CIELLE ALLA CONQUISTA DELL’EMILIA ROMAGNA
Quando è troppo è troppo. Nel giro di poco più di un mese il papa ha piazzato due vescovi di provato orientamento ciellino in altrettante diocesi della regione ecclesiastica Emilia Romagna. A Reggio Emilia il fondatore della Fraternità sacerdotale di San Carlo Borromeo, Massimo Camisasca, ha preso il posto di monsignor Adriano Caprioli, a cui riconosciamo il merito di aver valorizzato la riforma liturgica nella città di don Giuseppe Dossetti, scegliendo di collocare in duomo una nuova cattedra in arte povera giù dal presbiterio nel mezzo della navata centrale per ridurre la distanza tra il pastore e il suo gregge. Già si sa che Camisasca ha fatto sapere in Curia che non intende celebrare sulla cattedra del suo predecessore: la controriforma è servita.
Di male in peggio a Ferrara, dove, da San Marino, arriva monsignor Luigi Negri, anche in questi mesi estremamente attivo nella promozione di convegni revisionisti sull’eredità del Concilio Vaticano II, promossi con sigle tradizionaliste come Alleanza cattolica. Per fortuna tramonta, speriamo definitivamente, l’ipotesi di un suo sbarco a Bologna, una volta in pensione l’arcivescovo Carlo Caffarra, anche lui, se non formalmente aderente al Movimento, di sicuro in linea con le tesi di Comunione e liberazione.
Con le ultime nomine papali salgono così a due, su un totale di quindici, i vescovi ciellini in regione che diventano poi tre, se si calcola Caffarra. Ma è allargando l’orizzonte all’Italia che si capisce meglio il peso che si sta dando a Cl dalle nostre parti: sette vescovi ciellini nel paese, dei quali ben due in Emilia Romagna. Sia chiaro non abbiamo nulla contro Cl, crediamo in una Chiesa plurale e rispettiamo chi nutre posizioni diverse dalle nostre, non sempre in linea con una corretta laicità dello Stato (vedesi l’uscita del cardinale Angelo Scola in occasione dell’omelia per Sant’Ambrogio). Certo è che non possiamo stare zitti davanti a quella che a noi pare una conquista ciellina della regione rossa per eccellenza. Con spirito di lotta e non di dialogo con il mondo.
Basta leggere un passaggio dell’omelia del cardinale Caffarra per l’ordinazione episcopale di Camisasca: <Venerato fratello e caro don Massimo (…) sei posto dentro al contrasto fra l’incredulità e la fede. E’ da una parte un’incredulità che sta pervadendo ogni vissuto umano, e che vuole distruggere anche la fede della Chiesa, alla cui presenza dentro la vicenda umana viene gradualmente negata ogni legittimazione. E’ dall’altra parte la fede dei martiri, la fede dei semplici, la fede ‘che sconfigge il mondo’».
Al papa chiediamo di guardare oltre Cl. La Chiesa è molto più vasta di Noi Siamo Chiesa e di Comunione e liberazione, per fortuna.
Coordinamento regionale Noi Siamo Chiesa Emilia Romagna
Per info: Marialuisa Cavallari cell. 348/5655816
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