Il caso Stepinac, i Vescovi croati ed il Vaticano
La cronaca
Il "caso Stepinac" è destinato a trascinarsi a lungo nel tempo e a rimanere come mina vagante per la credibilità della Chiesa croata e di quanti, in Vaticano, l’hanno appoggiata e l’appoggiano.
Dopo decenni in cui le vicende che interessano il defunto Cardinale di Zagabria Alojzije Stepinac erano poco osservate, nell’ultimo anno è stato un precipitare di avvenimenti . Nel giugno del ’98 nell’ambito della ricerca dei beni sottratti agli ebrei il sottosegretario di Stato americano Stuart E. Eizenstat ha pubblicato un documento in cui sostiene che oro rapinato dagli ustascia si troverebbe ancora in Vaticano. In questo Rapporto ufficiale si riprende a parlare delle stragi compiute nello "Stato Indipendente Croato" del "poglavnik" (Capo) Ante Pavelic che guidava un governo fantoccio dell’Asse portato al potere nell’aprile del ’41 al momento dell’invasione della Jugoslavia da parte delle truppe naziste e fasciste . Il 25 settembre ’98 esce a Parigi il volume di Marco Aurelio Rivelli "Le genocide occulté;" ( vedi notizia successiva) con il racconto dettagliato e documentato delle stragi compiute dagli ustascia nei confronti dei serbi-ortodossi con l’appoggio del clero cattolico e la sostanziale connivenza di tutta la Gerarchia cattolica . Rivelli parla di "genocidio occultato" perché; non è conosciuto nella cultura occidentale ( è stato nascosto, dimenticato, rimosso) benché; sia stato effettuato con modalità ben più crudeli di quelle della Shoà ed abbia interessato circa un milione di serbi ( su due miloni e duecento presenti in Croazia ); i serbi che non erano sterminati erano costretti a convertirsi al cattolicesimo.
Il 3 ottobre nel santuario mariano di Maria Bistrica, presso Zagabria, Giovanni Paolo II beatifica il Card. Stepinac che, dal primo giorno, aveva accolto ed accreditato Ante Pavelic facendo celebrare Te Deum in tutte le Chiese e che non si era mai dissociato pubblicamente ( non esiste traccia di qualche sermone di denuncia degli eccessi in nessuna delle pubblicazioni della Curia di Zagabria o di qualcuna delle circa cento testate cattoliche che in quel periodo c’erano in Croazia ) . Il malumore strisciante in alcuni ambienti della Chiesa cattolica, anche croata, per questa beatificazione sponsorizzata con grande forza dai Vescovi croati , però non diventa mai fatto esplicito e contestazione frontale . Il volume di Rivelli è destinato a fare da detonatore . Ben accolto in Francia ,finalmente tradotto in italiano esce a metà di febbraio presso il piccolo editore KAOS di Milano (M.A. Rivelli " L’Arcivescovo del genocidio" L.35.000) .
Siamo alla vigilia della visita ad limina dei Vescovi croati . Il testo di Rivelli è destinato a farsi strada per la forza oggettiva dei fatti documentati che espone con rigore ed indignazione controllata . Sul "Corriere della Sera" del 27 febbraio Ettore Mo lo riprende ampiamente .Intanto in Vaticano l’orientamento prevalente è sempre quello di fare le barricate a difesa di Stepinac e della sua recente beatificazione . L’ "Osservatore Romano" incarica un suo giornalista, Giampaolo Mattei, di scrivere un Quaderno dal titolo "Il Cardinale Stepinac. Una vita eroica nella testimonianza di quanti con lui sono stati vittime della persecuzione nella Jugoslavia comunista". Questo volume viene presentato l’8 marzo in Vaticano in una solenne serata alla presenza di tutti i Vescovi croati con la partecipazione del Card. Sodano, Segretario di Stato, ed un discorso del Direttore Mario Agnes. Il leitmotiv è quello di "Stepinac perseguitato dal regime comunista e del processo-farsa".
Stepinac fu infatti condannato per collaborazionismo col regime degli ustascia a sedici anni di carcere ma dopo cinque anni fu confinato nel suo paese natale di Krasic fino alla sua morte nel ’60 . Sodano dice :"I fatti sono eloquenti più che tutte le deformazioni arbitrarie di chi ha voluto gettare fango su un uomo che si sacrificò per tutti, cattolici ed ortodossi,ebrei e mussulmani,nobili e zingari,amici e nemici" e poi " Purtroppo una "leggenda nera" ha tentato di offuscare l’eroica testimonianza del Card. Stepinac come se fosse stato anche lui responsabile dell’immane bufera che si era abbattuta su tanti uomini e donne della sua terra " Il Card. Kuharic, Arcivescovo emerito di Zagabria , spera che il libro "sarà utile anche alle redazioni di quelle riviste cattoliche che,in occasione della recente Beatificazione, hanno giudicato "controversa" la figura del Cardinale Stepinac e quindi anche la sua Beatificazione ". Agnes mostra cenni di prudenza, nel generale clima apologetico della serata , quando ricorda il volume di Rivelli "che ha presunzione di scientificità ; lo leggeremo e lo valuteremo con serietà scientifica" .Il giorno successivo l’”Osservatore” dedica due paginoni all’incontro .
La serata in Vaticano era stata preceduta da un confronto diretto il 2 marzo tra Rivelli ed il Postulatore della causa di beatificazione Mons. Jurai Bateljc Rettore del Seminario maggiore di Zagabria durante la trasmissione radiofonica "Altreuropa" della sede Rai di Trieste .In essa Batelic ricorda interventi a favore degli ebrei ( ma l’accusa a Stepinac è la connivenza o il silenzio con la strage dei serbi ortodossi ), sostiene che Stepinac non era responsabile di quanto avveniva nelle Diocesi della Bosnia ( ma la Bosnia allora era sotto il controllo della Croazia e Stepinac era Primate della Croazia), sostiene che delegò ad altri le sue competenze di Vicario militare ( cioè di Vescovo dei cappellani che collaboravano alle stragi ) . Bisogna tenere presente che le critiche a Stepinac, come quelle di Rivelli, non sono concentrate sull’esame del processo organizzato dal regime comunista di Tito ma riguardano il suo comportamento negli anni ’41-’45 : come è possibile beatificare un Vescovo con questo passato ?
Il Papa sabato 13 marzo ha ricevuto in udienza ad limina i Vescovi croati e nel suo lungo discorso è stato sobrio su Stepinac limitandosi a ringraziare il Card. Kuharic " per quanto continua a fare per illustrare alle nuove generazioni la grande figura del suo predecessore il Beato Stepinac". A fianco del discorso del Papa l’”Osservatore” pubblica invece un corsivo con cui attacca un innominato giornalista accusato di non avere avuto il coraggio ,benchè presente alla serata di presentazione del libro di Mattei , di fare osservazioni o domande al Card. Kuharic sulla vita di Stepinac e di criticarlo aspramente poco dopo sulla stampa ( si tratta di Marco Politi per il pezzo dell’11 marzo su "Repubblica" ?) . In questo corsivo non firmato si riprendono con veemenza tutte le argomentazioni relative al processo-farsa e si ripete la nota tesi secondo cui "Stepinac è stato vittima dei tre grandi mali del nostro secolo,il fascismo,il nazismo ed il comunismo " Altri articoli stanno intanto comparendo sulla stampa (su "Il Piccolo" di Trieste del 14 marzo e su "Il Giornale ", quest’ultimo riprende le argomentazioni di Mattei).
marzo 1999
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