso a mia precisa conoscenza, di un sacerdote) e che lui stesso è OMISSIS Ndr. Tale sua OMISSIS, Ndr mi è stata confermata da Prelati di Curia e del Servizio Diplomatico. Su questa grave affermazione che faccio nei confronti del Dott. Simeon sono in grado di fornire i nomi di chi è a conoscenza di questo fatto, compresi Vescovi e sacerdoti.
7. A tale azione di denigrazione e di calunnie nei miei confronti ha contribuito anche il Dott. Saverio Petrillo, che si è sentito ferito nel suo orgoglio per un’inchiesta condotta dalla Gendarmeria Pontificia – atto questo dovuto a seguito di un furto avvenuto l’anno scorso nelle Ville Pontificie di cui il medesimo Dott. Petrillo non aveva informato né i Superiori del Governatorato né la Gendarmeria. A provocare poi una sua ulteriore reazione contro di me, è stata la decisione presa dal Presidente Cardinale Lajolo (e non da me), di affidare la gestione delle serre delle Ville al Sig. Luciano Cecchetti, Responsabile dei Giardini Vaticani, con l’intento di creare una sinergia fra le esigenze di questi ultimi e lerisorsedisponibilinelleVillePontificie, il cui debito di gestione annuale raggiunge i 3 milioni e mezzo di euro.
8. Non stupirebbe poi nessuno se anche qualche altro Direttore del Governatorato avesse voluto formulare delle critiche nei miei confronti, attesa l’azione incisiva di ristrutturazione, di contenimento degli sprechi e delle spese, da me operata secondo i criteri di una buona amministrazione, le indicazioni datemi dal Cardinale Presidente e i consigli gestionali della società consulente McKinsey. Non ho tuttavia prove in tale senso (…) Ritengo quanto sopra esposto sufficiente per dissipare le menzogne di quanti hanno inteso capovolgere il giudizio di Vostra Eminenza sulla mia persona, sull’idoneità a che abbia a continuare la mia opera al Governatorato (….) Ho ritenuto mio dovere farlo, animato dallo stesso sentimento di fedeltà che nutro verso il Santo Padre.
27 gennaio 2012 | 12:20
NOTA DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, P. FEDERICO LOMBARDI, S.I., A PROPOSITO DI UNA TRASMISSIONE TELEVISIVA , 26.01.2012
La trasmissione televisiva “Gli intoccabili” andata in onda ieri sera, accompagnata dall’abituale contorno di articoli e commenti può essere oggetto di molteplici considerazioni, a cominciare dalla discutibilità del metodo e degli espedienti giornalistici con cui è stata realizzata, per continuare con l’amarezza per la diffusione di documenti riservati. Ma non è di questo che ora vogliamo principalmente parlare, essendo oggi tutto ciò fin troppo abituale, sia come metodo generale, sia come stile di informazione faziosa nei confronti del Vaticano e della Chiesa cattolica. Proponiamo piuttosto due semplici considerazioni che non hanno trovato spazio nel dibattito.
La prima. L’azione svolta da mons. Viganò come Segretario Generale del Governatorato ha certamente avuto aspetti molto positivi, contribuendo ad una gestione caratterizzata dalla ricerca del rigore amministrativo, del risparmio e del raddrizzamento di una situazione economica complessiva difficile. Questi risultati, ottenuti durante la Presidenza del card. Lajolo, sono chiari e non sono negati da nessuno. Una valutazione più adeguata richiederebbe tuttavia di tener conto dell’andamento dei mercati e dei criteri degli investimenti nel corso degli ultimi anni, ricordare anche altre circostanze importanti, come i risultati notevolissimi dell’attività dei Musei Vaticani, con flusso accresciuto di pubblico e orari di apertura più ampi, ricordare le finalità non puramente economiche ma di supporto della missione della Chiesa universale da parte dello Stato della Città del Vaticano che sono motivo di spese anche notevoli, e così via. Alcune accuse poi – anche molto gravi – fatte nel corso della trasmissione, in particolare quelle nei confronti dei membri del Comitato Finanza e Gestione del Governatorato e della Segreteria di Stato di Sua Santità, impegnano la Segreteria di Stato stessa e il Governatorato a perseguire tutte le vie opportune, se necessario legali, per garantire l’onorabilità di persone moralmente integre e di riconosciuta professionalità, che servono lealmente la Chiesa, il Papa e il bene comune. In ogni caso, i criteri positivi e chiari di corretta e sana amministrazione e di trasparenza a cui si è ispirato mons. Viganò continuano certamente ad essere quelli che guidano anche gli attuali responsabili del Governatorato, nella loro provata competenza e rettitudine. E ciò è coerente con la linea di sempre maggiore trasparenza e affidabilità e di attento controllo sulle attività economiche su cui la Santa Sede è chiaramente impegnata, nonostante le difficoltà, come dimostrano anche le adesioni alle Convenzioni internazionali di cui si dà notizia – per casuale coincidenza – proprio quest’oggi. Insomma, l’avvicendamento alla guida del Governatorato non intende certamente essere un passo indietro rispetto alla trasparenza e al rigore, ma un ulteriore passo avanti.
La seconda. Discussioni e tensioni, comprensibili differenze di opinioni e posizioni, vengono sottoposte alla valutazione di un giudizio superiore proprio perché questo è in grado di vedere le questioni in una prospettiva più ampia e con criteri più comprensivi. Un procedimento di discernimento difficile sui diversi aspetti dell’esercizio del governo di un’istituzione complessa e articolata come il Governatorato – che non si limitano a quelli del giusto rigore amministrativo – è stato invece presentato in modo parziale e banale, esaltando evidentemente gli aspetti negativi, con il facile risultato di presentare le strutture del governo della Chiesa non tanto come toccate anch’esse dalle fragilità umane – ciò che sarebbe facilmente comprensibile – quanto come caratterizzate in profondità da liti, divisioni e lotte di interessi. In questo diciamo senza timore che si è andati e si va spesso ben aldilà della realtà; che la situazione generale del Governatorato non è così negativa come si è voluto far credere; che tanta disinformazione non può certamente occultare il quotidiano e sereno lavoro in vista di una sempre maggiore trasparenza di tutte le istituzioni vaticane, e infine che non bisogna dimenticare che il Governo della Chiesa ha al suo vertice un Pontefice di giudizio profondo e prudente, la cui dirittura al disopra di ogni sospetto garantisce la serenità e la fiducia che giustamente si attendono coloro che operano al servizio della Chiesa e i fedeli tutti. In questa prospettiva va riaffermato decisamente che l’affidamento del compito di nunzio negli Stati Uniti a mons. Viganò, uno dei compiti più importanti di tutta la diplomazia vaticana, data l’importanza del Paese e della Chiesa cattolica negli Stati Uniti, è prova di indubitabile stima e fiducia da parte del Papa.
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