Logo Noi Siamo Chiesa

Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Il laicissimo Flores D’Arcais attacca frontalmente papa Francesco

Jorge Mario Bergoglio piace a troppi.
di Paolo Flores d’Arcais

(dal sito di Micromega)

Piace a quasi tutti. Piace soprattutto ai laici, paradossalmente. Le uniche ostilità contro Papa Francesco vengono dai cattolici: esplicite quelle degli ambienti tradizionalisti, sorde e molto più efficaci quelle della curia, degli episcopati conservatori, della infinita galassia del cattolicesimo d’establishment e di privilegio.

L’entusiasmo dei laici per Francesco indica soprattutto l’indigenza e la contraddittorietà in cui ormai il “pensiero laico” versa. Francesco vuole mettere fine agli aspetti troppo sfacciatamente simoniaci della Chiesa e al culto di Mammona di troppi suoi cardinali e vescovi: benissimo, ma la faccenda riguarda il gregge dei fedeli. Francesco tuona contro la pedofilia del clero, ma fino a che ogni diocesi non sarà obbligata a fornire a magistrati e polizia ogni informazione, per le vittime cambierà poco e nulla. Francesco si appresta a concedere l’eucarestia ai divorziati, ottima notizia per queste pecorelle, ma perché mai dovrebbe suscitare entusiasmo tra miscredenti, agnostici e atei?

Francesco ha usato toni certamente nuovi, rispetto ai lugubri anatemi di Wojtyla e Ratzinger, quando parlando di omosessualità ha detto “chi sono io per giudicare?”, ma in cosa si è poi tradotto, sul piano mondano, sul piano dei rapporti tra “Dio e Cesare”, questo rovesciamento stilistico?

Eppure, dal punto di vista laico e democratico, questo è l’unico tema davvero rilevante, il banco di prova, la cartina di tornasole: il nuovo Papa accetta la libertà di tutti i cittadini, che una democrazia degna di questo nome deve assicurare, o la Chiesa vuole continuare a imporre per legge, ovunque ne abbia la forza, la propria morale col pretesto filosoficamente ridicolo che coincida con la “legge naturale”?

Per una democrazia, infatti, ci sono valori che davvero non sono negoziabili. Il diritto inalienabile di ciascuno sulla propria vita è già amputato se non viene riconosciuto il diritto sulla propria morte, il diritto del malato terminale a scegliere l’eutanasia, il suicidio assistito, la fine di una “vita” che vive ormai solo come tortura.

L’eguaglianza a prescindere da sesso e orientamento sessuale è una finzione, fino a che non sia normalità il matrimonio omosessuale. E invece la Chiesa cattolica è più che mai impegnata a impedire il riconoscimento di questi diritti, benché non ledano i diritti degli altri, dei credenti che non li vorranno utilizzare.

Anzi, all’ombra del sorriso e dei peana alla misericordia di Jorge Mario Bergoglio, la Chiesa Cattolica Apostolica Romana ha intensificato la sua crociata contro le libertà dei cittadini ovunque ne abbia la possibilità. In Spagna viene addirittura rimesso in discussione il diritto delle donne a decidere sulla propria gravidanza (la crociata contro la legislazione sull’aborto continua a dispiegarsi anche in Polonia o in Irlanda. In Italia in intere regioni di fatto ha già vinto, attraverso l’obiezione di massa dei medici). In Francia, un tempo la laicissima Francia, partecipa a manifestazioni di massa contro il matrimonio omosessuale.

Insomma, la Chiesa di Francesco non sembra affatto disposta a rinunciare di “dare a Dio quel che è di Dio” anche nella vita pubblica, cioè di imporre nella legislazione civile la propria dottrina. E anzi riesce a conquistare alla sua pretesa di presenza della religione nella sfera politica pensatori “laici” del calibro di Habermas e Ferry (Jean-Marc). Mentre la condizione (necessaria ma ovviamente non sufficiente) per la democrazia è l’ostracismo di Dio dal dibattito pubblico e dall’ethos civico.

Testo sollecitato dal sito di “Editorial Trotta”, in occasione della traduzione in spagnolo del libro “La democrazia ha bisogno di Dio. Falso!” , in italiano edito da Laterza

(23 maggio 2014)

Paolo Flores D’Arcais, Francesco e un pizzico d’ironia

(dal sito online del Dialogo)

di Carlamaria Cannas e Gianni Mula
Come si è permesso Papa Francesco di rubarci quel Dio cattivo, vendicativo, anche sadico nel mandare a morte il proprio figlio come soddisfazione per le offese fatte al Padre…. E di sostituirlo con un Dio pieno di misericordia, che si fa vicino soprattutto a chi soffre, che si sporca le mani con pubblicani e prostitute, che sparge amore senza limiti?
Come si è permesso di rubarci la soddisfazione di attaccare quei finti devoti che osavano vedersi come esseri pensanti e non come semplici soggetti a dottrine umane sovrapposte all’insegnamento di amore del Cristo?
Come si è permesso di criticare quegli eroi che con tanta fatica accumulano denaro in nome dei valori che attribuiscono al Dio di Gesù Cristo?
Non c’è davvero più religione se anche dalla cattedra di Pietro si dettano comportamenti contrari a ciò che i potenti di tutti i luoghi e tutti i tempi hanno sempre insegnato deve essere proprio del fedele cristiano.
Meno male che Paolo Flores d’Arcais, incurante del rischio di essere giudicato affine a Giuliano Ferrara, ci è venuto in soccorso con un articolo importante su MicroMega. Nell’articolo, dal titolo Bergoglio piace a troppi, Flores tiene bene in alto la bandiera di un solido “pensiero laico” e si rifiuta di cadere nella trappola di prendere per buono un rinnovamento fatto solo di dichiarazioni ma che poi non si concretizza in precise disposizioni che obblighino le diocesi ad autodenunciarsi a magistrati e polizia. Perché è proprio questo che ci chiede quel Dio sadomasochista che Bergoglio ci ha tolto.
I toni e lo stile di Francesco sono certamente nuovi e interessanti, ma un solido pensiero laico deve badare al pratico e deve imporre all’istituzione Chiesa di difendere pubblicamente e senza mezzi termini, ovunque ne abbia la forza, l’unica vera “legge naturale” laica, quella del libero mercato. Solo così gli atteggiamenti simoniaci potranno uscire dall’ombra e riqualificarsi come comportamenti propri degli azionisti di una grande multinazionale come la Chiesa.
Per di più all’ombra del sorriso e dei peana alla misericordia di Jorge Mario Bergoglio, la Chiesa non sembra affatto disposta a dare l’ostracismo dal dibattito pubblico e dall’ethos civico a quel Dio sfacciatamente dalla parte dei poveri, che sempre riemerge da ogni tentativo di annegarlo in un mare di devote intenzioni. Da che mondo è mondo i poveri e gli emarginati sono sempre tali per loro colpa, e Jorge Mario Bergoglio deve smetterla di fare il populista, perché un sano e solido pensiero laico insegna che così si va contro la democrazia.
Come esempio della gravità della deriva populista conseguente all’arrivo di Bergoglio presentiamo la traduzione italiana dell’ultimo editoriale del settimanale cattolico americano Commonweal (Bene comune), nel quale si sostiene che la troppa disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza sarebbe dannosa per la democrazia. Si noti la sfrontatezza con la quale questi finti cattolici si permettono di alludere a improbabili illegalità nella costruzione delle grandi fortune, sia passate che presenti, anziché riconoscervi la mano di Dio.
Buona lettura!
Carlamaria Cannas e Gianni Mula


Pubblicato

Commenti

Una replica a “Il laicissimo Flores D’Arcais attacca frontalmente papa Francesco”

  1. Avatar Qui si assiste non alla chiarezza del pensiero laico, ma a un suo totale e completo rimbecillimento. Per quale motivo, mi domando, e la domanda non ha nessuna intenzione di essere retorica considerato il tenore delle riflessioni di Flores d'Arcais, il pap
    Qui si assiste non alla chiarezza del pensiero laico, ma a un suo totale e completo rimbecillimento. Per quale motivo, mi domando, e la domanda non ha nessuna intenzione di essere retorica considerato il tenore delle riflessioni di Flores d’Arcais, il pap

    Qui si assiste non alla chiarezza del pensiero laico, ma al suo totale e completo rimbecillimento(eclissi sarebbe espressione più garbata, ma mi voglio concedere il lusso di essere più diretto). Per quale motivo, mi domando, e la domanda non ha nessuna intenzione di essere retorica considerato il tenore delle riflessioni di Flores d’Arcais, il papa della Chiesa cattolica – apostolica – romana dovrebbe farsi dettare l’agenda di un presunto “rinnovamento” dagli assertori del laicismo più spinto? Ma che ci avete nella testa, la segatura? E’ come se si pretendesse che i lider del laicismo europeo e/o mondiale si facessero dettare l’agenda da papa Francesco. Se siete disposti a questo si potrebbe prendere in considerazione anche il contrario. Ho la netta sensazione che il vostro pensiero illuminato stia attraversando un marasma confusionale di inedita ampiezza e profondità. Scrivete pure, ma soprattuto pensate e se vi riesce fatelo con logica coerente, con raziocinio, con stringente razionalità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *